Pace a voi

Jesus-disciples-risen - Copia

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.  Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

 

 

Per te,   Cristo risorto,   è vero  o è un fantasma?

Un fantasma  non ha carne e ossa.   Non ha corpo, non si tocca, non mangia.  Gesù si può toccare,  mangia.  Lo prova, lo mostra, lo dimostra,  agli apostoli.  Davanti a loro.

Ma come è possibile?

Lui è Dio.  È il Vivente. È più vivo di te.  Lui è la realtà.  La realtà è stata creata per mezzo di lui,  ed esiste in lui.   Senza di lui,  non c’è.   Neppure tu ci sei.

Ma io non lo vedo.

Non lo vedi con gli occhi.  Ma il tuo cuore, la tua anima, lo possono vedere, lo possono sentire.

Come i discepoli di Emmaus,  Cristo risorto lo puoi riconoscere,  nell’eucaristia.   Cristo risorto lo puoi toccare,  nell’eucarestia.   Può  risplendere il suo volto, in te,  nell’eucarestia.

Puoi passarlo  al tuo fratello.   Puoi portare a lui,  la sua  Pace.

Lo Spirito Santo.

 

 

 

 

 

 

 

Pentecoste

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Ez 37, 1-14    «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro.  Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell’uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano».  Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. 

Dal Vangelo secondo Giovanni      La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

 

 

A volte ti senti così. A volte sei così.  Ossa inaridite, spezzate, disperse. Ossa gettate, dimenticate, perse.  Solo lo Spirito di Dio, le può riunire.  Solo lo Spirito di Dio, le fa rivivere.

A volte sei lì, con la paura.  Chiuso, rintanato, serrato.  Per la paura di essere giudicato. Rifiutato, scacciato, escluso. Deriso, schernito, ferito.  Sei lì, con le porte chiuse. Come gli apostoli.

Solo lo Spirito di Dio ti può salvare.  Solo lo Spirito Santo può entrare.  Capovolgere, stravolgere, trasformare.  Te lo porta Gesù risorto. Lo soffia Gesù,  sugli apostoli.

Lo Spirito Santo è il respiro di Dio.  È il sospiro di amore di Dio.  È lo Spirito di Dio, il vento di Dio, la brezza  di Dio, che anima tutte le cose.

Viene da Cristo risorto.  Non viene dagli uomini. Viene da Dio, perché è Dio. Viene da dentro di Dio.  È lui che lo muove, è lui che lo porta, è lui che lo dona,  è lui che lo effonde sugli apostoli.  Come l’acqua di un battesimo, e nasce la chiesa.

Ricevi lo Spirito Santo .  Accogli lo Spirito Santo nei sacramenti, con i sacramenti. Ti porterà il Padre e il Figlio. L’amore del Padre e del Figlio. La Trinità. Dio.

Ricevi lo Spirito Santo.  Lasciati travolgere, lasciati portare, lasciati fare.  Lasciati compiere. Lasciati completare.

Ricevi lo Spirito Santo e lascialo andare.  Lascialo parlare. Lascialo amare, consolare. Lascialo lodare, annunciare, testimoniare, proclamare   il Signore Risorto!.

E’ il Cuore di Dio,  che è venuto nel mondo!.

 

 

 

 

E’ nato Gesù!

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.  Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.  Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».  E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

 

Perché Gesù è nato in una stalla?   Perché è venuto nella miseria?   Perché è stato scacciato da tutti?   Perché nessuno lo voleva?

È venuto nel buio,  perché lui è la Luce.

È venuto nella notte,  perché lui è il Sole che sorge.

È venuto nel freddo,  perché lui è il Calore.

È venuto nella povertà,  perché lui è la Ricchezza.

È venuto nella debolezza,  perché lui è la Forza.

È venuto nella solitudine,  perché lui è la Relazione.

È venuto nell’indifferenza,  perché lui è l’Amore.

È venuto nell’umiltà,  perché lui è il Re della gloria.

È venuto nella semplicità,  perché lui è la Totalità.

È venuto nel silenzio,  perché lui è la Musica.

È venuto nel niente,  perché lui è il Tutto.

Il Signore del cielo della terra, il Figlio di Dio, Cristo Gesù,  è venuto in mezzo a noi.  Canta, danza la gioia. Con il cuore, con le mani, con i piedi, con tutto quello che sei. Diventa una lode, un inno, un annuncio vivente.  Una stella splendente per i tuoi fratelli.

L’angelo del Signore che prima si è rivolto a Maria e poi a Giuseppe,  ora si rivolge te.  Non temere!  Basta angoscia, basta pianto, basta disperazione.  Oggi è nato per noi  il Salvatore, che è Cristo Signore!  Ti dà un segno, un cammino, un posto.  Lo trovi nell’umiltà.

Si è aperto il cielo.  Ora puoi cantare, danzare la gloria di Dio, insieme agli angeli e ai santi. E insieme ai tuoi fratelli,  che Dio ama.

 

 

 

 

 

Ciò che possiedi

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

 

 

 

Il vestito più bello, la macchina più bella, la casa più bella.  Di più.  Più degli altri. Sempre di più. Tanto. Tutto.   A qualunque costo, ad ogni costo. Costi quello che costi. Anche se ti costa il cuore, l’anima, il fratello.

Assorbi, divori le cose,  ma sono loro che assorbono e divorano te.  Prendi le cose,  ma sono loro che prendono te.  Possiedi le cose,  ma sono loro che possiedono te.  Consumi le cose,  ma sono loro che consumano te.  Diventi come loro.   Vali, solo se hai.  Vali, quando hai.  Vali, quanto hai.

Come il ricco, ti sembra di aver riempito, arricchito, salvato la tua anima.  Invece l’hai  impoverita, umiliata, ferita, venduta, perduta.

Come il ricco, ti sembra di possedere tutto, di non avere più bisogno di niente.  Invece non possiedi nulla. Non è tua l’aria che respiri, la luce, il calore, i colori, la vita. Tutto ti è stato donato.

L’unica cosa che possiedi veramente è il tuo dolore, è la tua fragilità, la tua precarietà, la povertà,  l’errore, la debolezza.  Questa è l’unica cosa che ti appartiene veramente,  che è solo tua.   Che puoi donare a Dio, che ti apre a  Lui e ti porta a  Lui.

In Lui, nel suo cuore,  trovi la tua ricchezza, il tuo tesoro, il tuo tutto.  Lui è il tuo granaio senza fine,  nel quale la tua anima si può nutrire, riposare, fortificare, salvare.

Quando vivi nel suo cuore,  puoi  vedere gli altri con gli occhi di Dio.  Sono tuoi fratelli nella povertà, nella fragilità, nella precarietà, nel dolore, nella debolezza. Puoi condividerla con loro, puoi viverla con loro.  Allora diventa  forza, potenza, ricchezza, unità, solidarietà, condivisione, fratellanza, uguaglianza,  amore vero, pace vera.

È l’unico tesoro che conta, è l’unico tesoro che rimane, è l’unico tesoro che vale.  È l’unico tesoro veramente tuo.  Lo hai  cercato, voluto, riposto in Dio.  Li lo troverai. Lì ti aspetta.

E  vivrai  in Dio,  ora e per l’eternità.

 

 

 

 

 

Vado al padre

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:  «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.  Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.  Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.  Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

 

Ti spaventi,  ti arrendi.  Ti sembra di non farcela più. Ti sembra di non avere più scampo, più strada, più rifugio. Ti sembra di non avere più riposo, difesa, consolazione.  Ti mancano due braccia che ti accolgono, che ti tengono, che ti contengono.  Ti mancano due braccia per riposare.

Non avere paura, non temere.  Se  ami  Dio veramente, se quell’amore s’incarna nella tua vita,  se si manifesta  in quello che fai,  allora Dio stesso verrà in te.  Ti amerà,  e dimorerà  in te e presso di te  il Padre,  il Figlio e l’amore che li unisce, lo Spirito Santo. Verrà e dimorerà in te la Trinità.

È la Trinità che ti abbraccerà. Quelle sono le braccia che ti tengono, che ti contengono. Quelle sono le braccia in cui puoi riposare.

Non sia turbato il tuo cuore.  Non  sei più solo.  Gesù ora va al Padre. Perché  è al Padre che anche tu devi guardare. Perché è al Padre che anche tu devi andare.    È il Padre che ha mandato il Figlio.  È il Padre che manderà lo Spirito Santo.  Per farti capire, per farti sentire, per farti amare. Per darti il Figlio.

Gesù tornerà  per lo Spirito Santo, con lo Spirito Santo,   nello Spirito Santo.

Per non lasciarti mai più.

 

 

 

Natale

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».  E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

Ecco l’angelo annuncia anche a te:  Oggi è nato il Salvatore, che è Cristo Signore.  Vai da lui, troverai  un bambino, avvolto in fasce, in una mangiatoia.

Non perdere tempo, non prendere scuse. Alzati  e vai. Vai da lui, vai da Dio. Vai a vedere, vai a  scoprire, vai a trovare. Lui, il Signore Dio, l’Onnipotente, è nato. Si è incarnato nel mondo. Per starti vicino, per stare con te, per partecipare di te, per salvarti.

È Dio che viene nel tuo mondo, a casa tua, in te. Lascialo entrare, lascialo incarnare. Lascialo partecipare di te, della tua vita, delle tue cose.  E’ con te  quando lavori,  quando fai  i piatti, quando cucini,  quando stiri.  Quando hai  freddo, hai fame, hai paura. E’ con te quando sei  triste, disperato, distrutto.  E’ con te quando ti rialzi, ritorni,  risorgi, risplendi.  Quando ami.

Viene in una mangiatoia. Dio non viene nelle cose grandi, eccelse,  perfette,  superlative. Dio viene nelle cose piccole, semplici, umili, fragili.

Viene nella notte. Non viene nella luce abbagliante, non viene nella luce accecante della ragione, della logica. Viene nella notte, nel buio, nelle tenebre. Per  sorgere come il sole e illuminarle.

Viene nel silenzio. Non viene nel clamore, nello sballo, nel ritmo  assordante, nel rullo di tamburi. Viene nel silenzio. Solo il silenzio riesce a dire e a contenere l’intensità del cuore di fronte a Dio,  e l’intensità di Dio di fronte al  tuo cuore.

Viene nella gloria. Il tuo incontro con lui,  vicino a lui, inginocchiato davanti a lui, con i tuoi occhi nei suoi occhi, con il tuo cuore nel suo cuore, è  accompagnato dagli angeli.

Una moltitudine di angeli, vicino, intorno, attorno, canta la lode a Dio. Canta la gloria di Dio. Canta l’amore di Dio per te.

 

 

 

I Santi

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.  Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.  Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.  

 

Solo Dio è Santo. Lui è il Santo. Partecipare della sua vita, della sua grazia, del suo Spirito, ti  fa santo. È lui che ti santifica.

Quando sei umile e non superbo, quando sei mite e non violento, quando sei nel pianto, quando hai fame e sete di giustizia, quando sei perseguitato  per la giustizia, quando ti  condannano, ti  insultano e ti mettono in croce perché sei come Gesù, allora sei beato tra i beati.

Allora  scopri che non sei solo. I santi sono vicino a te, alla tua destra e alla tua sinistra, per sostenerti, per consolarti. Ti accolgono tra di loro.   Fai parte di una processione di beati e di santi, che va verso il Padre. Loro ti portano, ti accompagnano così, verso il Padre. Sono con te, camminano con te al tuo fianco, per sostenerti, per appoggiarti, per condividere con te quel momento di grazia. Sono in comunione con te in quel momento di grazia.

Quando decidi di scegliere il bene, la giustizia, la verità, il perdono, la pace, è come se raggiungessi un traguardo, dopo una lunga corsa ad ostacoli. È come se facessi un gol, dopo tanti passaggi e tanta fatica. La comunità dei santi, la Chiesa celeste, partecipa di ogni tua scelta. È come se fosse sugli spalti dello stadio, a fare il tifo per te. A farti coraggio, a sostenerti con il proprio appoggio, il proprio assenso. È in trepida attesa, per tutti gli sforzi che fai, è in tensione per la fatica che fai e per il timore che rinunci. Ma quando arrivi al traguardo e lo superi, quando fa il gol,  esplode di gioia, esulta, grida, fa festa e loda il Signore insieme a te, con te e per te.

I santi sono alla presenza di Dio, per adorarlo. Sono presenti anche nella Messa, nella consacrazione, perché lì viene lo Spirito Santo e Dio diventa presente realmente, nell’Eucaristia.

Sono lì, davanti a Dio, alla Trinità di Dio, inchinati, ad adorarlo. A riconoscerlo come Dio e il Signore. A lodarlo. A glorificarlo, a rendergli grazie. Sono lì presenti insieme agli angeli di Dio.

Fai come loro. Loda con loro, esulta con loro, adora con loro. Canta con loro, insieme a  loro, la gloria di Dio.

 

 

 

Vivo e vero.

 

 

 

 

Gesù sta in mezzo a loro e dice: “Pace a voi”. La pace di Gesù che significa per te? Essere sempre remissivo? Rinunciare ad arrabbiarti? Non contraddire mai nessuno? Evitare ogni forma di conflitto? Non fare la guerra? Rischi di trovarti così in uno stato mentale di lavoro forzato, di arresto domiciliare, di esilio da te stesso. Puoi apparire come un santo, ma gli altri non avvertirebbero  nessuna luce o calore.

La pace di Gesù significa vivere quello che hai nel cuore, ma metterlo in Gesù risorto. Significa fare di Gesù il centro del tuo cuore. Significa farlo diventare il cardine della tua vita. Il riferimento, il fulcro, il motore della tua vita. Significa metterlo al primo posto, al di sopra di tutte le tue preoccupazioni, ansie, paure. Nonostante le tue preoccupazioni. Lui il principio e la fine di tutto te stesso. Lui con le mani ferite e il costato squarciato nel suo corpo glorificato.

È il Cristo risorto che dà quella pace. Solo lui, il Signore risorto al centro del tuo cuore, riesce a placare la tempesta dentro, ad ordinare ai venti e al mare di placarsi. Solo lui riesce a ristabilire l’armonia quella vera, quella giusta, a riunificare quello che sembrava diviso, a ricomporre quello che sembrava definitivamente spezzato, a ricostruire quello che sembrava perduto. Lui è la Pace.

Gli apostoli credevano di vedere un fantasma. Forse anche tu pensi che Gesù non è vivo. Che Gesù non è vero. Pensi che è frutto dell’immaginazione, un fantasma degli altri, o anche tuo. Un’idea. Una ipotesi. Una sensazione. Un’impressione. Una suggestione.

È Gesù che ti risponde di non aver paura. È la paura che impedisce un rapporto vero, un incontro vero. La paura di altro da te. La paura di ciò che non conosci. La paura genera il dubbio. Per superarla ti dà la strada. Tocca e guarda! Un fantasma non ha carne e ossa. Un fantasma non si può toccare. Quello è un corpo, è una persona reale. È una persona concreta. Te lo dimostra con la cosa che ti è più familiare: il mangiare. Solo un corpo vero lo può fare. Solo un corpo vivo.

Gli apostoli sono ancora pieni di stupore. Forse anche tu. Come può un corpo tornare in vita, in carne e ossa? Per noi non è possibile, ma per il Figlio di Dio, si. Lui ha dato la vita a tutto, perché non potrebbe farlo con il suo corpo? Lo aveva già fatto con Lazzaro. Lui è l’autore della vita. Lui è la Vita. Ci ha dimostrato così che in lui la morte è stata vinta, le ferite non fanno più male, il dolore trova un senso, il corpo è santificato, la vita diventa eterna.

Toccarlo  significa allora entrare in una relazione viva, in una relazione vera con Lui. Significa sperimentare che  Lui è veramente vivo e vero. Significa provare, sentire, vivere, incontrare in profondità, nella verità e nella realtà, il Signore risorto.

Allora Lui ti apre la mente e ti fa comprendere le scritture. Capirai che era tutto previsto, fin dall’inizio della storia della salvezza. Tutto era riferito e rivolto a chi l’avrebbe incarnata e realizzata: il Figlio di Dio, Dio stesso, il Cristo che doveva soffrire, morire e risorgere.

Lui ora invia anche te a testimoniare che la salvezza si è compiuta. Ad annunciare che in Gesù risorto tutti gli uomini possono essere  liberati dal male e dal peccato. Possono risorgere e tornare persone nuove.

Tornare come figli  nelle braccia del Padre.

 

 

 

Se non vedo, non credo.

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”.  Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”. Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”. Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli.

 

I discepoli si erano chiusi, rintanati, nascosti, per timore. Avevano paura. Gesù entra nella loro paura, nella loro chiusura e dice: “Pace a voi”. Basta soffrire, basta tristezza, basta straziare il cuore. È lui la Pace. E mostra le mani e il fianco. Mostra le ferite sul suo corpo glorioso.

Perché ci sono ancora le ferite, se è risorto, se è tornato in vita? Perché non si sono rimarginate, cancellate? Perché  rappresentano la passione e la morte,  e senza morte non c’è resurrezione. Perché in quelle ferite, in quelle piaghe, c’è tutto il nostro dolore, che è diventato parte di quel corpo glorioso. Ci siamo noi in quelle ferite.

Solo il Figlio di Dio poteva prendere  nelle sue piaghe,  tutto il nostro male, tutto il nostro dolore più profondo, che ci ha  bucato e squarciato il cuore. Ora ce le mostra e ci mette in relazione con loro. In quel corpo glorificato sono accolte, risanate, trasformate. In quel corpo le ferite hanno un senso e partecipano della resurrezione. Sono quelle ferite che ce lo fanno riconoscere.

Ricevete lo Spirito Santo“. È il Padre che, per mezzo del Figlio suo, ci dona lo Spirito Santo. Lo Spirito di Dio. Viene da Lui, da Dio stesso.

Tommaso non c’è. Non ha visto il Signore. Non può vederlo perché deve vedere e toccare, per credere. Forse anche tu pensi che  solo ciò che si vede e si tocca è vero. Se esiste solo ciò che  puoi misurare e riprodurre in laboratorio, allora anche l’amore non esiste. Puoi vedere, toccare, pesare l’amore di tua moglie o riprodurre in laboratorio l’affetto di tuo figlio? Ci sono cose che sperimenti senza vedere o toccare. Ne vedi solo gli effetti,  ma non la sostanza. Così anche Dio.

Gesù ritorna per incontrare Tommaso. Lo invita a mettere il dito nei buchi dei chiodi e la mano nel costato. È quello che chiede a te. Anche tu devi mettere il dito, devi entrare in quella ferita, nella tua ferita, nel tuo male, nella piaga del corpo del Signore. Devi toccare l’impronta del chiodo, il vuoto del chiodo, per ricordarti che non c’è più. Devi mettere la mano nel suo costato, dentro la parte squarciata e il cuore ferito. Devi toccare il sangue e l’acqua che sgorga dal suo cuore,  per farti rigenerare, per farti salvare. Devi sentire e provare anche tu, che quello è veramente il corpo del Signore!

Ora che lo hai sperimentato non puoi più, non credere, ma diventi credente. Ora puoi dire: “Mio Signore e mio Dio“. Si, sei proprio tu, il mio Dio. Il mio Signore, il mio tutto, il mio centro, il mio inizio, la mia meta.

 

“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto.” Non chiedere a Dio una prova certa o un segnale concreto, attendibile, verificabile, della sua esistenza.  Non lo fa, perché saresti obbligato, condizionato, costretto a riconoscerlo, a subirlo. Non lo fa, perché  ti leva la libertà di cercarlo, di trovarlo, di sceglierlo. Non lo fa,  perché  ti ama veramente, ti rispetta.

E ti aspetta a braccia aperte.