In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Sei tu, il granello di senape.
Non quando ti sforzi. Non quando fai. Non quanto fai. Non perché lo fai.
Sei tu il granello di senape, quando ti metti nelle mani di Dio. Quando lasci fare a lui. Quando è lui che fa.
Solo allora, tu sei il gelso che può essere spostato. Che si può sradicare, sollevare. E trapiantare nel mare. Nel mare di Dio. Nel cuore di Dio. E puoi mettere le tue radici, nel suo cuore. E nutrirti, della linfa nel suo amore.
Solo allora, Dio agisce. E sposta anche altri gelsi, altri cuori. E sposta pure le montagne.
Stai sicuro.
Dio non ti lascia solo. Mai.
Dio c’è. Dio fa. Dio viene. E tu lo attendi.
Ecco la fede.