La porta.

 (Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore. - Copia (2) In quel tempo, Gesù disse:  «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.  Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».  Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.  Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

 

 

 

Ti fanno credere  di essere loro,   la porta.      Per farti entrare nei loro pascoli.                 Per farti nutrire della loro erba.  Delle loro parole.      Ti rubano.  E sono ladri.

Solo Gesù,    è la porta.

 

È lui la porta,  della tua anima.

Lui l’ha fatta,   e lei  lo riconosce.     E si apre.    E ci puoi entrare.   E la puoi capire.         La puoi sentire.  La puoi amare.    La puoi vivere,  fino in fondo.

 

È lui la porta,  del Paradiso.

Solo lui,  ti porta al Padre.   Solo lui conosce la strada. È lui la strada. Con lui, vai al Padre. Con lui,   stai   presso il Padre.

 

È lui la porta,  del fratello.

Attraverso quella porta,  lascialo passare.    Da quella porta  può entrare,  nel tuo cuore.     E può incontrare,   il cuore del Padre.

 

E lo riconosce,

anche lui.