Il granello di senape

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».  Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.   Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?  Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

 

“Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.”                                                                                   E per te,   lo può fare ?

 

Non può.

Ti dicono che la fede,   la devi avere in te.    Che deve stare in te. Solo in te.  Non in Gesù. Che è tua. Solo tua.   Non di Gesù.    Che la fai tu.  Che sei tu.   Non Gesù.    Ma non si sposta niente.

Ti dicono che la fede,   la devi avere negli altri.    Che deve stare negli altri.   Che la fanno gli altri.    Che sono gli altri.   Non Gesù.       Ma non si sposta niente.

E a Gesù,    gli hanno levato il gelso.    Non lo può fare.  Non si può fare.    Perché non lo fanno loro.  Perché non possono loro.      Così si fanno Dio.  Al posto di Dio.    Ma Gesù è Dio.  E Dio può fare tutto.     Sono loro che non possono fare niente.  Che non sono niente. Perché hanno perso Dio.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Lo può fare.

La fede  è quando ci metti Gesù.  Non tu.   È quando lo fai fare a Gesù.  Non tu.   È quando lo fa Gesù.  Non tu.     E si sposta tutto.

 

Accresci in noi la fede.     Come fai a farla crescere,  se manco ci sta.   Perché se ci sta, la vedi.    Lo vedi,  quello che fa.

Se aveste fede.    La fede vera. È la fede in Gesù.   È stare in Gesù.  È lasciarsi fare da Gesù.   È far fare a Gesù.     È Gesù. Non sei tu.

Quanto un granello di senape.     E non conta  quanto è grande.   E non conta quanta ce ne sta.   Se di più o di meno.     Se ci sta, ci sta.    Perché ci sta Gesù.

 

Potreste dire a questo gelso.     Se ci sta. Ci sta Gesù.    E lasci che sia Gesù a dire. E lasci che sia Gesù a parlare  con il gelso.

Potreste dire a questo gelso.    È Gesù che ha fatto quel gelso.  E quel gelso lo riconosce.  Lo sa chi è.  Lo sente chi è.     Lo ha fatto lui.   Dentro ci sta lui.

Sradicati.      Io Gesù, che ti ho fatto.     Io Gesù, che ti ha fatto così.   Io Gesù,  il Figlio di Dio.   Ti dico cambia.    Salta fuori. Vieni fuori. Esci fuori.    Dalla terra dove ti sei piantato.

E vai a piantarti nel mare.    E vai a piantarti in acqua.  In un altro terreno.  Io Dio, ti cambio il terreno.   Io Dio, ti do un altro terreno.   Io Dio, ti faccio nuovo.   Io Dio, ti faccio di nuovo.

Ed esso vi obbedirebbe.    Obbedisce a Dio.   Si piega a Dio. Si inchina a Dio.   Non a te. Risponde a Dio.    Fa quello che gli chiede Dio.  Fa quello che vuole Dio.   Non tu.

 

Sradicati.      Lo dice anche a te,  Gesù.     Lo dice ora, a te.     Io Gesù,  ti dico cambia.  Salta fuori.  Vieni fuori.  Esci fuori.      Dalla terra dove ti sei piantato.

Sradicati.     Esci dalla terra.    Non sei terra.  Non vieni dalla terra.  Non ti ha fatto la terra. Non appartieni alla terra.

E vai a piantarti nel mare.     E vai a piantarti in Dio.  Metti le tue radici in Dio.  Immergi le tue radici in Dio.   Affonda le tue radici, in Dio.

E vai a piantarti nel mare.      Ti ha fatto Dio.   E le ha fatte Dio, le tue radici.  E stanno bene solo in Dio.    Solo in Dio si ritrovano.  Solo in Dio si posano.  Solo in Dio si tengono.  Solo in Dio si fondano.

E vai a piantarti nel mare.      È Dio  la prima radice.    È Dio  la radice della radice.   È Dio la terra della radice.      È Dio,   la tua radice.

 

Se vieni da Dio.  Se ti radichi  in Dio.  Se ti fondi in Dio.    Allora stai anche  nel Figlio suo.  E lui sta in te.     E lo lasci fare.  E ti fai fare.  E lo fai fare.

E si spostano   pure le montagne.

 

 

 

 

 

 

Venite e vedrete

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.  Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

 

 

Anche a te  Gesù  dice,    vieni  e vedi.

E tu  che fai,   lo segui ?

 

Non lo segui.

Non ci stai,   ad andare dietro a lui.     Prima vieni tu, poi viene lui.   È lui che deve seguire te.   È lui che deve venire dietro a  te.                                                                                       Tu davanti,  e lui dietro.   Tu prima,  e lui dopo.    Tu guidi,  tu decidi,  tu vuoi.  Tu comandi,  lui.      E lo  perdi.   E ti perdi.

 

Lo segui.

Vai.    Non stai lì,  fermo.    Bloccato, incastrato,  incollato,  inchiodato.     Ti muovi.             Non stai lì,    a guardare,  a pesare, a calcolare.      Ti lanci.                                                  E  lo segui.       Prima lui,  e poi tu.      Lui davanti,  e tu dietro.     E  ti lasci portare.               Ti lasci  fare.    Ti lasci andare,  alla sua volontà.

E  stai  con lui.    E rimani con lui.         Solo  se stai con lui,  puoi capire.    Solo  se stai con lui,   puoi sentire.      Solo  se stai con lui,   puoi  vedere.      Che  è lui,  il tuo Signore.   Che è lui,    la tua dimora.

 

Che è lui,    che cercavi.

 

 

 

 

 

 

 

Libretto per gli adulti

Catechesi per adulti

 

Un libretto,   per aiutare    i giovani,    e gli adulti,   a cercare la fede.

Con i contenuti di base,  della fede.     Spiegati in modo  chiaro, semplice e pratico.

E  le risposte alle domande  che spesso si fanno gli adulti.    E ai dubbi che spesso  mettono in crisi la fede.

Ecco  1  libretto completo.  Pdf  in formato A4:  Caratteri Colibri 9.

Contenuti di base della fede per adulti e giovani.                                                                     (Cliccare sulla riga in blu e si apre il file in pdf.)

_______________________________________________________________________

Le stesse tematiche  sono state impostate  in due libretti  più piccoli.                        Carattere delle lettere è più grande,  in formato  A4  Calibri 12.                                              Si può  stampare  come opuscolo con la stampa in pdf e si riduce da solo.                         Oppure  si imposta come  A5,   i caratteri si riducono  fino a  Calibri  9.  

Ecco  i  2   libretti .  Più agevoli,  e più piccoli:

1°     Cercare la fede. Adulti. Prima parte.                                                                                   (Cliccare sulla riga in blu e si apre il file in pdf.)                                                           Il

2°    Cercare la fede. Per adulti. Seconda parte.                                                                           (Cliccare sulla riga in blu e si apre il file in pdf.)

__________________________________________________________________

Per i  bambini e i ragazzi:

Contenuti di base della fede. Per bambini e ragazzi.                                                            (Cliccare sulla riga in blu e si apre il file in pdf. )

_________________________________________________________________

 

 

© 2015.  Autore :    Maria Grazia Vallorani.

Tutti i diritti riservati.   Il presente testo è riproducibile solo per uso personale, con l’obbligo di citarne la fonte e il divieto di modificarlo, anche parzialmente,  per qualsiasi motivo.  E’ assolutamente vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato il 21 Aprile 2018 in forma cartacea,  e a Gennaio 2015  online, nel blog.   Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.

 

 

 

 

 

 

 

Emmaus

Nello stesso primo giorno della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?» . Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?» .Domandò: «Che cosa?» . Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto» .Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?» . E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino» . Egli entrò per rimanere con loro.Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?» .E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone» . Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Anche i discepoli di Emmaus  indicano la strada per incontrare il Signore.

Sono in cammino verso la loro casa, verso la vita di tutti giorni, semplice, pratica. Come la tua.  Gesù si avvicina e cammina con loro. Gesù è vicino a te, ti cammina a fianco, anche se non lo vedi. Condivide con te tutta la tua strada, la tua fatica, la tua esistenza.

Entra in relazione con loro e chiede di che stanno parlando. Entra in relazione con te e con quello che pensi e che senti. Chiede, come ha fatto con Maria di Magdala. Loro raccontano della loro tristezza del loro dolore per la morte del Nazareno. Sono depressi, avviliti, hanno subito un lutto. Hanno perso Gesù, come Maria.

Ma perché non lo riconoscono? Perché, come Maria, non è ancora ora. Hanno gli occhi ancora rivolti alle cose terrene. Infatti rispondono che sono tristi perché è morto Gesù, ma è morto  Gesù il nazareno, il profeta potente, che doveva liberare il popolo d’Israele. Pensano secondo il mondo, pensano con la logica del mondo, del potere, della forza. Gesù in questa ottica è stato una delusione. Non è il vincitore, non è il re. Forse anche tu ti aspetti questo da lui. Che si manifesti nel mondo, che venga a distruggere tutti quelli che opprimono, che intervenga a fare giustizia, che impedisca ai cattivi di fare del male e che elimini il dolore. Forse anche tu lo vedi con gli occhi del mondo, delle cose terrene, materiali. Così,  non riesci a vederlo, non riesci a capire. E rischi anche tu di essere disperso, disorientato, orfano di lui.

Come Maria di Magdala anche loro non sanno più dove è. Il suo corpo non c’è più. Le donne lo hanno visto, ma loro, no. Secondo il mondo quindi, se non è stato visto, non c’è.

 

Gesù allora prende posizione e fa da Maestro, da guida. Li aiuta a capire, a comprendere tutte le parti della Sacra Scrittura in cui tutto ciò era stato già annunciato dall’inizio della storia della salvezza. Il Figlio di Dio doveva soffrire, perché attraverso quella sofferenza rientrava nella gloria, e con la sua croce, ricongiungeva la terra con il cielo, secondo il disegno del Padre.

Ascoltare la parola è fondamentale per trovare il Signore. La parola di Dio non è parola di uomo. È Dio che si manifesta a noi, a ognuno di noi, anche a te. E anche a te aiuta a capire le cose secondo il progetto di Dio, con lo sguardo non più rivolto al mondo, ma alle cose celesti.

Ma non è ancora ora di riconoscerlo, prima devono fare una professione di fede, anche loro, come Maria. “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è al tramonto.” Non lo hanno riconosciuto con la ragione, con la testa, ma con il cuore. Il loro cuore infiammato dallo spirito di Dio, ardeva. È il fuoco dell’amore, ma è anche il fuoco che riscalda, che illumina, che trasforma.  È come se dicessero: “Signore, resta con noi! Non possiamo stare senza di te, abbiamo bisogno di te. Tu sei il nostro Dio. Tu sei il nostro riferimento. Tu sei la nostra luce. Si fa sera e arriva il buio. Noi non ce la facciamo da soli. Siamo deboli, fragili e le nostre sicurezze tramontano. Le tenebre ci coprono, solo tu puoi vincerle. Non andare via. Non ci lasciare più soli. Non vogliamo più perderti.”

La perdita non dipende da Gesù, dipende da noi. Non è Gesù che ti ha abbandonato o non ti pensa, sei tu che hai abbandonato Gesù e non lo pensi. Lui è vicino a te sempre. Sei tu che devi decidere se vuoi stare con lui, se vuoi che lui resti con te. Sei tu che devi invitarlo ad entrare nel tuo mondo, a stare con te nella sera, nel buio, nella notte.

Gesù entra per rimanere con loro.  A tavola Gesù spezza il pane e lo benedice e lo dà a loro. È l’Eucaristia. Quello è il suo corpo e il suo sangue divino, è lui stesso, che si offre. Gesù che si offre, apre gli occhi ai discepoli, solo allora lo riconoscono.

L’Eucaristia, ecco la luce nella notte, ecco la salvezza dalle tenebre, ecco il cibo della vita. Lasciati toccare dal mistero dell’Eucaristia. Lascia che il Signore ti incontri li. Lascia che parli al tuo cuore e lascia che il tuo cuore parli a lui.

Allora  lo riconoscerai.

 

 

 

I contenuti della fede

I contenuti della fede.

Dubbi  sulla fede. 

Non è possibile vivere la fede, basandosi su un catechismo imparato da bambini. Da adulti si ha un altro modo di vedere, di sentire, di concepire le cose. La vita stessa mette alla prova, mette in crisi, demolisce, nega, quello che è stato imparato.  Non è possibile  continuare a vivere la fede in modo automatico, incosciente, basandosi su abitudini, regole, norme, riti. È importante rivedere la fede in modo maturo, sceglierla in modo libero, viverla in modo responsabile.

 Per prima cosa bisogna sgombrare il campo dai dubbi sulla fede,  quelli veri, quelli che sono in fondo al cuore, che non si è mai avuto il coraggio di dire. Quelli che disorientano, quelli che non fanno sentire, non fanno capire. Quelli che chiudono il cuore alla parola di Dio. Quelli che ci fanno sopportare la parola di Dio, ma non la fanno entrare veramente. Quelli che ci portano via la parola di Dio, dopo che l’abbiamo sentita. Quelli che impediscono di avvicinarsi alla parola di Dio. Quelli che rifiutano la parola di Dio.

  • Che cosa è un Dio? Cosa ci faccio?
  • Esiste veramente Dio?
  • Chi è Dio?
  • Perché Dio fa soffrire?
  • Perché Dio ha fatto morire un mio caro?
  • Che c’entra Dio con la mia vita?
  • Non basto io?
  • Non mi basta viverlo nel cuore?

Prima si deve mettere a fuoco l’argomento. Poi insieme si cerca una risposta. Con l’aiuto del Vangelo, della Bibbia, con la parola rivelata, perché solo un Dio può parlare di  un  Dio. Il sacerdote e il consacrato possono aiutare a trovare degli spunti, dei riferimenti, delle riflessioni.  

 È  fondamentale affrontare questi argomenti con lo Spirito Santo. Mettere lo Spirito Santo al centro, prima, sopra a tutto. Far passare prima lui, delle nostre parole. Far sentire prima lui, delle nostre parole. Lasciare che sia lui a dirci le parole giuste, lasciare che sia lui a parlare per noi,  in noi,  con noi.  Senza lo Spirito Santo, ogni risposta, ogni spiegazione, è vuota, anonima, sterile. Con lo spirito Santo diventa feconda, piena, divina.

 Poi è importante il cuore. Se l’altro si sente veramente accettato, accolto, considerato, rispettato, accolto, allora accoglie anche la parola.

Poi bisogna usare il metodo di Gesù. Lui parlava al cuore e lo faceva in modo semplice, chiaro, sintetico, pratico. Usava le parole, gli esempi, i fatti. Così dobbiamo fare noi. Evitare parole difficili, complesse, e estranee. Usare solo parole semplici, comuni, conosciute, anche in dialetto. Usare immagini, esempi concreti, fatti, analogie, rappresentazioni  prese dall’esperienza, dalla vita di tutti giorni, dalla natura.

Far venire dal cuore l’emozione cercare di rappresentarla in modo concreto e pratico, come fa un papà con un bambino piccolo. Il padre, se lo vuole aiutare, deve usare il suo linguaggio. Gli fa degli  esempi che lui può capire, gli fa dei disegni, glielo indica, glielo ricorda,  lo ripete. Lo fa con amore, lo fa con rispetto, lo fa con passione. Lo accompagna, lo sostiene, lo incoraggia.  Lo aiuta senza sostituirsi a lui.  Aspetta che ci arrivi da solo, perché è una conquista sua, perché solo così la sua risposta diventa autentica e vera.   Perché il Signore vuole una risposta autentica e  vera.

 

I contenuti della fede.

Dopo  aver ripulito la stanza dai dubbi, è importante fare ordine e mettere le cose al loro posto.  È fondamentale  capire bene   tutte le verità teologali, tutti i contenuti di fede e la loro  importanza. Rivederli insieme, approfondirli insieme in modo nuovo, in modo maturo, in modo completo con l’aiuto  fondamentale del sacerdote. Per esempio, dobbiamo capire bene che cosa è:

  • la Trinità. Il Padre, Il Figlio e lo Spirito Santo.
  • il progetto di salvezza di Dio
  • l’Eucaristia
  • la Messa
  • La confessione
  • il peccato
  • i sacramenti
  • il battesimo
  • la cresima
  • il matrimonio
  • l’ordine
  • l’unzione degli infermi
  • i sacramentali
  • consacrazione

 È fondamentale sapere:   che cosa succede nella Messa.  Che  il pane e il vino  diventano veramente nella sostanza  la carne e il sangue di Gesù. Che avviene per opera dello Spirito Santo, questo fatto straordinario.  Il piano di salvezza di Dio Padre nel suo complesso, per poter capire il senso del peccato. L’importanza dell’incarnazione del Figlio di Dio,  e della  Pasqua, l’Ascensione e  la Pentecoste.  La sacralità dei sacramenti.  Imparare a guardare in prospettiva, verso l’eternità, dalla parte dell’eternità. Imparare a vedere le cose nella loro dimensione vera,  dalla parte dell’eternità.

È un’emergenza educativa parlare di Dio, riportare Dio all’uomo. Perché senza Dio, l’uomo è disorientato, disperso, disperato, privato dello scopo, del significato, della sua origine, della sua meta.

Ma l’evangelizzazione è un’emergenza spirituale. È il mandato di Gesù.  E’ l’annuncio:  Il Figlio di Dio è  venuto  per salvarti, ha vinto il  male e la morte ed è risorto per farti risorgere con Lui, in Lui e per Lui.  Ti  ha  aperto  le porte dei cieli per  riportarti al Padre.  È il progetto del Padre.

È lo Spirito Santo che  si espande, si diffonde, parla ai cuori,  alle menti, di Dio.  Rivela Dio , fa sentire Dio,  fa sperimentare Dio.   Ti dona  Dio.  E  Dio è tutto.   

 

 

 

La vita eterna

 

” In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».

 

Sei concentrato su questa vita. Su una vita precaria, difficile, fragile, dolorosa, faticosa. Sei concentrato ad evitare tutto ciò che la  può rendere ancora più difficile, ancora più fragile, ancora più dolorosa. Non pensi mai a quello che verrà dopo. E ti perdi la parte più bella. L’origine, il senso e lo scopo della tua vita. Ti perdi la meta della tua vita. Ti perdi la resurrezione della tua vita. Ti perdi l’eternità.

Guarda al di là. Guarda al dopo. Guarda l’eternità, perché tu ce l’hai dentro, la desideri da sempre, la sogni, la cerchi e non la trovi mai. In questa vita. Perché è nell’altra, in quella che viene dopo. Sei fatto per l’eternità. E ti aspetta.

È un tornare a casa. È tornare da dove si è venuti, è tornare da dove si è partiti. È tornare dal Padre che ti ha voluto e ti ha inviato nel mondo. È tornare alla tua famiglia, ai tuoi cari, alle tue radici più profonde.

Con lo sguardo al di là, all’eternità e a Dio Padre, capirai questa vita. Capirai quello che conta e quello che non conta. Capirai quello che vale e quello che non vale.

Saprai quello che devi fare.

 

 

 

Se non ce la fai

 

 

 

 

 

Come  Elia,  se  non ce la fai più, se sei stanco, sfinito, deluso, rifiutato, negato,  allontanato,   allora fermati  e abbandonati nelle braccia di Dio.  Metti il tuo cuore nel suo cuore, senza ragionare, senza programmare, senza controllare.  Fidati,  dormi tra le sue braccia.

Il Padre ha cura di te e ti dà il nutrimento, ti dà il pane del cielo, il pane vivo.  Solo quel pane riesce a darti la forza di percorrere la strada di Dio, la strada della sua volontà, del progetto di salvezza che ha preparato per te,  per farti arrivare a Lui.

Sei stato chiamato da Dio. È il Padre che ti ha scelto. Se  hai  intrapreso una strada verso  Dio e perché Lui lo ha voluto.  È Dio che ti ha chiamato e ti attira  a sé.

Ha mandato il Figlio,  perché attraverso di Lui tu possa incontrare il Padre.  È il Figlio il suo pane. Il pane vivo disceso dal cielo. Il pane è la sua carne  e la sua vita, è la vita stessa del Padre,  di Dio.  E’  l’Eucarestia.

Lascia che entri in te, nel tuo mondo, nella tua storia, nelle tue radici e lascia che ti salvi.

 

 

Venite in disparte

 

 

 

 

“Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’.” Gesù ci dice cosa fare. Ogni tanto abbiamo bisogno di riposare. Di riposare dalle nostre ansie, dalla nostra fretta, dai nostri progetti che dobbiamo portare a termine ad ogni costo. Di ritrovarci, perché ci siamo persi nella folla, tra mille cose da fare.

Il  modo vero di ricaricarci è di fare come faceva Gesù: si ritirava in un posto solitario a parlare con il Padre. Lo stesso dice ora: venite in disparte, in un luogo deserto, con me a pregare il Padre, a parlare con Lui. Deserto perché privato dall’esteriorità, dal superfluo, per incontrarsi con l’essenziale, nell’interiorità.

Un posto per incontrare il Padre, viso a viso, cuore a cuore. Incontrare il Padre con il Figlio, nel Figlio e attraverso il Figlio di Dio.

 

 

Il sacro Cuore

 

 

 

 

La lancia affonda nel costato di Gesù e arriva al cuore. Squarcia il cuore. Buca il suo cuore.

Penetra per fare entrare la morte, invece fa uscire la vita. Penetra per finire, invece fa uscire l’inizio. Doveva essere la sconfitta, invece è stata la vittoria. Doveva svuotare, invece ha riempito il mondo, di Dio.   Doveva  seccare, inaridire, invece fa sgorgare la sorgente divina  dell’acqua e del sangue di Dio.

Il cuore di Gesù trafitto, è stato aperto e si è potuto riversare sul mondo. Ora quel cuore, disciolto nel sangue e nell’acqua, viene verso di te. Quel cuore,  squarciato,  viene fuori dal costato, esce fuori verso il mondo. Si fa incontro al mondo. Per toccarlo, per vivificarlo, per salvarlo, per santificarlo.

Per avvicinarlo al Padre, per sempre.

 

 

 

 

 

 

Il Corpo del Signore

 

 

 

 

Non è un simbolo, non è un’ipotesi, non è un significato. Gesù quando ha preso il pane tra le mani e ha reso grazie, non ha detto:   questo è come…,  o questo significa…, o questo assomiglia…. Ha detto questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. E poiché Gesù è il Figlio di Dio, è Dio in persona, quel corpo è il corpo di Dio, quel sangue è il sangue di Dio.

Ma ci pensi? Nessuna religione, nessun’altra religione ti da un bene più vivo, più vero, più prezioso. Nessuna religione ti nutre del corpo e del sangue di Dio. Nessun altro Dio ti dà il suo corpo e il suo sangue come cibo e come bevanda. Nessun altro Dio ti tocca, entra nel tuo corpo, nella tua anima, nella tua vita in modo concreto, reale, completo. Sei toccato dal corpo dal sangue di Dio, sei asperso, lavato, benedetto, santificato, consacrato dal sangue di Dio!!!

Quello che vedi non è un ostia, quello che vedi non è vino. Non è opera di uomo. Il sacerdote con le sue mani consacrate invoca lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo, Dio stesso, che opera quel miracolo e trasforma la sostanza del pane in corpo del Figlio di Dio e la sostanza del vino in sangue del Figlio di Dio. Ti appare allo stesso modo di prima, ma la sostanza, l’essenza, è totalmente trasformata. Si chiama transustanziazione ( trans = attraversamento, mutamento, passaggio,  sustanza  = sostanza).

Ma non è possibile!  A te e agli uomini no, ma a Dio si! Dio è nella dimensione divina e il Lui può tutto. Perché non potrebbe farlo? Ha fatto tutto il creato dal nulla!!

Ma perché non lo vedo anche da fuori? Ma se si vedesse anche da fuori, saresti costretto a credere in Dio, saresti privato della tua libertà di cercarlo, saresti obbligato ad accettarlo per forza. Non sarebbe più una scelta, non sarebbe più una conquista. Dio ti rispetta veramente, come nessun altro mai.  Lui che è Dio.  Non si vuole imporre, Lui che potrebbe e ne avrebbe tutto il diritto. Perché sa che ogni rapporto vero di amore parte dal rispetto e dalla libertà di scegliere. E Dio ti ama veramente.

Il sangue è l’elemento più vitale, più profondo, più autentico di una persona e quello di Dio si unisce al tuo, entra nel tuo, nella tua parte più  vitale e più essenziale.

Prendete e mangiate. Si offre come cibo per nutrirti di Lui. Per nutrirti di Dio, di Colui che ci ha creato. Che ha inventato lo sguardo di tua moglie, che ha plasmato il viso di tuo figlio, che ti ha donato il mondo. Il tuo Creatore si fa cibo e bevanda per stare con te, per entrare nella profondità del tuo essere, per partecipare della tua vita, della tua storia.

Per salvarti, per risollevarti, per aprirti al divino,  all’eterno.