Tommaso

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo,  mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.   Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».  Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

 

“Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!” Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”

E tu,    ce la metti la mano,  nel suo fianco ?

 

Con Gesù.

Te la mette Gesù,   la tua mano nel suo fianco.    La fa entrare Gesù,  la tua mano nel suo fianco.    E lo senti che, è vero.     E lo senti,  che è lui.

 

Metti qui il tuo dito.         Non è un corpo di luce.     Non è diventato luce.  Che non si può toccare.  Che non si può sentire.

Metti qui il tuo dito.         Non si è annichilito quel corpo.   Non si è annullato.   Non si è azzerato.      Per uno scontro  tra materia e antimateria.

Metti qui il tuo dito.         Non si è sciolto.  Non si è disciolto.  Non è sparito    . In una radiazione.    Non è diventato una radiazione.

Metti qui il tuo dito.      Quel corpo è vero.  È reale.  È vivo.    Gesù lo ha fatto divino.  Lo ha fatto entrare nella sua divinità.      E come Dio,  è vivo e vero.

 

Se non vedo nelle sue mani.         Devi vedere.   Con i tuoi occhi.     Lo devi vedere tu. Sennò non è vero. Sennò non è reale. Sennò non ci sta.     Hai fatto Dio come te.    Ma  non sei Dio.

Se non metto il mio dito.         Devi toccare.      Dio ci sta solo,  se lo tocchi.   Solo se si tocca. Solo se si fa toccare.       Hai fatto Dio come te.   Ma non sei Dio.

E non metto la mia mano.       Devi toccare.    Toccare con mano.  Con la tua mano.   La tua mano,  conta più di Dio.     La tua mano vale più di Dio.    La tua mano,  è come Dio.   Ma non è Dio.

 

Metti qui il tuo dito.       Lo prende Gesù,  il tuo dito.  E lo mette Gesù, nel segno dei chiodi.   Così lo tocchi il vuoto dei chiodi.    E lo senti, che non ci stanno più i chiodi.  E non ci sono più i tuoi chiodi.

Tendi la tua mano.       La prende Gesù, la tua mano.    E la mette Gesù, nella ferita del suo costato.   Così la tocchi.  E la sentì che non è più una ferita.  Che è guarita.   E non ci sta più  la tua ferita.

Mettila nel mio fianco.       La prende Gesù, la tua mano.  E la mette nella ferita della lancia. Al posto della lancia.      E la fa arrivare al suo cuore.   E ti fa toccare il suo cuore.

 

Mio Signore e mio Dio!    E tocca il tuo cuore.     E si scuote. Balza. Sobbalza. Il tuo cuore. Davanti al suo Signore.

Mio Signore e mio Dio!       Ecco come lo tocchi, Gesù. Con il cuore.   Ecco come lo senti, con la tua anima.

Mio Signore e mio Dio.          E la tua anima,   ora lo sa.   Ora lo canta.  Ora lo danza.  Che Gesù è veramente risorto.    Tutto. Intero. Davvero.

Vivo e vero.

 

 

 

 

 

 

È risorto!

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.   Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.   L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».   Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.      Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

 

 

“So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.”                                                                          Perché  Gesù,    è risorto ?

 

È risorto!

È risorto,  anche con il corpo.   Ha fatto risorgere anche il corpo.   Ha fatto divino,  anche il corpo.     In quel corpo ci stai pure tu.    Ha fatto divino,  anche te.    E risorgi pure tu.  In lui.

 

Vi fu un grande terremoto.       La terra trema.    Sussulta.  Si scuote.  Balza. Sobbalza. Salta. La terra.     Ha gli occhi spalancati,  la terra.     Davanti alla risurrezione.

Un angelo del Signore, sceso dal cielo.      Trema il cielo.   Sussulta il cielo.  Balza. Sobbalza.  Si scuote il cielo.    Si apre il cielo.  Scende il cielo sulla terra.  Davanti alla risurrezione.

Rotolò la pietra.       È l’angelo di Dio.    È Dio che fa rotolare la pietra.    Che scansa quella pietra.  Che sposta quella pietra.  Che la leva quella pietra.      Che apre, quel sepolcro.

E si pose a sedere su di essa.   È l’angelo di Dio.   È Dio.  Che siede sopra a quella pietra. Che la tiene. Che la contiene.  Che la tiene ferma.   Così non lo chiude più.  Quel sepolcro. E non è più un sepolcro.

 

So che cercate Gesù, il crocifisso.       Cerchi Gesù, morto.   Lo pensi morto.  Lo pensi in croce.    Lo pensi trafitto.  Inchiodato sulla croce.

Non è qui.       Non è qui. Non è più qui.    E finita la morte.  Non ci sta più la morte.  Non la trovi la morte.  Qui.

Non è qui.    Non è qui.  Non è più qui.     È finito il dolore . Non ci sta più il dolore.  Non lo trovi il dolore.  Qui.

È risorto!        Gesù,  ha vinto la morte.     È uscito fuori dalla morte.   È uscito fuori dal sepolcro.     Ha scavalcato  il sepolcro.     Con il suo corpo risorto.

È risorto!         Il suo corpo risorto.     Ora è divino.  Vittorioso. Trionfante.  Maestoso.  Vivificante.    Luminoso. Puro. Immacolato.   Glorioso.   Eterno. Come lui.

 

Gesù venne loro incontro.      Lo volevi incontrare.  Lo volevi vedere.  Lo volevi abbracciare. Gesù.    Eccolo lì.    È venuto lui.  È venuto per te.

Salute a voi.        Il buongiorno te lo da Dio.   Ti saluta Dio.  Ti chiama Dio.  Ti chiama per nome, Dio.    Ti vuole Dio.  Ti cerca Dio. Ti parla di Dio.

Gli abbracciarono i piedi.      Ecco,   quel corpo non è luce.  Non è un corpo di luce.  Non è solo luce.  Non è un corpo annichilito.       È un corpo reale.   Un corpo che si può toccare.  Un corpo vivo.   Che si può abbracciare.

E lo adorarono.      Ecco ora lo sai,   che Gesù è Dio.     E puoi stare ai suoi piedi.  E te ne stai ai suoi piedi.    E lo adori.  Perché è Dio.

 

Solo Dio. È risorto.

 

 

 

 

 

 

 

La Passione

In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.   Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.  Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».  Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.   Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».   Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.  A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

 

 

 

“Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono…    Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano:  “Davvero costui era Figlio di Dio!”

E per te,  Gesù sulla croce,   è il Figlio di Dio ?

 

Anche tu,  stai sotto la croce.       E che dici,  e che fai ?

Lo accusavano.         Lo accusi.     Hai il dito puntato contro di lui.   Sei contro di lui.  Stai contro di lui.     Gli dai la colpa.  Dai la colpa a Dio.    Ma è solo tua.

Sia crocifisso.          Lo condanni.     Te lo dicono gli altri.  Lo vogliono gli altri.  Fai come gli altri.     Ma lo gridi tu.  Ma lo dici tu.      E ti sei condannato tu.

Pilato.          Te ne lavi le mani.     Non ne vuoi sapere.   Non ti riguarda.  Non c’entra con te. Lo fai fuori. Lo metti fuori.     E fai fuori Dio.    E fai fuori te.

Una corona di spine.        Lo deridi.    Lo schiaffeggi.  Lo umili.     Come re  e come Dio.    E deridi  Dio.  Schiaffeggi Dio . Umili Dio.      E anche te.

Sputandogli addosso.       Gli sputi addosso.    E sputi addosso a Dio.   Colpisci Dio. Disprezzi Dio.  Dispregi Dio.  Dissacri Dio.       E anche te.

 

Lo insultavano.           Ci provi,  a farlo scendere dalla croce.     Lo vuoi tirare giù dalla croce.     Così non ci sta più la croce.     E non ci sta più la salvezza.     Manco per te.

Lo liberi lui ora.        Lo sfidi.   Lo provochi.    Lo neghi,  come Figlio di Dio.     E sfidi anche  il Padre.   E provochi anche il Padre.   E neghi anche il Padre.    Neghi tutto Dio.   E neghi anche te.

Emise lo spirito.       Ecco la morte.    Doveva arrivare alla morte.   Per far morire la morte.  Per far morire tutto quello che gli hai messo addosso.     Per far morire tutto quello che gli hai tirato addosso.

 

Si squarciò in due.          Ed ecco cosa è quella morte.    Si spezza il velo del tempio . Si spezza quello che ti separava da Dio.    Si spezza il tuo peccato. Si spacca il tuo peccato. Si schianta il tuo peccato.   Si strappa il tuo peccato.

La terra tremò.        Ed ecco cosa è quella morte.      Si scuote la terra.  Davanti al suo Signore.    Trema la terra. Davanti al suo Signore.    Si inginocchia la terra.   Davanti al  suo Signore.

Le rocce si spezzarono.        Ecco cosa è quella morte.   Si spezza la roccia.   Si spezza il tuo cuore di roccia.    Il tuo cuore pietrificato.  Il tuo cuore indurito.  Il tuo cuore impietrito.    E torna cuore.

I sepolcri si aprirono.       Ecco cosa è quella morte.   Apre i sepolcri. Anche il tuo sepolcro. È più forte dei sepolcri. Anche del tuo sepolcro.    E non ci stanno più i sepolcri.  E manco il tuo.

Risuscitarono.      Ecco cosa è quella morte.    È risurrezione.    I corpi dei santi che ci hanno creduto. Che ci stavano dentro. Che sono morti in quella morte.    Risorgono.

 

Il centurione.      E tu sei li,  sotto a quella croce.    Con gli occhi rivolti a Gesù.   Con gli occhi in Gesù.

Alla vista.      Lo vedi,  quello che ha fatto quella morte.   Lo vedi che fa.  Lo vedi cosa è.      E capisci chi è Gesù.

Presi da gran timore.         Solo Dio vince la morte.     Solo Dio  salva dalla morte.  Solo Dio   fa risorgere dalla morte.        E non ci sta più la morte.

Davvero costui era il Figlio di Dio.       Davvero. È vero. È sicuro.     Ora lo sai. Ora lo senti. Ora lo provi.      Chi è Gesù.

 

È il Figlio di Dio.

 

 

 

 

 

 

La samaritana

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».   Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

 

 

“Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno”.                               E tu ,   la cerchi  l’acqua ?

 

Di Gesù.

Solo Gesù,   ha l’acqua che cerchi.    Solo Gesù,  ti da  l’acqua che cerchi.    Solo Gesù,    è  l’acqua che cerchi.

 

Una donna samaritana.     Sei tu,   la samaritana.    Ti sei separato dal tuo Dio.  Ti sei dato a un altro di Dio.  Ti sei venduto a un altro Dio.    Hai un altro Dio.

Una donna samaritana.       È la tua anima,   la samaritana.    Gli hai levato  il suo Dio.  Gli hai levato l’acqua.    E l’hai fatta arsa.   Arida. Secca. Lacerata. Spaccata.    Non ci nasce più niente.  Non ci cresce più in niente.    Non ci sta più in niente.

Ad attingere acqua.       Anche tu,  vai al pozzo.    Ti manca l’acqua.   Non ci stai senza acqua.   Non ci puoi stare senza acqua.      E la cerchi,  l’acqua.

Ad attingere acqua.      E la cerchi,  nel pozzo degli altri.     E la vai a prendere,  nel pozzo degli altri.    E la vai a mendicare,  al pozzo degli altri.       Ma quell’acqua lì,   non la placa    la tua sete.

 

Dammi da bere.         Gesù  ti aspetta proprio li,   vicino a un pozzo.    Proprio li.   Quando hai bisogno dell’acqua.      Proprio li.  Dove vai a prendere l’acqua.

Dammi da bere.        Dammi   il tuo bisogno di acqua.    Dammi la tua sete.   Dammi la tua arsura.      Dammi quello che ti ha seccato .  Dammi quello che ti ha bruciato.

Dammi da bere.     Dammi il tuo peccato.    Metti in me  il tuo peccato.   Metti in me quello che ti ha separato.

Chi è colui che ti dice.    Chi te lo dice è Dio.   Solo Dio può riportare Dio. Dove non ci sta.   Solo Dio può riparare Dio. Quando non ci sta.     Solo Dio può rimettere Dio. Al suo posto. Dove sta.

 

Acqua viva.      Eccola lì.   Davanti a te,  l’acqua viva.     È lui,  l’acqua viva.   L’acqua che cercavi.  È l’acqua di Dio.      È Dio che cercavi.  È Dio vivo che cercavi.

Non avrà più sete in eterno.       È quella l’acqua,  che calma la sete.   Che placa la sete.  La sete di Dio.     È la sete di Dio che avevi dentro.     E solo Dio  la placa quella sete.  E non hai più sete.  Per sempre.

Diventerà una sorgente.    Non è solo acqua viva,  quello che ti da Gesù. Ti da la sorgente di quell’acqua.     È lo Spirito Santo. Che sgorga dal Padre.   E l’acqua di Dio non ti manca più.  Ci sta sempre.

 

Dammi quest’acqua.        Ecco, ora la chiedi a Gesù.  L’acqua.   Ora la prendi da Gesù, l’acqua.    Ora la attingi da Gesù, l’acqua di Dio.      E Dio torna in te.   Nella tua anima.

Dammi quest’acqua.       E non sei più arso.  E non sei più arido.  E non sei più secco. Lacerato, spaccato.    E non sei più  morto.      Sei rinato.  Sei risorto.

E non continui a venire qui.       E non la cerchi più,  l’acqua degli altri.   E non la mendichi più,   l’acqua degli altri.      E non ti serve più,  l’acqua degli altri.

Ad attingere acqua.      Se non te la danno,  meglio.     Perché la prendi di più,  da Dio.     La attingi di più,  da Dio.     Ti riempi di più,  di Dio.

 

E sei di più,   sorgente.                                                                                                       Anche   per gli altri.

 

 

 

 

 

 

È il Signore !

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.  Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

 

 

“È il Signore!”  Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare.        E tu,   ti getti ?

 

In loro.

Ci finisci tu,     nella loro rete.       Ti ci mettono loro,  nella loro rete.     Ti tengono loro,  nella loro rete.    Ti stringono loro,  nella loro rete.      Altro che pescare.

E ti ci incollano,  nella loro barca.    Ti ci inchiodano,  nella loro barca.   Ti ci incatenano, nella loro barca.    Così non ci vai,  da Gesù.

E pure Gesù risorto,  se lo sono preso.     E gli hanno levato il corpo.  Gli hanno levato il corpo risorto.   E lo hanno fatto una impressione.   Senza sostanza.  Senza consistenza.  Ma Gesù è Dio.   E Dio è  l’ essenza .  È la sostanza.  È  l’ Essere supremo.    Sono loro, che sono inconsistenti.     Che non sanno di niente.   Che non sanno niente.   Che non sono niente.     Che non ci sono. Che non sono.   Che non ci sono più.  Senza Gesù.   Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

In Gesù.

È il Signore.  Gesù  è il Signore.   Il tuo Signore. Il tuo Dio.    E ti lanci,  e ti getti,  e ti butti,  in lui.

 

Quella notte non presero nulla.   Ci hai provato in tutti i modi.    Ci hai provato in tanti modi. Hai pescato  di qua e di là.   Hai cercato  di qua e di là.    Ma non hai trovato.   Ma non hai potuto.  Non ci sei riuscito. Da solo.    Non è servito a niente.  Non è uscito niente.  Non hai trovato niente.   Da solo.

Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete.      Viene Gesù.   Te lo dice lui, come fare.  Te lo dice lui, dove andare.  Te lo dice lui, che fare.     E non sei più,  solo.

La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.    Se lo dice Dio.  Se lo vuole Dio.   Se fai quello che ti dice Dio.  Se stai dalla parte di Dio.    Ce la fai.   E anche i pesci, rispondono a Dio.   E fanno quello che vuole Dio.  E vengono loro, da te.  E trovi.

È il Signore.    Lo aveva già fatto.  Solo Dio lo può fare.    E la tua anima lo riconosce.  Lo sente. Lo sa. Lo prova. Chi è.   È il Signore.   E vibra. E canta. E proclama.    È il Signore!

È il Signore!      È la tua anima,  che si è lanciata.    È la tua anima,  che si è gettata.  E la tua anima,  che si è buttata tra le braccia,  del suo Signore.

E si gettò in mare.     E non ci lasci lo spazio,  tra te e lui.    E non lo metti lo spazio,  tra te e lui.   E non lo vuoi lo spazio,  tra te e lui.   E lo levi lo spazio,  tra te e lui.   E ti getti da lui. Per stare con lui.   Vicino a lui.   In lui.

 

Portate un po’ del pesce che avete preso.       Quello che hai preso,  te lo ha dato lui.   Per farti vedere quello che è lui.     Per darti qualcosa di più.  Che conta di più.  Per darti quello che ti può dare solo Dio.    Dio stesso.

Venite a mangiare.     Lo ha preparato lui, il banchetto.  Ti invita al banchetto.  Al banchetto di Dio.  Alla tavola di Dio.    A mangiare quello  che ti da Dio.

Prese il pane e lo diede loro.      È l’eucarestia.     È il suo corpo che ti da.   Il suo corpo risorto,   nell’eucaristia.      Quel pane che diventa il suo corpo risorto,  nell’eucaristia.

E così pure il pesce.    Come il miracolo dei pani e dei pesci.  È l’unico pane che ti sfama. L’unico pane che ti sazia.    L’unico pane che ti serve.    L’unico pane che ti salva.

 

Gesù risorto,  mangia.    Ti fa vedere che mangia.     Ha un corpo vero.  Ha un corpo reale. Non si è annichilito il suo corpo.  Non è sparito.  Non è scomparso.    Non è diventato luce. Ha sostanza.  Ha consistenza.     È vero.  È reale.  È vivo.     Mangia.   Solo un corpo vero, mangia.   E lo fa con te.      È vivo, con te.   È vero, con te.

Il corpo  di Gesù risorto,  è  vero e vivo.                                                                                   Come te.   Più  di te.

 

 

 

 

 

 

 

Tommaso

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.   Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».  Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».  Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

 

“Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco;  e non essere incredulo, ma credente!”.      E tu,  credi ?

 

A loro.

Hai messo il tuo dito,  su di loro.     Gli hai dato il tuo dito, a loro.   E se lo sono preso, il tuo dito.  E lo hanno fatto, loro.   E lo hanno rivolto altrove.   Così non entra. Nei chiodi di Gesù.

Hai dato la tua mano,  a loro.    E si sono presi la tua mano, loro.   E l’hanno fatta loro.  E la fanno andare,  dove vogliono loro.     Così non ce la fa ad entrare.  Nel fianco di Gesù.

Si sono presi  il corpo risorto di Gesù.    Non lo fanno, vero.  Non lo fanno, vivo.  Lo fanno una illusione.   Così non lo puoi toccare.     Ma Gesù è Dio.  E Dio è il Vivente. Per sempre. Sono loro,  che sono finti.  Che non sono veri.  Che non sono vivi.  Che non ci stanno, più. Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

A Gesù.

Il corpo risorto di Gesù.  È vero  È vivo. È reale.    Gesù  è il Figlio di Dio. È Dio.    E Dio è la realtà.   La realtà  l’ha fatta lui.      È più reale di te.  È più vero di te.   È più vivo di te.

 

Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi. Se non lo vedo io,  non è.   Se non lo tocco io,  non è.   Se non lo faccio io,  non è.  Se non lo decido io,  non è.    Se non lo dico io,  non è.    Se non lo affermo io,  non è.   Se non lo confermo io,  non è.

E non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo.     Lo puoi fare  con quelli come te. Con quelli che sono come te.    Con quello che è  come te.     Non lo puoi fare  con quello che  non è come te.  Con quello che è più di te.   Con quello che è sopra di te.  Con quello che è  al di sopra di te.      Non lo puoi fare  con Dio.

 

Venne Gesù, a porte chiuse.     Ecco come lo puoi fare, con Dio.    Se viene Dio. Se viene lui.     Viene a porte chiuse.    Ci passa dalle porte chiuse.   Tu no. Lui si.   Perché è Dio. Perché quel corpo risorto è divino.  È di Dio.    E lui può.

Metti qui il tuo dito.      Te lo dice Gesù, che devi fare.    Te lo dice Gesù, come devi fare. Metti il tuo dito nel buco dei chiodi.   Fai entrare il tuo dito nel buco dei chiodi.  E lo senti che è vuoto.   Che non ci stanno più  i chiodi.

Metti qui il tuo dito.    Ora ci stai tu.  Ora ci sei entrato tu, nel segno delle ferite.  In quelle ferite.    Dove stavano quelle ferite.   Che sono guarite.     Ecco perché  ci stanno ancora. Ci stanno per far entrare te,  in quelle ferite.    Per guarire anche le tue ferite.

Tendi la tua mano e mettila nel mio fianco.         Te lo dice Gesù,  che devi fare.   Prendi la tua mano e mettila nella ferita del fianco   La devi far entrare nella ferita del fianco.  Ci deve entrare in quella ferita del fianco.  Al posto della lancia.   Deve entrare per arrivare al cuore. Al posto della lancia.   Deve toccare il cuore. Deve sentire il cuore.  Deve sentire palpitare il cuore di Gesù.    Deve sentire battere,  il cuore di Gesù.   Per te.

E non essere incredulo, ma credente!     E allora si, che batte pure il tuo,  per lui.  E allora si,  che palpita pure il tuo,  per lui.   Ora lo hai provato.  Ora lo hai sentito.  Ora lo sai, che Gesù è vivo.   Che Gesù è vero.   Che è risorto.  Che è Dio.

 

Mio Signore mio Dio!     E ti abbassi,  davanti al tuo Signore.  E abbassi il capo, davanti al tuo Signore.   E ti inchini, davanti al tuo Signore.  Perché è Dio.   Il tuo Signore. E il tuo Dio.

Mio Signore e mio Dio!        E tutta la terra.  E tutto il cielo.  Si inchinano,  pure loro.  Si inginocchiano,  pure loro.     Abbassano la testa,  pure loro.   Davanti al loro Dio.  Al loro Signore e al loro Dio.    Insieme a te. Con te.

 

Gesù  è  davvero  risorto !                                                                                                         E  davvero risorgi,  pure tu.

 

 

 

 

 

 

 

 

È veramente risorto !

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.  Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.  Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.  Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

 

“Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due.”         E tu ,   corri ?

 

Da loro.

Ti hanno voluto morto,   loro.       Ti hanno fatto morto, loro.  Ti hanno lasciato morto, loro.  Ti tengono morto, loro.    Altro che risorto.

Ti hanno chiuso,    loro.      Ti hanno rinchiuso, loro.   Nel loro sepolcro.   E ti hanno fatto,  un sepolcro.  Il loro sepolcro.     Altro che risorto.

Pure a Gesù,    lo fanno morto.    Non lo fanno, risorto.   Così non è Dio.   E loro, sono Dio. Ma Gesù è Dio.    Dio è il Vivente.  E risorge sempre.     Sono loro, i morti.   Sono loro, che si fanno, morti.    E restano,  morti.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Da Gesù.

Ci hanno provato,  a metterlo dentro.   A tenerlo dentro, al sepolcro.   Ma non ce l’hanno fatta.     Gesù esce fuori.  Spunta fuori.   Scappa fuori.  Dal sepolcro.    E si vede,  che è Dio.

 

Maria di Magdala si recò al sepolcro.       Non ce la fai a stare senza,  Gesù.  Non puoi stare senza.  Non ci stai senza.    E vai da lui.   Ti porta l’amore.  Ti spinge l’amore. Ti trasporta l’amore.   Per lui.

Quando era ancora buio.   Ci vai, nel buio.  Quando è buio. Quando le tenebre non ti fanno vedere.   Quando le tenebre ti hanno preso il cuore.  Ti hanno invaso il cuore. E l’anima.

Hanno portato via del Signore.    Te lo hanno portato via, il tuo Signore  . Se lo sono preso. Lo hanno portato lontano da te.    E non te lo fanno vedere.  E non te lo fanno avere.   E non te lo fanno amare.

E non sappiamo dove l’hanno riposto.       Ma tu non ci stai.    Non te lo fai portare via.   Non lo lasci portare via.   E lo vai a cercare.   E lo vai a trovare.   In qualunque posto         . E lo vuoi amare.   A qualunque costo.

 

Correvano tutti e due.      E cominci a correre,   pure tu.   Al sepolcro.   Con il fiato in gola. Con il cuore in gola.    È il tuo cuore che corre più di te.  Che corre davanti a te. Che arriva prima di te.

Entrò nel sepolcro.      Ci devi entrare dentro, a quel sepolcro.  Ci deve stare dentro. Ti devi mettere dentro.  Devi stare dentro.   A quel sepolcro vuoto.

Osservò i teli.       Ci devi entrare dentro,  a quei teli.    Li devi toccare.  Devi toccare quello che ci stava dentro.   Devi toccare le ferite del Signore. Il sangue del Signore. Che ci stava dentro.    E risorgi.

I teli posti là.  Devi entrare dentro a quei teli riposti.   Messi da una parte.  Messi in disparte. È la morte che è stata messa da parte.   È la morte che è stata messa in disparte.  È la tua morte,  che è stata messa in disparte.   E risorgi.

Il sudario avvolto in un luogo a parte.       Devi entrare dentro a quel sudario avvolto a parte. In quel sudario messo in disparte.      È il dolore,  che è stato messo da parte.   È il dolore che è stato messo in disparte.    È il dolore che non ci sta più.    E il sudario non serve più. E risorgi.

Avvolto in un luogo a parte.       E anche le tue ferite non ci sono più . E anche il tuo dolore non ci sta più.     Ora lo puoi mettere da parte.   Ora ce la fai a metterlo da parte.  Ce la fai a metterlo in disparte.     E risorgi.

 

Che egli doveva risorgere.  Lo avevi sentito con le orecchie. Ti era passato per le orecchie. Non ti era passato per il cuore.  Non ci era entrato nel cuore.

Che egli doveva risorgere.         Era impossibile.    Non si poteva fare.   Non si può fare. Perché tu,   non lo puoi fare.     Ma Gesù  è Dio.     E Dio lo può fare.   Dio può fare tutto. Dio ha fatto tutto.  Pure te.

Che egli doveva risorgere.       Ecco,  a chi stai davanti.     Ecco,  chi hai davanti.    Hai davanti Dio.   Stai davanti a Dio.   Stai dentro a Dio.   In quel sepolcro vuoto.

Che egli doveva risorgere.       Quel sepolcro vuoto.  Non è più vuoto.     È pieno.  È pieno di Dio.     Di Dio vero.  Di Dio vivo.     Di Dio che vince la morte.   Lo ha fatto per te.   Per vincere   la tua morte.    E farti risorgere con lui.    E in lui.

 

E credette.      Ora lo senti.  Ora lo provi.    Ora lo sai.

Che Gesù,  è veramente risorto !

 

 

 

 

 

 

 

 

La Passione

In quel tempo, tutta l’assemblea si alzò; condussero Gesù da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.  Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.   Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.   Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».   Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».   Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.   Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.  Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

 

 

E tu,   nella Passione,   con chi stai  ?

 

Con loro.

Ti dicono che la croce, è brutta.    Che non è bella.   Che non la devi vedere.  Che non la devi guardare.  Che non la devi avere.    Che ti devi allontanare, dalla croce.   E da Gesù.

E a te,   ti mettono in croce.    Ti attaccano alla croce.  Ti appendono, alla croce.  Ti fanno stare,  in croce.   Senza Gesù.

E  la spezzano la croce.     La levano la croce.  La tolgono la croce.   La fanno fuori,      la croce.  Per far fuori Gesù.    Perché di Gesù,  hanno paura.   Solo di Gesù, hanno paura.   Perché è Dio.    E lui ti può salvare.    Solo lui ti può salvare  Da loro.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Con Gesù.

Se non hai capito il senso della croce.    Se non hai capito la croce,   ti sei perso il meglio.  Ti sei perso il centro.  Ti sei perso il perno.   Di Dio. E di te.   E ti sei perso.

 

Gli scribi insistevano nell’accusarlo.         Se lo accusi Gesù.   Se gli punti il dito contro.   Se ti metti contro.    Se gli dai la colpa.  La tua colpa.    Se non è tua.  Se è solo sua.  Come fa a salvarti?

Erode  lo insultò, si fece beffe di lui.          Se lo deridi.   Se lo umili.    Se lo pesti. Se lo calpesti.   Se lo fai uno scherno. Uno scherzo. Una finta.  Una beffa.   Come fa a salvarti?

Ma essi urlavano: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”.          Se lo condanni.  Se scegli Barabba,    al posto suo.    Se ci metti Barabba,  al posto suo.    Se è meglio Barabba,  al posto suo.  Allora ce l’hai messo tu, in croce.  Lo hai voluto tu, in croce.   Lo vuoi morto tu, sulla croce.   Come fa a salvarti?

Dividendo le sue vesti, le tiravano a sorte.          Se ti prendi,  le sue vesti.    Se ti metti,  le sue vesti.      Se ti giochi, le sue vesti.   Se tiri a sorte, le sue vesti.   Se disonori,  le sue vesti.    Come fa a salvarti?

Ha salvato gli altri. Salvi se stesso!         Se lo sfidi. Se lo provochi.  Lo deve fare, per lui. Se lo porti via dalla croce.    Se lo fai scendere dalla croce.  Se gli fai rinnegare la croce.  Come fa a salvarti?

Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi.       Allora lo deve fare per te.  E lo sfidi ancora. E lo provochi ancora.   Scendi, dalla croce.  Cala giù.   Vieni via,  dalla croce.  Lascia la croce.  E salva te e noi.       Ma non è così che si salva.   Ma non è così che ti salva.

 

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.         Ecco,   come si salva dalla croce.  Ecco,  come ti salva dalla croce .    Ti mette nelle mani del Padre.     Mette la tua anima,   e il tuo spirito,  nelle mani del Padre.    Consegna il tuo spirito,  al Padre.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.          Anche sulla croce.   Proprio  quando stai sulla croce.    Proprio perché stai sulla croce.       Il Padre   conta di più della croce. L’amore per il Padre,  è più forte della croce.      L’amore per il Padre,  supera la croce.  L’amore per il Padre,   vince la croce.     E la morte.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.    Ecco lo spirito di Gesù,  si unisce al Padre. Si riunisce al Padre.  Si apre al Padre.    Ti apre la strada  per il Padre.  Ti porta anche te, tra le braccia del Padre.

 

Ecco, cosa è la croce.    Sono le braccia,  del Figlio di Dio.    Che ti raccolgono.   Che ti accolgono.    E ti portano al Padre.   E ti consegnano al Padre.   Che ti aprono al Padre.

Ecco,   cosa è la croce.                                                                                                        È  la chiave del paradiso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono proprio io!

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».  Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.  Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

 

 

“Sono proprio io!    Toccatemi e guardate;  un fantasma non ha carne e ossa,  come vedete che io ho”.              E per te,    Gesù risorto,   è vero ?

 

Non è vero.

Gli hanno levato il corpo,   a Gesù risorto.      Non lo vogliono   con il corpo,    Gesù risorto.  Lo hanno fatto virtuale.    Così non è reale.  Così non è vero.  Così non è vivo.    Così non è risorto.    Ma sono loro che sono finti. Che sono falsi, che sono vuoti.    Che non sono veri.

Gli hanno levato le ferite,   a Gesù risorto.     Non contano più.  Non c’entrano più.  Non ci stanno più.     Non esce più il sangue del Figlio di Dio,  da quelle ferite.   Così non le puoi toccare.   E non ci puoi entrare.        Solo in loro,  devi stare.

Hanno portato via,   tutto Gesù.      Non ne parlano più  . Non ci sta più.    Non si trova più.   Ci stanno solo loro.  Bastano solo loro.  Contano solo loro.   Trovi solo loro. Al posto di Dio. Sono veri solo loro.  Più di Dio.      Ma non sono Dio.   E non sono risorti.     Sono morti.  Già da ora.

 

 

È vero.

Gesù è risorto,   perché è il Figlio di Dio.      E Dio,  che ha fatto la realtà,   non è reale?   E Dio,  che è Verità,  non è vero?      Lo è di più. Molto di più.   Che di più non c’è.    Più di te.

 

Guardate le mie mani e miei piedi. Sono proprio io!     Solo Gesù  ha quelle ferite.  Sono il segno. Sono la prova. Sono la firma.  Sono la conferma.     Che è lui.     Sono l’impronta. Sono il timbro.  Sono il sigillo.      Che è lui.   È proprio lui.   Gesù.

Toccate e guardate;   un fantasma non ha carne e ossa,   come vedete che io ho.     Quel corpo  è proprio vero.    La visione,  non ha carne e non ha ossa.   La suggestione, non ha carne e non ha ossa.   L’impressione,  non ha carne e non ha ossa.       Quel corpo ci sta. In carne e ossa.   Quel corpo ha carne e ossa.  Ci sta la sua carne. Ci stanno le sue ossa. Ci sta il suo sangue.    Vivo e vero.

Mostrò loro le mani e piedi.      Ecco le ferite.  Ci stanno le ferite.   Sono vere,  quelle ferite. Ci stanno per fartele vedere.    Per fartele toccare. Per fartici entrare.  Per poterti salvare. Se ci stai dentro.  Se ti fai toccare da quelle ferite.   Dal sangue che esce da quelle ferite. Dal sangue  del Figlio di Dio.

 

Avete qui qualcosa da mangiare?      Ci sta quel corpo.   È vero quel corpo.  Può mangiare quel corpo.  Solo un corpo lo può fare.   Solo un corpo vero. Solo un corpo vivo.  Ci riesce. E te lo mostra. Te lo dimostra.    Con i fatti.

Egli lo prese lo mangiò davanti a loro.      Te lo fa vedere.  E lo puoi vedere.   Quel boccone entra nella sua bocca. Come nella tua.     Lo mastica e scende. E va giù nel corpo. Come nel tuo.    E quel pesce non ci sta più.  Come nel tuo.      Quel corpo è vero.   Come il tuo. Più del tuo.

In quel corpo,  ci stai anche tu.   Ci sta anche il tuo.    È risorto.   E con lui  risorge anche il tuo.    Ma ci pensi?  Ma dove lo trovi?   Ma chi te la da, una cosa così?   Solo il Figlio di Dio. Lo fa.

 

Ecco,   la resurrezione di Gesù.                                                                                               È anche  la tua.

 

 

 

 

 

Il Signore è risorto!

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.  Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».  Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.   Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.    Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

 

“Hanno portato via il Signore dal sepolcro,   e non sappiamo  dove l’hanno posto!”             E anche tu,  non lo trovi più Gesù ?

 

Te lo portano via.

Ti fanno credere che Gesù, non è risorto.    Non si può. Non è possibile. Non può essere. Non esiste.   Perché non possono farlo loro.      Ma Gesù è Dio.  E loro non sono Dio.

Te lo levano.       Perché non lo possono vedere.   Gesù risorto.     Perché è la potenza  più grande che c’è.      E non la possono avere.   E non la possono possedere.    E non te la vogliono dare.   A te.

Te lo levano.     E ti stanno addosso, come dei soldati. Con i soldati.   Per non farci uscire. Per non farti andare. Per non farti correre da lui.    Ma Gesù, è risorto uguale. Ancora. Ora.  E li fa cadere.  E li mette a terra.    Ancora. Ora.

 

 

Non te lo fai portare via.

Senza di lui,  non ci stai.     Senza di lui,  non puoi.   Senza di lui,  non ce la fai.    E ti parte il cuore.  E si lancia il cuore.  E corre il cuore.     A cercarlo.    Ancora. Ora.

 

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo.    Correvano insieme tutti e due.     Stavi al chiuso. Stavi rinchiuso. Riparato. Rassegnato.    Ma il corpo che non si trova,  ti ha colpito al cuore.   Ti è sobbalzato il cuore.  Ha sussultato il cuore.   E si è lanciato.  E si è messo a correre.   Più di te. Prima di te.

L’altro discepolo giunse per primo al sepolcro.  Si chinò, ma non entrò.    È troppo grande. È troppo forte.   Non lo regge il cuore. Non lo tiene il cuore.   Si ferma il cuore.  A guardare. A rimirare.  A contemplare.

Giunse Simone Pietro ed entrò nel sepolcro.     Il sepolcro è vuoto.    È vuoto della morte. È svuotato della morte.   È vuoto di dolore. È svuotato del dolore.  Non ci sta più la morte. Non ci sta più il dolore.     Ecco cosa fa,  Gesù risorto.

Osservò i teli.      È vuoto delle ferite.   Non ci stanno più le ferite.  Ci sta solo quello che le conteneva. Quello che le asciugava. Quello che le riparava.    Ecco cosa fa,  Gesù risorto.

E il sudario -che era stato sul suo capo- avvolto in un luogo a parte.     E ci sta il sudario. Il telo che ha coperto il suo volto.  Dove si è impresso il suo volto.  Dove è rimasta l’impronta del suo volto e del suo corpo.     Il telo attraverso cui,   è passato il suo volto e il suo corpo. E lo ha trapassato.  E lo ha segnato.  E lo ha trasfigurato.     Ora lo fa anche sul tuo cuore. Ecco cosa fa,   Cristo risorto.

 

Entrò anche l’altro discepolo,  e vide e credette.    Ecco, ora ce la fa Giovanni ad entrare. Ora è il momento.   Non con le parole. Non ci sono parole. Non bastano le parole.  Lo devi vedere.  Lo devi sentire.  Lo devi provare.    È il cuore che tocca. E viene toccato.

Non avevano ancora compreso la scrittura.    Lo Spirito Santo ci sta li dentro.  È lui che ti apre gli occhi.  È lui che ti apre la mente.   È lui che ti apre il cuore.    E ti fa capire.  E ti fa sentire.      Ecco cosa fa,  Gesù risorto.

Che egli doveva risorge dai morti.  Ecco che doveva fare. Far morire la morte e risorgere. Nel Padre, per il Padre.      Per far risorgere anche te.  Con lui e in lui.   E portarti al Padre. Ecco cosa fa,  Cristo risorto.

 

Il Signore è risorto.  Veramente.                                                                                            Ora sta con te. Vicino a te.  Sempre.