La catechesi dei giovani

La catechesi dei giovani.

   Gen_Verde

 

I giovani  vanno considerati come adulti. Capaci di comprensione, scelta e responsabilità.  Quindi  la catechesi dei giovani può essere impostata come quella degli adulti,   con un sacerdote e un consacrato che li seguono. ( vedi: articolo:  La catechesi degli adulti ) . Con alcune variabili e aggiunte:

 

  • Il luogo.

Sarebbe meglio un posto specifico. Un locale adatto per loro, un posto dove potersi incontrare. Dove  potersi incontrare e parlare ancora, dove poter realizzare insieme delle attività creative, dove poter vivere insieme l’amicizia nel Signore, con il Signore. Quindi si può  fare  un piccolo angolo.  Un angolo di libri e di riviste di tipo spirituale. Un angolo con del materiale per dipingere, disegnare e suonare,  e  strumenti musicali.  Per favorire  l’incontro spontaneo, genuino, semplice, vero e lo scambio di emozioni e relazioni  vere.  Un posto dove poter appoggiare o attaccare sui muri i lavori che sono stati fatti e le foto del  gruppo.

 

  • Il gruppo.

La fede non è solo “io credo”, ma anche “noi crediamo”. Condivisione, cammino con i fratelli. Un cammino insieme con i fratelli. Per i giovani, il  gruppo è centrale, è fondamentale. E’ il posto dove si confrontano, si alleano, ricercano la propria identità. Sentono il gruppo e vivono il gruppo come un cuore solo e un’anima sola. Per questo è importante trattarlo come una persona sola. Aspettare che ci sia sempre un’unità, nel rispetto di tutti.  In Gesù. Come chiesa.

 

  • Il  linguaggio.  

È fondamentale adattare il nostro linguaggio al loro. Necessario prima imparare i nuovi termini. È una lingua completamente nuova per gli adulti. Anche i nuovi codici degli SMS o Internet. È fondamentale conoscere il loro modo di pensare, di sentire, di vivere, e l’unico modo è di farselo raccontare,  di impararlo da loro. Conoscere per entrare in una relazione vera, viva, concreta. Conoscere per capire, per accettare, per accogliere. È importante conoscere, ma mai diventare come loro.  Se si diventa uguali a  loro, si viene assimilati, identificati con il gruppo e salta  la relazione vera con loro.

 

Lodare con arte.

Ogni Vangelo vissuto insieme, approfondito, può diventare vita, nei giovani in modo più forte e intenso, se passa attraverso l’arte. L’elemento creativo è l’aspetto più caratteristico di questa età ed è anche l’elemento più vitale. Il Vangelo attraverso la creatività, si imprime in modo più profondo nella loro vita. Diventa il motore della loro crescita, spirituale e psicologica.

 

Il brano del Vangelo, vissuto insieme, può essere poi rappresentato con:

  • Il disegno, la pittura, la scultura.

Un cartellone, un disegno, un dipinto unico, oppure più disegni in sequenza. Rappresentando con i colori e forme nuove e originali, l’essenza, il senso, il messaggio e l’emozione di quella parte di Vangelo.  

Esempio:

  • l’incontro di Gesù con un personaggio
  • dalla parte di Gesù,  l’emozione che lui prova, quello che si sente per quel personaggio
  • dalla parte del personaggio, quello che risponde, come risponde e l’emozione che prova di fronte a Gesù
  • l’emozione che prova la persona che disegna, davanti a quell’incontro
  • l’emozione che ha trovato il gruppo davanti a quei due personaggi. Mettendo anche il gruppo nel disegno. Quindi mettendo in relazione nell’immagine, il gruppo con Gesù, facendo incontrare nell’immagine il gruppo con Gesù, con quel fatto, in quel fatto.

 

  • Il canto

Un canto  nuovo trovato, ma meglio ancora inventato dal gruppo.  Tipo gospel, che esprime la preghiera, la richiesta di quel personaggio e  di quello che rappresenta quel personaggio.

Esempio:

  • il cieco  che parla al Signore. Il cieco del cuore. Un cuore senza luce, senza colori, senza forme. Perso nel buio, perso nelle tenebre, avvolto nelle tenebre, dominato dalle tenebre. Il cieco del cuore parla a Gesù, gli apre il cuore, gli chiede di salvarlo, di liberarlo dal buio, di dargli la luce, la sua luce. Lo chiede per lui, per gli amici, per il mondo. E poi Gesù risponde. E si canta l’emozione dell’essere guarito e dell’essere salvato.
  • Il sordo.  Il cuore sordo, che non sente, che non vuole sentire. Ottuso, chiuso, assente, apatico, noncurante, indifferente. Il cuore che non vuole vibrare, non vuole risuonare, non vuole amare. 
  • il paralitico.  Il cuore bloccato,  irrigidito, imprigionato, incatenato, carcerato. 
  • Il muto.  Il cuore che non parla, che non si apre al mondo. Chiuso in se stesso, ritirato, isolato, separato.
  • Il lebbroso.  Il cuore malato, spezzato, distrutto, rovinato, sfigurato.
  • Il fariseo.   Il cuore indurito, il cuore di pietra che non si fa scalfire, che non si fa toccare, che non si fa amare.
  • Lo scriba.  Il cuore condizionato, programmato, usato, impostato, plagiato, asservito.
  • Il cuore dominato dal potere, il cuore soffocato dalla superbia, il cuore fagocitato. Invidioso, geloso di Dio, che vuole eliminare Dio.
  • Il Cireneo.   Il cuore che condivide la croce di Gesù. Che porta la croce di Gesù, per salvare sé e il mondo.
  • La Veronica.  Il cuore che ha impresso in sé il volto di Dio. Ecc.

Un canto gospel, una musica o una poesia che rappresenta  il cuore davanti  a Gesù, la sua invocazione per essere guarito, il suo grido per essere guarito, la convinzione che solo lui lo può fare.

 

  • La danza.

Una danza che rappresenta quell’invocazione, quella preghiera, quella richiesta accorata. Quel tendere le mani, quello sguardo al cielo, quel correre verso, quell’implorare con, quell’immergersi in. Una danza,  una musica che esprime il ritmo pesante, oppressivo, disordinato, caotico, dispersivo, del dolore, del buio, della mancanza di Dio. E poi, dopo la risposta di Gesù, il tono e il ritmo che piano piano diventa sempre più armonico, sempre più ordinato, dolce,  pieno di senso, di significato, di pace. Fino ad arrivare a ritmi e suoni delicati, tenerissimi e a silenzi intensi e profondi. La danza può essere accompagnata anche da luci che esprimono questi passaggi.

 

  • Poesia

Poesie che fanno parlare il cuore a Dio. Che raccontano a Dio quello che sta succedendo nel cuore. Che parlano a Dio con quel personaggio, con  quelle parole. Che lodano Dio con le parole di quel personaggio. Poesie dove l’incontro di Gesù con quel personaggio è l’incontro di Gesù con il suo cuore. Dove l’incontro di Gesù con gli apostoli o con le folle è l’incontro di Gesù con il gruppo. E l’emozione che si prova. E la lode che sgorga dal cuore.

 

  • Musica nuova.

Una musica che da sola, esprime l’intensità e la profondità e la delicatezza di quell’incontro. Da parte di Gesù e da parte degli altri. Che esprime racconta con i toni, i ritmi e l’intensità, la storia di quell’incontro, l’evolversi di quell’incontro e la conclusione di quell’incontro. Suonare direttamente la musica, inventarla insieme, scoprirla insieme, con il gruppo e con lo Spirito Santo che la ispira. Con lo Spirito Santo che  la rivela, che la guida, che la indica, che la insegna. Imparare a farsi dirigere dallo Spirito Santo, come un maestro di orchestra, che dà il tempo, il ritmo e il battito tutta la musica e a tutti quelli che la suonano e a quelli che la ascoltano.

 

  • Uno spettacolo.

Riproporre in forma teatrale quel momento, quell’incontro, inserendo le musiche inventate, le poesie trovate, i tempi, i colori, le luci, le scene, le forme, sentite, vissute dal gruppo dei giovani.

 

L’annuncio dei giovani ai giovani.

Lo Spirito Santo è passato nei cuori, è entrato nei cuori, ha parlato di Dio, ha fatto vivere, sperimentare Dio. Ha riempito il cuore di Dio. Quando il cuore è  stato riempito di Dio, Dio stesso trabocca e si manifesta anche al di fuori. Passa da quel cuore un altro cuore. Annunciare Dio, significa far passare lo Spirito Santo che è stato ricevuto. Far parlare lui  con la nostra voce, far guardare lui con i nostri occhi, far amare lui con il nostro cuore, l’altro, il fratello, l’amico.

Annunciare con la propria vita gli altri amici, agli altri giovani della parrocchia. Annunciare anche con il loro linguaggio, con l’arte.  Annunciare e pregare  come Davide.  “Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con arpa e cetra; lodatelo con timpani e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti”. (Salmo 150, 3-4) .   Con:

  • Mostre.  

Mostra dei disegni, dipinti, sculture, fatti dal gruppo, mettendo sempre in primo piano le parole di Vangelo che l’hanno ispirato.  Mostra delle poesie del gruppo. Recita delle poesie  rivolte a Dio  anche di autori famosi, di santi. Mostra delle foto, fatte dai ragazzi, che rappresentano le parti del Vangelo collegate con la vita di tutti giorni.

 

  • Proiezioni.  

Proiettare foto che rappresentano le meraviglie di Dio, che fanno pensare a Dio. Presentazioni in diapositive, di panorami e di argomenti e di contenuti profondi che fanno pensare a Dio. Filmati fatti dai ragazzi che rappresentano la vita comune dei giovani di quel paese, della gente di quel paese, correlata alla parte del Vangelo. Filmini che rappresentano aspetti positivi della vita, valori, scelte, azioni coraggiose. Che mettono in luce che fanno vedere, che parlano del bene che c’è, anche nella vita comune. Fatti di amicizia, di amore, di donazione, di coraggio, di servizio, di perdono.  Proiezioni di film che parlano di Dio. Che parlano dei giovani e della spiritualità. Film della vita dei santi come esempi concreti di vita piena di Dio.  Poi cineforum. Discutere insieme, parlare insieme di quell’argomento. Imparare a parlare dal vivo, con la gioia di guardarsi in volto, di confrontarsi, di scambiarsi le idee, i dubbi, le opinioni. Per crescere insieme anche con gli altri giovani della parrocchia o della città. Per passare a loro, per condividere con loro, il tesoro, la perla preziosa del Regno di Dio, che è stata trovata.

 

  • Teatro.  

Una rappresentazione teatrale di alcuni fatti o passi del Vangelo. Rappresentare l’incontro con Gesù, i sentimenti, le emozioni, le parole, i fatti,  anche interni, anche personali e anche del gruppo.

 

  • Musical.  

Musical con canti, musiche e danze che rappresentano l’incontro del cuore con Dio, che cantano l’incontro del cuore con Dio, che danzano la lode a Dio. Che esprimono con il corpo la tensione, il desiderio, il bisogno di Dio. Il dolore per la mancanza di Dio. La tenerezza e l’amore di Dio che viene incontro a salvare. La gioia per l’incontro e per la salvezza. Danzare la felicità per aver incontrato Dio. Danzare cantare e gridare a tutto il mondo l’Amore di Dio. Parlare con i canti e le danze a tutto il mondo, di Dio. Portare a tutto il mondo Dio. E portare il mondo a  Lui. Per salvarlo con Lui e  in Lui.