Il traditore

ary scheffer

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto»……..Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

 

 

Gesù, sono io  Giuda.  Quando rifiuto la volontà del Padre, perché non è come la mia. Quando decido che il tuo regno è qui sulla terra.  Quando ti uso per dominare gli altri.  Quando ti vendo per 30 denari.

Gesù, sono io Giuda,  quando ti tradisco con un bacio.  Quando ho venduto il mio cuore  e vengo per vendere anche il tuo.  Quando ti metto nelle mani degli assassini.  Quando ti lascio nelle mani dei perversi. Quando mi lascio usare dai perversi.  Quando mi lascio usare dagli assassini di Dio.

Sono io Giuda,  quando uso l’affetto, l’amore, per i miei scopi.  Quando nascondo con l’amore, il mio inganno.  Quando faccio apparire amore, il mio tradimento.  Quando fingo di amare.

Gesù,  sono io Pietro che ti nega.  Quando ti voglio senza croce e senza morte.  Quando rifiuto di soffrire per gli altri.  Quando mi nascondo per non soffrire per gli altri.

Sono io Pietro,  quando ho il terrore di essere giudicato dagli altri. Di essere accusato e condannato dagli altri.  Di essere preso e ucciso dagli altri,  per causa tua.

Sono io Pietro,  quando non sono più con te, vicino a te,  vicino al povero, al malato, all’umile.  Quando sono dalla parte del più forte, del potente.  Quando ti nego, ti elimino, ti annullo,  perché sei stato eliminato, negato dalla folla.

Sono io Pietro,  quanto ti disconosco,  non ti riconosco più come il Signore, il mio Dio.  Quando non riconosco il tuo amore, per nutrirmi dell’amore degli altri.  Quando ti abbandono,  per seguire il consenso degli altri.  Quando non ti  considero più forte e più grande,  della mia paura.

Sono io Pietro,  quando non ti riconosco.  Quando non ti appartengo più.  Quando non ti testimonio. Quando non sono più tuo discepolo.

Ecco Gesù, sono io il traditore.  Il gallo sta cantando per tre volte.  E solo adesso lo capisco.

Ma il gallo canta l’aurora,  l’inizio della giornata, l’inizio della nuova vita,  con te, in te,  mai più senza di te.