Degno di me.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

 

“Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.”                                                                                                              E tu,   sei degno  di lui ?

 

Gesù.

Gesù,   ti fa degno.     Se ami Gesù, più di ogni cosa.  Sei degno.    Se lo scegli, più di ogni cosa.    Sei degno di lui.

 

Chi ama padre o madre più di me.        Chi ci sta,  al primo posto.     Chi ci metti  al primo posto.   Chi ha il primo posto.    Nel tuo cuore.         Quello ami di più.

Chi ama padre o madre più di me.        Chi conta di più.   Chi vale di più.    Chi sta al centro.   Del tuo cuore.         Quello ami di più.

Chi ama padre o madre più di me.       Di chi non fai senza.   Di chi non stai senza.   Di chi non puoi stare senza.          Quello ami di più.

Chi ama figlio o figlia più di me.      Se scegli Gesù.    Se ami Gesù,  più di loro.     Ami anche loro.  Di più.       Te li ha dati Gesù.       E in Gesù, li ritrovi.   Di più.

 

Chi non prende la propria croce.      La lasci li, la croce.   Non la prendi.   Non la tocchi.  Non la vuoi.  Non puoi.    Non ci deve stare.  Non la vuoi con te.   Non la vuoi per te.     Non ce la fai.

E mi segue.         Ma Gesù,  conta di più.    Gesù lo ami di più.   Di quel dolore.    E lo fai entrare in quella croce.   Lo metti dentro a quella croce.  E la porta con te. Quella croce.      E non è più croce.     E ce la fai.

 

Chi avrà tenuto per sè la propria vita.         La tua vita  conta di più.   Più di Gesù. La tua vita  la ami di più.  Più di Gesù.     E non ci vai.    E non lo fai.  E non vuoi.   E non puoi.  E non ci stai.        E te ne vai.    Dall’altra parte. Di Gesù.

La perderà.      E sei andato via dalla tua vita.    Hai girato le spalle alla tua vita.  Sei andato contro la tua vita.       Hai perso la tua vita.

Chi avrà perduto la propria vita per causa mia.     Gesù conta di più. Della tua vita. Gesù lo ami di più. Della tua vita.       E ci stai.   E lo fai.   E lo vuoi.  E lo puoi.    E giri.      E stai.  Dalla parte di Gesù.       E fai come lui.

La troverà.         La metti in Gesù.   La tua vita.     E la  trovi.  E ti trovi.   La ritrovi.   E ti ritrovi,       Per sempre.

 

Hai scelto Gesù.  Hai scelto il Padre.           Come Gesù.   Sei come lui.

E sei degno di lui.


 

 

 

 

Seguire Gesù

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

 

Allora Gesù si voltò e,  osservando che essi lo seguivano,  disse loro:  “Che cosa cercate?    E tu,  cosa cerchi ?

 

Cerchi altro.   

Cerchi quello  che pare a te.   Pensi a quello che pare a te.  Vuoi fare come pare a te.   Cerchi te.   Non cerchi Gesù.

Cerchi quello  che vogliono altri.      Pensi quello  che vogliono altri.    Fai quello che vogliono altri.   Cerchi altri.     Non cerchi Gesù.

Anche a Dio,  non lo cerchi più.    Non ti serve più.  Non ci pensi più.    Ci stai solo tu. Basti solo tu.  Non ci deve stare altro.  Manco Gesù.   Ma non sei Gesù. E non sei Dio. E resti solo.  Senza Dio.

 

Cerchi Gesù.

Ecco Gesù.     Tu,  sei quello che cerco.    Tu,  sei quello che voglio.    Tu, sei  quello che sogno.   Tu sei quello che penso.    Senza di te, non ci sto neppure io.

 

Rabbì, dove dormi?     Con te, voglio stare.   Sei tu  la mia casa.   Sei tu il mio posto. Sei tu il posto.   Sei tu il cuscino,  dove voglio riposare.

Venite e vedrete.    Ecco io vengo. Ecco io entro. E rimango con te.  E ti sento. E ti vivo. E lo sento, chi sei.  E lo so, chi sei.    E lo so, chi sono.

Abbiamo trovato il Messia.      Ti cercavo Gesù, da tanto tempo.  Ti pensavo da tanto tempo. Ti aspettavo da tanto tempo.    Ora sei qui.  E non ti lascio più.

E lo condusse da Gesù.        La mia gioia porta, te.   La mia gioia mi porta al fratello.     E porta lui  da te.

 

Fissando lo sguardo su di lui.       Ecco Gesù.  Tu mi guardi in fondo agli occhi.  Tu mi guardi in fondo al cuore.   Lo vedi che ci sta in fondo al cuore.   Tu lo sai che ci sta in fondo al cuore.   Tu lo ami quello che ci sta in fondo al cuore.   E lo scuoti il cuore.

Tu sei Simone.     E lo cambi il cuore.  E si accende il cuore.  E arde il cuore del tuo amore.  Che ci hai messo dentro.     Dello Spirito Santo,  che ci hai messo dentro.   Dello Spirito Santo che rimane  dentro al cuore.    E non sono più quello di prima.

Sarai chiamato Cefa che significa Pietro.    E me lo dai tu,  un nome nuovo.   E mi fai tu, nuovo.   E non sono più mio.    Perché sono diventato tuo.   Appartengo a te. Solo a te. Al mio Signore  e al mio Dio.

 

Ecco Signore,   io vengo.                                                                                               Ecco Signore,   sono qua.                                                                                                   Si compia in me  la tua volontà.

 

 

 

 

 

 

Degno di me

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:  «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.  Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.  Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.  Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

 

 

Gesù disse:   “ Chi ama padre o madre più di me  non è degno di me;   chi ama figlio  o figlia più di me  non è degno di me.”                                                                                       E per te,   cosa conta di più ?     

 

Tu.

Conti  tu.    Solo tu. Sempre tu.  Più di Dio.      Prima tu.  Non Dio.

Conta altro.    Ti ha preso altro. Ti sei perso in altro.   Ti porta altro.   Non Dio.

E gli hai dato Dio. Gli hai venduto Dio. Gli hai ceduto Dio. E la tua anima.   E l’hai perduta.

 

Dio.

Conta Dio.   Più di te.                                                                                                         Prima Dio.   Prima di te.                                                                                                    Davanti Dio.  Davanti a te.

Chi ama padre o madre più di me.   Ami Dio,  più di loro.   Li ha fatti lui. Ti ha fatto lui.        Chi ama figlio o figlia più di me.        Te li ha dati lui.     Non sono tuoi. Sono suoi.

 

Chi non prende la propria croce  e non mi segue,    non è degno di me.                          Non la vuoi prendere.    Non la vuoi portare, la croce   . Ma non la compi  la tua missione.    E allora fai,  come Gesù.    Te la carichi sulle spalle,  e la porti fino in fondo.   Perché ami    il Padre  fino in fondo.     E sei come il Figlio.   E sei degno di lui.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita,  la perderà.                                                                   Hai paura di perdere la tua vita.   E scappi e fuggi.  E te ne vai.    E ti sei perduto.

Chi avrà perduto la propria vita per causa mia,   la troverà.                                                   E incontri Gesù che va per la strada giusta.   Eallora lo sai dove andare. Dietro a lui.            E ti giri. e  torni indietro.   E lo segui.    E la ritrovi  la tua vita.

 

Chi accoglie voi   accoglie me,    e chi accoglie me  accoglie  Colui che mi ha mandato. Quelli che ti incontrano,   lo sentono che in te  c’è Dio.    E non accolgono solo te,   ma      il Figlio di Dio,  che è in te.    E il Padre che è  in lui.

E come te,   ricevono                                                                                                                la  ricompensa di Dio.

 

 

 

 

 

 

Essere mio discepolo

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:  «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.  Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.  Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.  Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

 

 

 

Chiunque di voi,   non rinuncia  a tutti i suoi averi,    non può essere mio discepolo.              E tu,    cosa  dai ?

 

Niente.

Non ti ci sprechi.    Non ti ci metti. Non ti ci butti.  Non ci stai proprio.     Figurati  amare.

Per te,   conta poco.     Ci stai, per poco.  Non più di tanto.     Perché  ti puoi stancare. Figurati  rinunciare.

Per te, la strada è tua.   Non ti deve ostacolare. Non ti deve impedire.  Non ti deve fermare. Figurati  seguire.

 

Tutto.

Gesù è Dio.     Dio è tutto.     E per te,  è tutto.

Per te,   conta  di più.     Di più  di tutti.    Più di te.                                                                 Per te,   viene prima.     Prima di tutti.    Prima di te.                                                           Per te,   è davanti.     Davanti a tutto.   Davanti a te.                                                                A te,    ti ha dato tutto.      E gli dai  tutto.    Anche te.

E non  lo lasci.   E non  lo molli.     E non lo lasci andare.   E non te lo fai scappare.              A qualunque  costo.                                                                                                                 A tutti  i costi.

E lo segui,  fino infondo.                                                                                                            Fino,   in Paradiso.

 

 

 

 

 

 

A due a due

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

 

 

Anche a te,  ti manda,   Gesù.

Non ti manda da solo.     Ma a due a due.    Perché tra voi due,  c’è lui. 

 

Con solo un bastone.    Perché è lui,  il tuo bastone.   È lui il tuo appoggio.  Il tuo sostegno. È  la sua croce.
Senza pane.        Perché è lui,  il tuo pane.    È il pane che porti  agli altri.
Senza sacca.      Perché è lui,  che ti contiene.    Che tiene quello che sei,  quello che fai.
Senza denaro.     È lui quello che hai.   Non ti serve altro.   Non hai bisogno di altro.           Ci pensa lui.
Con i sandali.       Con lui alla base.    Così ti porta lui,   dove vuole lui.
Senza due tuniche.   Senza apparenza.  Nella sostanza.   Vestito di Gesù. Come Gesù.

Con il potere sugli spiriti.     Solo Gesù,  ce l’ha.     È lui,  che lo mette lui sulle tue mani.       È lui che lo fa con te,  con le tue mani.

E ti manda,  a guarire.    A liberare. A risanare.    Le persone ferite.

 

E   lo aspettano.
E   ti aspettano.
A  braccia aperte.

 

 

 

 

 

 

Se qualcuno vuole venire dietro a me

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In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.  Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.  Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?  Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

 

 

 

E tu,    lo sgridi, Gesù?

 

Non è  quello che vuoi,  tu.      Non dice quello che vuoi tu.    Non fa quello che vuoi tu.  Non deve andare così.  Non può andare così.        La croce  non ci deve stare.

 

Ti senti tradito.    Ti senti abbandonato.  Ti senti oscurato.       La strada non è la tua.      Va per un altro verso.     Un verso che non conosci. Che non hai pensato.

 

Non è  la tua strada.    È la strada di Dio.     Non è la tua volontà. È la volontà del Padre. È quella che conta.    È quella che ti aspetta.    È quella che devi fare.

Fino in fondo.  Fino alla meta.   Con lui vicino.     Lui sa perché. Lui sa come.

 

E tu,   lo saprai  alla fine.

Quando tutto  è compiuto.

E vedrai   il suo Volto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi ama, di più

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:  «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.  Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.  Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.  Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

 

 

 

E tu,  chi ami di più?

 

L’amore di più.  C’è.   L’amore,  più del padre.  L’amore,  più della madre. Più del figlio. C’è.

L’amore di Dio. L’amore per Dio.   È l’amore di più.     Se lo vivi lo senti,  che è venuto per primo.

Se lo vivi  lo senti,    che viene lui  per primo.     Che senza,   non ce la fai ad amare veramente.    Che senza, non ce la fai.

 

Se sta al centro,  di te.      L’amore di Gesù,  traspare.        Viene fuori.  Si vede.              E l’altro lo vive  e lo sente,   anche lui.

E ti tende la mano e ti accoglie,   perché tende la mano  a lui,  e accoglie lui.   E il Padre.

 

E allora,   diventa meraviglia.

Stupore.    Dono.

Dono di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Di più

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In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:  «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.  Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.  Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.  Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

 

 

 

Perché,     di più?

 

Perché Dio  è,   di più.

 

Di più,  dell’aria che respiri.    Te l’ha data lui.        Di più,  di te.    Ti ha fatto lui.

Di più,  dell’affetto per gli altri.        È lui l’amore.    È lui che te lo ha dato.    È lui  che ti lega agli altri.

Di più,   della croce.       Con lui solo ce la fai.      Solo con lui,   è un’occasione.   Solo con lui,  è resurrezione.

Di più,   di quello che hai.           Perché  è  lui    l’unica cosa che hai veramente.   L’unica cosa che hai   per sempre.      Il tuo  vero  tesoro.

 

Di più,    è Gesù.

Perché   è Dio.

 

 

 

 

 

 

Amatevi gli uni gli altri

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Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.  Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.  Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

 

 

 

 

Da che si capisce   che sei suo discepolo?       Da come ami.

 

Non con lo sforzo,    non con l’impegno,    non con i sorrisi stampati.       Non  con i gesti programmati.      Non per finta,    non per forza,    non per forma.         Non per regola,    non per convenienza,    non per apparenza.

Con quale amore?       Non con il tuo amore.     Ma con l’amore con cui,  ti ha amato Gesù.    Con  il suo amore.     Con l’amore di Dio.    Lo Spirito Santo.   

 

Solo quell’amore,    supera ogni barriera.   Passa attraverso i muri,   infiamma i cuori.

Solo quell’amore,    abbassa l’orgoglio,  scioglie la fatica,  risana la ferita.

Solo quell’amore,      non si chiude.       Non si  perde,   non si  rompe,   non finisce.      Solo quell’amore unisce.

 

E da come   vi amate.

Se ti fai portare da quell’amore.   Se lo lasci passare,    se lo lasci  andare,   verso l’altro. Non  sei più  tu.     Sei un cuore nuovo.  Che batte insieme  all’altro cuore .  Un cuore solo.  Che batte insieme al cuore di Dio.

 

E tutti lo vedono.   E tutti lo sentono.    L’amore di Dio,  tra di voi.     Lo Spirito Santo.          È  lui,   che rivela Gesù.    Che porta Gesù risorto e glorificato.

Con quell’amore,   lo annunci  e lo testimoni.

E tutti  lo vedono.     E tutti  lo sentono.    E tutti   ti riconoscono.

Che sei suo discepolo.

E ti ascoltano.

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi dite che io sia

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In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».  Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.  Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

 

 

 

E tu,  chi dici che io sia?      Lo chiede anche te, Gesù.

Come Pietro,  puoi dire: Sei il Cristo.  Ma poi, davanti ai fatti,  nei fatti,  quando c’è la prova, quando c’è la croce,   che fai, che dici?

Pensi secondo gli uomini.     Vuoi essere ammirato, venerato, osannato.   Riconosciuto, applaudito,  ricercato,  dagli uomini.   Ti arrabbi  e rifiuti Gesù e anche te,  se sei accusato, condannato, rifiutato,  dagli uomini.   Perché gli altri contano più di Dio.  Al posto di Dio.  Sono il tuo Dio.

Pensi secondo Dio.      Come Gesù.  Ti affidi al Padre,  ti fidi del Padre,  fai la volontà     del Padre. Questo conta più di tutto,  prima di tutto,  sopra a tutto.   Conta più della tua vita.  Prima della tua vita.  Sopra la tua vita.   Perché è la tua vita.

Questo significa,  perdere la propria vita.   Perdere una vita solo tua,   solo per te.         Che appartiene solo a te .  A tuo uso e consumo.   Chiusa, sterile, vuota.  Chiusa agli altri, e a Dio.   E chiusa,  anche a te stesso.

Se segui Gesù,  se sei con Gesù,   devi essere come lui.     A fatti,  nei fatti.

Se  fai i fatti,    gli uomini ti rifiutano,  e ti mettono in croce,    perché non gli appartieni,    non sei di loro, non sei per loro,  non sei come loro.    Perché sei di Dio.

La croce è  il simbolo, il segno, la prova,  che sei di Dio.

È Gesù,  che prendi su di te.    Portalo con te,  sulla tua strada.

E lui ti prenderà su di sé.    E ti porterà con sé.

Incontro al Padre.