Il figliol prodigo.

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.  Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

 

E tu, a chi assomigli?

 

A loro.

Manco glieli chiedi, i soldi.    Te li prendi proprio.  Manco te ne vai. Ci rimani nella sua casa. E ti prendi la sua casa.   E pure tutti i soldi.  Manco una parte.    Altro che prodigo.

E li spendi,  nella sua casa.    Con chi vuoi, nella sua casa.  Come vuoi, nella sua casa. Fai quello che vuoi,  nella sua casa.     Altro che prodigo.

E non ritorni..    E non ti penti,  manco ti penti.    E non ti inginocchi,  manco ti inginocchi.   E non lo chiedi il perdono.  Te lo deve dare, per forza.  Ti è dovuto, per forza.  Te lo prendi, con la forza,  il perdono.     Ma Dio è Dio.  E non lo comandi.       Sono loro,   che stanno ancora a mangiare le carrube dei porci..   Contano più le carrube, di Dio.  Pensano più alle carrube,  che a Dio.   E stanno con le carrube.   Non con Dio.     Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Al figlio minore.

All’inizio,   ci caschi pure tu.

Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta.      Ti dicono che non ci sta Dio.  Che non ci deve stare Dio.  Che non ci devi mettere Dio.    Che devi fare senza. Che devi stare senza.   Che devi fare da solo.     E ci caschi.

Partì per un paese lontano.         Ti dicono  che ti devi staccare.    Che te ne devi andare.  E te ne vai da Dio.  E ti separi da Dio. Lo lasci Dio.    E te ne vai lontano. Lontano da Dio.  E ci caschi.

Sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.     E pure quello che ti ha dato Dio, lo fai fuori.    Lo metti nelle mani di chi lo pesta, lo calpesta.  Di chi lo strugge, lo distrugge. Di chi lo profana.   Dio.   E anche te.

Una grande carestia.       La carestia  sei tu.   È quello che sei diventato.   Ce l’hai dentro. E non ci sta più in niente. Non è rimasto niente. Non si trova più niente.  Non sei più niente. Non hai più niente.    Manco te.

Nei campi a pascolare i porci.     I porci, sei tu.  È come ti sei ridotto. È come sei diventato.  È a cosa ti sei abbassato.   Conti,  meno di loro.

Muoio di fame.     Quel vuoto ce l’hai dentro e fuori.    Non lo reggi.  Non ce la fai.  Non puoi. Ti fa morire. Fa morire . Ti senti morire.

Padre lo peccato contro il cielo e contro di te.       Lo riconosci il tuo peccato.   Quello che ti ha bucato il cuore.  Quello che ti ha svuotato il cuore.   Quello  che ti ha preso il cuore.   E lo porti a Dio.    E lo metti,  ai piedi di Dio.

Il padre lo vide ed ebbe compassione.        Dio  ti viene incontro.    Per lui, conti più tu,  di quello che hai fatto.    Conta il tuo cuore,   più di quello che hai fatto.    Conta il suo cuore, più di quello che hai fatto.     E ti abbraccia sul suo cuore.      E non ci sta più,  quello che hai fatto.

Mio figlio era morto ed è tornato in vita.       Il peccato  ti ha fatto morire.   Ti ha separato da Dio.  Ti ha portato via da Dio.  Dalle tue radici.    Ma tu hai svoltato. Hai girato. Hai cambiato verso.  Hai cambiato direzione.   E sei tornato.    Ti sei inginocchiato.  Hai chiesto perdono. E il Padre ti ha abbracciato.   E sei tornato a vivere.        Ecco la confessione.

 

 

Al figlio maggiore.

Ci caschi, in un altro modo.

Si indignò e non voleva entrare.      Ti scatta l’invidia. Ti prende l’invidia.   Ti rosica l’invidia. E non lo vuoi vedere.   E ti metti fuori.  E ti fai fuori.  E ti tieni fuori.   Dalla casa del Padre.     È invidia.   Non è amore.

Non ho mai disubbidito a un tuo comando.     Stai concentrato sul comando. Stai attaccato al comando.   Dipendi dal comando.    Ci sta al centro  il comando.    Non ci sta l’amore.

Non mi hai mai dato un capretto.     Stai a guardare quello che te ne viene.  Quello che ci ricavi.   Quello che ci guadagni.    Se di più  o meno degli altri.   Ci sta al centro l’interesse. Non ci sta l’amore.

Ora che è tornato questo tuo figlio.     Per te è suo figlio.   Non è tuo fratello.  Non lo vuoi come fratello.  Non ti senti come fratello.     Lo hai escluso come fratello.  È esclusione.  Non è amore.

Ha divorato le tue sostanze.     Si è preso pure tuoi beni.  Si è preso pure tuoi soldi.  Quelli a cui hai pensato.  Quelli a cui stai attaccato.     Contano i soldi.   Non l’amore.

Per lui hai ammazzato il vitello grasso.       Si è preso il premio.   Il premio che volevi tu.  Ci volevi stare tu,  al suo posto.    Lo volevi tu,  quel posto.    Volevi stare tu,  al primo posto.  Conta il posto.    Non conta  l’amore.

 

Anche tu,   ti sei perso.    Anche tu devi tornare.     Conta Dio Padre . Più di tutto.    Conta l’amore del Padre.   Più di tutto.     Ci metti il Padre.  Davanti a tutto    . Ti basta il Padre.    E hai  tutto.      E ti ritrovi.

Ecco la conversione.

 

 

 

 

 

 

 

Se non vi convertite

La torre di Siloe.

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

 

 

“No, io vi dico,  ma se non vi convertite,  perirete tutti allo stesso modo”.                          E tu,   a chi ti converti?

 

A loro.

Sono loro,  la torre.      Dove ti sei riparato.     Dove hai messo dentro,  i tuoi peccati.  Come i mattoni.    Dove hai messo in fila i tuoi peccati,  come i mattoni.   Dove hai cementato i tuoi peccati,  come i mattoni.       Ma si è sgretolata.

E i tuoi peccati,  come i mattoni.    Ti vengono addosso. Ti cascano addosso. Ti piovono addosso.   E ti seppelliscono.     Altro che riparare.

La torre, sono loro.    L’hanno fatta per salire al cielo  Per sfidare il cielo.  Per sfidare Dio. Per essere più di Dio.     Ma non sono Dio.   E sono crollati. Uno ad uno.  E sono caduti. Uno ad uno.   E sono precipitati. Uno ad uno.    E si sono sfracellati.  A terra. Sotto terra. Uno ad uno.     Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

A Gesù.

Levi il tuo volto,  da loro.    E lo metti in Gesù.     Lo volti.  Lo rivolti.    Lo volgi.  Lo rivolgi a Gesù.     Lo verti,  lo con-verti,    a Gesù.

 

Se non vi convertite.         La conversione è girare,   è svoltare,   è cambiare strada,  cambiare direzione,  cambiare verso.   Con-versione.     Non andare più verso il male.    Ma verso Gesù.

Se non vi convertite.       La conversione è girare la leva.    Cambiare la leva.   Spostare la leva.  Dal male a Gesù.    È girare il pulsante, è orientare il pulsante,  è mettere il pulsante.  Dal male a Gesù.     È girare la freccia.   È mettere la freccia.   È portare la freccia.   Dal male  a Gesù.

Se non vi convertite perirete.       Se non la cambi la leva.     Se ci metti un altro al posto di Gesù.   Se non lo vuoi Gesù.    Se lo neghi.  Se lo rinneghi.    Se lo offendi, lo insulti.  Se lo calpesti.   Se lo spregi,  lo dispregi.   Se lo sfregi.   Se lo disonori.  Se lo profani.     Allora non ci sta Gesù.     E il peccato ti rimane.    E ti secca l’anima.  Ti ferisce l’anima.  Ti fa morire l’anima.   Per sempre.

Se non vi convertite perirete.        Ma se ti con-verti.     Se cambi la leva.   Se svolti la leva.    Allora scegli Gesù.     E se ci sta Gesù,   il peccato te lo leva.   Solo lui  lo leva.    Perché è Dio.   Solo Dio lo può fare.     E il peccato se ne va.   E il male se ne va.   E la morte se ne va.    E la tua anima non muore più.     E manco tu.

 

Aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna.       Sei un albero di Dio.  Ti ha piantato Dio.  Nella sua vigna.     Ti ha voluto Dio. Ti ha fatto Dio.   Per la sua vigna.

Ma non trovò niente.      Non ho fatto niente.   Non ho ammazzato nessuno.  Non ho rubato a nessuno.   Non ho mentito a nessuno.   Non ho detto male.  Non ho fatto male a nessuno.  Non do fastidio a nessuno.   Ma sei diventato nessuno.   Non ci sei.  Non ci stai.    Non ci sta niente.  Non si vede niente.   Non esce niente. Non viene fuori niente. Non si trova niente.   Manco te.    Sei un fico secco.

Sono tre anni che non trovo.       Sto zitto.  Sto fermo. Sto muto.  Non parlo.  Non mi muovo.  Non mi sento.   Non dico niente.  Non faccio niente.  Non prendo posizione. Non mi sbilancio. Non mi sposto.   Non ci sono.  Non sono per nessuno.  Non ci sono per nessuno.    Non ci sei. Manco per te.    Sei un fico secco.

Taglialo dunque.     Che ci sta a fare?   Che l’ho piantato a fare?    Se non ci sta,  lo leviamo.   È lui che si è fatto fuori.  È lui che non ci vuole stare.   Che non vuole fare. Niente.

 

Lascialo ancora.       È Gesù che lo chiede al Padre.    Che ti vuole salvare.   Che ci vuole provare.   Che non ti lascia andare.

Avrò zappato attorno.         Lascia che sia Gesù,    ad aprire le tue zolle indurite.   A rivoltare le tue zolle impietrite.    Solo lui può levare i sassi, le pietre, i massi,  i macigni,   del peccato.     Che non ti fanno respirare.   Che non ti fanno fare.

Avrò messo il concime.       Lascia che sia Gesù,   a mettere dentro le tue ferite aperte,  il sangue della croce.   Il suo sangue divino,  va fino infondo a quelle ferite.    Arriva al midollo di quelle ferite.   E le risana.     E non sono più ferite.

Vedremo se porterà frutti.      Ora che ci hai messo Gesù.   Ora che hai lasciato fare  a Gesù.     Il peccato non ti ferma più.   Non ti blocca più.  Non ti secca più.   Riparte la linfa. Torna la linfa.    Che è lo Spirito Santo.    E fa i frutti.   I frutti  di Dio.

 

Che aspetti?      È La tua possibilità.    È un’altra possibilità.   È la tua occasione   È un’altra occasione.    È l’ultima occasione.     Non perdere l’occasione.      Ecco la Quaresima.

Ecco la conversione.

 

 

 

 

 

 

 

La Trasfigurazione

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.   Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.   Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».   Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

 

 

“Mentre pregava,  il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”.                E la tua luce,   quale è ?

 

Loro.

Ti fanno credere che sono loro,  la luce.       Ma loro la luce,  te la spengono.    Ma loro la luce,  te la levano.   Ma loro la luce, te la tolgono.    Loro, sono il buio.   Altro che luce.

E ti riempiono di buio. Del loro buio.    E ti tengono al buio. Nel loro buio.   E ti abituano  al buio.  Al loro buio.     Così non lo vedi.   Che sono loro, il buio.      Altro che luce.

Hanno spento Gesù.     Così non lo vedi, che loro non brillano.  Che loro non splendono. Che loro non risplendono.   Che non sono loro la luce.      Ma Gesù è Dio.   E non si può spegnere.    Sono loro,  che si sono spenti.   Che si sono staccati. Che si sono separati. Da Dio.      E sono diventati buio.      Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Gesù.

Gesù è la luce    La tua luce.     La luce di Dio.   Nessuno te la leva.  Nessuno te la spegne.   Nessuno te la porta via.    Ce l’hai sempre.  Per sempre.

 

Mentre pregava.      Come Gesù.   Anche tu, hai davanti un calvario.  Ti trovi  in un calvario.  Stai dentro a un calvario.    E tu che fai?    Come Gesù.  Preghi il Padre.

Mentre pregava.     E rivolgi il tuo volto,  al volto del Padre.   E metti il tuo volto,  nel volto del Padre.   E rimani  nel volto del Padre.   Come Gesù. In Gesù.    E lo vedi,  chi è Gesù.

Il suo volto cambiò d’aspetto.         Non è un volto sconfitto.   Non è un volto disfatto.  Non è un volto umiliato.    Non è un volto ferito.    Non è un volto finito.

Il suo volto cambiò d’aspetto.         È un volto trasfigurato.     Viene fuori.  Esce fuori. Appare. Compare. Traspare.  La gloria.       È un volto luminoso.   Splende. Risplende. Di gloria.    È un volto glorioso.     Che si specchia   nella gloria del Padre.

La sua veste divenne candida e sfolgorante.        Non è un corpo martoriato.  Spezzato. Non è un corpo inchiodato.   Non è un corpo trapassato.   Non è un corpo crocifisso.

La sua veste divenne candida e sfolgorante.      È un corpo risorto.  È un corpo candido, immacolato,  puro.  Senza ferite.       È un corpo trasfigurato.   Luminoso,  sfolgorante, raggiante.    Viene fuori. Esce fuori.    Appare. Compare.  Traspare.   L’essenza di Dio.    La purezza di Dio.     La divinità  di Dio.

 

Venne una nube e li coprì con la sua ombra.        Ecco,  la conferma.    Viene Dio.  In una nube.  Nello Spirito Santo.      Con lo Spirito Santo ti copre,  ti ricopre, ti immerge.  Ti colma, ti ricolma,  ti riempie.

E dalla nube uscì una voce.        Lo Spirito Santo,  ti porta la voce del Padre.   Che afferma. Che conferma. Che attesta.     Che certifica.  Che prova. Che comprova.

Questi è il Figlio mio.      Questi.   Proprio questo,  e non un altro.   Questi, è il Figlio mio. Gesù è il Figlio di Dio.  Che viene da lui. Che sta con lui. Che sta in lui.   È Dio,  pure lui.

L’eletto.     Questi è l’eletto.. Questi, e non un altro.   Questi, è la mia grazia.  È la mia gloria.  È la mia gioia.      A lui,  devi guardare.

Ascoltatelo.      Lui, devi ascoltare.  E non un altro.       Lui,   devi sentire. E non un altro.  Lui,  devi seguire.   E non un altro.      Dai retta a lui.  E non a un altro.

 

E nella sua luce,   diventi  luce.                                                                                               Per te,   e per gli altri.

 

 

 

 

 

 

La tentazione

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

 

 

La tentazione,  ti fa fare una scelta.    Ti mette davanti a una scelta.   Ti obbliga a fare una scelta.   Tra Dio e il demonio.       E tu,  che scegli ?

 

Il demonio.

Ti hanno dato,    il loro pane.      Nero. Duro. Cattivo.  Come pietra.    E tu lo hai mangiato.     E sei diventato come loro.   Nero. Duro. Cattivo.  Di pietra.

Ti hanno detto.  Guarda,  quante cose che ho.    Guarda,  quante cose che ti do    Se ti inginocchi. Se ti pieghi. Se mi preghi. Se mi adori.   Come Dio. Più di Dio. Al posto di Dio.

Hai scelto loro.  Non Dio.     E ti sei piegato. Ti sei prostrato. Ai loro piedi.   E gli hai baciato le mani.   E gli hai baciato i piedi.     E ti hanno messo sotto i piedi.   Ti hanno calpestato. E hanno calpestato la tua anima.   Hanno imprigionato la tua anima.   Si sono presi,  la tua anima.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Dio.

Non ci caschi.    E scegli Dio.   Stai con Dio. Dalla parte di Dio.  Solo lui,  è il tuo Signore.

 

Dì a questa pietra che diventi pane.     Ti prende alla fame.  Ti prende per fame.  La fame che hai,   di tutto quello che non hai.   Di tutto quello che non puoi.

Non di solo pane vivrà l’uomo.    Quel pane, non lo vuoi.  Non lo prendi.  Non lo mangi. Non è il pane di Dio.    Mangi solo il pane di Dio. Quello che ti da Dio.   Solo quello ti nutre.  Solo quello ti sazia.  Solo quello ti colma.  Solo quello ti calma.  Solo quello ti salva.

 

Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio.    Non è vero.  È falso. È finto.  Ti imbroglia. Ti mente. Ti inganna.    Non è suo,  quello che vedi.  Non è mai stato suo.     Non è stato dato a lui.   Non è mai stato dato a lui.   E lui non lo può dare. A nessuno.  Manco a te.

Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo.     Prima,  vuole la tua anima.  Prima, gli devi dare l’anima.   Prima, devi mettere l’anima, ai suoi piedi.   Poi ti da.    Ma non ti da.  Ti leva pure quello che hai.  Si prende pure quello che hai.  E non hai più niente.  Manco te.    Hai perso tutto.  Pure te.

“Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”.        Solo davanti a Dio,  ti inginocchi.  E a nessun altro.    Solo davanti a Dio, ti prostri.  E a nessun altro.    Solo Dio preghi.   E nessun altro     Solo Dio, adori.  E nessun altro.      Solo Dio è il tuo Dio. E nessun altro.    Hai un solo Dio. E nessun altro.

 

Gèttati giù di qui; sta scritto infatti.       Se non ti pieghi.  Gèttati.  Ti inganna di nuovo.   Ci prova di nuovo.   Usa la parola di Dio.  Ci mette la parola di Dio.   Così,  ci caschi meglio.

“Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano..Essi ti porteranno sulle loro mani”.      Se non ti pieghi, tu.  Gèttati.  E pieghi il tuo Dio.   E costringi il tuo Dio.   E obblighi il tuo Dio,  a gettarsi ai tuoi piedi.     Ti mette Dio, ai tuoi piedi.    Ti fa gettare Dio, ai tuoi piedi.    E non è più Dio.

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo.      No.  Non ci caschi.   È il tranello più grande. Che ti leva Dio.   E tu non ci caschi dentro.     Non lo pieghi,  il tuo Dio.   Non lo ripieghi.   Non te lo metti in tasca.  Non ci fai quello che vuoi.   Non lo fai, come vuoi.   Lo rispetti, Dio.

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo.         Non gli cambi i piani,  a Dio.   Non gli rompi i piani, a Dio.   Non sono tuoi, i piani di Dio.   Non li fai tuoi, i piani di Dio.   Li fai.  Come vuole Dio.

 

Il diavolo si allontanò da lui.          Non ce l’ha fatta.   Non c’è riuscito.   Non ci ha preso. Non ti ha preso.     Non hai scelto lui. Hai scelto Dio.      E davanti a Dio , non ce la fa.   E davanti a Dio,  non può.    E davanti a Dio,  se ne va.     E davanti a Dio,  non ci sta.

 

Hai scelto Dio.                                                                                                                     E vengono gli angeli.