Operai nella messe

San Pietro guarisce lo zoppo.

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.  Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

 

“La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!”.                                               E tu,   che operaio  sei ?

 

Con Gesù.

Ci metti Gesù,  nelle tue mani.    Ci metti Gesù, nei tuoi occhi.   Ci metti Gesù, nel tuo cuore.    E ci sta Gesù.

 

Non la pesti,  non la calpesti,   la messe.     Non te la metti sotto i piedi.  Non la tieni sotto i piedi.    Non la schiacci sotto i piedi.  La messe.

Non la lasci.  Non la abbandoni. La messe.    Non la fai marcire.  Non la fai imputridire.   Non la fai morire.  La messe.

La abbracci,  con le braccia del Padre. La messe.    La metti nelle braccia del Padre. La messe.     E lo riconosce il Padre.  La messe.

 

Il signore della messe.     Non sei tu,   il signore della messe.    Non ti fai tu,  il signore della messe.      È il Padre.  Il signore della messe.    E non sei tu.

La sua messe.       Non è la tua,  la messe.     È la sua. È sua la messe.  L’ha fatta lui.  Viene da lui.   E torna a lui.

Operai.        Ecco tu,  sei quello che fa.    Quello che opera.  Quello che si dà da fare.     Quello che non ci può stare. Senza averla aiutata.  Senza averla riportata al Padre.

Diede loro il potere.      Come puoi?    Gesù,  te lo da il potere.   Da Gesù, viene il potere.   Gesù ha il potere.   Di scacciare tutto il male,  dalla messe.

 

Guarite gli infermi.       Gesù ha il potere,  sulla malattia.   È Gesù che vince la malattia.  Che è più forte della malattia.     È Gesù,  che comanda alla malattia,    di andare via.

Risuscitate i morti.     È Gesù che ha il potere, sulla morte.   È Gesù che vince la morte.     È Gesù che fa andare via la morte.  È Gesù che fa risorgere dalla morte. E la morte va via.

Purificate i lebbrosi.       È Gesù che ha il potere,  sul peccato.   Sui bubboni dell’anima. Sui buchi dell’anima. Sulle deformità dell’anima.   E la fa tornare pura. E la fa tornare intera.  E la fa tornare vera.

Scacciate i demoni.      È Gesù che ha il potere,  sul male.  Sul male in persona.     Sul male che schiaccia la persona.  Sul male che si porta via la persona.    E scappa il male. Davanti a lui.    E si piega il male. Davanti a lui.   E non ci sta più   il male.   Se ci sta lui.

 

Date.     Lo fa ancora,  Gesù.    Lo fa in te. Lo fa con te.     Se tu,  sei in lui.   Se tu, porti lui.    Se tu,  dai lui.     Se tu,  metti prima lui.    Se tu,  lasci fare a lui.     Se tu, fai fare a lui.

E sei operaio.    Nella sua messe.