Il primo posto

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.  Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

 

 

“Non metterti al primo posto,  perché non ci sia un altro invitato più degno di te.”                       E tu,   in quale posto ti metti.   Primo  o ultimo ?

 

Primo.

Lo vuoi tu,  il primo posto.     Lo fai tu,  il primo posto.   Sei tu,  il primo posto.  Te lo prendi tu,  il primo posto.      Il posto di Dio.  Al posto di Dio.

E gli ultimi,    non ci possono stare,  con te.     Non ci possono stare,  vicino a te.   Non ci hanno a che fare,  con te.     E li fai fuori.  E li butti fuori   E li tieni fuori.

Pure a Gesù,      gli prendi il posto.     Ti metti prima tu.   Ti fa primo tu,  di lui.    E a lui  lo metti dopo.  Lo metti ultimo. Lo fai ultimo.     Ma Gesù è Dio.  E Dio  è il  Primo di tutti.  Sei tu,   che ti sei fatto fuori.  Che ti sei messo fuori.  Che ti sei buttato fuori.  Dal banchetto di Dio.     Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Ultimo.

Il primo posto  lo lasci a Dio.   È suo. Non è tuo.   Lo metti al primo posto.   È lui,  il tuo posto.

 

Quando sei invitato a nozze da qualcuno.      Chi ti invita a nozze,  è Dio.   È lui il re del banchetto.    È lui,  che ti invita.   È lui che decide i posti.   È lui che fa i posti.   È lui che dà i posti.

Non metterti al primo posto.      Non te lo dai tu,  il posto.    Non lo scegli tu,  il posto.  Non  è tuo,  il posto.    Nel regno di Dio.

Non metterti al primo posto.     Non te lo prendi, il primo posto.   Non te lo compri, il primo posto.    Non ti è dovuto, il primo posto.    Non ti spetta il primo posto.

Cedigli il posto.      Dio lo sa che hai nel cuore.   Che conta il posto,  più di Dio.  Che vuoi il posto,  più di Dio.    Che ami il posto,  più di Dio.

Vai a metterti all’ultimo posto.    Per te, conta Dio,  più del posto.   Vuoi Dio,  più del posto. Ami Dio,  più del posto.     Non ti importa del posto.   Basta che stai con Dio.   È Dio,  il tuo posto.

Amico, vieni più avanti!     Ecco allora che è Dio,  che ti viene incontro.  Che ti invita.  Che ti vuole.  Vicino a lui.    Che ti chiama. Vicino a lui.   Che ti tiene. Vicino a lui.   Più vicino a lui.

 

Quando offri un pranzo, non invitare i tuoi amici.     Quando fai un pranzo,  non lo fare, banale.  Normale. Uguale.     Con i tuoi amici, i tuoi parenti,  e i ricchi.    Fai un pranzo speciale.  Un pranzo spirituale.     Un pranzo di nozze.  Il pranzo di nozze di Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Fai come Gesù.    Invita al banchetto di Dio,  quelli che invita Dio.  Quelli che vuole Dio.  Quelli che cerca Dio.  Quelli che ama Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Chiama.   Quello che è povero.  Quello che non ha niente.  Quello che non ha più niente.  Quello che ha perso tutto.  Pure se stesso.  Pure Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Chiama.   Quello che è storpio.   Quello che è altalenante.   Quello che è vacillante.   Né di qua. Né di la.   Un po’ di qua, un po’ di la.    Non si sa dove sta.    Manco con Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Chiama.  Lo zoppo.   Quello che ha perso una parte di sé.    Quello che non ha più una parte di sé.    Quello che ha ceduto una parte di sé.  E pure Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.     Chiama  . Il cieco.   Quello che sta nel buio.  Quello che è rimasto al buio.    Quello che non vede più la luce.   Quello che non ha più la luce. Quello che non ha più Dio.

 

Non hanno da ricambiarti.       Quello che dai.   Non lo dai per avere.   Non ti danno niente in cambio.   Non hai niente in cambio.    Non te ne viene niente,  in cambio.

Riceverai la tua ricompensa.   Ma hai fatto. Quello che ti chiede Dio.   E la tua ricompensa, è in Dio.    È Dio.

E hai  un posto.     Al banchetto  di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Signore, aprici !

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.  Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».   Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.  Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

 

 

“Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta,  voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo:  “Signore, aprici!”     Ma egli vi risponderà:  “Non so di dove siete”.            E tu,   da che parte stai,  della porta.   Dentro o fuori ?

 

Fuori.

Ti sei fatto tu,   il padrone di casa.     E ti sei messo al posto,  del padrone di casa.   Gli hai preso il posto.   Gli hai preso la casa.    E stai fuori.

E ti sei preso la porta.    La fai tu,  la porta.    E ci fai passare chi ti pare.  Chi vuoi tu. Come vuoi tu.  Perché lo vuoi tu.       E sei fuori.

E pure a Gesù,    lo tieni fuori dalla porta.    Lo fai stare fuori,  dalla tua porta.    Non lo fai entrare. Non lo fai passare.    Ma Gesù è Dio.   E Dio non lo puoi fermare.    Sei tu,  che ti sei fatto fuori.  Che ti sei messo fuori.  Che stai fuori.    Dalla porta di Dio.    Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Dentro.

Solo Dio,   è il padrone di casa.   E non sei tu.    E la porta è Gesù.  Da lui devi passare.  Solo lui ti fa entrare,  nella casa di Dio.

 

La porta stretta.     Ecco la porta per entrare.    È la porta stretta.   È la porta della croce. Della croce di Gesù.  Della tua croce.

La porta stretta.      Se ci passi.    Non ci passa il tuo trono.  Su cui stai seduto. Su cui stai appiccicato. Su cui stai incollato.   Lo lasci. Ti alzi. Ti stacchi.   E sei piccolo.  E ce la fai.

La porta stretta.      Se ci passi.    Non ci passa la tua corona.   Non ci entra la tua corona. Ti cade la corona.   E la lasci fuori la corona.     E sei umile.   E ce la fai.

La porta stretta.     Se ci passi.    Non ci passa il tuo cavallo.  Che ti fa alto. Che ti fa sopra. Che ti fa di più.    E scendi giù.    E sei basso.   E ce la fai.

La porta stretta.     Se ci passi.    Non ci passa la tua armatura.   Dove ti sei chiuso. Dove ti sei rinchiuso. Dove ti sei nascosto.     Esci fuori.   E sei fragile.   E ce la fai.

La porta stretta.     Se ci passi.     Non ci passa l’oro,  che ti si è messo in tasca.  Che ti gonfia la tasca.   Che ti riempie la tasca.  E il cuore.    La devi svuotare.    E sei povero.      E ce la fai.

 

La porta stretta.       È la croce di Gesù.    Nella sua croce devi entrare.  Nella sua croce devi passare.  Nella sua croce devi stare.    E ti ripara. E ti prepara.    Alla casa di Dio.

La porta stretta.     È Gesù risorto.    A lui devi bussare.  È lui che ti apre.  Che ti fa entrare. Che ti fa passare.  Che ti fa stare.     Nella casa di Dio. Nel regno di Dio.

 

Se passi da Gesù,   ci entri subito nella casa di Dio.    Ci entri ora.  Ci entri adesso. Ci stai adesso.     Così ci sei già dentro.   Quando il padrone chiude la porta.

E sei salvo. Già da ora.

 

 

 

 

 

 

 

No, io vi dico, ma divisione

San Rocco Venezia – Cristo scaccia i mercanti dal tempio di Giovanni Antonio Fumiani

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:   «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

 

 

“Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?  No, io vi dico, ma divisione.”               E tu,   come Gesù,    lo dividi,  il bene dal male ?

 

Ambiguo.

Né di qua,  né di là.      Un po’ di qua, un po’ di la.    Prima di qua. Poi di là.    Sia di qua, che di là.    E non stai  né di qua, né di là.     Non stai con Gesù.

Lo mescoli.  Lo amalgami. Lo fondi. Lo confondi.  Il bene con il male.  E non si capisce più,  cosa è bene e cosa è male.    E non si capisce più,  Gesù.   Manco tu.

E pure a Gesù,  gli levi la spada.    Così non lo separa, il bene dal male.  Così non lo divide il bene dal male.     Così non ci sta più il bene.  E non ci sta più il male.     E manco Gesù.   Ma Gesù è Dio.   E nessuno lo può cambiare.      Sei tu,  che ti sei diviso dal bene.  Che ti sei tagliato dal bene.  Che ti sei staccato dal bene.   E da Dio.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Lo dividi.

Come Gesù, lo dividi.    Lo tagli, lo spezzi, lo separi,  lo stacchi.  Il bene dal male.  E lo sai,  cosa è bene e cosa è male.      E puoi scegliere il bene.   E puoi scegliere Dio.

 

Pensate che io sia venuto a portare la pace.      La pace di Gesù.    Ti sembra  che gli sta bene tutto.  Che accetta tutto.    Che non reagisce mai.  Che non si arrabbia mai.  Che gli va tutto bene.   Che gli sta tutto bene.     Che è tutto bene.

No, io vi dico, ma divisione.       No. La pace di Gesù è altro.     È quando dividi,  il bene dal male.  Come una spada, con la spada.      Quando lo tagli.  Quando lo separi. Quando lo recidi.     Quando lo stacchi. Quando lo distacchi.     Il bene dal male.

No, io vi dico, ma divisione.       È quando il taglio,  è netto.   È secco. Preciso. Deciso.   Così si distingue bene.  Così si vede bene.    Cosa sta di qua,  e di la.

No, io vi dico, ma divisione.      È quando Dio è Dio.   E non è altro.    È quando il Signore  è il Signore.   E non un altro.      E non lo sporchi. E non lo inquini.  E non lo cambi.  E non lo scambi.    Con un altro.

No, io vi dico, ma divisione.       E davanti a Dio.   Puoi dire si.  Un si netto. Un si preciso. Un si deciso.   E diventi un si.   Un si vivo.  Al tuo Dio.

 

Saranno divisi tre contro due e due contro tre.      Se scegli Dio.    Quelli che non stanno dalla parte di Dio,  quelli che non vogliono Dio,    si mettono contro.    Ti vengono contro. Vengono fuori.  Saltano fuori.     E si distinguono da te.   E si sa chi sono.

Si divideranno padre contro figlio.     Se scegli Dio.  Anche se è tuo padre che non lo vuole. Anche se è tuo padre, che si mette contro.  Che ti viene contro.   Tu stai dalla parte di Dio.     E scegli Dio.  Più di tuo padre.

 

Se scegli Dio.     E vedi i mercanti del tempio, che sono contro Dio.  Che si sono presi Dio. Che si vendono Dio.  Che profanano Dio.      Non te li tieni.  Non li lasci fare.  Non li fai fare. Ma come Gesù,   li butti per aria.    Rovesci, ribalti.  Rivolti.    I loro carretti,  i loro progetti.      E  li scacci.    Li stacchi.  Li distacchi,  da Dio.      Perchè non sono di Dio.

È  il fuoco di Dio.    Che te lo fa fare.

 

 

 

 

 

 

Gesù bussa alla porta

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.   Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!  Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.  Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.  Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.  A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

 

 

“Il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se lo aspetta e a un’ora che non sa”.        E quando viene Gesù,  a te,   come ti trova ?

 

Con loro.

A fare il padrone,  come loro.    A fare il padrone, con loro.    A fare il padrone della vita degli altri.   A levare la vita agli altri.  Per loro.     E a perdere la tua anima.   In loro.

A fare tue,    le cose di Dio.    A prenderti  le cose di Dio.    A dissacrare le cose di Dio.      A sfregiare le cose di Dio.  Per loro.      E ti sei sfregiato tu.  In loro.

A fare il padrone,  pure di Dio.    A decidere chi è Dio.  Che deve fare Dio. Come deve fare, Dio.    Perché lo dicono loro. Come dicono loro.     Ma  Dio è il Signore.  L’unico Signore.  E non sono loro.    E ci sei cascato.  E ci sei caduto.  E sei precipitato. Come loro.    Ancora. Ora.  Per sempre.

 

Con Gesù.

Il servo sei tu.   Non sei il padrone   . E quello che ti ha dato Gesù,  non è tuo.  È suo.   Solo lui è il padrone.   Solo lui è il Signore.   Anche di te.

 

Il mio padrone tarda a venire.      Tanto non mi vede.  Tanto non lo sa.  Tanto non ci sta. Tanto che gli fa.   Tanto non torna.   Tanto non è per ora.   Tanto ci manca tempo. Tanto, faccio in tempo.

E cominciasse a percuotere i servi e le serve.      Non ti prendi cura di loro.   Anzi,  gli levi la cura.  Gli rubi la cura.   Gli neghi la cura.     Li lasci senza cura.

E cominciasse a percuotere i servi e le serve.      Non li proteggi dal male.    Anzi,  sei proprio tu che gli fai del male.   Che li fai stare male.   Che li fai  sprofondare nel male.  Che li fai cadere nel male.    Che li fai perdere nel male.

A mangiare, a bere e a ubriacarsi.     E pure a te, ti fai del male.  Ti lasci andare al male. Ti riempi del male.  Ti ubriachi di male.    E sei servo del male.  Non di Dio.

 

Il padrone di quel servo arriverà.    Ma Gesù, viene.    Sta alla porta.  Sta già la porta.  E lì che ti vede.  E i suoi occhi sono tristi. Angosciati per quello che vede.   Per come ti vede.

In un giorno che non se lo aspetta.     Non lo vedi. Non lo sai.   Ma ci sta.  Gesù ci sta.  Alla tua porta.   E non lo aspetti. E non te lo aspetti.   Non lo pensi.  Non ci pensi.  Non ci stai.  Se tu,  che non ci stai.

A un’ora che non sa.      Non la sai tu,  l’ora.    La sa Dio.  La decide Dio.  E non la puoi cambiare l’ora.    Non è tua l’ora. .  L’ora,  è di Dio.

La sorte che meritano gli infedeli.      La sorte l’hai scelta tu.  L’hai voluta tu. L’hai decisa tu. Perché non hai voluto Dio.   Perché  hai fatto fuori Dio.   Perché lo hai messo alla porta. Perché l’hai buttato fuori dalla porta.  Dalla tua vita.      E ti sei buttato fuori. Da solo.

 

A chi fu affidato molto.    Te le ha date Dio, le cose di Dio.  Te le ha affidate. Si è fidato di te. Conta su di te.  Punta su di te.  Ha scommesso su di te.

A chi fu affidato molto.    E per fare le cose che ti chiede , ti ha dato molto.  Di più.  Ti ha fatto capire di più.   Ti ha fatto sentire di più.  Ti ha dato una marcia in più.  Per fare le cose, che vuole lui.   E tu che fai?

Sarà richiesto molto di più.     Non te le tieni.   Non le dai a un altro  . Non le lasci marcire. Non le lasci finire.  Non le lasci morire.    Non te le vendi.  Non le svendi.   Non le neghi. Non le rinneghi.

Sarà richiesto molto di più.     Ma le fai,   le cose di Dio.   Le fai come vuole Dio.  Le fai, perchè le vuole Dio.   Eccolo  il tuo tesoro.  Lo metti  in Dio.   E in Dio triplica.  Moltiplica.    E ritorna a Dio.    Di più.  Molto di più.

 

E ce la fai.