Cristo Re

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

 

“Venite benedetti del Padre mio, ricevette in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere…”.

E tu,   sei benedetto ?

Viene Gesù.  Nella sua gloria.       E siede sul trono  della sua gloria.     È il Re.     Il vero Re.  Il Re dei re.     Il Re del cielo e della terra.     E il tuo Re.

 

 

Benedetti.

Ho avuto fame.       È venuto Gesù. In quel povero.   Ci sta Gesù. In quel povero. Era Gesù.  In quel povero.     Che aveva fame.

E mi avete dato da mangiare.         E tu lo hai dato a Gesù.  Quel pane.    Lo hai messo nelle mani di Gesù. Quel pane.     Hai visto gli occhi di Gesù.   Con quel pane.

Ho avuto sete.       È Gesù in quel povero,  che ha sete.     È Gesù sulla croce,   che ha sete.   Che ti chiede da bere.     Che lo chiede,  a te.

E mi avete dato da bere.      E  gli hai dato da bere.   Lo hai dissetato.  Lo hai riparato. Lo hai consolato.    In quel povero.

 

Ero malato.        È Gesù in quel malato,   che nessuno lo vuole.    Isolato. Perso. Disperso.    Sperduto.  Dimenticato.  Abbandonato.

E mi avete visitato.      E lo vai a trovare.   Non lo lasci solo.   Non lo fai stare solo. Lo tieni per mano.      È la mano di Gesù.  Quella mano.

Ero in carcere.       È Gesù chiuso.    Rinchiuso. Isolato.  Rifiutato.    Accusato. Condannato. Negato.    In quel povero.  

E siete venuti a trovarmi.         E tu,  quel povero.    Lo hai aiutato.     Ad uscire dalle sue sbarre.   Dalle sbarre del suo cuore.   E dalle sbarre della sua anima.

 

 

Maledetti.

Non mi avete dato da mangiare.        Sei tu,  quello che lo ha affamato.   Il piccolo. Sei quello che gli ha levato il pane.  Al piccolo.    Sei quello che non gli da il pane. Al piccolo.

Non mi avete dato da bere.         Sei quello che lo ha assetato,  il piccolo.    Sei quello che lo ha fatto arso.  Che lo ha fatto arido.  Che lo ha inaridito. Il piccolo.

 

Ero malato e non mi avete visitato.        Lo hai fatto tu,  malato.   lo hai voluto tu, malato.   Lo hai lasciato malato.     Non lo hai curato

Ero malato e mi avete visitato.         Lo hai fatto di più,  malato.    Lo hai eliminato. Lo hai fatto sparire.   Lo hai fatto morire.     Lo hai gettato.

 

Ero carcerato e mi avete visitato.         Gliele hai messe tu, le sbarre.   Gliele hai fatte tu, le sbarre.    Le hai volute tu, le sbarre.     Le hai bloccate  tu,   le sbarre.

Ero carcerato e non mi avete visitato.         Sei tu,   la sbarra.   Che lo incatena.   Sei tu la sbarra.   Che lo imprigiona.     Sei tu,  la sbarra.  Che lo tiene schiavo. Che lo vuole schiavo.   Che lo fa schiavo.          Ma il vero schiavo,  sei tu.    

 

 

Venite benedetti dal Padre mio.    

Il Padre,   ti ha benedetto.      Ti ha veduto.  Ti ha voluto.    Ti ha scelto.  Ti ha provato.      E si è compiaciuto.

Ricevete in eredità il regno.       Ti benedice,  anche il Figlio.    E ti fa entrare nel suo Regno.  Ti da il suo Regno.        Ti aspetta un Regno.  

 

Il Regno di Dio.    Per l’eternità.

 

 

 

 

 

 

Cristo Re

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».  Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».  E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 

 

I capi deridevano Gesù dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se lui è il Cristo di Dio, l’eletto”… I soldati dicevano: “Se tu sei il re dei giudei, salva te stesso”. Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui è il re dei giudei”.                 E il tuo re,   chi è ?

 

Tu.

Non lo vuoi Gesù,  più di te.    Non lo vuoi sopra a te.    Figurati come Re.   E lo fai tu, il re.   Il re di Gesù.

E lo incoroni con le tue spine.    Ci metti le tue spine. La tua corona di spine.  E lo sfregi.    Così non è più Re.      E sei tu.  Il solo re.

E lo levi,  come  Re.     Non ci deve stare come Re.     Non ci deve stare nessuno.  Sopra di te.    Così sei tu il re.  Il re di Gesù.     Ma Gesù è Dio.   E Dio è il Re di tutto.   Pure di te.

 

 

Cristo Re.

Gesù è il Re.    Il Re dei Re.    Il Re da sempre. Il Re per sempre.    Il Re di tutte le cose.

Lui ci stava prima  di tutte le cose.  Tu ci stavi prima?  No. Lui si.    In lui sono state fatte tutte le cose.   E in te? No.  In lui si.     In lui ci stanno tutte le cose.   E in te? No.  In lui si.     In vista di lui sono state fatte tutte le cose.   E in te? No. In lui si.    Da lui vengono e a lui ritornano tutte le cose.    E a te?  No.    A lui si.         Ecco  chi è  il Re.

 

Il Cristo di Dio.     Poteva starsene la, dove stava.    Ma non ti lascia solo.   E il Padre l’ha mandato qua.    Per salvarti.

Salvi se stesso.      Lui non ha bisogno di essere salvato.     Ma tu si.   Hai bisogno di qualcuno che ti salvi, dal tuo male.   Che ti tira fuori, dal male.    Che ti levi, il tuo male.

Salvi se stesso.    Gesù ha preso le tue spine.   Le ha fatte entrare nel suo capo.  Le ha toccate con il suo sangue divino.      E non sono più spine.  E non fanno più male.

Salvi se stesso.     Gesù ha preso la tua croce.   Si è fatto attaccare alla tua croce.   Sta sulla tua croce.      E non è più croce.   E non fa più male.

 

Se tu sei il Cristo.      Per te non è Dio.  Per te, non è il Cristo.   Per te è solo un uomo, come te.     E per salvarsi, deve scendere dalla croce.   Come te.

Salva te stesso e noi.     Se lo fai scendere.  Non ti può salvare.    Se lo fai scendere. Non vuoi essere salvato.     Se lo fai scendere.  Non puoi essere salvato.

Salva te stesso e noi.     Se lo fai scendere. Non salva più nessuno.   Se lo fai scendere, non ci sta più il Salvatore.    Se lo fai scendere. Non ci sta più il Signore.

Salva te stesso e noi.     Se lo fai scendere.   Non si apre più il cielo.  Non sale più la terra.  Non si ricongiungono, la terra il cielo.  Non si incardinano, la terra il cielo.   Su quella croce.

 

Non hai timore di Dio.    Lo riconosci che è Dio.   Che è più di te.  Che non è te.  Che non è come te.    E lo rispetti.   Dio.

Abbiamo meritato per le nostre azioni.       Lo riconosci il tuo male.   Lo vedi il tuo male. Ci sta il tuo male.     Lo senti,   che ti fa male.

Egli invece non ha fatto nulla di male.     Lo riconosci che in lui,  non ci sta il male.   Che lui è innocente.  È immacolato.  È Santo.      È il Santo di Dio.

Ricordati di me.      Lo riconosci che lui,  ti può salvare.       E ti metti in lui.    E stai  in lui.

Quando entrerai nel tuo regno.       Lo riconosci che lui è il Re.   Il tuo Re.   Il tuo Signore. Lo riconosci che ha un Regno.    Che ci sta un Regno.  Il suo Regno.    Il Regno di Dio.

 

Oggi con me sarai nel paradiso.      Ed ecco il Re,  lo apre il suo Regno.    Lo apre a te.

E sei  in paradiso.   Già da ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cristo Re

 

 

 

 

 

 

 

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».   Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».   Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

 

“Il mio regno  non è di questo mondo”…  “Dunque tu sei re?”    Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re”.         E  il tuo re,   chi è ?

 

Loro.

Si fanno  re.      Si mettono sul trono.      Si prendono lo scettro,  della tua vita.    E ci fanno quello che gli pare.  Della tua vita.     Ma hanno perso la loro.     E non sono re.

E tutti gli altri,   li fanno schiavi.    Li mettono ai loro piedi.  Devono stare ai loro piedi. Come pezza da piedi.  Su cui vogliono passare.   Sono polvere, da calpestare.    Ma non sono re.

E pure a Gesù,     gli hanno levato la corona.    Gliela hanno presa.  Se la sono presa.  E se la sono messa in testa,  loro.   Per farsi Dio.     Ma non sono Dio.   Gesù è Dio.  E la corona di Dio,  è solo la sua.    E il trono,  è solo il suo.    E il Re,  è solo lui.    Sono loro gli schiavi.  I veri schiavi.  I più schiavi degli schiavi.     Schiavi di chi è contro Dio.  Ci sono cascati.   E sono caduti.       Ancora. Ora.   Per sempre.

 

 

Gesù Cristo.

Ci eri cascato.  Ma non ci caschi più.     Solo Gesù,  è il Re.    Il Re del cielo e della terra.   E anche il tuo.    Il tuo Re.

 

Il mio regno non è di questo mondo.          Il Regno di Dio,  non è del mondo.   Non appartiene al mondo.  Non ci sta dentro al mondo.    È di più. È molto di più.    Il Regno di Dio,  è di Dio.     Il Regno di Dio,   è Dio.

Dunque tu sei il re?     Se è il tuo regno.  Se il regno è il tuo.  Hai un regno.  Quindi sei  re.

Io sono re.       Te lo dice Gesù. Te lo dice lui. Che è Re.   Lo afferma lui. Lo conferma lui. Lo proclama lui.   Che è  Re.

Io sono re.      Non è un Re, di questo mondo.   È di più. È molto di più.    È il Re del cielo e della terra.     La terra il cielo  sono stati fatti in lui.  E per lui.   E tornano a lui.

Io sono re.    È il Re,  che è il principio di tutto.   L’Alfa e l’Omega.   Il Re,  che c’è sempre stato.  Ci sta. E sempre ci sarà.  L’eterno.     Il Re,  che ha tutto il potere.  Tutto il potere,  è suo.   Tutta la potenza, è sua.     L’Onnipotente.

 

Per  questo sono venuto nel mondo:  per dare testimonianza alla verità.       Per questo è  venuto Gesù.    Per farti sapere come stanno veramente le cose.   Per farti sapere la verità.     La verità di Dio.

Chiunque è dalla verità.         Se stai in Dio.  Se sei di Dio.  Se vieni da Dio.    Allora vieni dalla verità.    Perché la verità,  sta in Dio.    Perché la verità,  è Dio.

Ascolta la mia voce.      Allora la ascolti. La senti. La provi.   La voce di Gesù.   Perché è il Figlio di Dio.     E la verità è in lui.   E la verità,  è lui.

 

Gesù è il Re  della verità.    È il centro della verità.  È  la potenza, della verità.   È il Re vero. Il vero Re.   Il solo Re.

Il tuo  Re.     E il tuo  Signore.

 

 

 

 

 

Il giovane ricco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».    Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.    Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».   Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

 

 

“Una cosa sola ti manca:   và, vendi quello che hai e dallo ai poveri,  e avrai un tesoro in cielo;   e vieni!  Seguimi!”    Ma a queste parole egli si fece scuro in volto  e se ne andò rattristato;   possedeva infatti molti beni.         E tu,   te ne vai ?

 

Te ne vai.

Ti fanno pensare,  solo ai soldi.     Ti fanno attaccare,  ai soldi.     E ci stai attaccato, mani e piedi.     Ma sono i soldi che attaccano le tue mani e i tuoi piedi.  Che hanno bloccato le tue mani e i tuoi piedi.    Che hanno inchiodato  le tue mani e i tuoi piedi.     E  non ce la fai.

Non te li fanno dare ai poveri,   i soldi.     Te li fanno prendere ai poveri,  i soldi.   Ti fanno diventare i poveri,  i tuoi soldi.     E gli usi,  come i soldi.    E li spendi,  come i soldi.    E li vendi,  come i soldi.    E lì butti,  come i soldi.    E non stai con Gesù.

Ti vogliono comprare,    pure Gesù.        Ti  comprano,  pure Gesù.     Ti  barattano  pure Gesù.    Con i soldi. Per i soldi.     Ma Gesù è Dio.   E Dio non si può comprare.     Sono solo loro,  che si sono venduti.    Sono loro, che si sono svenduti.   Sono loro che si sono barattati,  l’anima.    E sono diventati poveri. I veri poveri. I più poveri, dei poveri.  Perché hanno perso l’anima.    E hanno perso Dio.     Ora. Ancora.  Per sempre.

 

 

Non te ne vai.

Non gli giri le spalle.     Non lo lasci Gesù.  Non vai via.    Perché è lui,  il vero tesoro. L’unico vero tesoro.    Il vero tesoro che cerchi.  Il vero tesoro che hai.   Il vero tesoro     che avrai,   per sempre.

 

Ecco, noi abbiamo lasciato tutto.       Se lasci tutto.  Se ti distacchi da tutto.   Se tutto non ti basta più.  Se tutto non è più tutto, senza Gesù.   Se tutto, non sei più tu.  Se tutto è Gesù.

E ti abbiamo seguito.        Lo metti Gesù, prima di tutto.   Lo metti Gesù, davanti a tutto. Conta Gesù, più di tutto.   Di più di te.     E ce la fai.  E lo segui.

Che non riceva, già da ora, cento volte tanto.              Lasci,  quello che avevi.     Ma Dio è di più. Molto di più.     In Dio ci sta di più.  Molto di più.     Dio ti da di più. Molto di più.  Cento di più. Cento volte di più.    Mille vlte di più.   Di quello che avevi.     Di  quello che pensavi.    Di quello che sapevi.   Di quello che speravi.

 

Insieme a persecuzioni.          Se stai con Gesù.  Stai dalla parte di Gesù.    Non stai dalla parte di loro.     Di chi non lo vuole.  Di chi lo rifiuta.  Di chi lo offende.   Di chi lo nega.  Di chi lo rinnega.    Ancora. Ora.

Insieme a persecuzioni.        Per questo ti perseguitano.   Perché in te, vedono lui.  Perché in te, feriscono lui.    Perché in te, umiliano lui.   Perché in te, fanno fuori lui.   Ancora. Ora.

Insieme a persecuzioni.      Ma non è una sfortuna.  Non è una sconfitta. Non è una disfatta.    È un bel segno.     È il segno che Gesù,  ci sta in te,  davvero.    È il segno,  che sei vero.   È una vittoria.   È la tua vittoria.   È la sua vittoria.

E la vita eterna nel tempo che verrà.       Se ti perseguitano.  Ti fanno un favore . Gli sembra di averti chiuso le porte.     Invece  te le hanno aperte le porte.    Ti hanno aperto le porte del paradiso.   Ti hanno dato il paradiso.   Ti hanno regalato il paradiso.   Ti fanno stare in paradiso.  Con Gesù.   Per sempre.  Già da ora.

 

Allora si che ce l’hai.                                                                                                              La vita eterna.

 

 

 

 

 

Il granello di senape

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».  Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».  Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

 

“Così è il regno di Dio:   come un uomo  che getta il seme sul terreno;   dorma o vegli,      di notte o di giorno,   il seme germoglia e cresce.  Come, egli stesso non sa.   Il terreno produce spontaneamente   prima lo stelo,   poi la spiga,   poi il chicco pieno nella spiga.”      E tu,   che seme  sei ?

 

 

Marcito.

Ti fanno credere   che sei un seme marcito.    Ti ci fanno diventare loro,  un seme marcito. Ti vogliono loro,   come seme marcito.     Così non dai frutto.   Come loro.

Ti fanno credere   che sei un seme cattivo.      Ti fanno diventare loro,  un seme cattivo.    Ti vogliono  come un seme cattivo.     Così dai  frutti cattivi.    Come loro.

Ti strappano    pure Gesù.    Ti sradicano  pure Gesù.      E sradicano pure te,  da lui.   E strappano pure te, da lui.   Così ti secchi subito. Così ti pieghi subito. Così ti spezzi subito.  Ma sono loro,   che si sono seccati.     Sono loro,   che non sono più semi.   Che non sono mai stati semi.    Nella mano di Dio.

 

 

Un granello di senape.

Sei un granello di senape.      Piccolo.  Tanto piccolo,  che nessuno lo vede.     Piccolo, tanto piccolo,  che neppure tu,  ti vedi.     Ma sei  il granello di Dio.   Il granello del Padre.   E in te ci sta il Padre.

 

Così è il regno di Dio:  come un uomo che getta il seme sul terreno.      Ti ha gettato Gesù, nel regno di Dio.    Ti ha seminato Gesù, nel regno di Dio.   Ti ci ha messo Gesù, nel regno di Dio.      Sei venuto dalla mano di Gesù,  nel regno di Dio.

Dorma o vegli, di giorno o di notte.    Ti senti disperso. Ti senti perso. Ti senti abbandonato. Ti senti affondato nel terreno.   Ti senti dimenticato nel terreno.   Ti senti calpestato nel terreno.

Il seme germoglia.         Ma è proprio li,  che germogli.     È proprio li,  che vieni fuori.    È proprio lì,  che viene fuori   quello che ci sta  dentro di te.     Quello che Dio ci ha messo,  dentro di te.

E cresce.         E lo cominci a vedere.  E lo cominci a scoprire.  E lo cominci a capire.    Quello che ci sta dentro di te.    Quello che Dio ha messo,  dentro di te.     Quello che vuole Dio,   da te.

Prima lo stelo.        Nessuno te lo può levare, lo stelo.   È quello che ti tiene.  È quello che ti porta in alto.   È quello che ti fa salire  al Padre.     È Gesù che lo fa.    È Gesù che ti tiene. Anche se non ce la fai.   Quando non ce la fai.    Ti tiene lui.

Poi la spiga.      Nessuno te lo può levare, la spiga.    Viene fuori lo stesso.  Ti scappa fuori lo stesso.      È quello che tiene il chicco.    È quello che prepara il chicco.   È quello che porta il chicco.   Del pane.

Poi il chicco nella spiga.         Ed ecco il chicco.  È il chicco del pane.     È Gesù,   che è    il chicco.   È Gesù, che è il pane.      E ti riempi di lui.   E ti ricopri di lui.   E ti pieghi, per lui. Verso gli altri.    Per darlo agli altri.    Per porgerlo agli altri.      E nutrire gli altri,  di lui.

 

E diventa più grande di tutte le piante.             Eri piccolo.      Ma  non sei più piccolo.   Ci sta Gesù.     È Gesù,  che è grande.      È Gesù   il regno di Dio,   che è grande.    È Gesù  che è Dio,   che è grande.       Più grande  di tutte le altre piante.

E fa rami così grandi.        I rami sono le braccia di Gesù.    Che sono tese,  protese.  Pronte a tenere.   A contenere.   Ad abbracciare,  tutti quelli che lo cercano.

Che gli uccelli del cielo   possono fare il nido  alla sua ombra.        Ecco dove puoi andare. Ecco dove puoi stare.    Ecco dove puoi fare il nido.    Il tuo nido.  La tua casa.  Il tuo posto.  Alla sua ombra,   prendi respiro.     Puoi respirare.

 

Nelle sue braccia,   puoi riposare.

 

 

 

 

 

 

 

Cristo Re.

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».  Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».  Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

 

E per te,   chi è   il Re?

 

   Tu.

Ti credi di essere tu,  il re.   Ti senti tu,  il re.     Ti fai tu,  re    Da solo.

Ti fai tu,  il trono.  Te lo indori tu, il trono.   Ti siedi sul tuo trono.  Non ti sposti dal tuo trono. Mai.

Lo vuoi tu,  lo scettro.   Te lo prendi tu, lo scettro.   Lo tieni stretto, lo scettro.  E non lo dai. E non lo molli.   Mai.

E non vuoi  altri re.   Non ci sono altri re. Oltre te.     Ci sei solo tu.  Neppure Gesù.

 

 

  Cristo Re.

Lui solo  è Dio.     Lui solo   è  il Re.                                                                                         Ha fatto tutto  lui.  Lui solo  è  il Re.                                                                                        Tutto è  in lui.   Anche tu.     È l’unico  Re.   Anche il tuo.                                                     C’è sempre stato,   e sempre ci sarà.     È sempre stato Re,    e sempre lo sarà.

Il suo Regno,  non è di questo mondo.   Non appartiene al mondo. Non appartiene a te.   Non è tuo.

Il suo Regno è divino. È di Dio.  È Dio.   È  il cuore di Dio.   Con il Padre  e lo Spirito Santo. Lo Spirito della Verità.     È venuto  per la Verità.    A dare testimonianza   alla Verità.

 

Se lo fai   anche tu.

Se stai  nella Verità.

Stai   nel suo cuore.

Stai  nel suo Regno.

Fin da ora.

 

 

 

 

 

Il tesoro nascosto

parabola-del-tesoro-escondido-3

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:   «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

 

 

 

Quale è,   Il tuo tesoro?

Lo sogni, lo insegui, lo invochi.  Tra le cose.     Ma si sfalda, si squaglia. Finisce.

 

Vai  nel campo di Dio.     Scava,  vai a fondo.    Sporcati le mani. Mettici le mani.  Entraci con le mani.       E lo tocchi e lo trovi.    Il tesoro nascosto.   Il tesoro di Dio.      È il Regno di Dio.   Il Regno dei cieli.

Lo apri.     E ti brillano gli occhi.   Ti rispecchiano gli occhi.   Ti entrano negli occhi,        gli splendori di Dio.   La gloria di Dio.     Tutto Dio.   Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Tutto il Paradiso.   Tutto il suo Regno.

È molto di più,   di quello che cercavi.      È molto di più,  di quello che sognavi.   È molto di più,  di quello che speravi.

 

È il centro di tutto.     E se lo vuoi.  Se ci vuoi stare dentro.  Deve essere anche il tuo centro.

Ci punti tutto quello che hai.   Ci metti tutto quello che hai.  Ti giochi tutto quello che hai. Perché vale più,    di tutto quello che hai.

 

E diventi,  parte di quel tesoro.     E diventi anche tu,  un tesoro.

Un tesoro  di Dio.

Una perla  di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Il  Re

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In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».  Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».  E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 

 

 

E tu, che gli dici?

Anche tu  sei in croce,  vicino a Gesù.       Anche tu piagato, trafitto, trapassato,   dai tuoi chiodi,   dalle tue ferite.

 

 

Come uno dei ladroni,    lo insulti.

 

Lo deridi.     Lo prendi in giro,  lo umili,  lo annienti.

Lo sfidi.      Lo vuoi come te.    Non lo vuoi,  più di te.  Non deve essere,  più di te.          Non lo vuoi,   Dio.

Lo provochi.     Te lo deve far vedere.  Lo deve dimostrare, a te.     Sei tu, Dio.

Lo attacchi.    Ti senti più di lui,  sopra a lui.   Lo calpesti.       Così rimani tu,  l’unico Dio.

Lo ricatti.      Senza timore, senza ritegno, senza pudore.     Ad  tuo uso,  e consumo.     Non è Dio,   per te.

 

 

Come l’altro ladrone,    lo invochi.

 

Lo riconosci su quella croce. Lo capisci da quella croce.   Che è venuto a stare con te, sulla croce.

Che  quello è Dio,    che  ha preso su di sé,  anche la tua croce.

Che su quella croce,   si unisce la terra con il cielo.    Che quella croce, è la porta del cielo.

Che quello  è    il Re,  della terra e del cielo.

 

 

Allora lo preghi.     Non mi lasciare!   Fammi stare con te.    Portami con te,  nel tuo Regno.

E Gesù,  risponde anche a te.

 

Sarai  con me,

in  Paradiso.

 

 

 

 

 

 

 

 

La vigna del Signore

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

 

 

Il tuo pezzetto di terra.  Quello che sei,  quello che hai,  quelli con cui stai.   Ti è stato dato,  prestato, affittato.   Per coltivarlo, per dare i frutti.  I frutti di Dio.   È la terra di Dio.  È il Regno di Dio.

Ma tu lo hai fatto tuo.  Ti sei fatto padrone, ti sei fatto re, ti sei fatto Dio.   Lo vuoi avere, possedere.   Da solo. Tutto.

Lo hai fatto di tua proprietà,  di tuo dominio, tuo e basta.   Nessuno ti deve disturbare. Nessuno ti deve ostacolare.  Nessuno lo deve volere,  nessuno lo deve chiedere. Neppure il padrone,  neppure Dio.

E così  lo elimini.  Lo fai fuori.   Lo annulli  dalla tua vita,  dal tuo cuore.   Lo neghi,         lo cancelli,   lo scarti.  Scarti Dio, perché non è tuo.

Quando viene Dio  e ti manda i suoi  inviati, non li vuoi.  Li distruggi,  li calpesti, li uccidi. Sono d’inciampo,  sono di ostacolo al tuo regno.  Ti ricordano che non è il tuo.  Ti ricordano Dio.

Allora il Padre manda il Figlio suo.  Ma tu non hai limiti.  Anzi, proprio lui, vuoi eliminare. Perché è l’erede.  Colpisci al cuore,  Dio.  Così avrai tutto quello che è suo.  Tutto sarà tuo.  Più di prima.

Hai abbandonato Dio,  hai scartato il Figlio di Dio.  Il tuo terreno  lo hai avvelenato con la tua invidia.  Lo hai bruciato con la tua rabbia.  Lo ha inaridito con la tua indifferenza.  E non da più frutto.  Non può più dare frutto.

L’uva,  per cui è stato preparato, non c’è.  Ci sono solo acini acerbi, aciduli, acidi, secchi.  Frutti morti.   La vigna l’hai calpestata,  è diventata un deserto.  Ci sono cresciuti   i rovi e  i muri.   Hai calpestato la vigna di Dio.   Il Regno di Dio.

La pietra scartata,   il Figlio di Dio scartato,  è diventata testata d’angolo.   E’  la pietra  angolare,  su cui puoi ricostruire la casa, che ti permette di ricostruire la casa.  La tua vera casa.

Ti permette  di  ritrovare  il fratello scartato,  la parte di te scartata,  il tuo cuore scartato. E la tua terra.

E i frutti di Dio.