In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
E tu, sei sordo e muto? Nel cuore.
Sordo.
Chiuso, ottuso. Non entra niente. Non fai entrare niente. Non vuoi sentire niente. Non ti riguarda. Non ti compete. Non ti tocca. Niente. E non senti più niente. Neppure te. E neppure Dio.
Muto.
Non parli. Non ti pronunci. Non ti scopri. Non ti riveli. Non ti fai sentire. Non dici niente. Così nessuno, ti può dire niente. Non esce niente. Non passa niente. Non trapela niente. Neppure tu. Neppure Dio.
Apriti.
Chi ti apre? Solo Gesù lo può fare. Vai da lui. E ti porta in disparte.Nella intimità. Nel silenzio della verità.
Le sue mani sui tuoi orecchi. Ti fanno ascoltare la voce di Dio. Il suono di Dio. La musica di Dio. Le sue mani ti fanno sentire, il battito del cuore di Dio.
Le sue mani sulla tua bocca. La sua saliva, sulla tua lingua. E si apre. E si scioglie. E non sta più ferma. E non sta più zitta. Si è riempita di Dio. E fa uscire la parola di Dio. E suona , risuona, di Dio.
Effatà.
È il sospiro di Gesù, al Padre.
Ti apre a Dio. A te stesso. E agli altri.