I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.
Gesù, è processato nel sinedrio.
In lui, ci sei tu, accusato. Quando ti mettono il dito puntato. Quando ti giudicano. Quando ti condannano.
Tu processato. Tu carcerato. Tu prigioniero. Tu picchiato, percosso, torturato.
Ci sei tu, innocente. Quando la tua innocenza, te l’hanno rubata, profanata. Quando la giustizia te l’hanno portata via, negata, incolpata. Quando la tua sacralità, l’hanno sporcata, dissacrata.
Ci sei tu, accusato da testimoni falsi. Preso nel loro tranelli. Incastrato nelle loro truffe. Bloccato nelle loro trappole. Caduto nelle loro buche.
Ecco, Gesù li affronta per te, con te, in te. Lui è il Cristo, è Dio, è l’Io sono. È sopra di loro. È prima di loro.
Lui è il Figlio di Dio, il giudice supremo, il giudice ultimo. Lui, li giudicherà tutti. Con la sua giustizia.
Per l’eternità.