Lo scandalo

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

 

 

 

E per te,    chi è   motivo  di scandalo?

 

Chi il male,  lo scaccia.

Chi  non lo lascia.    Chi non lo sopporta. Chi non lo porta.   In sé  e negli altri.                Chi non lo mette,   chi non lo ammette,  chi non lo copre.   In sé  e negli altri.                  Chi lo attacca,   chi lo affronta,   chi lo scaccia.      In sé  e negli altri.

Nel nome di Gesù.   Non nel tuo.       Con la grazia di Gesù.   Non con la tua.

 

 

Chi il male,   lo fa.

Non  chi lo dice.   Ma chi lo fa.       Non chi  lo scopre.   Ma chi lo copre.

La mano,  che ha violato  i piccoli.      Il piede,  che ha calpestato  i giusti.                         L’occhio cattivo, che ha sporcato  i puri.         È  quello che fa   male.                               Il vero scandalo,   è quello che fa.     E a chi lo fa.

E se lo tieni.       Se lo lasci stare.  Se non lo vuoi cambiare.   Se lo lasci fare.                   E non lo levi.     E non lo togli.  E non lo tagli.

Egli lasci passare il male,   a chi gli sta vicino       A chi non sa.   A chi non vede.              A chi non può.    A chi non vuole.
E  gli lasci spezzare,   il cuore e  l’anima dei piccoli.      E li separi,  dal suo Dio.

 

Ecco la macina  da mulino vera,  che ti fa affondare.   Ti sta già legata al collo.                La puoi solo  tagliare.

Se ti vuoi salvare.