In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Gesù, insegna nella sua patria. E tu, lo apprezzi?
No.
Lui, non può essere più di te. Non può stare, sopra a te. Non deve avere più di te. L’in- vidia ti rosica. Ti acceca. Non lo vedi proprio. Non lo vuoi vedere. Non lo vuoi sentire. Non lo vuoi sapere.
E lo abbassi. Lo schiacci. Lo disprezzi. Lo fai scendere al tuo livello. Dove sei tu. Lo fai, uguale a te. Lo fai piccolo, più di te. Lo fai banale. Come te.
Si.
Lui è il Signore. E tu, sei piccolo. Quando sei piccolo, fai posto alla sua grandezza. Sei debole, e fai il posto alla sua forza. Sei fragile, e fai posto alla sua potenza.
Ti metti nelle sue mani. Lasci che le sue mani, si pongano su di te. Lasci che la potenza di Dio, scenda su di te. E guarisca la tua ferita.
E diventi un prodigio.
Nelle mani di Dio.