Gesù chiama

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

“Abbiamo trovato il Messia”-che si traduce Cristo- e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa”- che significa Pietro.

E tu,   lo hai trovato,  Gesù ?

 

Che cosa cercate?

  • Cerchi Gesù.   E non  un altro.
  • Cerchi Gesù.    E non altro.
  • Vuoi Gesù.   E non altro.

Venite e vedete.

  • Stai con lui.   E lo vedi.
  • Stai con lui.   E lo sai.
  • Stai con lui.   E lo senti.

Abbiamo trovato il Messia.

  • Che è lui.  Il Cristo di Dio.
  • Che è lui.  Il Figlio di Dio.
  • Che è lui.  Dio.

 

Fissando lo sguardo su di lui.        È lui che cerca te.   È lui che ha scelto te.  Da prima del mondo.   È lui che vuole te. Da prima del mondo.   È lui che chiama te. Da prima del mondo.

Fissando lo sguardo su di lui.      È lui, che guarda te.  È lui che mette suoi occhi nei tuoi.    E dai suoi occhi,  esce il suo spirito.   Esce lo Spirito Santo.

Fissando lo sguardo su di lui.     E passa,  lo Spirito Santo.  Passa nel tuo cuore. Ti trapassa il cuore.  Si prende il cuore.    E fa suo, il tuo cuore.   E non è più,  il tuo  cuore.

 

Tu sei Simone.     Non è più il tuo cuore,  di prima.    Non è più  come prima.  Non è più la stessa cosa  di prima.

Sarai chiamato Cefa.      Ora sei nuovo.  Sei un uomo nuovo.  Hai un nome nuovo. Hai un nome,  che ti ha dato Dio.     Hai un nome, nel progetto di Dio.

 

 E ti lasci fare da Dio.   E lasci fare a Dio.    E fai fare a Dio.   E ti fai fare da Dio.   E vai con lui.    Vai dietro a lui.      E non ci stai più. Senza di lui.    Non ci puoi stare più.   Senza di lui.

 È  il tuo si.     A Dio.

 

 

 

 

 

 

Epifania

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 

 

Il regalo più bello,   te lo ha fatto Dio.      Ti ha dato  se stesso.                                               E tu,   che fai?

 

Non lo vedi.

Non lo vedi proprio.    Non ci pensi proprio. Non lo pensi proprio.   Accecato dalle tue luci. Abbagliato dalle tue luci.

Non lo vuoi.     Non ci deve stare.   Non deve disturbare.     Non deve oscurare. La tua luce.

 

Lo vedi.

Spegni le tue luci.     E la vedi  la sua luce.  E la segui, la sua.    E ti porta,  la sua.  Da lui.

E  gli dai,   te stesso.

Il tuo oro.    Il tuo tesoro.  Quello che conta. Quello che vale.   Perché è lui,  il tuo tesoro.     Il tuo Re.   L’unico,  vero  Re.

Il tuo incenso.   Quello che adori. Quello che veneri.   Perché è lui, il tuo Signore. Il tuo Dio. L’unico,  vero Dio.

La tua mirra.   Il tuo dolore. La tua croce. La tua resurrezione. Perché è lui, il tuo Salvatore. L’unico,  vero Salvatore.

E rimani  lì.     Inginocchiato,  prostrato,  ai suoi piedi.   Toccato dalla sua luce.  Riempito della sua gloria.

 

E  ti brilla,    negli occhi.                                                                                                           E ti risplende,  nel cuore.

E la vedono   anche gli altri.                                                                                                      La sua stella.

 

 

 

 

 

 

Il tesoro nascosto

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:   «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

 

 

 

Quale è,   Il tuo tesoro?

Lo sogni, lo insegui, lo invochi.  Tra le cose.     Ma si sfalda, si squaglia. Finisce.

 

Vai  nel campo di Dio.     Scava,  vai a fondo.    Sporcati le mani. Mettici le mani.  Entraci con le mani.       E lo tocchi e lo trovi.    Il tesoro nascosto.   Il tesoro di Dio.      È il Regno di Dio.   Il Regno dei cieli.

Lo apri.     E ti brillano gli occhi.   Ti rispecchiano gli occhi.   Ti entrano negli occhi,        gli splendori di Dio.   La gloria di Dio.     Tutto Dio.   Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Tutto il Paradiso.   Tutto il suo Regno.

È molto di più,   di quello che cercavi.      È molto di più,  di quello che sognavi.   È molto di più,  di quello che speravi.

 

È il centro di tutto.     E se lo vuoi.  Se ci vuoi stare dentro.  Deve essere anche il tuo centro.

Ci punti tutto quello che hai.   Ci metti tutto quello che hai.  Ti giochi tutto quello che hai. Perché vale più,    di tutto quello che hai.

 

E diventi,  parte di quel tesoro.     E diventi anche tu,  un tesoro.

Un tesoro  di Dio.

Una perla  di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Epifania

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Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».  Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».  Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 

 

E tu, che fai?

Come i re Magi,   cerchi il Figlio di Dio.    Per andare da lui.   Per inchinarti  davanti a lui.  Per adorare solo lui.

O, come Erode,   non sopporti che ci sia un re,  più grande di te.     Non lo vuoi,  più di te. Non lo vuoi,  sopra a te.     Non lo vuoi adorare.  Lo vuoi eliminare, cancellare, negare. Perché  vuoi essere tu,   il solo,   unico re.

 

Come i re Magi,    metti ai suoi piedi:

L’oro.     Perché è il  tuo Re.   L’unico, vero Re.  Il Re dei Re.

L’incenso.    Perché è il tuo Signore.  L’unico, vero Signore.     Il tuo Dio.  L’unico, vero Dio.

La mirra.   Perché è il tuo  Salvatore.   Che con la sua morte,   ti salva da tutto il male,    per sempre.    L’unico,  vero Salvatore.

 

Ecco chi è,    quel bambino.

Ecco chi è,    Gesù.

È   il Signore .

 

Metti ai suoi piedi,     il tuo cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché  mi cercavate?

 okI genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.  Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.  Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

 

 

Dove lo cerchi Gesù?    Dove lo trovi?    Perché lo cerchi?

Lo cerchi nella tua casa.   Lo vuoi nella tua casa.   Lo vuoi a tua disposizione.            Come vuoi tu.

Lui deve stare,  dove vuoi tu.    Dove  lo hai messo tu.   Come  lo hai messo tu.              Non si deve spostare.  Non se ne deve andare.

Deve stare  alle tue regole.   Come ci stai tu.   Deve stare dentro le tue regole.              Che hai stabilito tu.     Non è più grande delle tue regole.

 

Ecco Gesù,  il Figlio di Dio,    è Dio.     Lui sta con il Padre.    Lui va dal Padre.                    Il suo posto è il Padre.    Le cose del Padre,  la volontà del Padre.

E questo,  è anche il tuo posto.     Li, devi stare.    Insieme a lui.

Il tempio,   la casa del Padre, le cose del Padre,    sono la tua casa, le tue cose.               Li, trovi tutto.    Li, trovi anche il Figlio.

 

Solo allora lo trovi Gesù.   Quello che cercavi.  Il tuo Signore. Il tuo Salvatore.

Che ti salva,   dall’ansia   e dall’angoscia.      Dal timore di averlo perduto.                     Dalla paura di esserti perduto.

E  non lo perdi  più.

 

 

 

 

 

 

 

 

Madre di Dio

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.  I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.  Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

 

Sono li, davanti a lei,  i pastori.  Gli umili, i poveri, i piccoli,  a cui ha parlato Dio.  Scelti da Dio, chiamati da Dio, mandati da Dio,  anche a lei.  Maria li accoglie e custodisce nel suo cuore tutto.  Anche loro.

Metti la tua piccolezza, la tua debolezza, la tua mancanza, la tua povertà,  la tua ferita, nel suo cuore.  Rifugiati nel suo cuore.   E lei ti custodisce.  Ti tiene al riparo. Ti protegge. Ti  ama. Ti consola.  Si prende cura di te, con il Figlio e nel Figlio.  È tua madre.  È la Madre di Dio,  e anche madre tua.  Ecco chi è Maria.

 

Otto giorni dopo la nascita, viene dato  il nome.  Viene dato,  decretato, annunciato.  Il nome è stato scelto da Dio,  e rivela chi è il Figlio.  Un nome santo ed eterno.  Gesù, che significa: Dio che salva.  Ecco chi è Gesù.  Ecco la sua identità, la sua essenza.  È Dio che salva.  Dal male, dal peccato e dalla morte dell’anima. Solo lui lo può fare.

Non è un uomo. È un Dio che salva.  Non è una salvezza virtuale, potenziale, ipotetica, transitoria. La salvezza di Dio è una realtà, è un fatto, un evento divino.   Appartiene a Dio. Viene da Dio. È Dio stesso.

Ecco chi è venuto in mezzo a noi.  Dio che salva.

Con i pastori, vai da lui. Senza indugio. Cercalo, raggiungilo, adoralo.

E troverai Dio,  il suo volto,  e la pace.

 

 

 

 

Il giudice e la vedova

In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.  Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk.

 

 In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:  «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.   Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».   E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

 

 

Ogni giorno tanta fatica.  Ogni giorno una ferita.  Ogni giorno delusione, dolore, frustrazione.  Sembra di stare in guerra.  Lottare per difendersi, per non soccombere, per non cadere, per non finire.  Spesso non ce la fai più.  Ti cadono le braccia. Ti fanno cadere le braccia.

Fai come Mosé.  Alza le braccia a Dio.  Apri le tue braccia all’abbraccio di Dio Padre.  Sono le tue braccia alzate che pregano,  che gridano,  che chiamano, che amano.   Sono le tue braccia alzate che risolvono, che cambiano.

Quando hai le braccia alzate,  Dio ti risponde, Dio interviene.  Perché con le tue braccia alzate, tu lo riconosci come il Signore.  Tu lo lodi e lo adori come il Signore. Tu lo glorifichi come il Signore.

Perché con le tue braccia alzate,  assomigli al Figlio. A Cristo sulla croce, con le braccia alzate dalla croce. E nel Figlio, con il Figlio e attraverso il Figlio, ti sostiene, ti consola, ti risana.  E ti salva.

A volte sei come la vedova.  Vedovo,  privato della  sicurezza, della forza, della speranza.  Te l’hanno portata via, te l’hanno fatta morire.  Ti hanno portato via la verità, la giustizia, la dignità.

Come la vedova,  vai da Dio . Ogni giorno. Sempre. Continuamente.  Grida, urla, chiama, invoca.  Lui è il Creatore, lui è il Signore.  Lui è la verità, la giustizia, la speranza vera.  Lui è il centro, l’origine e il fine di tutto.  Vai da lui. Giorno e notte. Sempre.   Perché quando si cerca e  si ama veramente,  si cerca e si  ama sempre. Disperatamente. Assolutamente.   Allora Dio verrà.

Se non viene,  è perché la tua fede l’hai programmata, organizzata, adattata.  L’hai usata, venduta, snaturata.  L’hai  irrigidita, congelata, pianificata.  Appartiene a te, non appartiene  a Dio. Ci sei tu, non c’è Dio.

Alza le braccia del cuore  e dell’anima e fai entrare  Dio Padre,  totalmente.

Quando tornerà il Figlio di Dio sulla terra,  troverà  in te la fede,  perché avrà il Volto del Padre.

 

 

 

 

La Resurrezione

Il primo giorno della settimana, di buon mattino, esse (le donne) si recarono al sepolcro portando gli aromi che avevano preparato. E trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non vi trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre non sapevano come spiegarsi questo fatto, ecco due uomini si presentarono a loro in vesti sfolgoranti. Prese da spavento, esse tenevano il viso chinato a terra, quando essi dissero loro: Perché cercate il vivente tra i morti? Non è qui, ma è risorto. Ricordate quanto vi disse quando era ancora con voi in Galilea: che il Figlio dell’uomo doveva essere consegnato nelle mani dei peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno sarebbe risorto. Allora ricordarono le sue parole e, ritornate dal sepolcro, riferirono tutto questo agli undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Magdala, Giovanna e Marita di Giacomo; anche le altre che stavano con loro raccontarono la stessa cosa agli apostoli. Ma le loro parole parvero ad essi un delirio e non vi cedettero.- Pietro però corse al sepolcro. Ma, chinatosi, vide soltanto le bende, e ritornò a casa meravigliato per l’accaduto.

 

È il dolore che le ha portate lì, le donne.   È l’amore che le ha portate lì.   Ritornano con gli aromi, per prendersi cura di Gesù,  come lui si era preso cura di loro.  Per amarlo, come lui aveva amato loro.   Gli aromi per celebrare,  i profumi per incensare,  per riconoscere la sacralità,  per celebrare la santità di Dio.

È il dolore che ti porta alla Resurrezione.  È l’amore che ti porta alla Resurrezione.  E’ riconoscere la santità di Dio,  che ti prepara all’incontro con il Risorto.

Ecco,  sono davanti alla pietra rotolata e al sepolcro vuoto.  Per prima cosa, ti accorgi che la pietra che chiudeva il tuo cuore si è mossa, è rotolata, è scivolata via.  Nessuno la poteva muovere.  Nessuno c’era riuscito.  Era incastrata da sempre.  Il Signore l’ha mossa, l’ha rimossa per te, in te, con te, per farti risorgere.

Il sepolcro è vuoto.  È svuotato di quello che era morto. Quello che era morto non c’è più.  Non c’è più la morte.  Non la trovi più la morte.

Ora sei davanti al mistero.  Ora sei davanti al vuoto.  Ma non è un vuoto, è uno spazio.  Uno spazio anche dentro di te,  nel tuo giardino interno.  Uno spazio in cui credevi che ci fosse solo la morte,  il dolore. In cui pensavi che avrebbe sempre dominato la morte.  Ora quello spazio si è svuotato.

È successo qualcosa di imprevisto, di non pensato, di non programmato.  E’ il Signore, che è Risorto. È Il Signore glorificato che sta operando nel tuo cuore.  Che ha vinto  la tua morte.  Che ha svuotato quello spazio della tua morte.  Che sta preparando lo spazio per incontrarti con Lui,  Risorto.

Due angeli  lo dicono alle donne:  Perché cercate il vivente tra i morti?  Perché cerchi Dio tra i morti?  Perché cerchi il vivente, la vita tra i morti?  Perché cerchi l’amore tra i morti?  Perché cerchi la gioia, tra i morti?  Il Vivente devi cercare.  L’autore della vita,  il Signore della vita,  la Vita fatta persona.

Quando arriva Pietro, trova le bende.  Le bende con cui  hai fasciato le tue ferite,  le bende con cui hai ricoperto il tuo dolore,  le bende con cui hai riparato i tuoi vuoti.

Ora sono lì, non servono più,  non sono più necessarie.  Perché il vuoto è stato riempito.  La ferita è stata guarita,  il dolore è stato sanato.

Le lacrime sono state asciugate e gli occhi si sono riempiti di meraviglia.

Della meraviglia di Dio.

 

 

 

Perché cercare Dio?

 

 

 

 

Perché cercare Dio?    Non si sta bene lo stesso?

Così vivi la tua vita, come un automa.  Tutti i giorni nello stesso modo. Tutti i giorni per le stesse cose. Tutti i giorni,  programmato, usato, impostato.

Pensi come gli altri,  fai quello che fanno gli altri,  ti muovi come gli altri.   Sei una ruota, un ingranaggio che gira con gli altri,  per gli altri, negli altri.  La tua vita diventa una cosa,  un oggetto,  che usi tu per primo,  che svuoti tu per primo,  che neghi tu per primo.

No,  non stai bene  lo stesso.

Senza il senso,    sei  senza sapore.    Senza il perché,   sei   senza valore.    Senza l’origine,   sei  senza   onore.

Senza la meta,   sei  disorientato.     Sei   spezzato,  frantumato.

 

Se cerchi Dio,  ritorni intero.

Se trovi Dio,  ritorni  pieno,  vivo,  vero.

 

 

 

 

 

Il concetto di Dio.

Il concetto di Dio.

 

           

 

 

 

 Cosa significa  Dio ?          La filosofia ce lo dice.   Dio è un Dio,  quando è,  tutte queste cose  insieme:

 

–           Essere.      Pura essenza, qualcosa che è in sé e per sé,  eterea,  (che non si tocca),  invisibile,  che si distingue dalla materia, dal visibile,   da ciò che è concreto.

–           Primo     Quello che è venuto prima di tutto.   Il Principio da cui ha avuto origine ogni cosa.

–           Infinito.     Senza fine, non finisce mai.   Senza confini, è dappertutto,  è in tutto.

–           Illimitato.   Non ha  limiti.  Non è determinato dal tempo e dallo spazio.  Non è condizionato da niente.   È  senza lo spazio.

–           Universale.    Non è una parte,  non è particolare o individuale.  Uni-versale.  E’ una cosa sola,  che tiene dentro di sè tante cose diverse.    E le unifica.    Le accomuna e le rappresenta.

–           Eterno.     È senza il tempo. Non è nel tempo.   C’è sempre stato,  c’è  e sempre  ci sarà.   Non è mai nato e non morirà mai.   Vive da sempre e per sempre.

–          Assoluto.    È tutto.  Anche da solo è tutto.  Completo, totale.  Libero da ogni condizione o paragone (ab-solutus =  sciolto da, non legato).   Basta a se stesso,  non ha bisogno di altro.  Non dipende da altro. Non è condizionato da altro.

–        Perfetto.   Compiuto, pieno.  Senza difetti o imperfezioni.  Senza mancanze.

–        Essere supremo.   È l’essenza al massimo grado.  Il più grande.  L’Eccelso, l’Altissimo.

 

 

La materia  quindi non può essere Dio  (materialismo),  perché è concreta, visibile, limitata e condizionata.  È particolare, ha confini, può essere misurata, è nel tempo e nello spazio.

La ragione non può essere Dio  (razionalismo),  perché non ha generato l’universo. Non è venuta prima di ogni cosa e non sussiste indipendentemente da tutto.

È parte della realtà e non la contiene tutta e non è in grado di riprodurla.  Si basa su leggi logiche definite, particolari, specifiche, meccaniche. Quindi non è infinita, universale, assoluta.

La scienza non può essere Dio (scientismo) perché si basa sulla ragione, sulla matematica, sullo spazio e sul tempo e da questi è condizionata.   È finita, limitata, ha confini.

È preziosa perché ci aiuta a conoscere e misurare le dinamiche della natura, ma non ha dato origine alla materia che studia e alla stessa ragione su cui si basa e   non sa rispondere al senso e allo scopo della vita.

L’uomo non può essere Dio, (umanesimo) né lo possiede in sé, perché si identificherebbe con lui e l’uomo non è eterno, illimitato, infinito.

Né può comprendere Dio perché l’Infinito non può essere tenuto dentro da una cosa finita, né il Perfetto dall’imperfetto e il Tutto da una parte.

 

 

Il   Big Bang    (parola inglese che significa: Grande scoppio),   è un’idea, una ipotesi, una teoria.   Un pensiero di alcuni scienziati,  per spiegare l’origine dell’universo.     Per loro, l’Universo ha avuto origine da una esplosione di materia,  che ha riempito tutto lo spazio.   E tutto poi,  si è formato per caso.

Questa teoria ha molti limiti,  e non è più confermata dalle ultime scoperte.    Uno scoppio ha una prima forte spinta,  e poi tutte le cose lanciate diminuiscono di velocità sempre di più,  fino a zero, fino a fermarsi.     Invece, la moderna fisica ha scoperto che tutti i corpi celesti,   più passa il tempo,  più aumentano di velocità.

 

Albert Einstein,   premio Nobel per la fisica, il più grande scienziato,  diceva che: “Dio non gioca a dadi”. Cioè, tutto quello che c’è,  non è dovuto al caso.    Non è dovuto a un tiro a caso,   come con i dadi.      La natura è talmente piena di ordine, di scopo e di armonia, che fa pensare a un’intelligenza suprema.   Einstein chiamava Dio,  “Intelligenza superiore,.. e Signore di tutta la creazione e della legge naturale”.

Diceva:  “Chiunque è seriamente impegnato nella ricerca scientifica, si convince che vi è uno Spirito che si manifesta nelle leggi dell’universo. Uno Spirito molto superiore a quello dell’uomo. Uno Spirito di fronte al quale possiamo solo provare un senso di umiltà.”

E ancora:   “Tutti danziamo una melodia meravigliosa,  suonata nello spazio,  da un musicista invisibile.”   (Einstein)