Il tesoro nascosto

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:   «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

 

 

 

Quale è,   Il tuo tesoro?

Lo sogni, lo insegui, lo invochi.  Tra le cose.     Ma si sfalda, si squaglia. Finisce.

 

Vai  nel campo di Dio.     Scava,  vai a fondo.    Sporcati le mani. Mettici le mani.  Entraci con le mani.       E lo tocchi e lo trovi.    Il tesoro nascosto.   Il tesoro di Dio.      È il Regno di Dio.   Il Regno dei cieli.

Lo apri.     E ti brillano gli occhi.   Ti rispecchiano gli occhi.   Ti entrano negli occhi,        gli splendori di Dio.   La gloria di Dio.     Tutto Dio.   Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Tutto il Paradiso.   Tutto il suo Regno.

È molto di più,   di quello che cercavi.      È molto di più,  di quello che sognavi.   È molto di più,  di quello che speravi.

 

È il centro di tutto.     E se lo vuoi.  Se ci vuoi stare dentro.  Deve essere anche il tuo centro.

Ci punti tutto quello che hai.   Ci metti tutto quello che hai.  Ti giochi tutto quello che hai. Perché vale più,    di tutto quello che hai.

 

E diventi,  parte di quel tesoro.     E diventi anche tu,  un tesoro.

Un tesoro  di Dio.

Una perla  di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Lo risusciterò

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In quel tempo, Gesù disse alla folla:   «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.  E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.  Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

 

 

 

 

Non sei solo, non sei perso, non sei dimenticato.   Non sei mai stato solo, non sei mai stato disperso,  non sei mai stato abbandonato.

Dio Padre è con te,  sempre.  Il Padre ti ha voluto.  Il Padre ti ha pensato.  Fin dall’inizio  del mondo.   Ti ha dato al Figlio.

Il Figlio di Dio ti ha preso con sé,  sulle sue braccia.  E ti ha portato anche quando non lo sapevi.  Non ti ha lasciato mai.   Perché questa è la volontà del Padre.   Per salvarti,  per liberarti da ciò che ti fa male e ti distrugge.  Per farti rinascere, con lui e per lui,  a una vita eterna, divina, sacra.

La volontà del Padre, di Dio Padre,  è che tu vada incontro al Figlio.  Che tu lo vuoi, che lo vivi,  che tu lo senti.   Vuole che tu lo veda.

Tu sei lì,  attaccato la tua croce, legato alla tua croce e Gesù è lì, vicino a te, affianco a te.  Sta dando la sua vita, per te.  Guardalo,  metti i tuoi occhi nei suoi.  Il tuo cuore nel suo.   Il tuo sangue, nel suo.

Guardalo,  è il Figlio di Dio, venuto per te.  Solo lui ti può salvare.  Solo lui ti può dare la vita eterna.  Se lo riconosci il Figlio di Dio,  se ti lasci portare da lui,  lui ti porterà in Paradiso.  Dal padre.

E lì, tu stesso, con i tuoi occhi,  vedrai  il volto di Dio.  Tu stesso, e non un altro. Contemplerai Dio.

Nell’ultimo giorno,  verrà il Figlio di Dio,  a riprenderti tutto intero.  Con il tuo corpo,  la tua pelle,  la tua carne,  il tuo cuore,  i tuoi occhi,   e ti porterà dal Padre.   Tutto intero.  Insieme ai tuoi cari,   tutti interi,  potrai vivere con Dio.

E gioire per l’eternità.

 

 

 

 

 

Venite alle nozze!

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In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

 

È la festa di nozze.  È la festa dell’amore. Dell’amore del Padre per il Figlio, sposo. Della gioia del Padre, per il Figlio.  È un rapporto di amore che si apre, per gioire insieme.  In comunione.

È lì,  quel banchetto di nozze.  È lì, ogni ben di Dio.  È lì,  ogni pienezza,  prelibata, gustosa,  raffinata.   È lì  che ti aspetta.  E tu che fai?

Non ci vuoi andare.   Hai tutto, capisci tutto.   Tu lo possiedi  Dio,  tu lo decidi,  tu lo giudichi,  tu lo verifichi.  Tu sei il raffinato, il gustoso, il prelibato.  Non Dio.   E lo rifiuti.  E non ci vai.

Vai da un’altra parte.  Non ti interessa, non ti fa comodo, non ti conviene,  non ti riguarda.  Non c’entra Dio con la tua vita.   Gli giri le spalle, lo eviti, lo scansi.  Sei indifferente.  Per te non vale niente.

Lo insulti e lo offendi.  È un ostacolo,  è un intralcio, è un fastidio, al tuo potere.   È un oltraggio alla tua divinità.   E lo  elimini.

E   rifiuti,  scansi,  elimini,  te solo.   Il Regno di Dio  rimane.   E la festa non finisce.     Dio la vuole condividere, con tutti.   Manda i suoi servi per le strade a invitare  tutti,   sofferenti,  mendicanti,   poveri.   Se ti riconosci povero, mendicante, sofferente, mancante,  sei aperto a Dio.

Ci vai,  alla festa.  Entri nella festa.  Entri nell’amore  del Padre per il Figlio.  Entri nella gioia del Padre per il Figlio.  Puoi gustare la gioia di Dio.

La gioia che ti fa sobbalzare il cuore,  danzare il cuore,  cantare il cuore.  La gioia che fa battere il cuore,  tanto, da uscire per incontrarsi con l’altro cuore.

Il battito del cuore è la risposta di amore, all’amore di Dio.   Ecco, entrare alla festa, è rispondere all’amore di Dio.

Questa è la veste nuziale.  È vestirsi del suo amore, per amarlo con il suo amore.  È vestirsi della sua gioia, per cantare e danzare la sua gioia.

Senza quella veste, senza l’amore per Dio,  non si può stare alla festa.  Non sei dentro, sei fuori. Ti sei messo fuori da solo.

È Gesù che ti da la veste  bianca.

È lui la veste bianca.

È lui la risposta di amore  al Padre.

Rivestiti di lui.