L’ emorroissa.

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

 

 

“Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel corpo che era guarita dal male.”

 

 

Aveva perdite di sangue.

  • Anche tu.   Hai una ferita.
  • Che non si chiude.
  • Che non si vuole chiudere.
  • Che non ce la fai a chiudere.
  • Ed esce  il sangue.
  • Ti perde  il sangue.
  • Ti prende  il sangue.
  • Ti porta via  il sangue.
  • Ti porta via  la vita.
  • Quella ferita.
  • È il tuo male.
  • È il male  che ti sta dentro.
  • È il male  che hai dentro.
  • È il male  che ti buca dentro.
  • È il male  che ti scava dentro.
  • Quella ferita.

 

Aveva molto sofferto per opera di molti medici.

  • Gli altri.
  • Non l’hanno veduta.
  • Non l’hanno voluta.
  • Non l’hanno saputa.
  • Curare.

 

Spendendo tutti i suoi averi.

  • E non ti leva solo il sangue.
  • Ti leva  tutti i soldi.
  • Prende  pure i soldi.
  • Escono  pure i soldi.
  • Da quella ferita.

 

Anzi peggiorando.

  • Esce  pure il dolore.
  • Esce  di più il dolore.
  • Esce  sempre di più il dolore.
  • Si fa  più grande.
  • Quella ferita.

 

Udito parlare di Gesù.

  • Non ci sta più nessuno.
  • Non hai più nessuno.
  • Hai solo lui.
  • Ci sta solo lui.
  • Che ti può guarire.

Venne tra la folla.

  • Non ti ferma la folla.
  • Non la vedi la folla.
  • Manco la vedi la folla.
  • Vedi solo lui.
  • Ci sta solo lui.

Da dietro.

  • Gli stai dietro.
  • Così non ti vede.
  • Così non ti manda via.
  • Così non ti butta via.
  • Così non ti caccia via.
  • Come gli altri.

Toccò il suo mantello.

  • Quel mantello.
  • È la cosa più vicina.  Che hai.
  • È la cosa più  concreta.  Che hai.
  • È la cosa più  davanti.   Che hai. 

 

Diceva. Se riuscirò anche solo a toccare la sua veste.

  • Come i bambini piccoli.   
  • Tiri  la veste.
  • Ti attacchi  alla veste.
  • Prendi  la veste.
  • Tocchi  la veste.
  • Ti basta  la veste.

Sarò salvata.

  • Tiri quella veste.
  • Per chiamare  Dio.
  • Per implorare  Dio.
  • Per far venire  Dio.
  • Per far fare a  Dio.

E si fermò il flusso di sangue.

  • E si ferma.  Subito.
  • E si blocca.  Subito.
  • E si chiude.  Subito.
  • E guarisce.  Subito.
  • Quella ferita.

 

 

Chi ha toccato le mie vesti?

  • Gesù lo sa.
  • Vuole solo che tu,  ti tiri su.
  • Vuole solo che  vieni fuori.
  • Vuole solo che  salti fuori.
  • Vuole solo che  esci fuori.
  • Anche tu.   Dalla tua ferita.

Sii guarita dal tuo male.

  • È la ferita  dell’anima.
  • È la ferita che sta  nell’anima.
  • È la ferita che sta  in fondo all’anima.
  • Che solo Dio,  ti può levare.

 

 

Lo puoi fare anche ora.

  • Puoi toccare  Gesù.
  • Non il suo mantello.
  • Puoi toccare  Gesù.   Vivo e vero.
  • Puoi toccare  Gesù.   Intero.
  • Puoi toccare  Gesù.   Nell’ ostia santa.

 

  • Puoi toccare  Gesù.
  • E lui tocca  la tua ferita.
  • E sei   guarita.

 

 

 

 

 

 

Il tempio.

Distruzione del tempio di Gerusalemme. Hayez Francesco

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».   Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».   Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.  Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

 

 

“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta.”               E tu chi sei?     Quello che rompe?   O quello che è rotto?

 

Quello che rompe.

Li rompi tu,   i mattoni del tempio   . Li stacchi tu,  i mattoni del tempio.   Li fai cadere tu, i mattoni del tempio.     Ma sei caduto.  Solo tu.

Li bruci tu,   i mattoni del tempio.    Li fai neri tu, i mattoni del tempio.   Li fai cenere tu,  i mattoni del tempio.     Ma ti sei bruciato.  Solo tu.

Lo levi tu,  il tempio a Dio.      Lo fai tuo, il tempio di Dio.   Lo fai per te. Solo per te.  Senza Dio.    Al posto di Dio.  Più di Dio.     Ma non sei Dio.     E ti sei levato da solo.  Da Dio.   E dal tempio di Dio.

 

 

Quello che è rotto.

Il mattone  sei tu.       E che fai,  quando ti rompono ?

 

Non vi terrorizzate.       Non avere paura.    Non ci mettere la paura.    Mettici Gesù.  E la paura se ne va.    E la paura non ci sta.     E la paura non ci sta più.

Metteranno le mani su di voi.       Ci provano.   Ti tengono nelle loro mani. Ti trattengono nelle loro mani.  Devi stare nelle loro mani.        Ma la tua anima,  no.   Sta con Gesù.

Vi perseguiteranno.       Ci provano.    Ti colpiscono.  Ti attaccano.  Ti feriscono il cuore.      Ma la tua anima,  no.   Sta con Gesù.

Consegnandovi alle sinagoghe.      Ci provano.      Ti danno la colpa.  Ti fanno la colpa.  La colpa è tua.  La colpa sei tu.         Ma la tua anima, no.   Sta con Gesù.

E alle prigioni.      Ci provano. Ti mettono le sbarre. Ti chiudono nelle sbarre. Ti incastrano nelle loro sbarre.      Ma la tua anima,  no.     Sta con Gesù.

 

A causa del mio nome.      Non sei tu.    È il nome di Gesù,   che vogliono staccare. Da te.    È il nome di Gesù,  che vogliono strappare.  A te.     È il nome di Gesù,  che vogliono attaccare.  In te.

A causa del mio nome.        Se lo fanno,   si vede che ci sta,  il nome di Gesù,  in te.    Se lo fanno,  s i vede che gli fa paura,  il nome di Gesù, in te.     Se lo fanno,  si vede che li fa tremare,  il nome di Gesù, in te.      Se lo fanno,  si vede che li fa crollare,  il nome di Gesù. In te.

A causa del mio nome.     E tu,  nel nome di Gesù,  ci stai di più.     Allora si, che cadono.  Allora si, che precipitano.   Allora si, che si sfracellano.

A causa del mio nome.    E tu,  il nome di Gesù,  gridalo di più.   Allora si, che si fulminano. Allora si, che si inceneriscono.   Allora si, che spariscono.  Subito.

 

E ti salvi.  E non ti perdi più.     Neppure un capello del tuo capo,  andrà perduto.

Nel nome di Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

Zaccheo scendi

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.   Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».  Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».   Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 

 

“Un uomo, di nome Zaccheo, capo dei repubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro”.                                                                E tu,   lo vedi,  chi è Gesù ?

 

Non lo vedi.

Non ci vai proprio.     Non ci provi proprio.  Non ci pensi proprio.  Non ci stai proprio.   E non lo vedi.

Non ce la fai.  A vederlo.      Non si può fare.   Che ci posso fare.  Chi me lo fa fare.   Che ci sto a fare.     E te ne vai.

E pure a Gesù,  non ce lo fai stare.     Non ci deve stare.  Non ti deve vedere.  Non lo deve sapere.   Chi sei tu.  E che fai.       Ma Gesù è Dio.   E Dio ti vede  e sa tutto.

 

 

Lo vedi.

Ci vai. Ci stai. Ci corri.   A vederlo.     E se non ce la fai.  Non te ne vai.     Lo cerchi un modo.  Lo trovi un modo.  Ci sta il modo.      Per vedere Gesù.

 

Cercava di vedere chi era Gesù.        Lo vuoi vedere  con i tuoi occhi.    Lo vuoi vedere tu. Lo vuoi sentire tu.  Lo vuoi provare tu.    Chi è Gesù.

Non gli riusciva a causa della folla.       È la folla dei tuoi peccati,  dentro.   Che ti blocca. Che ti ferma. Che ti oscura. Che ti leva.   Che ti chiude, Gesù.    E non te lo fa vedere.

Perché era piccolo di statura.     Sei piccolo. Di fronte i tuoi peccati.   Sei debole. Di fronte i tuoi peccati.  Sei povero. Di fronte i tuoi peccati.    Sono più grandi di te.  Sono più alti di te.

Corse avanti per riuscire a vederlo.        Ma lo vuoi vedere, Gesù.    Non ci rimani senza.  Non te lo fai portare via.    Non ti fai portare via.  Dai tuoi peccati.

 

Salì su un sicomoro.       Ecco quello che ti tira fuori.  Dai tuoi peccati.     Ecco quello che  ti porta fuori.  Dai tuoi peccati.      Ecco quello che ti tiene fuori.   Dai tuoi peccati.

Salì su un sicomoro.      Il sicomoro è  l’albero della croce.    È la croce di Gesù.   E tu ci sali.  Ti ci arrampichi.  Ti ci aggrappi.     Ci stai.

Salì su un sicomoro.      Sull’albero della croce.  Ci stai appeso. Come Gesù.   Sull’albero della croce.  Ci stai attaccato. Come Gesù.     Sull’albero della croce.  Ci stai, con Gesù.

Salì su un sicomoro.       Quella croce è più alta,  dei tuoi peccati.    Quella croce li prende, i tuoi peccati.    Quella croce li fa morire,  i tuoi peccati.

Gesù alzò lo sguardo.     Su quella croce,  ti guarda Gesù.     Su quella croce,  ci sta lo sguardo di Gesù.    Su quella croce lo incontri,  lo sguardo di Gesù.   Su quella croce lo vedi,   chi è Gesù.

 

Zaccheo scendi subito.    Ora sei pronto.   Non solo lo sguardo.   Vieni giù.   A tu per tu, con Gesù.    A tu per tu, con Dio.    Ti chiama Dio. Ti vuole Dio.

Zaccheo scendi subito.       Ora sei pronto.     Viene Gesù,  a casa tua.    Viene  in te.   Entra  in te.  Sta, in te.     Nel tuo cuore. Nella tua anima.    In quello che sei.

Zaccheo scendi subito.     Ora lo devi vedere,   chi sei tu.    Ora lo vedi.  Chi sei tu.   Chi sei diventato tu.   Con Gesù.

 

È entrato a casa di un peccatore.     I soldi ti avevano preso.  Ti avevano portato via da Dio. Ti avevano portato via dagli altri.     Erano  il tuo Dio.

E se ho rubato.       Ora i soldi,  non sono più il tuo Dio.    Ora ci sta il tuo Dio.  Lo hai visto. Sta con te.   E tu con lui.

Restituisco quattro volte tanto.         E i soldi, non ti prendono più.   Non ti comandano più. Non ti possiedono più.     Ora li prendi tu.    E li dai a chi,  li hai presi.   E anche di più.  Per riparare il loro cuore.     Per riparare  il tuo cuore.

 

Ecco,    il tuo sicomoro.                                                                                                            È Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

La figlia di Giairo

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.  Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.  E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.  Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

 

 

“Gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza:  “La mia figlioletta sta morendo:  vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva.”            E tu,    da chi   ti fai salvare ?

 

Da loro.

Sono proprio loro,    che ti vogliono far morire.  Che ti fanno morire.  Che ti lasciano morire. Perché sono morti dentro,  loro.

Sono loro,     la tua morte.   Sono loro, la morte.      Sono loro, la tua malattia.   Sono loro, la malattia.    Che ti fa marcire.     Perché sono marci dentro,  loro.

E pure a Gesù,    lo fanno morire.  Ancora.    Ci provano a farlo morire.  Ancora.   Ma non ci riescono.  Ma non ce la fanno.  Ma non possono.     Perché Gesù  è Dio.     E la morte non ce la fa,  davanti a lui.      E la morte se ne va,  davanti a lui.    E la morte scompare,  davanti a lui.      Perché Gesù,   è  la resurrezione.      La tua  resurrezione.

 

Da Gesù.

Ti getti ai piedi  di Gesù.    Tocchi i piedi di Gesù.    Tocchi il lembo del mantello di Gesù. Perché lui è  il Signore.    Il Signore della vita.     Quello  che ti ridà la vita.

 

Venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo.    Come Giairo.  Hai capito chi è Gesù. Lui è la tua salvezza.   La tua unica salvezza.    E non la lasci andare.    E non te la fai scappare.

Gli si gettò ai piedi  e lo supplicò con insistenza.           Stai ai suoi piedi.    Perché è Dio.   E sta ai suoi piedi  anche il tuo cuore.    E si piega  anche il tuo cuore.   Verso di lui.   E lo supplichi.    Lo supplica il tuo corpo.  Lo supplica la tua voce.   Lo supplica il tuo cuore.    Più volte.

La mia figlioletta sta morendo.            La mia creatura  sta morendo.     Io sto morendo.   Non ha più vita.    Non ho più vita.

Vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva          La metto nelle tue mani.   Mi metto nelle tue mani.     Le tue mani su di lei.  Le tue mani su di me.     Tu la puoi salvare.  Tu mi puoi salvare.

Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?        Ti vengono a dire, che non ci sta più niente da fare.   Ti vengono a dire,  che non ce la può fare.   Ti vengono a portarti via da lui.    Ci provano a portarti via  da lui.

Non temere, soltanto abbi fede!           Te lo dice Gesù.  Te lo dice Dio.    Non avere paura. Ci sta lui.      È lui, Dio.  Non sono loro.    È lui,  Dio.    E lui  può tutto.   Lui può fare tutto.  Lui li può  rifare tutto.    Ancora.  Ora.

 

Perché vi agitate e piangerete?  La bambina non è morta, ma dorme.     Perché ti disperi. Se c’è Gesù?      Perché ti agiti,  se c’è Gesù?       Perché piangi,   se c’è Gesù?     Ecco   è venuto Dio.     È finito il dolore.

Prese la mano della bambina.           Ecco Gesù,  la prende per mano.     Ecco Gesù, ti prende per mano.     Sta nella mano di Dio.   Stai nella mano di Dio.       Nessuno ti può più fare niente.   Nessuno ti può più toccare.   Nessuno ti può più fare del male.   Neppure la morte.

Fanciulla, io ti dico: alzati!         Ecco Gesù,  lo dice a lei.     Ecco Gesù,  lo dice a te.  Te lo dice Dio. Non uno qualsiasi.      E quando parla di Dio,  succede.  Si avvera.   Diventa vero.

E subito la fanciulla si alzò e camminava.          E si alza.  E ti alzi.     E si rialza.  E ti rialzi. E non è più morta.   E non sei più morto.     E non è più malata.  E non sei più malato.   E cammina.     È guarita.  E sei guarito.

 

Ecco chi è  Gesù.                                                                                                               Quello  che ti salva.

 

 

 

 

 

 

Gesù e Nicodèmo

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:  «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.  Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

 

 

Gesù lo dice  anche a te.     “Il giudizio è questo:   la luce è venuta nel mondo,  ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce,   perché le loro opere erano malvagie”.      E tu,    cosa ami ?

 

Le tenebre.

Ti tengono   nelle tenebre.     Ti incastrano nelle tenebre.  Ti rinchiudono nelle tenebre.  Così non lo vedi,  il male che fai.    Così non lo vedi,   il male che sei.    Sei diventato tenebre.    E manco lo sai.

Ci tengono gli altri   nelle tenebre.     Gli fanno fare il male insieme.  Così non è più male.  Così non è più tenebre.    Invece è tenebre,  al quadrato.     Ti hanno ingannato.   Ci sei cascato.

Ti dicono che nelle tenebre,  ci si sta bene.   Ti fa bene. Ti vuole bene    . Ma non è vero.   Ti ha  spolpato.    Ti ha consumato. Ti ha deviato.    Ti ha oscurato,  il cuore e l’anima.       E sei  tenebre.   Al cubo.

 

La luce.

Come ci esci dalle tenebre?       Chi ti tira fuori?        Solo Gesù lo fa.    È lui  la luce di Dio.  E davanti a lui, scappano tutte le tenebre.   Si sciolgono. Scompaiono.   E non ci sono più.

 

Perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.     Ecco perché è venuto Gesù.    Ecco che ci sta a fare.  Ecco che viene a fare.      A salvarti.   A portarti fuori. A tirarti fuori. A liberarti. Dal male.  Che ti fai. E che fai.  Da tutto quello che ti fa male. Da tutto il male. Per sempre.

Chi non crede è già stato condannato,   perché non ha creduto   nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.      Se non credi in Gesù.   Se per te Gesù, non è Gesù.  Non è il Figlio di Dio. Se per te,  il male non è male.     Come fa a salvarti?    Come fa a tirarti fuori?   Rimani lì nel male.    Rimani dove stai.     Per terra.  E niente cielo.

Chi crede in lui non è condannato.         Se credi in Gesù.     Se per te,   è  il Figlio di Dio.  Se sta in lui.  Se dimori nelle sue braccia.   Se ti fai portare dalle sue braccia.   Allora non sei condannato.  A restare nel male.   Non sei più schiavo del male,  prigioniero del male.    Non sei più per terra.    Sei in cielo.   In Paradiso.

 

Chi fa la verità,  viene verso la luce.          Gesù non ci sta  solo a parole.    Ci sta a fatti.    E per uscire dalle tenebre,   devi fare i fatti.     Devi fare luce.  Devi fare la verità.   Ci devi mettere la verità.    Sul serio. Concreta. A fatti.    E ci metti Gesù. Vero, concreto.  A fatti.

Perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.      Chi fa  la verità. Non ce la fa,  senza Dio.    Dio è verità.  È lui lo Spirito della Verità.    Se ci sta lui,  ci sta la Verità.    Viene da sola. Esce da sola. Sgorga da sola.   Perché viene da Dio.   E lo fa Dio.

 

E diventi anche tu.                                                                                                               Una luce che brilla di Dio.

 

 

 

 

 

 

Zaccheo

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.  Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».  Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».  Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 

 

E tu,   lo vuoi vedere,    chi è  Gesù ?

 

Non lo vuoi.

Non lo vedi.  E non ti vedi.     Non lo vuoi vedere. Non ti vuoi vedere.    Non si deve vedere. Chi sei.  E che fai.

E ti nascondi nella folla.   Ti confondi con la folla.    Ti sciogli nella folla.  Sparisci nella folla. E non si vede,  chi sei.

E non si vede più,  l’errore.     E non si capisce più,  l’errore.     E non ci sta più.  l’errore.     E non ci sta più,   Gesù.      E non ci stai,   più  tu.

 

Lo vuoi.

Lo sai chi sei. Lo vedi chi sei.     E vuoi vedere lui.  Vuoi sapere, chi è lui.

Ed esci  dalla folla.   Ti stacchi  dalla folla.    Salti fuori,  dalla folla.    E ci sei.

E ti fai portare  dallo Spirito Santo.   Voli,  sulle ali dello Spirito Santo.     E ti posi su un albero di legno.   È l’albero della croce. Della tua croce.    Da lì,  lo puoi vedere. Chi è.

E Gesù ora ti guarda,  lui.    I suoi occhi si posano sui tuoi, nei tuoi.   Il suo cuore,  nel tuo.

Scendi Zaccheo.                                                                                                                     È ora di scendere.  È ora di scendere  dalla tua croce.    Lo sguardo di Dio   ti ha liberato.   Ora sei rinato.

Devo fermarmi a casa tua.                                                                                                  Non ero io,   eri tu  Gesù,    che mi hai voluto.                                                                       Non ero io,   eri tu Gesù,     che mi hai cercato.                                                                       Non ero io,   eri tu Gesù,     che mi hai guardato.                                                                  Non ero io.   Eri tu Gesù,     che mi hai trovato.

Vieni Signore nella mia casa,  nel mio cuore.     Ora che ci sei tu  Gesù,   l’errore se ne va. E rimedio, risano,  e riparo,   chi ho ferito.    E anche il mio cuore.

 

Ora lo so,   chi sei.                                                                                                                    Il  mio   Salvatore.

 

 

 

 

 

 

 

Abbi pietà di me

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».  Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».  Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.  Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

 

 

 

Anche tu   sei lì,   mentre Gesù passa.                                                                                     E che fai?

 

Niente.

Rimani cieco.     Rimani al buio.   Non la vuoi la luce.      Non vuoi che si veda.   Non vuoi che si sappia.     Non vuoi che si scopra.                                                                               Rimani zitto.        Rimani senza  voce.    Non la vuoi  la voce.     Non vuoi  dire.  Non vuoi sentire.    Non ci vuoi sentire.                                                                                            Rimani fermo.     Immobile. Fissato. Bloccato,   a mendicare,  a elemosinare uno sguardo. Da un altro cieco.

 

Gridi.

Non vuoi più stare con gli occhi chiusi.  Non vuoi più tenere gli occhi chiusi.    Vuoi vedere. Lo senti che passa  il tuo Dio.   Ti sussulta il cuore.

 E gridi.  Con tutte le tue forze.      Figlio di Dio,  abbi pietà di me!     Guarda il mio dolore.  Guarda come mi ha ridotto.   Guarda,  come mi ha  distrutto, finito, sfinito.   Isolato.           Non ce la faccio più.      Prendi la mia mano.   E il tirami fuori.  Tirami su.

E Gesù  si ferma  e ti chiama a lui.    E balzi in piedi.  E ti lanci.    Getti  il mantello           che ti vestiva,  che ti copriva,  che ti nascondeva.     Che era tutto quello che avevi.              E ti getti ai suoi piedi.        È lui,  il tuo mantello.     È lui,  che ti veste.  Che ti copre.         Che ti ripara.

Sono suoi,   i tuoi occhi.       E li metti,  nei suoi.     E vedi.

 

E vedi,  di più di prima.                                                                                                          Con lo sguardo di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Sii guarita.

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.  Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

 

 

 

E tu,   come ci vai,  da Gesù ?

 

Ci vai,  con le tue ferite.    Gli porti,  le tue ferite.      Lo cerchi  per le tue ferite.                       Quelle che gli altri,  non hanno capito.   Quelle che gli altri,  non hanno veduto.                  Quelle che gli altri,  non hanno guarito.

Sei sfinito.  Ti hanno finito.   Ti hanno preso tutto. Ti hanno levato tutto.  Hai perso tutto.  Non hai più la forza.                                                                                                              Ora è Gesù,  la tua forza. La forza di Dio.  Quella che può tutto.

 

Ma devi toccare  il suo mantello.                                                                                              La tua mano  deve toccare,  entrare in un contatto  reale, concreto, vero,  con lui.               Ci devi  mettere le mani.     Ci devi  mettere il cuore.    Davvero.

 

Ed ecco passa,  la forza di Dio.   Lo Spirito di Dio.  L’Amore di Dio.  Passa.                          Da lui,  a te.

Ma non puoi  stare nascosto.    Devi uscire allo scoperto .  Devi dirlo chiaro.                         Davanti a tutti.

 

E ti guarisce.  E ti salva.

Ecco la fede.

 

 

 

 

 

 

Signore, salvami!

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[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».  Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».  Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

 

 

 

Chi è per te, Gesù?

 

Non ci credono.      Anche se lo vedono camminare sul mare.  Non ci credono.           Non è reale.  Non è vero.      Per loro, è un fantasma.

 

Se sei tu,   comandami di venire.       Lo metti alla prova.  Lo provochi.    Ti senti  tu,        il giudice.     Colui che valuta.  Colui che decide.  Se lui è Dio.

Vieni.      E sperimenti  che sulle acque non ci sai stare.      Non ci sai camminare.        Sei solo un uomo,  tu.           Il vento,  la paura, l’angoscia,     ti fa sprofondare.            Ti fa affondare.     Ti fa sparire nel mare.

 

Ecco, allora lo senti,  chi sei tu.     Debole, fragile, incapace,   di salvarti da solo.

Signore,  salvami!      Ecco allora lo senti,  chi è lui.     È la mano  che ti tende.               È la mano che ti prende.    È la mano che ti solleva.

 

È  il Figlio di Dio,

che ti salva.

 

 

 

 

 

 

 

La Trinità

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In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:  «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.  Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.  Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

 

 

 

 

 

Tre Persone,  un unico Dio.    Come lo puoi capire?

 

Tu,  non ci puoi arrivare.    Ma è lui,  che arriva da te.   Che viene da te.  Che si china verso di te.

Il Padre,  ti porge le mani.    Attraverso il Figlio.     Le sue mani, sono il Figlio.

E ti fa capire.   Attraverso il Figlio.    La sua Parola è il Figlio.   È la sua voce.

E ti fa sentire.    Attraverso lo Spirito Santo.     Lo Spirito Santo,   è il suo cuore.             Che batte per te.

 

Metti  le tue braccia,   nelle sue.

Ecco,   la Trinità è  un abbraccio.

E tu,  ci stai dentro.