E’ venuto nel mondo

20071223-102 - Copia (2)

[ In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. ] Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. [ Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,  pieno di grazia e di verità. ] Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

 

 

 

Non stare male   perché non sei  amato,  non sei  pensato,  non sei  voluto.  Dio ti ha  amato, pensato e voluto,  prima della creazione del mondo.   Lui è con te da sempre.

Anche  il Figlio di Dio,  esisteva prima della creazione del mondo.  Perché è Dio.  Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui e in vista di lui.   Anche tu.  E non esisti senza di lui.

Il Figlio di Dio è venuto nel mondo per te,  per salvarti.  Per portare a casa tua,  Dio, per portarti il Padre.   Per  riportarti a casa tua, dal Padre originario,  dal  primo Padre,  da Dio Padre.  Come figlio.

 

Lui,  la luce vera,  è venuto,   per liberarti  dal buio e dalle tenebre,  da tutto il male che ti pesa, che ti schiaccia, che ti spezza il cuore.  Solo  lui lo può fare.  Solo un Dio.

Lui è la luce vera.   Se la riconosci,  se la vuoi,  se l’accogli,  ti  illumina.   Se  la abbracci e  la metti sul tuo cuore,  ti passa la sua luce e la sua gioia.

E non sei più come prima.   Splendi, risplendi anche tu.  E gli occhi e la bocca si riempiono  di raggi di luce.  E risplendono., e ridono e cantano e danzano quella luce.  E parlano di quella luce.

Diventi un  diamante,  che fa risplendere e irradia la luce di Dio nel mondo.

E lo annunci  e lo testimoni.

Come Giovanni.

 

 

 

 

 

 

Madre di Dio

1888322262

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

 

 

Non i sapienti, non i saccenti, non gli scienziati, hanno visto.  Non potevano vedere loro, che si mettono al posto di Dio.  Loro, che giudicano Dio.  Loro, che pesano e usano Dio.

I pastori hanno visto.   L’Angelo ha annunziato a loro il Salvatore del mondo.  Hanno visto il segno, i cieli aperti e tutti gli angeli che glorificavano Dio e l’amore di Dio per gli uomini.

Hanno portato a Maria queste cose.  Come loro,  lasciati prendere dallo stupore.  Rimani nello stupore.

Come Maria,  custodisci  queste cose nel tuo cuore.   Tienile, contienile,  conservale nel tuo cuore.  Non misurarle con la tua logica, non pesarle con i tuoi calcoli,  non incatenarle ai tuoi schemi.   Proteggile, riparale,  anche da te stesso.

Come Maria,  medita queste cose nel tuo cuore.  Affidale allo Spirito Santo.  Lascia fare allo Spirito Santo.   Lascia che sia lui a parlarti,  a rivelarti le cose di Dio.

In Maria,  madre del  Figlio di Dio,  tempio di Dio,  ci sei anche tu,   tra le cose di Dio.  Anche  te,  custodisce nel suo cuore.

È  lei la madre che cerchi.  È lei la madre che sogni.  È lei la madre che speri.  La madre per sempre.   La madre di Gesù, di Dio che salva,   la madre che ti salva.

La madre dell’Amore incarnato.  Che ti ama con quell’amore.  Che ti ama veramente, realmente,  totalmente.

È sempre vicino a te,  non ti lascia mai.

Perché  lei   è tua madre,

e  tu sei  suo figlio.

 

 

 

 

 

 

Annunciazione

 annunciazione-templari-2009 - CopiaIn quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

 

Viene l’angelo.  Anche da te.  E tu che fai?

Non lo vedi, non lo vuoi, non lo senti.   Lo hai relegato, accantonato, separato.  Chiuso, negato,  rinnegato.  Lo hai abbandonato, rifiutato,  escluso dalla tua vita.

E sei  rimasto senza  l’angelo di Dio.  Senza la sua parola per te.   Hai perso l’appuntamento più importante della tua vita.  Quello con Dio.

Oppure,  come Maria,  ti sei  preparato a quell’incontro.   Lo hai aspettato con il cuore.     Lo hai desiderato con il cuore.  Ed ecco, l’angelo viene.

Prima c’è la gioia.

L’incontro con una persona cara, è carico di gioia.  Rallegrati, il Signore è qui,  è con te  e ti riempie con la sua grazia.

Poi, non temere.

Ora non devi più avere paura. Non è più il tempo della paura, dell’angoscia.  Non temere,  perché tu hai trovato grazia presso Dio.  Sei gradita a Dio.     E lui prova gioia per te.  Un Dio prova gioia per te.  Proprio per te!

Poi l’annuncio e la proposta.

A Maria di accogliere  e di concepire  nel suo corpo  il Figlio di Dio e di diventare  sua  madre.   A te di accogliere nel tuo cuore il Figlio di Dio.  Puoi accoglierlo nella profondità, nella verità del tuo cuore.  Puoi fare del tuo cuore  la sua culla,  la sua casa.

Come può succedere?  Come avviene tutto ciò?  Cosa  lo fa diventare vero, autentico, reale?  Chi  fa nascere  il Figlio di Dio?  Nel corpo di Maria.  E nel tuo cuore.

Lo Spirito Santo.

Ecco,  lo Spirito Santo scende su di te  e la potenza di Dio ti copre con la sua ombra.   È lo Spirito di Dio che lo fa.  Viene su di te e ti porta la potenza di Dio che ti copre, ti ricopre, ti ammanta con il suo mistero. Ti fa diventare parte del suo mistero.

Nulla è impossibile a Dio.

Dio è Dio.  Lui può tutto.   Ecco perché non devi più temere. Ecco perché devi gioire.  Ecco  perché ti puoi fidare.

La risposta.

Si.   Si, ci sto.  Eccomi  sono qua, mio Signore.  Ecco la mia vita.  La metto a disposizione.  È tua.  Realizza  in me quello che hai disposto.   Avvenga in me quello che hai proposto.

Si.  Sia fatta, diventi fatto, diventi carne,  la tua Parola.

Si.  Sia fatta, diventi fatto, diventi carne, la  tua  salvezza.

Si,  sia fatta  la tua volontà.    Qui  sulla terra e nella mia  vita!

 

 

 

 

 

La vigna del Signore

lio_thumbSMOAUTO_366X0

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

 

 

Il tuo pezzetto di terra.  Quello che sei,  quello che hai,  quelli con cui stai.   Ti è stato dato,  prestato, affittato.   Per coltivarlo, per dare i frutti.  I frutti di Dio.   È la terra di Dio.  È il Regno di Dio.

Ma tu lo hai fatto tuo.  Ti sei fatto padrone, ti sei fatto re, ti sei fatto Dio.   Lo vuoi avere, possedere.   Da solo. Tutto.

Lo hai fatto di tua proprietà,  di tuo dominio, tuo e basta.   Nessuno ti deve disturbare. Nessuno ti deve ostacolare.  Nessuno lo deve volere,  nessuno lo deve chiedere. Neppure il padrone,  neppure Dio.

E così  lo elimini.  Lo fai fuori.   Lo annulli  dalla tua vita,  dal tuo cuore.   Lo neghi,         lo cancelli,   lo scarti.  Scarti Dio, perché non è tuo.

Quando viene Dio  e ti manda i suoi  inviati, non li vuoi.  Li distruggi,  li calpesti, li uccidi. Sono d’inciampo,  sono di ostacolo al tuo regno.  Ti ricordano che non è il tuo.  Ti ricordano Dio.

Allora il Padre manda il Figlio suo.  Ma tu non hai limiti.  Anzi, proprio lui, vuoi eliminare. Perché è l’erede.  Colpisci al cuore,  Dio.  Così avrai tutto quello che è suo.  Tutto sarà tuo.  Più di prima.

Hai abbandonato Dio,  hai scartato il Figlio di Dio.  Il tuo terreno  lo hai avvelenato con la tua invidia.  Lo hai bruciato con la tua rabbia.  Lo ha inaridito con la tua indifferenza.  E non da più frutto.  Non può più dare frutto.

L’uva,  per cui è stato preparato, non c’è.  Ci sono solo acini acerbi, aciduli, acidi, secchi.  Frutti morti.   La vigna l’hai calpestata,  è diventata un deserto.  Ci sono cresciuti   i rovi e  i muri.   Hai calpestato la vigna di Dio.   Il Regno di Dio.

La pietra scartata,   il Figlio di Dio scartato,  è diventata testata d’angolo.   E’  la pietra  angolare,  su cui puoi ricostruire la casa, che ti permette di ricostruire la casa.  La tua vera casa.

Ti permette  di  ritrovare  il fratello scartato,  la parte di te scartata,  il tuo cuore scartato. E la tua terra.

E i frutti di Dio.

 

 

 

 

 

La Trinità

okk

 

 In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: 
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

 

 

 

 

Tre Persone, un unico Dio.   Non è una somma:    1 + 1 + 1 =  3.    Ma è : 1 x 1 x 1 = 1.  Ogni persona è per.   È per l’altro.

Come l’amore,  è per.  Non esiste senza l’altro.  Il Padre che ama, il Figlio che è l’amato e lo Spirito Santo che è l’amore che li unisce.  È un abbraccio di amore.

Che continua ad essere per,  anche al di fuori di sé.  Il Padre per amore del mondo, dona il Figlio.  Il Figlio dona la sua vita, per salvarlo.  Lo Spirito Santo viene, per santificarlo.

La Trinità è la casa di Dio,  se ci sei dentro,  sei salvo, sei a casa.  È la famiglia di Dio.  Se ne fai parte, sei salvo, sei figlio di Dio.

E,  come un carattere ereditario, come un marchio di famiglia,  anche tu diventi,  per.  Per il Padre e  per il Figlio, nello Spirito Santo.

Diventi per, anche per l’altro. E ti apri all’altro. E non puoi più vivere senza l’altro.

Porti agli  altri  uomini,  la Trinità.  E con loro diventi,  l’abbraccio di Dio.  La casa di Dio.

La famiglia di Dio sulla terra.

 

 

 

 

 

Svegliati, tu che dormi!

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»   (PG 43, 439. 451. 462-463)

 221

 «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.

        Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.

        Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

        Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

        Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

        Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

 

 

 

Lazzaro

lazzaro-risurrez

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

 

Ero morto, Gesù.  Finito, spento, inaridito.  Senza più cuore, senza più anima senza più vita.  Ero morto e mi sono chiuso, rinchiuso nel mio sepolcro. Per non far vedere, per non far capire. Per non far vedere neppure a me stesso. Per nascondermi anche a me stesso.

Ho voluto fare a meno di te.  Ti ho messo fuori, rifiutato, offeso, negato, rinnegato. Non mi sono fidato.   Mi sono ritrovato qui dentro da solo. Al buio.  Ci sono solo le tenebre, il peccato, la miseria vera, la mancanza vera, la solitudine vera.   Non c’è la luce, perché non ci sei tu.   Non c’è la vita, perché non ci sei tu.

Tu aspetti, rispetti.  Aspetti di essere cercato, di essere chiamato.  Ti chiamano le mie sorelle,  ti invocano, ti supplicano.  Ti confessano la loro fede. Ti riconoscono come il Figlio di Dio, al posto mio.

Tutti pensano che è troppo tardi, che anche tu non puoi fare nulla.   Ma tu, Gesù, tu sei la Risurrezione  e la Vita.  Per capirlo, dovevo morire.  Per sperimentarlo, doveva finire ogni speranza.

Tu piangi per me.  Tu, il Figlio di Dio, ti ricordi di me e soffri per me. E ti rivolgi al Padre.  Perché tu vivi con il Padre nella Trinità e il Padre ti ascolta.  Allora, mi chiami per nome e mi chiami a te.

Apri la mia tomba e apri il mio sepolcro.  Spalanchi la mia tomba, come nella tua risurrezione.  Metti il tuo Spirito dentro di me e io torno a vivere.  Riporti in vita il mio corpo, il mio cuore e la mia anima.  Vinci la mia morte, trionfi sulla  morte.  Solo un Dio lo può fare.  Ora tutti sanno che tu sei il Signore.  Che tu sei  la Risurrezione e la Vita.

Esco Gesù, legato dalle bende  e avvolto nel sudario.  Come nella tua resurrezione, ora non servono più, sono deposte da una parte. Rimangono solo loro.

Credo  in te, Figlio di Dio e  vivo in te.

Non morirò più.  Vivrò per l’eternità!

 

 

 

 

Trasfigurazione

trasfigurazione-BeatoAngelico-1439-1442

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

 

 

Quello che sei veramente, Gesù, lo lasci trasparire, lo lasci venire fuori.  Lasci apparire il tuo splendore, la tua gloria di Figlio di Dio.

Quello che sei,  lo riveli  ora,  per farmi sapere  chi è,  quello che verrà condannato.

Ti devo ricordare così,  con quella veste di luce, quando sarai flagellato.

Ti devo vedere così,  con il Padre e lo Spirito Santo, quando sarai crocifisso.

Come gli apostoli, sarò colpito, stupito, sconvolto, stordito, dalla tua gloria,  quando  sarai risorto.

Con  Mosé ed  Elia, ti  starò vicino  e,  come  Mosé ed Elia,  ti  testimonierò e annuncerò la tua salvezza.

 

 

 

 

 

Ecco l’Agnello di Dio

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

 

 

Ecco,  Gesù  ti viene incontro.  Eccolo lì,  davanti a te.  Il suo volto davanti al tuo, i suoi occhi nei tuoi, il suo cuore  nel  tuo. E tu che fai?

Come Giovanni,  lo riconosci e dici chi è.  Lo indichi.  Lo riveli. Lo annunci  a tutti.

Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!    Quanto male, quanto peccato, quanto dolore nel mondo.  Chi lo regge?  Chi lo sopporta? Chi lo vince?  Solo un Dio lo può fare.  Gesù è venuto per questo.  Per prendere su di sé il male del mondo, per portarlo sulle sue spalle, per affrontarlo, per vincerlo.

Lo vince come agnello di Dio.  Mansueto, umile, innocente, puro, docile  a Dio. Docile alla volontà di Dio. Teneramente abbandonato alla volontà del Padre.  Perché  è il Padre che lo ha mandato per togliere il peccato e salvare il mondo.

Come lui, con lui e in lui,  anche tu puoi abbandonarti alla volontà del Padre,  lasciare che si compia in te  la sua volontà, il suo progetto di amore, di salvezza.  E anche tu diventerai  un agnello di Dio.

È colui sul quale discende e rimane lo Spirito.    È lo Spirito di Dio, Dio stesso che te lo indica, che te lo segna, che te lo insegna.  È lo Spirito Santo  il segno,  che quello è Gesù.  Su di lui discende perché viene dal Padre, è l’amore del Padre, è l’unione con il Padre.

E rimane, dimora.  Lo Spirito di Dio è con lui, sempre. E con lui è il Padre.  E la Trinità.  In lui è presente tutta la Trinità.   Se tu sei in Gesù, anche su di te scende lo Spirito Santo e rimane.  Ti riempie, ti nutre, ti consola, ti protegge. Ti ripara.

È colui che battezza nello Spirito Santo.     Lo Spirito Santo è disceso su di lui, è con lui. Ora il battesimo non è più nell’acqua.  Ora è  immergersi in  Gesù, ripieno di Spirito Santo, dello Spirito di Dio. È immergersi  nello Spirito Santo. È lo Spirito Santo che ti lava, ti purifica, ti santifica. Ti separa dal peccato, vince il male e la morte. Ti fa entrare nella vita di Dio.

Figlio di Dio.   Gesù è veramente Dio.  È il Figlio, che con il Padre e lo Spirito Santo, completa, forma, la Trinità. È Dio stesso.  È la parte visibile del Dio invisibile. Tutte le cose sono state create in lui e in vista di lui e tutte in lui sussistono. Tutte le cose visibili e invisibili in lui trovano il loro centro. In lui si incontrano, in lui si riconciliano. In lui si riunificano.

Come Giovanni, hai visto, toccato, sperimentato, vissuto, ricevuto lo Spirito Santo.  Solo allora puoi testimoniare Gesù. Perché è lo Spirito Santo che lo annuncia, che lo rivela, che lo indica, che lo svela.

Come Giovanni, non farlo solo a parole, ma con i fatti, con le opere, con la tua vita. Diventa tu stesso, un annuncio vivente, un segno di Dio. Un cartello,  una traccia, una prova, un richiamo, un dito .

Che indica il Figlio di Dio.

 

 

 

 

Il Battesimo del Signore

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.  Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

 

 

Perché Gesù si è fatto battezzare?  Per dirti chi è lui, chi sei tu e come ti salva.

Lui è colui che si affida al Padre.  Lascia fare al Padre.  Si affida alla giustizia del Padre.  Si immerge nella sua volontà. Si lascia coprire, ricoprire dalla sua volontà. E’ allora che si aprono i cieli.  È allora che il Padre si manifesta e rivela chi è il Figlio.  È il Padre che parla del Figlio. È lui che lo testimonia, lo riconosce, lo afferma, lo proclama, lo glorifica.

Prima con i fatti. Lo indica. Fa discendere su di lui lo Spirito Santo.  Fa posare su di lui il suo Spirito.  Posa su di lui il suo cuore.  Poi con la voce.  È la voce di Dio  che risuona, esalta, celebra. Canta  il mistero, la santità, l’eternità di quel fatto.

Questi è il Figlio mio, diletto, prediletto. L’amato.  In lui ho posto, riposto, basato il mio compiacimento. In  lui,  ho messo la mia gioia.  Lui,  è la mia gioia.

Quel battesimo rappresenta anche il tuo.  Gesù rappresenta quello che è stato il tuo battesimo in lui.  Quello che è stato, ma anche quello che vivi, rivivi, nei sacramenti. Il battesimo che  rinnovi, in tutti giorni, in tutti i momenti.

Come Gesù, lasci  fare a Dio, alla giustizia di Dio. Ti lasci fare. Ti abbandoni alla sua volontà. Dici di sì alla sua volontà. Ti affidi, qualunque essa sia, dovunque sia, comunque sia.  Lo lasci fare.

Come Gesù, ti immergi  nell’acqua della sua volontà. Ti lasci avvolgere dalla sua volontà. Ti lasci portare dalla sua volontà.

È allora che si aprono i cieli,  si apre il paradiso  e il Padre si manifesta,  si rivela. Manda il suo Spirito su di te, fa discendere  il suo Spirito su di te. Ti copre, ti ricopre, ti avvolge, ti riempie con lo Spirito Santo. Ti lava con lo Spirito Santo.

E poi ti fa sentire la sua voce che proclama, che tu sei suo figlio.  Suo figlio amato, eletto, prediletto.  In te ha riposto il suo compiacimento.  La sua gioia.  In te è la sua gioia.

Sei  ripieno dell’amore e della gioia di Dio.

Portala ai tuoi fratelli. Vivila, condividila, con i tuoi fratelli.