Giovanni battista

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.  Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.  Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.  Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

 

 

 

E la strada,  dentro di te,  com’è ?

 

Storta.

Contorta. Distorta.     Non la ritrovi più. Non ti ritrovi più.   L’hai perduta. Ti sei perduto.

Bloccata.     Dai macigni, dalle pietre,  che ti pesano sul cuore.   Che ti hanno fatto diventare duro il cuore.

Intasata.   Dalle tue torri.  Dai tuoi castelli.    Dove ti sei innalzato.  Dove ti sei rifugiato.

Bucata.    Dai tuoi burroni.   Dalle tue buche.  Dove ti sei nascosto.  Dalle tue trappole. Dove  ci sei cascato.

 

Diritta.

L’hai raddrizzata.   L’hai spianata. L’hai riparata.    Hai abbassato le tue montagne.     Hai riempito le tue buche.   Hai levato le tue trappole.

L’hai  ripulita.   Dalla terra che non è la tua.   Dal fango  che non è il tuo.

L’hai abbellita.   L’hai ornata di siepi. Di fiori. Di profumi.    L’hai riempita di colori.

 

L’ hai preparata.

Per il tuo Dio,  che viene.

 

 

 

 

 

 

 

 

Vegliate!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

 

 

 

Lo dice  anche a te.   Vegliate!

E  a te,   come ti trova ?

 

Addormentato.

Disteso,  adagiato,  crogiolato.    Appoggiato  su di te.     Solo  su di te.                             Con gli occhi chiusi.     Non vedi altro.  Non vuoi vedere altro.   Se non  te.                     Con gli orecchi chiusi.    Non senti niente.  Non vuoi sentire niente.   Se non te.

Inerte.  Senza fare niente.        Fermo.   Senza andare da nessuna parte.  Senza direzione, senza meta, senza scopo.   Se non, te.     Non aspetti nessuno.

 

A  vegliare.

In piedi.    Proteso in avanti.  Appoggiato in avanti.    Al Signore che viene.                      Con gli occhi aperti.      A scrutare, a vedere,  a chiamare,   il Signore che viene.        Con gli orecchi aperti.     A sentire  i segni,     ad ascoltare  il rumore dei passi,             del Signore che viene.

In piedi.    Sveglio.   Attento,   a  fare  il compito che ti ha dato,   che ti ha lasciato.           In piedi.   Pronto,   ad andare incontro,   al Signore che viene.     È lui la tua meta.          È lui la tua direzione.  È lui il tuo scopo.    E aspetti  lui.

 

E  lo abbracci .

Quando  viene.

 

 

 

 

 

 

 

Cristo Re

1 - Il Giudizio finale - Copia - Copia

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.  Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.  Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.  Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.  Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.  E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

 

 

Gesù è il Re.  È il Centro.    Da lui tutto è partito. A lui tutto ritorna.  Anche tu.

E tu,   da che parte,  ti ritrovi ?

 

Con i capri.

Hai anche  fatto.    Ma avevi il capo rivolto a te.    Rivolto indietro.  A guardare te.          A quanto eri bravo.  A quanto eri buono.   A quanto eri bello,  mentre facevi il bene.    Eri tu  il tuo centro.    Eri tu  il tuo Re.   Eri tu  lo scopo.   Eri tu, la fine di tutto.

 

Con le pecore.

Hai fatto.    Ma avevi  il capo rivolto in avanti.    Davanti a te.  Oltre te.  Più di te.             E lo vedi  il piccolo.     Il povero, il solo, l’abbandonato.   E non lo lasci. E non ti giri.       E non te ne vai.      Perché ha bisogno di te.  È venuto per te.  Aspetta te.

 

C’è Gesù dietro di lui.   C’è Gesù nel piccolo, nel più piccolo.  Quello che nessuno vede. Quello che,  per nessuno vale.   Quello che nessuno vuole.       È Gesù che ti cerca.        È Gesù che ti chiama.   È Gesù che ti guarda.

È Gesù che ha messo il suo volto,  nel tuo.

E tu   lo hai guardato.                                                                                                          E tu   lo hai sfamato.                                                                                                            E tu   lo hai curato.

Hai messo il tuo volto,  nel suo.      Per l’eternità.

 

 

 

 

 

 

I talenti

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 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:  «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.  Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.  Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.  Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.  Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.  Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.  Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

 

 

 

 

Sono  i talenti di Dio.    Sono i suoi.     Li mette nelle tue mani.    Per farti compiere       la missione  che ti ha dato.

E tu,   che ci fai ?

 

   5   talenti.

Ci credi.     Ti butti. Ti lanci. Ti muovi.     Li fai andare. Li fai fare.     E ti precedono. Prima di te,  più di te,  nonostante te.      E crescono   e vanno dove vuole Dio.        Come vuole Dio. Quanto vuole Dio.      Più di quanto pensavi.  Più di quanto volevi.     Più di quanto osavi.   Più di te.     E sei, nella gioia di Dio.

 

    2   talenti.

Nelle tue mani.  E le fai diventare le mani di Dio.    E li porti a chi ha fame, a chi ha sete, a chi ha freddo,  nel cuore e nell’anima.   A chi non ce la fa.   E ti aspetta. E aspetta Dio. E diventano tanti.  Tante mani di Dio.    Nella gioia  di Dio.

 

   1   talento.

Lo metti in una buca.   Lo sotterri.    Lo nascondi.     E nascondi Dio,  e anche te.      Non fai,   non ti muovi, non ti sposti, non osi.  Non ti schiodi.    Ti chiudi.    E chiudi Dio,    e anche te.                                                                                                                    Hai paura.    Di un padrone  con il cuore duro.      Ma è il tuo cuore, che è duro.   E ti fa paura.

 

Non sei nella gioia.

Non sei  nella gioia di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Le dieci vergini

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:  «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.  A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.  Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.  Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

 

 

 

E tu,    quale sei ?

 

La vergine stolta.

Hai la lampada.     Il contenitore.  L’involucro esterno.  La forma.     Quella che si vede.   Quella che appare. Quella che mostri.     Quella,   per te vale.

Ma non hai l’olio.   Non prendi l’olio.  Non c’entra l’olio.   Non ti interessa l’olio.              La sostanza.   Quello che sta dentro. Quello che ci metti dentro.

E si spegne.   E non arde più.     E non si vede più. E non serve più. E non conta più. Né la lampada. Né te.    È vuota. Come te.   Agli occhi di Dio.

 

La vergine saggia.

Hai la lampada.   Ma ci metti l’olio.  Pensi all’olio. Al contenuto.  A quello che sta dentro. A quello che la fa brillare.    A quello che la fa contare.

La  lampada  è il cuore.  L’olio è l’amore.      Arde come l’amore.  Brucia più dell’amore.   Illumina con l’amore.   Riscalda. Perché è amore.     L’Amore di Dio.

E la fiamma,  è il tuo Si.      Che nasce da quell’amore.   Che vive in quell’amore.      Che si nutre  di quell’amore.    Che ama  con quell’amore.

 

E la porti sulle mani,  al tuo Dio.

E lui ti apre la porta della sua casa.

E  ti fa entrare  alle nozze,  con lui.

 

 

 

 

 

 

 

Uno solo è  il Padre

Gesu-discute-con-i-farisei-2 (1)  In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:  «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.  Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.  Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.  Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

 

 

 

E il tuo Maestro,   chi è?

 

Ti senti tu,  la guida.     La vuoi fare tu, la guida.    Vuoi portare gli altri dove dici tu. Come dici tu. Perché lo dici tu.     E li fai perdere,  con te.

Lo vuoi fare tu,  il Maestro.     Per far fare agli altri, quello che vuoi tu.  Come vuoi tu. Perché lo vuoi tu.    E fai fuori, Gesù.

Lo fai tu,  il Padre.   Così fai fuori,  anche il Padre.    Così non hanno più bisogno del Padre.   Così non lo cercano più.  Così non lo pensano più.  Così non lo amano più.

 

Uno solo  è il Maestro. Gesù.    Anche per te. Proprio per te.  Solo lui sa, le cose di Dio.    Solo lui te le fa capire. Solo lui che le fa sentire.     Solo lui è,   la Parola di Dio.

Una sola è la Guida.  Gesù.    Anche per te.   Solo lui conosce la strada, anche la tua. Solo lui ti porta al Padre.   Lui è,  la strada di Dio.

Uno solo  è il Padre.  Quello celeste.    Il primo Padre.  Il vero Padre.   Anche per te.        Il solo Padre,   che ti custodisce sempre.  Che ti protegge sempre. Che ti ama sempre. E non ti lascia mai.

 

Ecco dove andare.

Ecco dove  stare.

Ecco con chi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Amerai il Signore, tuo Dio

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In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

 

 

 

E tu,    ami Dio ?

 

Nessuno mi ama.   Non è vero.       Ti ama Dio.     E ti sembra, poco?   Di più non c’è. Più di quello che pensi.   Più di quello che speri.  Più di quello che vuoi.     Di più.

 

Ama Dio.

Amalo anche tu.    Con quell’amore. Di quell’amore. In quell’amore.    E ti fa battere  il cuore.    E ti fa palpitare il cuore. Per lui.       E ti fa rinascere il cuore.   In lui.

 

Ama il prossimo.

E  Dio ti porta  all’altro.     E lo porti all’altro, che ti sta vicino.   Quando non lo lasci solo. Quando lo sorreggi,  lo consoli, lo ripari.    Quando non ce la fa.  Quando non sa. Quando non può.

Quando è malato.   Quando è debole. Quando è calpestato.     Quando  è  scartato.       Ti prendi cura di lui.  Come parte di te.     Perché  fa parte di te.

 

Perché,  fa parte di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

La moneta

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In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.  Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».  Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».  Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

 

 

 

E tu,   davanti ai soldi,  che fai?

 

I soldi.     Ti fanno capire chi sei.    Sono la prova, il test, la verifica,   di quello che vuoi. Se ti chiudi, per loro.   Se ti apri, per loro.  Se contano solo loro.     Non sono solo soldi. Sono il tuo Dio.     E tu,  sei il suo tributo.

La moneta di Cesare.      È sua.  Ci sta la sua faccia.  La faccia del potere.    Se ci metti la tua faccia.    Se diventi come lui, per lui, con lui.    Se gli appartieni.      Diventi suo.   E sei  solo,   il suo tributo.

 

Sei  tu,    la moneta che conta.    Quella che vale, quella che serve.    Su di te,               è stampato,   il volto di Dio.    Impresso nel tuo cuore.  Scolpito,  inciso,  sigillato,        sul tuo cuore.     Lui ti ha fatto. Ed è rimasta l’orma.

Rendi,  rimetti, riporta,    la tua orma,  sulla sua.    Solo in lui, coincide.   Solo in lui,           si completa.     Solo in lui,  si ritrova.

 

E  il cuore  canta

Dio,    e  i   fratelli.

 

 

 

 

 

 

 

 Venite alle nozze

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 In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:  «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.  Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.  Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.  Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.  Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

 

 

Anche tu,   sei invitato alle nozze  del Figlio di Dio.

E tu,   ci vai?

 

Non ci vuoi andare.        Non ci vuoi stare.    Non ci vuoi avere, a che fare.                Non ti interessa. Non ti tocca.     Lo metti fuori. Ti metti fuori.    Da solo.

Hai da fare.      Hai altro  da fare.     Non ti deve scocciare.   Non ti deve disturbare.      E vai altrove.     La tua festa, è altrove.

Insulti.     Chi te lo ricorda,  chi te lo riporta.      Per te,  Dio non è degno di te.    E tu, non sei degno di lui.

 

Ci vai.        Povero, piccolo, misero.    Umile, fragile, debole.     È quello che porti,      alle nozze.     È quello che aspetta,  le nozze.

Ci vai,   con l’abito iniziale.     Con la veste bianca del battesimo.    Vestito di Cristo. Senza,  non ci puoi stare.

 

Perché,   sei anche tu,

la sposa,   delle nozze.

Nel   Regno  dei cieli.

 

 

 

 

 

 

 

La vigna di Dio

3 In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:  «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.  Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.

Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.  Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».  Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».  E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

 

 

 

E tu,     lo hai fatto  fuori?

 

Ti fai  padrone.  Ti senti il padrone, della vigna di Dio.   Di Dio stesso.

Lo fai fuori.    Così non lo vedi. Così non ci credi. Così non ci pensi.   Così ti senti unico. Padrone.

Tiri le pietre.    A chi te lo ricorda.  A chi non ci sta. A chi non ti va.     A chi non ti serve.

Bastoni.     Quelli  che ti manda.   Chi te lo riporta.  Chi lo serve.

Fai fuori.    Anche il Figlio.     Lo prendi, lo cacci fuori, lo uccidi.   Lo elimini. Lo cancelli.  Ti prendi il posto suo.  Ti metti  al posto suo.    Così è tutto tuo.

 

Ma Lui,    la pietra che hai scartato,

è diventato,  la pietra angolare.

 

La vigna  di Dio.

Il  Regno  di Dio.

Sulla terra.