Cristo Re

1 - Il Giudizio finale - Copia - Copia

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.  Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.  Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.  Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.  Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.  E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

 

 

Gesù è il Re.  È il Centro.    Da lui tutto è partito. A lui tutto ritorna.  Anche tu.

E tu,   da che parte,  ti ritrovi ?

 

Con i capri.

Hai anche  fatto.    Ma avevi il capo rivolto a te.    Rivolto indietro.  A guardare te.          A quanto eri bravo.  A quanto eri buono.   A quanto eri bello,  mentre facevi il bene.    Eri tu  il tuo centro.    Eri tu  il tuo Re.   Eri tu  lo scopo.   Eri tu, la fine di tutto.

 

Con le pecore.

Hai fatto.    Ma avevi  il capo rivolto in avanti.    Davanti a te.  Oltre te.  Più di te.             E lo vedi  il piccolo.     Il povero, il solo, l’abbandonato.   E non lo lasci. E non ti giri.       E non te ne vai.      Perché ha bisogno di te.  È venuto per te.  Aspetta te.

 

C’è Gesù dietro di lui.   C’è Gesù nel piccolo, nel più piccolo.  Quello che nessuno vede. Quello che,  per nessuno vale.   Quello che nessuno vuole.       È Gesù che ti cerca.        È Gesù che ti chiama.   È Gesù che ti guarda.

È Gesù che ha messo il suo volto,  nel tuo.

E tu   lo hai guardato.                                                                                                          E tu   lo hai sfamato.                                                                                                            E tu   lo hai curato.

Hai messo il tuo volto,  nel suo.      Per l’eternità.

 

 

 

 

 

 

Cristo  Re

CristoRe1artIn quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».  Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».  Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

 

 

Vogliono essere   il tuo re.       Vogliono comandare loro,  su di te.

E se non ci stai,     ti invadono,  ti colpiscono,  ti inchiodano con la paura.     Ti torturano con la paura.    Ti annientano con la paura.

Se non li riconosci  come il re,   l’unico re,     ti isolano,   ti cancellano,   ti eliminano.          Devi esistere solo per loro,   con loro,   e in loro.       Devi essere come loro.

 

Ma tu   un re,   ce l’hai già.     Non appartiene  a loro.     Non è un re  come gli altri.         Non è un re del mondo.      È di più,  è molto di più.

È Gesù Cristo,   il Figlio di Dio.    È Dio.     È il Re dei re.    È il Re del cielo della terra.        È  il Creatore  e  il Signore di tutte le cose.

Il suo Regno,  è il Regno di Dio.      Il suo potere è  eterno,   non finisce mai.    Il suo trono è  da sempre,   e per sempre.

Lui,    è  l’Alfa e l’Omega.

L’unico,  il vero  Dio.

L’unico,  il vero  Re.

L’unico  Signore.

Degno di gloria  e di onore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Epifania

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».  Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 

Ti hanno riempito gli occhi di luci sintetiche, artificiali, virtuali. Ti hanno abbagliato, accecato con luci finte, fredde, programmate. Ti hanno riempito fino all’orlo, per non farci entrare la luce vera.

Invece la luce vera è apparsa nel mondo. Il Signore è venuto nel mondo. La sua gloria si è manifestata.

Come i Magi, la vedi spuntare anche tu, la tua stella. La vedi brillare in uno sguardo,  in una parola, in un abbraccio,  in un cuore, che sa di cielo, che viene dal cielo, che sa di Dio.  È un segno del cielo che ti chiama e ti porta a Dio.

Come i Magi, alzati, guarda in alto, rivestiti di quella luce e seguila.  A qualunque costo, in ogni posto. Lascia la tua terra e vai. Perché ti aspetta Dio. Dio viene prima di tutto quello che hai.

Ti lasci portare.  Non ti scoraggi se non la vedi più, perché è oscurata dalle nubi, dalle pene, dai dubbi. Non torni indietro. Sai che c’è lo stesso. Sai che ti porterà fino in fondo.

Per strada incontri altre persone che la seguono come te  e ti accorgi che non sei più solo.  E il cammino è più bello insieme,  più luminoso.

Come i Magi, incontri  Erode, i capi  e gli scribi. Loro non la vedono la stella, perché non la vogliono vedere. Le conoscono le scritture, ma le portano sulle labbra, non le portano nel cuore. Non si muovono, non partono. Sono fermi, immobili.  Non aspettano Dio, non lo vogliono Dio. Non lo vogliono il re, perché si sentono loro l’unico e il solo re, l’unico e il solo Dio.

Come i Magi, arrivi alla meta. La stella, la luce di Dio, la gloria di Dio, si ferma sopra al Bambino Gesù. È lui il Signore, il tuo Signore. Lo riconosci, e lo adori. Ti inginocchi, ti getti ai suoi piedi. Immergi  in  lui,  il tuo corpo, il tuo cuore, la tua anima.  Nel suo splendore.

Come i Magi, metti ai suoi piedi  l’oro,  il tuo tesoro, i soldi, il potere. Perché lui è l’unico Re, l’unico tesoro.

Metti ai suoi piedi l’incenso,   la spiritualità,  la divinità,  la sacralità,  perché lui è l’unico Dio e l’unico Signore.

Metti  ai suoi piedi  la mirra,  il dolore, il sacrificio, la morte.  Perché lui è  l’Uomo deposto dalla croce,  è  la salvezza,  e la resurrezione.

Sei li, con gli occhi ripieni di Dio. Ripieni della luce di Dio.   Al ritorno, porta quella luce ai tuoi fratelli. Guardali con quella luce.

E diventerai anche tu una stella,  per loro.

 

 

 

 

Cristo Re

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».  Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».  Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».  E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 

 

 

Pensi  al re, coperto d’oro.  Vestito d’oro.  Su un trono di pietre preziose. Luccicante, accecante, trionfante. Invece vedi il Figlio di Dio, li, sulla croce. Spogliato, umiliato, trafitto. Abbandonato.   Non sembra un re agli occhi del mondo.

Quella non è la sua disfatta.  Quella non è la sua rovina.  Quello è il  trionfo e la croce è il suo trono.

Il Figlio di Dio è il Re dei Re.  È il Re dell’universo. Il Re del cielo della terra, del visibile  e dell’invisibile.  Il centro di tutto.  Tutto è stato creato in lui, per mezzo di lui e in vista di lui.  Egli è il primo di tutte le cose e tutte le cose esistono in lui.

Con la sua croce ha riunito, integrato, ricongiunto, l’orizzontale con il verticale.  La terra con il cielo.   Il visibile con l’invisibile.  Con la sua croce ha riconciliato in sé, tutte le cose.  Ha liberato e santificato in sé, tutte le cose.  In lui, tutto si è compiuto.

Davanti alla croce, puoi essere come il popolo.  Che sta li a guardare.  Senza partecipare, senza soffrire, senza capire.  Puoi essere come i capi, che lo sfidano, che lo provocano, che lo invidiano. Puoi essere come i soldati che lo deridono.  Puoi dargli l’aceto,  essere acido, pungente, irritante,  perché non scende al tuo livello.  Perché è  fuori dal tuo controllo.

Come uno dei ladroni, puoi stare sulla croce vicino a lui, a fianco di lui. Come lui.  Non ti rendi conto che è un posto privilegiato.  Invece se lì,  incattivito, arrabbiato, umiliato.  Perché vuoi essere vincente, esaltato, esonerato dalla croce.  E vuoi così, anche lui.   E  lo insulti, lo attacchi, per farlo scendere dalla croce.  Per fargli ripudiare la croce. Vuoi che scenda,  per far scendere anche te.  Vuoi che fugga, per far fuggire anche te.  Ma così fuggi anche da lui,  e non ti salvi.

Come  l’altro ladrone,  puoi stare sulla croce vicino a  lui, accanto a lui e renderti conto che è un posto privilegiato.  Puoi sentirti parte di quel mistero.  Puoi riconoscerti peccatore, fragile, debole, imperfetto.  Puoi riconoscere Gesù senza colpa, senza difetto. Come Figlio di Dio.

Puoi stare con lui.  Puoi cercare il suo sguardo.  Puoi farti guardare da Dio. Puoi fare entrare nei tuoi occhi, il suo sguardo.  Puoi fare entrare in te, il Volto di Dio.

Puoi dire anche tu:  Tu sei il re del cielo della terra.  Portami con te.  Fammi stare con te, tienimi nel tuo cuore, quando entrerai nel tuo Regno.  E lui ti risponderà:  In verità, oggi, sarai con me, in Paradiso.

In Paradiso. Nel Regno di Dio, in Dio, qui sulla terra e poi nel cielo.  Per sempre.