Elisabetta

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 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.  Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

 

 

 

 

Maria  porta Gesù.      Maria ti porta Gesù.   Lo porta a casa tua.   In te.

Lasciala entrare.   Lasciala passare nel tuo cuore.   Lascia che si prenda cura del tuo cuore.    Di te.

Allora lo senti,   allora lo riconosci il tuo Creatore,  il tuo Dio.

 

Come Elisabetta,  attendi così il Natale.     Con il cuore che sussulta di gioia.

Con il cuore che salta.    Che si lancia,  incontro al Signore che viene.

Con il cuore che danza.    Di un battito sempre più forte.  Perché il suo Signore è sempre più vicino.

Con il cuore che palpita.    E ad ogni palpito,  canta al suo Dio.

Con il cuore che freme.   Perché non vede l’ora,  di incontrare il suo Signore.

Con un cuore che arde,   ogni giorno di più.

 

Con un cuore che risponde,   ad un altro cuore.

Il cuore di Dio.   Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che cosa dobbiamo fare?

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In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».  Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».  Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

 

 

 

Che cosa devo fare?    Te lo chiedi anche tu?

Dopo che hai  ripulito il cuore,   lo devi riempire di cose buone.         Dopo che hai ripulito  la tua strada,  la devi riempire di fiori.     La devi abbellire,  la devi far diventare un giardino, per accogliere Dio,   che viene in te.

Gli alberi, le aiuole, fiori,   sono le opere buone,  che cantano a Dio.   Che lodano Dio, in te.

Condividere  con chi ha bisogno.    Le cose, ma ancor di più, il cuore.    Non opprimere, non schiacciare, non umiliare,    perché gli vuoi bene.

Non sei tu da solo  che lo aspetti, il Signore.    Lo aspetti insieme a loro.    E donando,        e amando,   annunci il Signore che viene,  anche per loro.

 

Il Dio che viene,  non ti battezza con l’acqua del mondo.   Ti battezza con lo Spirito Santo.

Il battesimo dello Spirito Santo.    Ti immerge in Dio. Ti riempie di Dio. Ti consacra a Dio.

È il battesimo del fuoco.     Che ti cambia. Che ti rinnova. Che ti trasforma.

È il battesimo dell’amore.     Che ti fa sperimentare  l’ amore in persona.   L’essenza dell’amore.

Che solo un Dio,   ti può dare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Voce che grida nel deserto

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Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.  Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

 

 

 

 

Quella voce grida,  anche per te.   Quella voce grida,  anche a te.     Grida nel deserto.  Nel tuo deserto.

Prepara la via del Signore.   La sua, non la tua.   Puliscila dai tuoi ostacoli.  Dai tuoi sassi. Dai tuoi pesi.   Dai tuoi rifiuti.

Raddrizza i suoi sentieri.   I suoi, non i tuoi.     Non li fare contorti,  distorti.  Non li impedire. Non li bloccare.  Non li chiudere.     Non li fare  tuoi.

 

Allora il Signore viene.

Viene  ad abbassare le tue montagne.   Quando ti sei innalzato.  Quando ti sei esaltato.    Al di sopra di Dio,  nonostante Dio.      Solo lui ci riesce.   Solo con lui ci riesci.

Viene  a colmare i tuoi vuoti.     I tuoi buchi,  che ti sei scavato.    Le tue fosse,  dove ti sei rifugiato.    I burroni,  dove sei caduto.    Solo lui ci riesce.  Solo con lui ci riesci.

Viene  a spianare le tue vie.   Impervie, complicate, tormentate.   A sciogliere le tue vie, annodate.    E diventano  piane, facili, semplici.     Solo lui ci riesce. Solo con lui ci riesci.

Allora la vedi, la salvezza di Dio.    Allora la senti.  Allora la tocchi.

 

E anche tu,   diventi voce.

Voce che grida,   di gioia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco viene

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.  Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.  Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.  State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

 

 

 

Tanta violenza.    Tanto terrore.   Tanto dolore.     Tanta incoscienza.

Ti invade.   Ti schiaccia.   Ti distrugge.  Ti spezza.       Ti leva il respiro.

E sei lì abbattuto.    Caduto.   A terra.     Il tuo cuore è a terra.   Pieno di ansia e angoscia. Pieno di paura.   Morto di paura.       Chi ti può salvare?

 

Solo un Dio lo può fare.   Solo un Dio può arrivare  a tanto.    È un Dio viene.  Viene per te.   Viene a liberarti.   Viene a salvarti.

 

Alzati.   Tirati su.   Risollevati.   Rialza il capo.      Guarda il cielo,  e attendi.

Attendi , non più la paura.     Attendi la gioia.   Attendi il volto di chi sta per venire a liberarti.   Il volto del Signore.     Il volto del Figlio di Dio.

 

Ecco il Natale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ venuto nel mondo

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[ In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. ] Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. [ Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,  pieno di grazia e di verità. ] Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

 

 

 

Non stare male   perché non sei  amato,  non sei  pensato,  non sei  voluto.  Dio ti ha  amato, pensato e voluto,  prima della creazione del mondo.   Lui è con te da sempre.

Anche  il Figlio di Dio,  esisteva prima della creazione del mondo.  Perché è Dio.  Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui e in vista di lui.   Anche tu.  E non esisti senza di lui.

Il Figlio di Dio è venuto nel mondo per te,  per salvarti.  Per portare a casa tua,  Dio, per portarti il Padre.   Per  riportarti a casa tua, dal Padre originario,  dal  primo Padre,  da Dio Padre.  Come figlio.

 

Lui,  la luce vera,  è venuto,   per liberarti  dal buio e dalle tenebre,  da tutto il male che ti pesa, che ti schiaccia, che ti spezza il cuore.  Solo  lui lo può fare.  Solo un Dio.

Lui è la luce vera.   Se la riconosci,  se la vuoi,  se l’accogli,  ti  illumina.   Se  la abbracci e  la metti sul tuo cuore,  ti passa la sua luce e la sua gioia.

E non sei più come prima.   Splendi, risplendi anche tu.  E gli occhi e la bocca si riempiono  di raggi di luce.  E risplendono., e ridono e cantano e danzano quella luce.  E parlano di quella luce.

Diventi un  diamante,  che fa risplendere e irradia la luce di Dio nel mondo.

E lo annunci  e lo testimoni.

Come Giovanni.

 

 

 

 

 

 

E’ nato!

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In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

 

 

Ecco viene Dio.  Quando,  come i pastori,  sei nella precarietà, nella fragilità, nella semplicità del cuore.  Quando sei  svuotato, oscurato, relegato, anche da te stesso.

Ecco  il suo angelo viene  e ti dice:  Non temere.  Non avere più paura, non soffrire più.     È nato il tuo Salvatore,  Cristo Signore, il tuo Dio.  È venuto per te.

 

È venuto nel buio,  per darti la sua luce.

È venuto nella notte,  per darti il suo sole.

È venuto nel freddo,  per darti il suo calore.

È venuto nella povertà,   per darti la sua ricchezza.

È venuto nella debolezza,  per darti la sua forza.

È venuto nella solitudine,  per darti la sua presenza.

È venuto nell’indifferenza,  per darti il suo amore.

È venuto nell’umiltà,  per darti la sua gloria.

È venuto nella piccolezza,  per darti la sua grandezza.

È venuto nel tuo niente,  per darti  il suo  Tutto.

Vai da lui.   Li lo trovi,  li lo vedi,  li lo ami.

 

Allora  si apre il cielo   e ti fa vedere   chi è quel bambino.  Gli angeli,  schiere di angeli,     lo lodano,   è  Dio,   è il Signore del cielo e della terra.

Fai come loro.  Canta, danza  la gloria di Dio,  insieme a  loro, come loro.

Canta,  danza  la gioia di Dio,  insieme a loro, come loro.

E con i tuoi fratelli,  che egli ama.

 

 

 

 

 

 

Mandato da Dio

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Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

 

Come Giovanni.

Sei  stato mandato da Dio,   per essere suo testimone.    Per fare luce  a lui.    Non sei tu  la luce.   Non ti mettere al posto della luce.

Non oscurare la  luce,  con la tua.   Non nascondere la sua luce,  per la tua.                     Non assoggettare la sua luce, alla tua.

Sei voce.    Per lui.  Per dargli  voce.   Ma non sei tu la parola.  Non sei tu il contenuto. Non sei tu  il Signore.

Sei segno.  Con il battesimo,  sei segno  di quello che verrà.  Di quello che farà Gesù.

Ma  tu sei la conseguenza.   Lui è la sostanza.   Lui è la partenza.   Lui è l’essenza.        Lui  non è un segno.  Lui è  il fatto.

Lui  è il Signore.   Il Figlio di Dio.  E’ Dio.    E’ il Tutto.

E tu ci sei, ci stai,  sei,    se sei in lui,  con lui  e per lui.

Ecco  chi sei.

 

 

 

 

 

Giovanni

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Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

 

 

 

Prepara la via del Signore.  La sua via.  La sua strada.

La  sua.  Non la tua.   Non come la pensi,  vuoi tu.   Non come la vogliono gli altri.           Non  come fanno gli altri.

La strada di Dio.   È solo  sua.  È lui che la percorre, per arrivare a te.

L’hai riempita,  soffocata,  nascosta,  con i tuoi cieli.   L’hai umiliata,  denigrata,  falsata, con le tue storture.  L’hai abbassata,  sotterrata,  con i tuoi buchi  e i tuoi vuoti.

Come Giovanni,  la strada di Dio  la trovi  se fai deserto.  Se fai tacere ciò che ti stordisce. Se non ti nutri  di ciò che ti  sfinisce.   Non ti metti i vestiti d’oro.  Ti levi i gioielli,  gli anelli degli altri dei.

La  strada di Dio  la trovi,  se ti immergi nella sua acqua.  Se lavi il cuore.  Se lavi l’anima.

La   trovi,   se accorri,  corri  incontro   a   Dio  che viene.   Non è  uno qualunque.             È  il tuo Creatore,   il tuo Signore.  Il Signore del cielo della terra.

È  Dio  allora, che si fa strada nel tuo cuore.   Diventa lui   la strada.

E tu  diventi il grido,   di gioia.

 

 

 

 

Vegliate!

 

 vergini-sagge-e-stolteIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

 

 

 

 

 

L’amore è attesa.  L’amore è desiderio. L’amore è sospiro. L’amore è sogno dell’incontro. È braccia tese.  È sguardo acceso, è occhi protesi,  a un incontro.

Sei opera di Dio,  plasmato dalle sue mani.  Amato,  pensato da Dio.  Inviato da Dio con un compito,  qui.  Ma non sei solo.

Dio viene.  Squarcia il cielo e scende.  Viene da te, lui per primo.  Ti viene incontro per primo.  Con il Figlio, nel Figlio.  Per incontrarti  nell’amore vero.  Nel sospiro, nello sguardo, nell’attesa.

Non sai come,  non sai dove,  non sai quando.  È misterioso,  divino,  profondo.  Perché non è un momento tuo.  È di Dio.  È suo.

Se dormi non lo vedi.  Non lo senti.  Non lo vuoi.  Non ci stai.   Se dormi,  hai chiuso gli occhi  e il cuore.  Ti sei annullato.  Ti sei negato.  Ti sei oscurato.

Apri  gli occhi.  Veglia, scruta.   Attendi.  Tendi gli orecchi.  Protendi il cuore.   È il tuo Signore che viene.  E tu non puoi stare senza di lui.  Non puoi perderlo.  Vivi per lui.

Veglia.  Lo aspetti con la lampada accesa dell’amore per lui.  Lo attendi con  l’amore.

Lo attendi con il desiderio,  con il sospiro.

Lo attendi  con le braccia tese.

Lo attendi  con  il suo volto,   negli occhi .

 

 

 

 

Epifania

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».  Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 

Ti hanno riempito gli occhi di luci sintetiche, artificiali, virtuali. Ti hanno abbagliato, accecato con luci finte, fredde, programmate. Ti hanno riempito fino all’orlo, per non farci entrare la luce vera.

Invece la luce vera è apparsa nel mondo. Il Signore è venuto nel mondo. La sua gloria si è manifestata.

Come i Magi, la vedi spuntare anche tu, la tua stella. La vedi brillare in uno sguardo,  in una parola, in un abbraccio,  in un cuore, che sa di cielo, che viene dal cielo, che sa di Dio.  È un segno del cielo che ti chiama e ti porta a Dio.

Come i Magi, alzati, guarda in alto, rivestiti di quella luce e seguila.  A qualunque costo, in ogni posto. Lascia la tua terra e vai. Perché ti aspetta Dio. Dio viene prima di tutto quello che hai.

Ti lasci portare.  Non ti scoraggi se non la vedi più, perché è oscurata dalle nubi, dalle pene, dai dubbi. Non torni indietro. Sai che c’è lo stesso. Sai che ti porterà fino in fondo.

Per strada incontri altre persone che la seguono come te  e ti accorgi che non sei più solo.  E il cammino è più bello insieme,  più luminoso.

Come i Magi, incontri  Erode, i capi  e gli scribi. Loro non la vedono la stella, perché non la vogliono vedere. Le conoscono le scritture, ma le portano sulle labbra, non le portano nel cuore. Non si muovono, non partono. Sono fermi, immobili.  Non aspettano Dio, non lo vogliono Dio. Non lo vogliono il re, perché si sentono loro l’unico e il solo re, l’unico e il solo Dio.

Come i Magi, arrivi alla meta. La stella, la luce di Dio, la gloria di Dio, si ferma sopra al Bambino Gesù. È lui il Signore, il tuo Signore. Lo riconosci, e lo adori. Ti inginocchi, ti getti ai suoi piedi. Immergi  in  lui,  il tuo corpo, il tuo cuore, la tua anima.  Nel suo splendore.

Come i Magi, metti ai suoi piedi  l’oro,  il tuo tesoro, i soldi, il potere. Perché lui è l’unico Re, l’unico tesoro.

Metti ai suoi piedi l’incenso,   la spiritualità,  la divinità,  la sacralità,  perché lui è l’unico Dio e l’unico Signore.

Metti  ai suoi piedi  la mirra,  il dolore, il sacrificio, la morte.  Perché lui è  l’Uomo deposto dalla croce,  è  la salvezza,  e la resurrezione.

Sei li, con gli occhi ripieni di Dio. Ripieni della luce di Dio.   Al ritorno, porta quella luce ai tuoi fratelli. Guardali con quella luce.

E diventerai anche tu una stella,  per loro.