Chi, dei due?

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: Sì, signore. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

 

 

Il cuore conta.  Se c’è il cuore, c’è l’amore.  Se c’è l’amore, ci sono i fatti.   Sempre.  Sono i suoi raggi.

Dio Padre chiama anche te, come figlio.   Dice anche  a te di  andare a lavorare nella sua vigna.   Tu che fai?

Come il primo figlio.   Prima, subito, gli dici di no.   Non ti va,  non hai voglia.   Non ti fa comodo, non ti riguarda, non ti interessa.  Non è roba tua.  Ma sei suo figlio, e lui è tuo Padre.

Il Padre ti sta nel cuore.  Non puoi fare a meno del tuo cuore.  Non puoi fare a meno di Lui.  L’amore ti porta.

Stavi andando via,  torni indietro,  cambi direzione.  Ritorni da lui.  E fai quello che ti chiede,  perché lo senti tuo,   è in te,  è per te.  Fai quello che ha preparato per te,  ha pensato per te.  Per salvare te.

Come il secondo figlio.   Prima, subito,  dici di si.  Lo chiami signore.  Perché non è per te, un padre. È un padrone.  Dici di si al comando, alla regola, alla legge.

Fai il figlio, non sei il figlio.  Fai la parte del figlio, perfetto.  Di fuori.  Dici di si. Di fuori. Con la bocca,  non con il cuore.   Hai  il Padre sulla bocca,  non lo hai nel cuore.

E non vai,  e non fai.   Perché ti sembra di aver fatto tutto.  Per te fare, è dire.   Ti fermi,  al dire.  Ti riempi,  di dire.

Con quel  si,  nascondi  quello che fai.  Non si vede quello che fai.   Giustifichi quello che fai.    Un sì falso.  Un sì ipocrita, che offende il Padre.  Che tradisce il Padre e anche te stesso.

E non cambi.  E non  torni indietro.  Perché non c’è amore.  Perché non ti porta l’amore.  Non ti fai portare dall’amore, verso il Padre.

Con quel si,  ti senti arrivato.  Non hai bisogno di essere salvato.  Il tuo Dio è la forma, la regola, l’apparenza. E fai diventare anche l’amore, forma, regola e apparenza.

Sei incastrato, sei imprigionato, sei incatenato.  Hai bisogno di un Dio che ti salvi, che ti liberi.

Solo Gesù lo può fare.  Lui è il Figlio di Dio.   Lui solo  conosce il Padre.

Lui solo  può riportarti da lui.