Il Sangue versato

 

 

 

Gesù chiama il suo sangue, il sangue dell’Alleanza.

Dio  ha voluto non solo,  stabilire con l’uomo una relazione vera, di scelta, di libertà, di rispetto e di amore. Ha voluto anche  celebrarla, consacrarla, stabilendo con l’uomo un’Alleanza, un patto, che  ufficializza, certifica e  garantisce la relazione.  Per dargli così  consistenza,  stabilità e sacralità.

Così  ha innalzato l’uomo a un’Alleanza con Dio. Alleanza suggellata e certificata dalle tavole della legge nel vecchio testamento. Nel nuovo, la nuova alleanza è suggellata e certificata dal sangue del Figlio di Dio. Il sangue di Dio è a garanzia dell’Alleanza. Dio ci ha messo il suo sangue per santificare il rapporto con l’uomo. Nel sangue di Dio, nel sangue della nuova Alleanza, l’uomo può essere lavato, asperso, purificato, salvato, consacrato, santificato.

Ogni volta che nella Messa, viene consacrato il pane e il vino, si rinnova la passione, la morte la resurrezione di Gesù, cioè la sua Pasqua. È come se, in modo misterioso, si celebra l’immolazione nel corpo del Signore e viene versato il suo sangue. Nel sangue versato  del Figlio di Dio, viene vinta la morte, il male e il peccato  e si rinnova la resurrezione.  Nel Sangue versato puoi essere lavato, salvato ed entrare nell’Alleanza con Dio.

Pensa, quante volte sei andato alla ricerca di un’alleanza che ti facessi sentire più forte, più sicuro. Pensa cosa hai fatto per garantirsi l’appoggio, il sostegno di qualcuno. Pensa come ti sei venduto per ottenere il consenso. Pensa alle alleanze fasulle, ipocrite, basate sul calcolo, sull’interesse, sulla convenienza. Pensa alle alleanze obbligate, condizionate dominate dal potere, dai i soldi, dal ricatto. Pensa a chi ti sei appoggiato  per non sentirti solo, per non soccombere, per sopravvivere.

Ecco Dio, il tuo Dio, quello che ti ha creato, si allea con te. Diventa il tuo alleato. Tu hai per alleato un Dio. Il primo, il principale, il più importante, il più vero.  L’alleato che non ti minaccia, non ti calpesta, non ti imprigiona, non ti rovina.  L’alleato che ti libera, che ti salva, che ti dà la vita eterna, la sua stessa vita.

Se tu lo vorrai.  Se ti aprirai e lo ascolterai.  Se ti nutrirai  del suo corpo e del suo sangue.  Se Lo riconoscerai e Lo adorerai .  Se Lo amerai.

 

 


Il Corpo del Signore

 

 

 

 

Non è un simbolo, non è un’ipotesi, non è un significato. Gesù quando ha preso il pane tra le mani e ha reso grazie, non ha detto:   questo è come…,  o questo significa…, o questo assomiglia…. Ha detto questo è il mio corpo, questo è il mio sangue. E poiché Gesù è il Figlio di Dio, è Dio in persona, quel corpo è il corpo di Dio, quel sangue è il sangue di Dio.

Ma ci pensi? Nessuna religione, nessun’altra religione ti da un bene più vivo, più vero, più prezioso. Nessuna religione ti nutre del corpo e del sangue di Dio. Nessun altro Dio ti dà il suo corpo e il suo sangue come cibo e come bevanda. Nessun altro Dio ti tocca, entra nel tuo corpo, nella tua anima, nella tua vita in modo concreto, reale, completo. Sei toccato dal corpo dal sangue di Dio, sei asperso, lavato, benedetto, santificato, consacrato dal sangue di Dio!!!

Quello che vedi non è un ostia, quello che vedi non è vino. Non è opera di uomo. Il sacerdote con le sue mani consacrate invoca lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo, Dio stesso, che opera quel miracolo e trasforma la sostanza del pane in corpo del Figlio di Dio e la sostanza del vino in sangue del Figlio di Dio. Ti appare allo stesso modo di prima, ma la sostanza, l’essenza, è totalmente trasformata. Si chiama transustanziazione ( trans = attraversamento, mutamento, passaggio,  sustanza  = sostanza).

Ma non è possibile!  A te e agli uomini no, ma a Dio si! Dio è nella dimensione divina e il Lui può tutto. Perché non potrebbe farlo? Ha fatto tutto il creato dal nulla!!

Ma perché non lo vedo anche da fuori? Ma se si vedesse anche da fuori, saresti costretto a credere in Dio, saresti privato della tua libertà di cercarlo, saresti obbligato ad accettarlo per forza. Non sarebbe più una scelta, non sarebbe più una conquista. Dio ti rispetta veramente, come nessun altro mai.  Lui che è Dio.  Non si vuole imporre, Lui che potrebbe e ne avrebbe tutto il diritto. Perché sa che ogni rapporto vero di amore parte dal rispetto e dalla libertà di scegliere. E Dio ti ama veramente.

Il sangue è l’elemento più vitale, più profondo, più autentico di una persona e quello di Dio si unisce al tuo, entra nel tuo, nella tua parte più  vitale e più essenziale.

Prendete e mangiate. Si offre come cibo per nutrirti di Lui. Per nutrirti di Dio, di Colui che ci ha creato. Che ha inventato lo sguardo di tua moglie, che ha plasmato il viso di tuo figlio, che ti ha donato il mondo. Il tuo Creatore si fa cibo e bevanda per stare con te, per entrare nella profondità del tuo essere, per partecipare della tua vita, della tua storia.

Per salvarti, per risollevarti, per aprirti al divino,  all’eterno.

 

 

 

Attenti al lupo.

 

 

 

 

Gesù continua ad usare la similitudine delle pecore per mettere in luce l’atteggiamento da ‘lupo’ dei farisei. Loro lo assalgono, lo vogliono sbranare perché si dice ‘il Cristo’, l’Unto del Signore, il consacrato, il Messia, il Figlio di Dio. La verità è che erano carichi di invidia, non sopportavano che qualcuno poteva  avere più potere di loro, che qualcuno poteva  mettere in discussione la loro superiorità, il loro giudizio, le loro regole. Loro si facevano chiamare giudici e ‘dei’ ed erano i padroni indiscussi su tutto. Erano loro gli dei. Non c’era posto per un altro dio, per il Figlio di Dio. Gesù gli dice che i miracoli lo testimoniano, ma proprio questi li mettono in crisi, loro non li facevano. Sanno che è vero, che è più forte di loro, per questo lo vogliono uccidere. Per continuare a comandare.

Persone così, onnipotenti, invidiose, gelose, ipocrite, false, ti fanno credere di essere gli unici veri pastori. Vogliono gestire il tuo cuore, vogliono portarti sulla loro strada. Ma ti stanno rubando la tua identità, la tua dignità. Sono ladri. Ladri che entrano dalla finestra, in modo subdolo. Vengono a rubare, a rapire, a distruggere le parti positive di te, per invidia, gelosia,  perché non sei come loro. Per farti come loro.

Fai fatica ad affrontarli perché non riesci ad essere cattivo come loro, incosciente, incapace, assassino.

Solo Gesù riesce ad affrontare la cattiveria, il male, l’ipocrisia che c’è in loro.  Metti la tua vita nelle mani di Gesù, il vero Pastore. Impara a conoscerlo, ascolta la sua voce e seguilo.

Se sei con Lui, nessuno potrà farti del male e distruggerti, nessuno diventerà padrone della tua vita. La tua vita non andrà mai perduta e diventerà eterna. Se sei con Lui, nessuno potrà portarti via,  disperderti, rubarti, strapparli al Lui.

Perché è Dio Padre che ti ha dato a Lui. Il Padre, il Creatore, il Principio di tutte le cose, è il più grande di tutti, è più forte di tutti. Più forte di ogni male. E niente e nessuno potrà mai rubare o strappare dalle sue mani, i suoi figli.

È il Padre che, nel Figlio, con il Figlio e attraverso il Figlio, è il tuo Pastore.

 

 

 

Il tuo pastore.

 

 

 

 

Io sono il buon Pastore”, dice Gesù.   Ma il tuo pastore chi è?   Chi è quello a cui fai riferimento?   Quello a cui guardi,  da cui vai,  a cui chiedi, quando non sai che fare?  Quello a cui ti affidi, nelle cui mani hai messo la tua vita?

Chi è quello che domina la tua vita, che segui in modo automatico, senza pensare, senza reagire, senza sentire.  Chi è quello che non puoi contraddire, quello senza il quale ti senti nulla?

Quello è il tuo pastore. Può essere una persona, o anche la gente, l’opinione degli altri. Può essere il denaro, i soldi, il potere, il possesso, il dominio, il successo.  Può essere la rabbia, il dolore, l’angoscia, la paura, quello che ti porta dove non vuoi andare, che ti fa fare quello che non vorresti fare, che ti fa sentire quello che non vuoi sentire.

Non sono pastori, sono mercenari. Il mercenario non è capace di guidarti, perché non gli appartieni. Non ti conosce veramente, non gli importa di te  perché pensa solo a se stesso, alla sua convenienza e al suo guadagno e ti usa. Non darà mai la sua vita per te. Lo riconosci quando c’è un pericolo, quando hai bisogno, quando arriva “il lupo”, il male, il pericolo, la distruzione, la malattia, la morte. Allora scappa, non lo trovi più, rimani da solo.

Gesù è il buon Pastore,  perché ti conosce in profondità. Lui ti ha creato.  È l’unico e vero pastore, perché sa chi sei,  si prende cura di te e conosce la strada giusta per te. Conosce la strada che porta al Padre. Sa dove andare per le strade misteriose della volontà di Dio. Le strade di Dio non sono le nostre, ma il Figlio le conosce perché è Lui stesso Dio e perché conosce il Padre.

 

Ma perché Gesù ci considera pecore? Perché proprio questo simbolo? Usa questa similitudine, dopo aver guarito il cieco nato, per spiegare ai farisei che cosa voleva dire con: Sono venuto perché coloro che non vedono, vedano e coloro che vedono, diventino ciechi.” Usa il simbolo della pecora perché assomiglia al cieco. Non è stupida, è molto intelligente e molto preziosa, è umile, ma ha la caratteristica di “farsi portare”, di appoggiarsi a qualcun altro, alle altre pecore, per andare avanti, come il cieco. Il cieco va dove lo portano.

Ecco la fede. È affidarsi, è lasciarsi portare come la pecora dal pastore.  E’ lasciarsi guidare, ma dal Signore tuo Dio. Da chi conosce il senso, la missione della tua vita, da chi ti ha formato, preparato, forgiato per quella missione. Da chi ti ha dato quella missione. Solo lui ne conosce il sentiero misterioso, il significato e la meta. Se ti affidi, se ti lasci portare, se sei come il cieco, allora vedi. Allora puoi vedere l’invisibile,  l’essenza,  il senso delle cose, i colori della vita,  puoi conoscere Gesù in modo profondo, vero e vivo.

Se invece non sei cieco, come i farisei, se pensi di vedere, di capire tutto.  Se  quello che pensi tu, vale più di ogni cosa, se  che quello che dici tu, non può essere messo in discussione. Se il tuo giudizio è assoluto, totale, indiscutibile. Se  il tuo sguardo, la tua ottica è il centro del mondo e dell’universo, allora significa che non potrai mai vedere quello che conta veramente, l’invisibile, l’Altro da te, l’inconoscibile, l’infinito, l’eterno, il Signore Dio. Non puoi vederlo perché il peccato della superbia te lo impedisce, è quello che ti rende cieco.

Scegliere Gesù, come  l’unico, vero, autentico Pastore, significa seguirlo, appoggiandosi al lui come un cieco, fidarsi di lui, mettere il proprio cuore in lui e lasciarsi portare su strade sconosciute e misteriose. Significa fondarsi sulla sua vita donata, sulla sua fedeltà, sulla sua obbedienza al progetto di salvezza.

Allora entrerai in una dimensione nuova, sconosciuta, misteriosa. Entrerai  nella dimensione divina, eterna.  E  in Gesù, con Gesù e per Gesù, andrai  incontro al Padre.

 

 

Esiste Dio?

 

 

 

 

Esistono segnali, tracce, orme, impronte,  di Dio,   nella nostra profondità.   C’è qualcosa di innato, di ancestrale, di primordiale, di originario che scaturisce in modo naturale in ogni uomo,   e rivela   l’esistenza di Dio.

 

Nel nostro cuore,     c’è:   il bisogno di un amore:

–            Totale.   Non cerchiamo solo un amore vero, autentico, sincero. Lo desideriamo totale, assoluto. Pieno, compiuto, perfetto.

–             Infinito e illimitato.   Senza limiti e senza confini, che non sia condizionato dal tempo e dallo spazio. Che ci ami anche da lontano e nel tempo allo stesso modo.

–            Eterno.    Per sempre, che non finisca mai.

–            Gratuito.     Totalmente gratuito.  Senza interesse, senza egoismi. Senza scopi diversi.  Senza condizioni,  senza esami,  senza voti,  senza ricatti.

–            Che ci conosca in profondità.     Che sappia tutto di noi. Che sa quello che siamo veramente, che ci riconosca.

–            Che ci capisca completamente,  senza parlare.      Che sia in sintonia così forte da cogliere ogni nostro respiro e ogni desiderio, ogni bisogno e lo soddisfi senza che glielo chiediamo, senza che glielo spieghiamo.

–            Totalmente fedele.    Che non ci tradisca mai.  Mai.

–            Che non c’è abbandoni mai.   Che non si separi da noi per nessun motivo,  da non perdere  mai.

–            Che non ci lasci mai i soli.    Sia con noi sempre, sia presente sempre,  in ogni momento, particolarmente nella fatica,  nel dolore,  nella malattia.

–            Che ci nutra e ci protegga.     Che si prenda cura di noi e ci venga incontro quando non ce la facciamo da soli.

–            Che ci consoli.    Che ci rincuori sempre con tenerezza e delicatezza tutte le volte che ne abbiamo bisogno.

 

Tutte queste cose noi le cerchiamo nell’altro  che amiamo,  marito, moglie, figlio.

Ci arrabbiamo molto se non le troviamo perché pensiamo di aver fallito, oppure di aver sbagliato persona, o di non essere stati capaci di farci amare. Il sentimento di tradimento delle nostre aspettative è tanto forte che arriviamo a rifiutare l’altro e a cercare un’altra persona che possa rimarginare la nostra ferita.

Il problema non è l’altro.  Il problema è che cerchiamo nell’altro qualcosa che l’altro non potrà mai darci. Lui ha i suoi difetti, e ci ama come può. Siamo noi che stiamo cercando nel posto sbagliato.

I bisogni che abbiamo, hanno a che fare tutti con l’assoluto, l’illimitato, l’eternità, con il SEMPRE e con il MAI. Possiamo trovare nell’altro un riflesso di queste cose, ma mai trovarle nella loro forma compiuta. Perché sono di Dio.

Se Dio non esistesse perché abbiamo dentro cose che ci portano a lui?   Se la nostra esperienza è fatta solo di cose finite, imperfette, limitate,  perché stiamo male se l’amore è imperfetto, parziale, infedele, egoista? Chi ci ha messo dentro il desiderio di qualcosa di diverso da quello che sperimentiamo?

 

Bisogno di eternità. 

Non ci rassegnammo alla morte, perché? Abbiamo un’aspirazione forte a non voler morire, ad una vita che duri per sempre.  All’immortalità.

Perché, se la nostra esperienza è fatta di cose precarie, fragili e mortali?  Da dove ci viene questo bisogno a cui non sappiamo rinunciare?

 

Bisogno di pace.

Il dolore ci distrugge, ogni difficoltà, malattia, ostacolo, ci rovina una pace desiderata, aspettata, sognata.

Ci arrabbiamo perché attribuiamo la colpa agli altri. Ma la pace senza le pene, senza la paura, senza la malattia, non fa parte della condizione umana.

 

Bisogno di spiritualità.

È il tendere, il cercare qualcosa di diverso dalla materia, di invisibile, di sconosciuto, di inafferrabile, di misterioso.

Perché lo cerchiamo? Come lo sappiamo se la nostra esperienza è concreta? Perché ci sentiamo meglio se ci mettiamo in relazione con lo spirituale e il divino?

 

Sintonia con la natura.

Di fronte alle meraviglie della natura, sentiamo che c’è qualcosa che ci supera, che è più grande di noi, qualcosa che è al centro di un’armonia perfetta, qualcosa che l’ha generata e a cui tende.

Sentiamo che c’è qualcosa in noi che  risuona in sintonia con quello che vediamo. È come se le due bellezze comunicano in profondità e si parlano e si riconoscono e cantano insieme al loro Creatore.

 

Funzione del bisogno.

Ogni cosa in natura ha una sua funzione,  è finalizzata a qualcosa.

Se esiste l’odorato esiste anche il profumo o l’odore  per cui è stato impostato.    Se esiste la vista esiste qualcosa da vedere,  l’udito è in relazione al suono,  il tatto alle cose sensibili.

Se nella nostra mente ci sono i bisogni di cui abbiamo parlato,   esiste di sicuro qualcosa che li soddisfa,   qualcosa che corrisponde alle loro caratteristiche,  qualcosa per cui sono stati creati.

Poiché le loro caratteristiche riguardano tutte:    l’infinito, l’illimitato, l’assoluto, l’eterno, l’universale,    di sicuro esiste qualcosa che ha in sé tutto ciò.     Questo è Dio.

Di  sicuro  esiste Dio.

 

 

 

 

 

 
 

Chi è Dio?

 

 

 

 

Poiché Dio è qualcosa di qualitativamente diverso da noi, possiamo conoscerlo soltanto,  se lui si manifesta,   se si rivela a noi.

Nelle Sacre Scritture,  Dio si è rivelato attraverso i profeti,  e attraverso il Figlio.  E il  Figlio di Dio,   ce lo ha fatto conoscere.    Si è manifestato come:

 

–          “L’Alfa e l’Omega”  L’Onnipotente.

“Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente:” (Ap.1).  “Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine.” (Ap. 22, 13).  E’  l’Essere totale, primo, assoluto, infinito, illimitato, universale, eterno, immutabile.    È  l’Onnipotente =  può tutto.

 

–          “Io sono Colui che sono”.

Dio disse a Mosè: “Io sono Colui che sono!” (Es 3,14-15).  Gesù rispose loro«In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”. (Gv. 8,58). Dio è  Colui che è, in sé e per sé, pura essenza.   L’Essenza senza tempo = Eterna.

Non è un essere amorfo, un’energia eterea, un qualcosa che è dappertutto in modo impersonale, senza volto, senza voce, senza volontà,  come in altre religioni.

E’ un “Io sono”.   Dio  si manifesta come  un Dio vivo,  che vuole, sceglie, ama, chiama, parla, agisce.  E’ Colui che  sceglie di  creare l’uomo  per entrare  in una relazione con lui. È Colui che vuole  una relazione  personale   con lui,  viva e vera,  e aspetta  che  lo riconosca, lo scelga liberamente e lo ami anche lui.

È Colui che sigilla  la relazione  con una Alleanza, un patto sacro,  che  eleva l’uomo a una dignità divina.  E’ Colui che la santifica  con la vita stessa del Figlio suo.

Che è vero tutto ciò lo conferma una predisposizione innata in noi alla relazione. Abbiamo bisogno del rapporto, di qualcuno che ci accetti, che ci ascolti,  che ci risponda. Non possiamo farne a meno.

Noi siamo stati creati ad immagine di Dio,  per incontrarci con Lui.

 

–          Creatore.   

“Io sono il primo e l’ultimo “. (Ap. 1).  Dio è il  principio. Ha creato dal nulla  tutte le cose, per la Sua volontà furono create, per il Suo volere sussistono. Lui ci ha fatto e noi siamo suoi.

 

–        Il Vivente. 

“Io sono  il Vivente”. (Ap. 1).).  «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Mt 16,16.  Dio  è il Vivente in assoluto.  Ha in sé la vita.  E’ lui la vita.   E’ lui che dà la vita.

 

–          Padre.

Dio è l’origine di ogni uomo.  È Dio il primo Padre, originario, autentico, eterno di ogni uomo.  Ci ha scelto  prima della creazione del mondo (cfr Ef 1,3-6), ci ha resi realmente suoi figli in Gesù (cfr 1Gv 3,1).   E’ il Padre nostro rivelato da Gesù.

 

–          Trinità.

Un unico Dio in tre Persone. Questo è un mistero per la mente umana perché Dio non segue le leggi della logica. Lui è  Altro da questo.

Può aiutarci l’immagine del triangolo. Tre angoli distinti che formano un  solo triangolo. Tre Persone distinte, un solo e unico Dio.  Altra immagine di una testa con tre facce o volti. Ogni volto è una persona distinta, che appartiene allo stesso capo.  Tre persone  distinte,  in  un’ unico  Dio.  Un’ unica sostanza,  una unica essenza. Un solo Dio.

  • Il Padre.  Creatore e Signore  del cielo e della terra  e di  tutte le cose visibili e invisibili.
  • Il Figlio.    Il Figlio di Dio.  Generato e non creato. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.   Incarnato, morto e risorto,  e glorificato.  Siede alla destra del Padre.
  • Lo Spirito Santo.  Lo Spirito di Dio.     Raffigurato come: colomba o nube o  vento,     o fuoco.  Perché è del cielo.      Ma è una Persona, come il Padre e il Figlio.   Con il Padre e il Figlio.    È la terza Persona della Trinità.

 

–          Amore.

Dio è Amore.

  •  È  l’ Amore che si dona,  nel Padre.
  •  È   l’ Amore che si offre,   nel Figlio.
  •  È  l’ essenza  dell’ Amore,  nello Spirito Santo,  che procede dal Padre e dal Figlio, che scorre tra di loro.

L’ Amore  per sua natura,  esce da se stesso per donarsi all’oggetto a    mato.  Per donarsi  anche alla sua creatura.  Per farla partecipare della sua vita.

È l’  Amore totale, assoluto, infinito, gratuito, fedele, eterno.  È l’Amore che  lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto, conforto. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Padre dei poveri, datore dei doni, luce dei cuori.

 

–          Salvatore.

Dio non ci ha lasciato in balia della nostra limitatezza, precarietà, piccolezza. Non ha abbandonato l’opera delle sue mani.

È venuto a salvarci. È venuto a liberarci dalle catene che abbiamo dentro di noi,  che ci legano agli idoli falsi e vuoti. A liberarci dalla schiavitù, che ci procuriamo da soli quando ci sottomettiamo agli altri e ci vendiamo l’anima.  Ad aprire le nostre prigioni dove ci siamo rinchiusi per paura di sbagliare, di scegliere, di esserci.

È venuto a salvarci dalle tenebre del male che fanno morire il cuore e lo spirito. È venuto a prendere  il nostro male, la nostra morte su di sé per vincerla per sempre e farci risorgere con lui.

È venuto a farci risorgere dai nostri sepolcri. A riaprirci le porte del cielo,  per ricongiungere la terra con il cielo.  E  riportarci al Padre.

  •   Il  Padre ha voluto  la salvezza,
  •   il  Figlio l’ha realizzata,
  •   lo  Spirito Santo  la  rivela e la passa.

 

 

 

 

 

 

Che cosa è la fede?

annunciazione (2)

 

 

 

 

La fede è un dono di Dio.    

È  Dio che si dona  all’uomo.   È la tua risposta alla proposta di amore di Dio. È una relazione, un legame, una comunione di amore tra Dio e l’uomo.  È un incontro tra l’Essenza dell’amore, l’Amore fatto Persona  e il tuo piccolo cuore.

Il  cuore può essere chiuso, serrato, difeso, trincerato. Può essere come una stanza con le persiane chiuse e le finestre sigillate dove viviamo nascosti. Dove respiriamo solo l’aria delle nostre sicurezze per paura di perderle, dove ci alimentiamo solo della luce artificiale, perché la possiamo gestire, dove ci accontentiamo del poco calore, per paura di perdere anche quello. Ma nonostante ciò,  Dio è come il sole.  Fuori brilla lo stesso.

 

Ecco  avere fede, significa aprirsi.   

Aprire la finestra completamente e lasciare che il sole entri tutto e illumini tutto. Lasciare che suoi i raggi ci riscaldino il cuore, ci entrino negli occhi. Lasciare che tocchi tutto quello che siamo.  Significa spalancare la porta del cuore a Dio totalmente. Significa farlo entrare e lasciare che arrivi dappertutto, in ogni punto, in ogni angolo, in ogni parte gelida e inaridita. Significa permettergli di arrivare fino alle parti più indurite, più chiuse, più  pietrificate.

 

Avere fede significa smettere di essere ciechi.

Smetterla  di non voler vedere, di passare oltre. Significa smettere di essere sordi. Indifferenti, apatici, isolati. Significa smettere di essere storpi. Paralizzati dalle nostre paure. Impediti, bloccati, incastrati da noi stessi.

 

Avere fede, significa dire di “si” a Dio. 

Come Maria.  Lei,  di fronte all’angelo, si è fidata.  Anche senza comprendere, si è fatta prendere dalla parola di Dio, da Dio,   ha accettato che entrasse dentro di lei e si incarnasse.  Ha detto il suo “si”senza riserve.   Avere fede significa dire di “ sì ” senza riserve.

 

Significa accettare di vivere il mistero  di quell’incontro. 

Accettare di viverlo così,  come lo vuole Dio. Lasciare che ci porti su strade che non conosciamo.  Accettare di essere portati su ali d’aquila.  Accettare di entrare nel Suo progetto misterioso,  accettare di fare la Sua volontà.

 

La fede senza le opere, non è vera.

E’ finta, falsa, vuota, sterile.  Sono le opere che la garantiscono, la provano, la attestano.  Se non si incarna in quello che sei, in quello che scegli, in quello che fai,  non è vera.  Se non diventa incontro con il prossimo, se non diventa cura, custodia, tenerezza, per il prossimo malato, povero, rifiutato,  non è vera.

Attraverso di te,  il Padre incontra i suoi figli.  In modo concreto, vivo, diretto.  Occhi negli occhi, mano nella mano, cuore nel cuore.  Come Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

Dove si trova?

 

 

 

 

Nel  Padre.

In Dio Padre. Ti ha creato, pensato e voluto  e ti ama. Ti vuole incontrare e stabilire un’alleanza con te, per salvarti,  e donarti la sua stessa vita. Ti viene incontro per primo. Si dona a te per primo. Ti aspetta a braccia aperte.

 

Nella parola di Dio. 

Nella parola che il Padre ha rivelato ai profeti e che  ci hanno tramandato, nella Bibbia.  È Dio  che si manifesta nella storia della salvezza, e nella tua.  E che ti fa conoscere il modo di incontrarlo, attraverso la storia della salvezza.  Perché è  anche la tua.

 

Nel  Figlio di Dio.

Il Padre ha mandato il Figlio.  È la sua Parola vivente. È parte di lui. Ascoltalo. Amalo. Seguilo. Fai quello che ti ha insegnato.  E trovi Dio. L’Amore di Dio.  E lo puoi vivere.  Nel Figlio di Dio,  trovi la salvezza dal peccato e dalla morte. E ti puoi salvare.   Lui è la salvezza. Lui è la resurrezione. Lui è la vita eterna.

 

Nell’  Eucaristia.

Nell’ostia e nel vino consacrati nella messa,   c’è il corpo e il  sangue di Cristo risorto. Quando fai la comunione,  entra in te il corpo risorto del Figlio di Dio,  in modo vivo, reale, sostanziale.  E  ti porta il Padre.   Lo puoi incontrare nel tuo cuore.  Gli puoi parlare nel tuo cuore.  Lo puoi amare con tutto il cuore.

 

Nell’  adorazione eucaristica.

Nel tabernacolo è presente l’eucaristia.  Lì ti aspetta il Figlio di Dio, e con lui la Trinità di Dio.  Vai a trovarlo. Mettiti seduto e parlagli come un amico.  Fa  parlare il tuo cuore. Parla con i tuoi occhi. Parla con il battito del tuo cuore. Fai entrare i tuoi occhi a contatto con lo sguardo di Dio. Fai battere il tuo cuore, con il battito del cuore di Dio.  Ti sentirai  nuovo, vivificato, rinnovato, dall’Amore di Dio.

 

Nello Spirito Santo.

È lo Spirito Santo che ti parla  del Figlio e del Padre. Che ti  porta il Figlio e il Padre. Che te li fa conoscere. Che te li fa amare.  È lo Spirito Santo che viene nei sacramenti.  Nel battesimo ti libera dalla morte  e ti fa rinascere come figlio di Dio e ti consacra.  Nella cresima  ti conferma. Nell’eucarestia ti dona il corpo risorto del Figlio di Dio.  Nella penitenza ti libera dal peccato e ti salva.  Nel matrimonio, ti unifica.  Nell’ordine, ti santifica.  Nell’unzione degli infermi, ti risana.

 

Nella chiesa.

I sacramenti te li dona la chiesa. Non puoi fare a meno della chiesa. Gli apostoli hanno ricevuto lo Spirito Santo da Gesù e solo loro lo possono passare.   La chiesa è il corpo mistico di Cristo.  Il capo è Cristo risorto, e il resto del corpo sono tutti i battezzati insieme.  Uniti, nutriti, guidati, dallo Spirito Santo.

 

Nel prossimo.

Se Dio è veramente presente in te,  cerca il prossimo. I suoi figli.  Attraverso di te li ama.  Attraverso di te li custodisce,  li guarisce,  li consola.  Attraverso di te gli parla.  Attraverso di te,  li salva.

 

 

 

 

 

 

 

Svegliati, tu che dormi.

 

 

 

Da un’antica Omelia sul Sabato santo

Dio è morto nella carne ed è sceso  a scuotere il regno degli inferi. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra della morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.

Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi  il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: “Sia con tutti il mio Signore”. E Cristo rispondendo disse ad Adamo: “E con il tuo spirito”. E, presolo per mano lo scosse, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.

Io sono il tuo Dio che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite!   A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati!   A coloro che erano morti: Risorgete!   A te comando: Svegliati, tu che dormi!  Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno.  Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti.  Risorgi, opera delle mie mani!  Risorgi, mia effigie, fatta a mia immagine!  Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te, siamo infatti un’unica e indivisa natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te  io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi sono diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire  Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini  ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”.

 

Primato del Cristo.

 

 

 

Cristo è immagine del Dio invisibile, *
generato prima di ogni creatura; 
è prima di tutte le cose *
e tutte in lui sussistono.

Tutte le cose sono state create per mezzo di lui *
e in vista di lui:
quelle nei cieli e quelle sulla terra, *
quelle visibili e quelle invisibili.

Egli è il capo del corpo, che è la Chiesa; *
è il principio di tutto, 
il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, *
per ottenere il primato su tutte le cose. 

Piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza, *
per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, 
rappacificare con il sangue della sua croce *
gli esseri della terra e quelli del cielo.

(Col. 1, 15-20)