La risurrezione

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».   Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

 

 

Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi   – i quali dicono che non c’è risurrezione -.”            E per te,   ci sta  la risurrezione ?

 

Non ci sta.

La fai fuori.     La metti fuori.   La tieni fuori, la risurrezione.    Così fai fuori, Gesù.   Così non ci sta più Gesù.     E non ci stai, manco tu.

Lo fai fuori,   Lazzaro risorto.     Lo fai un simbolo.   Così non è vero.  E manco Gesù, è vero.     E non sei vero.  Manco tu.

E pure a Gesù.  Non lo fai risorto.    Non è risorto. Non lo vuoi risorto.   Così non è il Figlio di Dio. Così non è Dio.    E solo tu, sei Dio. Al posto di Dio.     Ma non sei Dio.   E non sei risorto.

 

 

Ci sta.

Gesù è  il Figlio di Dio.    È lui la risurrezione.    In lui risorgi  veramente.  In lui risorgi per sempre.    Con l’anima.  E pure con il corpo.

 

I quali dicono che non c’è resurrezione.     La dici tu. La sai tu. La fai tu.  La risurrezione.     Dipende da te. Viene da te.  La risurrezione.     Ne sai più di Dio.  Sei più di Dio.    Ma non sei Dio.

C’erano dunque sette fratelli.      Eccolà.    Pronto il tranello. Pronto l’indovinello.   Pronto a incastrare Dio, dentro i tuoi schemi.    Pronto a mettere Dio, dentro i tuoi schemi.   Pronto a imprigionare Dio, dentro i tuoi schemi.       Ma Dio è Dio.    Non ci sta nei tuoi schemi.

Di chi è moglie?     Non ti importa di chi è moglie.    Ti importa di attaccare Dio.  Di sfidare Dio.  Di umiliare Dio.      Ma hai umiliato,  solo te.

 

I figli di questo mondo.      Di chi sei figlio?     Se sei figlio di questo mondo.  Dipendi dalle cose di qua.   Contano le cose di qua.    Stai con le cose di qua.  Sei con le cose di qua.     Sei,  delle cose di qua.

Quelli che sono giudicati degni.      Ma se non sei delle cose del mondo.  Se non hai scelto le cose del mondo.   Se non appartieni alle cose del mondo.   Se hai scelto Dio. Sei di Dio.

Quelli che sono giudicati degni.      Stai con Dio.   Stai di la. Già di qua.   Stai già nell’altro mondo.  Sei dell’altro mondo.  Fai parte dell’altro mondo.     Già da qua.

Quelli che sono giudicati degni.      Chi ti fa degno?     Gesù ti fa degno.   Ti fa degno della vita.  Della sua vita. Della vita eterna.    Se stai in lui.  Se stai aggrappato a lui.  Se ti tiene lui.     Ti porta lui.  In paradiso.

E della resurrezione dai morti.      E non ci porta solo la tua anima,  in paradiso.    Ma alla fine dei tempi,  pure il tuo corpo.     Lo viene a prendere. Lo tira fuori dalla terra.  E non è più della terra.   Lo tira fuori dai morti. E non è più morto.      E lo fa vivo.  E lo fa vero. E lo fa divino.     E ti fa, intero.

Non possono più morire.       E non muore più.   E non muori più.   Non puoi più morire. Non ci sta più la morte.   Non ti fa niente la morte.   Non ti tocca la morte.

 

Sono figli della resurrezione e figli di Dio.       Ecco di chi sei il figlio.     Non sei figlio del mondo.     Sei figlio della risurrezione.   In Gesù, sei figlio della risurrezione.     In Gesù,   sei  figlio di Dio.

Dio non è dei morti, ma dei viventi.     Dio è  il Dio della vita.   L’ha fatta lui la vita.   Sta  in lui la vita.   È lui la vita.     È il Vivente.  Il Vivente in persona.    Il Vivente da sempre.    Il Vivente per sempre.

Dio dei viventi.         Gesù  è il Figlio  del Dio Vivente.     È lui che ti da quella vita.    È lui la porta,  di quella vita.       La risurrezione è  entrare in quella vita.

 

Ecco,   la risurrezione.                                                                                                                 È  Gesù.

 

 

 

 

 

 

Prenda la sua croce

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.  Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.  Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?  Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

 

 

“Se qualcuno vuole venire dietro a me,   prenda la sua croce  e mi segua.”                             E tu, la prendi?

 

Non ci pensi proprio.

Non se ne parla proprio.    Non ci deve stare proprio. La croce.   Non deve essere la tua. Figurati se la prendi.

La croce ci può stare per gli altri.    Va bene per gli altri.      E ce li metti tu.  Se non fanno come vuoi tu.

La croce   la vuoi levare anche a Gesù.    Non ci deve stare in croce. Non ci deve andare. Lo vuoi staccare. La vuoi cancellare.   Così diventa come te.       E non ti può salvare.

 

La prendi.

Non la prendevi.      Ma ci metti Dio.    E la prende lui,  per te.                                              Non la portavi.         Ma ci metti Dio.    E la porta lui,  con te.

 

Se qualcuno   vuole venire dietro a me.       Se lo vuoi seguire,  devi fare come lui.  Te lo insegna lui. Te lo fa vedere lui.   Lo fa lui,  prima di te.

Rinneghi se stesso.     Si deve rompere il tuo castello,   per fare posto al castello di Dio.  Si deve rompere il tuo progetto.   Per fare posto al progetto di Dio.  Per te.

Prenda la sua croce.     La tua croce, il tuo dolore,   è quello che ti rompe.   Che ti spezza. Se la prendi,   entra in quella di Gesù.     La porta lui, con te.     E pesa di meno.  E conta  di meno.   E fa male di meno.

E mi segua.      È il tuo si,  al Padre.       Si,  ci sto.   Sì, vengo.   Si, lo faccio.     Quello  che hai preparato  per me.   Quello che vuoi,  da me.

 

Chi vuol salvare la propria vita,   la perderà.          Non cambio strada.  Non giro l’angolo.     Non scappo via.       Perché perdo la mia vita vera.   Quella che ha pensato Dio,  per me.

Chi perderà la propria vita,  per causa mia.        E passo attraverso gli insulti.   E passo attraverso gli sputi.   E passo attraverso i rifiuti.     Con Gesù.  Per Gesù.

La troverà.       Ma non la perdo la faccia.  Ma non la perdo la vita.   Andiamo insieme verso la resurrezione.    E la ritroverò alla fine, la vita.     Ma sarà di più.     Sarà   la mia vita vera. La mia vita intera.    La mia vita eterna.

 

È una vita al cubo.                                                                                                                     Fin da ora.

 

 

 

 

 

 

 

Signore, da chi andremo?

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

 

 

 

Gesù dice.    Volete andarvene, anche voi?       Signore,  da chi andremo?                         E tu,   che fai ?

 

Te ne vai.

Non ti sta bene.  Non ti va bene la parola di Dio.    Non è come la vuoi.  Non è  la tua.     Non è come la tua.    Non la vuoi,  tua.

Non la vuoi  ascoltare.    Non la vuoi  fare entrare.   Non la  vuoi sentire.    Non è la tua.   E cancelli, la sua.    E lui.    E cancelli  te.

 

Rimani  con Gesù.

E  da chi vai?      Se lasci lui,  da chi vai?        Solo Gesù,   è il Figlio di Dio.                    È il Santo di Dio.  Mandato dal Padre.                                                                                Te lo dice il Padre. Te lo conferma il Padre.  Ti conduce il Padre.  È la Parola del Padre.    Non la tua.

Non solo,  non te ne vai.       Ci stai.  Ci stai sempre.  Ci stai di più.
Non solo,  non te ne vai.      Ci vai.  Ti precipiti.  Gli corri incontro,   se non ci stai.

 

Chi te la dà,   la vita eterna?                                                                                                Solo Gesù,   te la dà.

La vita  vera,   intera,  eterna.
Solo Dio,   ce l’ha.

 

 

 

 

 

 

 

La risurrezione

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In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».  Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

 

 

 

 

E tu,    ci credi,   alla risurrezione ?

 

Se  non ci credi.

Con Gesù,  non ci azzecchi.       Non ci stai.    Non ci sei.     Non lo vuoi.

 

 

Se   ci credi.

Sei  con lui.       Solo se sei con lui,  la puoi capire, la puoi sentire.      Perché   è Gesù,         la risurrezione.

Non è  tua.      Non è da te,   non è come te.     È di Dio.

Il Dio Vivente   ti da la vita  prima,    e te la ridà dopo.      Ti da la vita  per sempre.

 

Risorgi  con l’anima.         E alla fine dei tempi,   anche con il corpo.    Tutto intero.         Con Dio,   vivo e vero.         E  vivrai  con lui.    Per sempre.

 

Senza più dolore.

Senza più fatica.

Nella gioia.

 

 

 

 

 

 

 

Il giovane ricco

giovane-ricco1 - Copia (2)

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».  Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.  Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

 

 

 

 

Avere, comprare, possedere.   Pagare,  con le buone intenzioni, con le convenzioni, con le regole.    Comprare anche Gesù.

Cosa ti manca?     Tutto.  Ti manca Dio.   Gesù ti guarda, ti ama, e ti chiama.

Ma prima devi uscire dal tuo guscio.   Dal castello in cui ti sei trincerato. Dal tuo castello fatato. Dal tuo castello dorato.   Dove hai chiuso tutto quello che hai e quello che sei.

Deve uscire quello che hai.   Per diventare quello che sei.    E diventare dono per l’altro,  per i poveri.   Come Gesù.

 

Come il giovane ricco.  Non ci stai.    Non lo molli il tuo tesoro.  Non ti stacchi dal tuo tesoro.    Ci sei attaccato, incollato, incatenato.   Esiste solo quello per te.  Non esiste un altro.  Non esiste Dio.

Così diventi cupo,  scuro, oscuro.   Triste.    E te ne vai.  Te ne vai da Dio.  Hai perso Dio.  E diventi povero.    Sei  il vero povero.

 

Come i discepoli.    Hai lasciato tutto e ha seguito Gesù.  Perché lui è il tuo Dio. Lui è il tuo Signore.  Lui è il tuo tesoro.   L’unico, il vero, il più grande tesoro.    E diventi ricco.    Sei il vero ricco.

Tutto quello che hai lasciato, lo ritrovi.   Raddoppiato, moltiplicato, santificato, da Dio.

Riempito, della gioia di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Da chi andremo?

20350BT[1] - Copia

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».  Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».  Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.  Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

 

 

 

Anche tu,   a volte,   ti senti contrariato, deluso, amareggiato.   Gesù non è come vuoi, come pensi,  come sei.   E non ci stai.  E te ne vai.

Ma  dove vai?   Da chi vai?    Che ti danno gli altri?  Che ti offrono?   Non ti danno Dio.  Non ti parlano di Dio. Ti levano Dio.    Non ti danno la vita. Ti levano la vita.    Non ti danno la carne  e il sangue.   Ti levano la carne e il sangue.

 

Gesù ti guarda, e chiede anche a te.   Vuoi andare via, anche tu?    E tu che rispondi?

Dove andrò Signore,  lontano da te?    Dove andrò Signore, senza di te.    Da chi andrò Signore,   se non è,  te.

Qui resto,  qui rimango,  qui sto.  Con te.    Scelgo te.   Sto con te.

Tu solo,  sei il Figlio del Dio vivente.   Tu solo,  sei il Santo di Dio.   Tu solo,  sei il mio Dio. Tu solo,  hai parole  di vita eterna.     Tu sei la vita eterna.

E la vivo qui,   con te.

Fin da ora.

 

 

 

 

 

 

 

La croce gloriosa

assisi - Copia (3)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

 

 

 

 

Che cosa ti salva?  Chi ti salva?

È la croce che ti salva.   È il Figlio di Dio,  su quella croce, che ti salva.    Che ti leva,  che ti ripulisce, che ti guarisce  da tutto il veleno che hai dentro.  Da quello degli altri e da quello tutto tuo.

Guarda quella croce. Guarda lui,  credi  in lui,  e quel veleno si scioglie, sparisce, svanisce.  E non ti fa più morire.

È la croce che ti salva.  Quando ti senti perduto, smarrito, finito,  guarda quella croce.  Guarda  il Figlio di Dio.   Li, su quella croce,  ha preso su di sé,  il tuo dolore, la tua caduta,  la tua ferita.

Mettila su quella croce e sarà guarita, superata, glorificata.  E diventerà  vita, per te e per gli altri.

È la croce che ti salva.  È la croce dell’amore del Padre del Figlio, per te.  Su quella croce è stato innalzato l’amore di un Dio, per te.  Su quella croce l’amore ha trionfato sulla morte, per te.  Quello è lo stemma, lo stendardo, l’insegna, dell’amore di Dio per te.

Il tuo giudizio, il tuo timore, il tuo terrore, mettilo su quella croce, per farlo diventare amore per lui,  per te,  e per gli altri.

È la croce che ti salva.  Lì il Figlio di Dio ti aspetta, con le braccia aperte e il cuore spalancato.

La croce è l’abbraccio di Dio.  Abbraccia quella croce e rispondi all’abbraccio di Dio.

Il tuo cuore sul suo.  Per farlo battere insieme al suo.  Allora entrerai  nel suo cuore,  nella sua gioia,  nella sua gloria.

Nella sua vita.  Nella vita eterna.

 

 

 

 

 

La risurrezione

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».  Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

 

 

Ti vogliono far credere che è tutto qua. Che non esiste l’aldilà.  Come i sadducèi  e il loro esempio,  hanno sposato le loro dottrine, le loro teorie, una dopo l’altra. Tutte parti di una stessa famiglia, quella del controllo, del potere, del comando. Tutte legate alle idee assolute, alle teorie volute, alle regole imposte. Ma, come nel loro esempio, muoiono una dopo l’altra e sono sterili. Non danno frutto. Non danno vita. Quella è la morte vera.

La risurrezione ce l’hai scritta nel cuore.  Che cerca  il sempre,  il tutto,  l’infinito,  l’assoluto,  il divino,  l’eterno. Che cerca sempre una meta.  Ma la risurrezione non è un’idea, non è un’ipotesi, non è una speranza.  Non è un’energia.

La risurrezione è una Persona. È il Figlio di Dio morto e risorto. È il suo corpo risorto, santificato, glorificato.

Risurrezione ora.   La puoi vivere qui, ora, in questa vita.  È lo Spirito Santo che ti dona il Signore risorto. È lo Spirito Santo che nel battesimo,  ti immerge in Gesù e in lui, vince la morte e con lui, ti fa risorgere e rinascere in modo nuovo, come figlio di Dio, santificato da Dio, partecipe di Dio.

È lo Spirito Santo che nell’eucaristia ti dona il corpo e il sangue del Figlio di Dio. Quando ti nutri del corpo di Cristo, diventi parte del suo corpo risorto. Fai parte del suo corpo santificato e glorioso.

Risurrezione dopo la morte.   Con la morte del corpo, la tua anima si scioglie dal corpo, si separa dal corpo e va ad abitare presso il Signore. Ritorna a casa, da dove era venuta. Come un angelo, vive davanti a Dio, vede il Volto di Dio, sente l’amore di Dio e gioisce con lui e per lui e danza e canta la sua lode e la sua gloria.  Piena di lui,  illuminata da lui,  santificata in lui.

Risurrezione dei morti.  Quando tornerà il Figlio di Dio, anche i corpi  morti, sepolti, corrotti, disfatti, risorgeranno.  Ritorneranno in vita,  come corpi incorruttibili, corpi spirituali.   Ma com’è possibile?   Il Signore li ha creati,  il Signore può ricomporre, riscattare, salvare anche la materia, anche la carne.  Anche il tuo corpo, risorgerà veramente, realmente  e si  riunirà alla tua anima. E sarai intero, integro, vero. Davanti a Dio vero.

Sei  il figlio della risurrezione.  Sei  entrato nella risurrezione.  Sei stato generato dalla risurrezione. Sei stato toccato dal corpo del Figlio di Dio. Sei stato lavato dal sangue del Figlio di Dio.  Sei diventato figlio di Dio. Davanti al Padre.

La vita è in Dio. Dio non ha a che fare con la morte.  Lui è il Dio della vita, di tutti i viventi.  Nessuna cosa vive senza di lui. Tutto vive solo di lui, con lui e per lui.

Per sempre.

 

 

 

I soldi

 

«Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.”

 

 

Ti sembra di seguire Gesù, di essere un bravo discepolo. Scrupoloso, attento, fedele. Hai seguito tutte le regole e sei  pronto a seguirne ancora di nuove. Per essere ancora più bravo.

Ma la prova del nove, sono i soldi. Quando si tratta di soldi, capisci dove è il tuo cuore. Quando si tratta  di soldi,  di potere, di avere,  di possedere, capisci dove è  il tuo cuore. È lì,  attaccato, incatenato, posseduto. Non rinunci, non molli, non lasci.

Quando si parla di soldi, capisci chi è il tuo padrone e il tuo Dio. Per questo non riesci a seguire Gesù.

Rinunci al  Tesoro vero, prezioso,  alla vera ricchezza, al centuplo di quello che hai. Alla vita eterna.

E torni indietro alla tua vita mortale. Torni indietro dal tuo padrone.

 

 

 

Seguimi!

 

 

“Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni!  Seguimi!»

 

Non è un invito per la vita religiosa, non è  solo per i preti e le suore. È  per ognuno di noi.  È per te. Vendi tutto. Vendi, lascia tutto quello che ti lega, che ti chiude, che ti imprigiona, che ti domina.  Liberati, sciogli quelle catene. Non permettere che ti rubino il cuore, che ti mangino l’anima.

Seguimi. Vieni.  Si, Signore, vengo. Tu sei il Figlio di Dio. Tu sei l’Amore di Dio che si rivolge a me e mi guarda in profondità. E mi sceglie e mi chiama. E aspetta la mia risposta. Un amore totale che aspetta una risposta totale. Si, Signore, lascio tutto e vengo da te, vengo con te, resto con te.

Esco dai  miei rifugi, dai miei nascondigli, dai miei sotterfugi. Esco dei miei gusci, che mi proteggevano, esco dalle false sicurezze che mi nutrivano. Vengo Signore,  per stare con te, per camminare con te. Per andare con te, dove tu vorrai. Per fare come te.

Domani sarò ancora con te, vicino a te, mentre lavoro, mentre cammino, mentre parlo, mentre mangio. Con te, al mio fianco, dove tu mi porti, dove tu mi vuoi,  con il tuo sguardo pieno di amore per me, nei miei occhi.  Per sempre,  per l’eternità.