Dal Vangelo alla vita

Dal Vangelo alla vita.

  Il Vangelo come scuola di vita,  il Vangelo per la vita.

 

La parola di Dio.

Si legge il Vangelo della domenica successiva e  anche le due letture che servono a presentarlo, a centrarlo, a coronarlo.  Si seguono  con dei foglietti per avere le parole davanti, per poterle tenere presenti.

 Si ascolta con gli orecchi e con la mente, ma ancor più con il cuore. Si apre il cuore e l’anima per far entrare la parola di Dio. Si apre il cuore l’anima per far entrare lo Spirito Santo che anima la parola, che la riempie di Dio, che la spiega, la illumina, la alimenta, la vivifica. Lo Spirito Santo che la adatta al nostro cuore, alla nostra storia, alla nostra situazione concreta. Ognuno di noi la ascolterà nella propria lingua del cuore.

 

Cosa fa.

Quindi il Vangelo all’inizio, al centro, ma ancor più Gesù al centro.  Come Persona, come Parola vivente di Dio. Gesù è il Maestro, ci insegna come vivere la nostra vita. Gesù è il metodo, ci dimostra con il suo esempio come vivere la nostra vita.

Nel Vangelo che leggiamo evidenziamo ogni volta quello che Gesù fa.

  • Gesù non si fa grande, potente, imperante. Gesù si fa piccolo, povero, umile.
  • Gesù non  ama  i soldi, non cerca i potenti. Gesù cerca e ama  i poveri, i semplici, gli umili, i malati.
  • Gesù non dipende dal mondo, non appartiene al mondo. Gesù appartiene a Dio, al Padre.
  • Gesù non giudica, non condanna, non odia. Gesù comprende, consola, perdona.
  • Gesù non ferisce, non uccide, non tradisce. Gesù è fedele,  è mite  e salva.
  • Gesù non fa quello che gli conviene, fa solo la volontà del Padre.

 Facciamolo anche noi, veramente e concretamente. Facciamolo con lui. Facciamolo in lui.

 

Come lo fa.

Nel Vangelo che leggiamo, Gesù in ogni fatto ci da un insegnamento profondo. Mettiamo in evidenza, quale. Tutto è un indizio, tutto è un segnale, cosa dice, come lo dice, cosa fa, come lo fa, quando lo fa, dove lo fa, perché lo fa.

Per esempio: nell’adultera. I farisei tirano le pietre, come il loro cuore. Hanno il dito puntato contro Dio e contro i fratelli. Gesù punta il dito per terra verso il basso, per indicare l’umiltà. Scrive per terra, scrive nel cuore della donna la nuova legge dell’amore. Nel tempio, perché è un fatto sacro. Nel silenzio, senza parole, perché è un momento forte e intenso che non si può dire. Si abbassa al livello dell’altra, scende, si china a livello dell’altra, per guardarla negli occhi. Gli parla, gli fa una domanda. Non sentenzia, chiede. Perché aspetta che l’altra si renda conto, prenda coscienza, aspetta che l’altra risponda. Aspetta che l’altra scelga.  Entra in un rapporto vero, unico, profondo. Non condanna ma ricuce, riunisce i pezzi del cuore. Perdona e risana l’anima. È venuto a salvare.

La modalità che Gesù usa è il metodo con cui entra in relazione anche con  noi, con cui può incontrarsi  anche con noi. Ce lo indica, ce lo propone, ce lo presenta, ce lo offre.

 

Per chi lo fa.

Nel Vangelo che leggiamo, non pensiamo che i fatti raccontati riguardano solo le persone del tempo, persone estranee a noi. Non pensiamo che non riguardino noi. Ogni personaggio di un fatto o di una parabola, può rappresentare una parte di noi. Ci siamo noi dentro. Ci riguarda in profondità.

Quando parla a loro, parla a parti di noi, quando incontra loro, incontra parti di noi. Parti di noi che assomigliano al livello del cuore e dell’anima quei personaggi.

Siamo noi il cieco che ha perso la luce, che vive nel buio, nelle tenebre, e mendica l’attenzione. Il sordo che non sente il richiamo di Dio. L’adultera che ha tradito il suo Dio, con altri dei. Il fariseo potente, superbo, ostinato, chiuso, con il cuore di pietra. Lo scriba che usa le regole e le leggi rigide per dominare gli altri. Il malato che ha bisogno di essere guarito. Il paralitico bloccato e irrigidito. Giuda che lo tradisce, il Cireneo che è chiamato portare la sua croce. Siamo noi che lo uccidiamo, lo eliminiamo, perché ci impedisce di essere noi gli unici e i soli dei.

Parti di noi dimenticate, ignorate, nascoste, segrete. Parti di noi mascherate, evitate, negate.

Nel Vangelo Gesù parla a noi. Quella parte del Vangelo ci riguarda in profondità. Lasciamo che Gesù entri a incontrare quelle parti di noi. Viviamo quell’incontro come il nostro, un incontro vero, vivo. Viviamolo fino in fondo.

 

Dalla parte di Gesù.

Nel Vangelo che leggiamo, mettiamoci dalla parte di Gesù. Facciamo attenzione al suo modo di fare, a come si pone davanti all’altro.

Lo sguardo, attento, profondo, sincero. L’ascolto, il silenzio, l’attesa, la domanda. Il rispetto, l’attenzione, la ricerca. Andare incontro, chiamare, accogliere, comprendere, consolare, amare.

Cominciamo a guardare la nostra vita con lo sguardo di Gesù. Cominciamo a guardare le nostre cose, con lo sguardo di Gesù, con l’ottica di Gesù, con la prospettiva di Gesù. Cominciamo a vivere la nostra vita con il suo cuore. Lui viene in noi nell’eucarestia e può viverla con noi e in noi.

Lasciamo  che avvenga in noi, quello che è avvenuto in quel Vangelo. Allora quel Vangelo diventa vita.

 

La pietra miliare.

Vediamo ogni Vangelo che ascoltiamo,  come una tappa dell’insegnamento di Gesù. Una tappa verso la realizzazione del progetto di salvezza del Padre. Disegniamo il progetto di salvezza nel suo complesso e segniamo le tappe.

Segniamo anche le tappe del nostro percorso e del nostro cammino e le pietre miliari del progetto di salvezza che il Padre ha realizzato in ognuno di noi. Facciamo memoria in uno scritto, in un diario, in un disegno.

 

 

Re della gloria

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.  Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.

 

Quando  viene il tuo momento di  gloria?  Quando trabocchi di felicità? Quando il tuo cuore sussulta  pieno, ripieno di  infinita gioia? Quando è riempito  al massimo grado? Quando è travolto, coinvolto  e preso in modo totale?   Cosa  ti fa esultare, lodare, inneggiare?  Cosa  prende tutto quello che sei? Quando raggiungi il massimo grado di quello che sei?

Davanti al tuo cibo preferito, sulla tavola della domenica.  Quando la tua squadra del cuore, vince una partita.  Quando hai superato il tuo rivale.   Quando hai qualcosa in più dell’altro.   Quando ti sembra di aver vinto, stravinto, sottomesso l’altro, umiliato, dominato,  asservito.

Prendi il tuo sguardo, alzalo dalle cose che sono a terra, per terra, vicine ai tuoi piedi,  basse, infime, piccole, fragili. Prendi il tuo sguardo  e alzalo in alto. Guarda lontano, guarda al futuro, al tuo vero futuro. Guarda  la tua meta,  la tua vera meta. Guarda il tuo senso. Guarda  Colui per il quale sei stato fatto. Volgi lo sguardo  a Colui dal quale vieni e al quale ritorni. Volgi lo sguardo a Colui che ti aspetta e ti viene incontro: il Re della gloria!

Verrà il Signore Gesù, con grande potenza e gloria!  Verrà a liberarti dalla morte, dalla caducità, dalla precarietà. Verrà a liberarti da ciò che ti chiude, ti blocca e ti  impedisce di arrivare a Lui. Verrà per farti raggiungere Lui. Verrà per completarti. Lui il Santo, verrà a prendere quello che sei e che hai, per santificarti.  Lui il Re della gloria, verrà per glorificarti. Lui il Re dei re, verrà per farti partecipare al suo Regno.  Per l’eternità.

Se  lo hai scelto.  Se  lo hai amato.  Se  lo hai  voluto.  Se  lo hai aspettato. Se  lo hai invocato.

Se  lo hai  proclamato

Re della gloria della tua vita.