Il Paràclito.

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

 

 

Prima viene l’amore. Prima del fare, prima dell’avere, viene l’amore. Nell’amore, ha senso il fare. Nell’amore, riesci a fare.

L’amore vero per Gesù. Prima di tutto. Ti fa stare con lui. Essere per  lui. Fare come lui.

Ma Gesù non ti lascia solo. Non ti lascia senza. Non ti lascia mai.   Ha compiuto il progetto di salvezza e torna alla destra del Padre.  E intercede presso il Padre per te.  È il primo Paràclito.

Ed è il Padre che ti manda  lo Spirito Santo, il secondo Paràclito.

È dal Padre,  mandato,  inviato,  chiamato,  presso di te.  Per starti vicino, per difenderti, per custodirti.  Per prevenirti.  Per rincuorarti, per ripararti.  Per consolarti, per risanarti, per guarirti.  Ti sta sempre vicino, non ti lascia mai.

Chiamalo, invocalo, imploralo. Accoglilo, ricevilo  in te. Veramente, concretamente, nei sacramenti, con i sacramenti.

E lui, lo Spirito Santo,  ti porta il Figlio.  E il Padre nel Figlio.  Ti porta Dio al completo.        Ti porta la Trinità. Dentro di te. Viene tutta la Trinità, dentro di te.  Potrai vivere la Trinità, dentro di te.

Lo Spirito Santo è lo Spirito di verità. Lui te la fa  riconoscere. Ti fa conoscere Dio, ti parla di lui, te lo rivela, te lo manifesta.

Ti fa amare Dio,  te lo fa amare con l’Amore stesso di Dio.  E sarai amato dal Figlio e dal Padre, anche tu.

Ti fa compiere le opere di Dio. Perché solo lui le conosce.  Ti fa compiere la volontà di Dio, perché solo lui la contempla.  Ti fa portare Dio agli altri,  perché è lui che lo porta, che passa, che parla.

È lui che trabocca dal tuo cuore, al cuore del  fratello che incontri.

E lui lo sente, lo riconosce, lo ascolta.

 

 

 

 

 

Il sepolcro

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Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò.  Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

 

 

Gesù è nel sepolcro.  È entrato nella tua morte e anche nel tuo sepolcro.  Là dove ti sei chiuso, rinchiuso, rintanato.  Là dove ti sei rifugiato, deportato, deprivato.  Là dove vivi  vinto, morto, sepolto.  Là dove vivi ferito, bendato, con il sudario pieno delle tue lacrime e del tuo sangue.

Morto anche nell’anima.  Senza speranza, senza passione, senza futuro.  Senza gioia.  Senza Dio.

Solo Gesù risorto,  può spostare quella pietra che ti chiude,  quel macigno che ti pesa sul cuore.  Solo Gesù risorto, può spalancare il tuo sepolcro.  Solo lui può aprire il tuo cuore. Solo lui lo può liberare per sempre, da quello che lo fa morire.

Solo lui può guarire, risanare, salvare la tua anima.

Solo lui ti fa risorgere.

È il giorno della resurrezione, anche per te.

È il giorno della gioia, anche per te.

 

 

 

 

 

I contenuti della fede

I contenuti della fede.

Dubbi  sulla fede. 

Non è possibile vivere la fede, basandosi su un catechismo imparato da bambini. Da adulti si ha un altro modo di vedere, di sentire, di concepire le cose. La vita stessa mette alla prova, mette in crisi, demolisce, nega, quello che è stato imparato.  Non è possibile  continuare a vivere la fede in modo automatico, incosciente, basandosi su abitudini, regole, norme, riti. È importante rivedere la fede in modo maturo, sceglierla in modo libero, viverla in modo responsabile.

 Per prima cosa bisogna sgombrare il campo dai dubbi sulla fede,  quelli veri, quelli che sono in fondo al cuore, che non si è mai avuto il coraggio di dire. Quelli che disorientano, quelli che non fanno sentire, non fanno capire. Quelli che chiudono il cuore alla parola di Dio. Quelli che ci fanno sopportare la parola di Dio, ma non la fanno entrare veramente. Quelli che ci portano via la parola di Dio, dopo che l’abbiamo sentita. Quelli che impediscono di avvicinarsi alla parola di Dio. Quelli che rifiutano la parola di Dio.

  • Che cosa è un Dio? Cosa ci faccio?
  • Esiste veramente Dio?
  • Chi è Dio?
  • Perché Dio fa soffrire?
  • Perché Dio ha fatto morire un mio caro?
  • Che c’entra Dio con la mia vita?
  • Non basto io?
  • Non mi basta viverlo nel cuore?

Prima si deve mettere a fuoco l’argomento. Poi insieme si cerca una risposta. Con l’aiuto del Vangelo, della Bibbia, con la parola rivelata, perché solo un Dio può parlare di  un  Dio. Il sacerdote e il consacrato possono aiutare a trovare degli spunti, dei riferimenti, delle riflessioni.  

 È  fondamentale affrontare questi argomenti con lo Spirito Santo. Mettere lo Spirito Santo al centro, prima, sopra a tutto. Far passare prima lui, delle nostre parole. Far sentire prima lui, delle nostre parole. Lasciare che sia lui a dirci le parole giuste, lasciare che sia lui a parlare per noi,  in noi,  con noi.  Senza lo Spirito Santo, ogni risposta, ogni spiegazione, è vuota, anonima, sterile. Con lo spirito Santo diventa feconda, piena, divina.

 Poi è importante il cuore. Se l’altro si sente veramente accettato, accolto, considerato, rispettato, accolto, allora accoglie anche la parola.

Poi bisogna usare il metodo di Gesù. Lui parlava al cuore e lo faceva in modo semplice, chiaro, sintetico, pratico. Usava le parole, gli esempi, i fatti. Così dobbiamo fare noi. Evitare parole difficili, complesse, e estranee. Usare solo parole semplici, comuni, conosciute, anche in dialetto. Usare immagini, esempi concreti, fatti, analogie, rappresentazioni  prese dall’esperienza, dalla vita di tutti giorni, dalla natura.

Far venire dal cuore l’emozione cercare di rappresentarla in modo concreto e pratico, come fa un papà con un bambino piccolo. Il padre, se lo vuole aiutare, deve usare il suo linguaggio. Gli fa degli  esempi che lui può capire, gli fa dei disegni, glielo indica, glielo ricorda,  lo ripete. Lo fa con amore, lo fa con rispetto, lo fa con passione. Lo accompagna, lo sostiene, lo incoraggia.  Lo aiuta senza sostituirsi a lui.  Aspetta che ci arrivi da solo, perché è una conquista sua, perché solo così la sua risposta diventa autentica e vera.   Perché il Signore vuole una risposta autentica e  vera.

 

I contenuti della fede.

Dopo  aver ripulito la stanza dai dubbi, è importante fare ordine e mettere le cose al loro posto.  È fondamentale  capire bene   tutte le verità teologali, tutti i contenuti di fede e la loro  importanza. Rivederli insieme, approfondirli insieme in modo nuovo, in modo maturo, in modo completo con l’aiuto  fondamentale del sacerdote. Per esempio, dobbiamo capire bene che cosa è:

  • la Trinità. Il Padre, Il Figlio e lo Spirito Santo.
  • il progetto di salvezza di Dio
  • l’Eucaristia
  • la Messa
  • La confessione
  • il peccato
  • i sacramenti
  • il battesimo
  • la cresima
  • il matrimonio
  • l’ordine
  • l’unzione degli infermi
  • i sacramentali
  • consacrazione

 È fondamentale sapere:   che cosa succede nella Messa.  Che  il pane e il vino  diventano veramente nella sostanza  la carne e il sangue di Gesù. Che avviene per opera dello Spirito Santo, questo fatto straordinario.  Il piano di salvezza di Dio Padre nel suo complesso, per poter capire il senso del peccato. L’importanza dell’incarnazione del Figlio di Dio,  e della  Pasqua, l’Ascensione e  la Pentecoste.  La sacralità dei sacramenti.  Imparare a guardare in prospettiva, verso l’eternità, dalla parte dell’eternità. Imparare a vedere le cose nella loro dimensione vera,  dalla parte dell’eternità.

È un’emergenza educativa parlare di Dio, riportare Dio all’uomo. Perché senza Dio, l’uomo è disorientato, disperso, disperato, privato dello scopo, del significato, della sua origine, della sua meta.

Ma l’evangelizzazione è un’emergenza spirituale. È il mandato di Gesù.  E’ l’annuncio:  Il Figlio di Dio è  venuto  per salvarti, ha vinto il  male e la morte ed è risorto per farti risorgere con Lui, in Lui e per Lui.  Ti  ha  aperto  le porte dei cieli per  riportarti al Padre.  È il progetto del Padre.

È lo Spirito Santo che  si espande, si diffonde, parla ai cuori,  alle menti, di Dio.  Rivela Dio , fa sentire Dio,  fa sperimentare Dio.   Ti dona  Dio.  E  Dio è tutto.