Ipocrisia

farisei scribi

 In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.  Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».  Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».  Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

 

 

 

Ipocrisia.    Con la bocca  dici una cosa,   e nel cuore ne hai un’altra.     Fai una cosa,          e nel cuore ne senti un’altra.    Cerchi di nasconderla, di mascherarla, di non farla vedere.  La tieni nell’oscurità,   perché è oscura.

Ma non ce la fai.    Ti traspare lo stesso.  Traspare dal tuo volto,  dal tuo sguardo, dalle tue mani.    E ti domina,  e ti comanda,  e ti gestisce.    E più la nascondi,  e più ti domina.          E ti prende il cuore. E ti rovina il cuore.  E ti spegne il cuore.

Hai scelto  le cose oscure.   Hai riempito il tuo cuore  di cose oscure.   E da lui escono cose oscure e impure.  Che fanno male a te,  e agli altri.

 

Se scegli Dio.   Se riempi il tuo cuore di Dio,  veramente,    allora il buio se ne va.           Dal tuo cuore esce Dio.  Traspare Dio.   Illumina il tuo sguardo,  il tuo volto,  le tue mani.

E l’altro lo vede,  e l’altro lo sente,  e l’altro lo vive.

Il cuore di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pescatori di uomini.

Vocazione apostoli

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

 

 

 

Io gli parlo, Signore, ma non mi ascolta.  Io ti porto,  ma non gli importa.

Non sei tu, che l’altro aspetta.  Non è la tua parola.  Non è la tua idea.  E’ Dio che vuole. L’altro lo sente,  che tu  sei davanti a lui.  Al posto di lui.  Prima di lui.

È Dio, il Figlio di Dio,  che l’altro  guarda.  È la parola di Dio, il Vangelo di Dio,  che ascolta. È Gesù,  il Dio che salva,  che lo fa credere.

Venite dietro a me.

Dietro.  Lui davanti, e tu dietro.   Lui prima e tu dopo.  Dietro,  per mettere i tuoi piedi  sulle sue orme.  Per avere i tuoi occhi  su di lui.   Per avere il tuo cuore  nel suo.

Pescatore di uomini.

Allora, solo allora, diventi tu, rete.  Fatta con la croce,  con la sua croce, con tante croci insieme.  Con quella rete, con quella croce,  puoi tirare fuori gli uomini dal fondo del mare,  dal buio della morte.

Come gli apostoli,   Gesù  ti guarda.

Ti ha guardato  Dio.  Il tuo cuore  lo ha riconosciuto.  Non c’è più misura.   Eri già  suo.   Sei subito suo.

Ti  chiama.

Chiama  proprio  te.  Ti chiama per nome.  Ti ha fatto per questo. Ti ha scelto per questo. Ti  ha amato  per questo.  Bisogna andare.

È giunta l’ora  di salvare il mondo.   È l’ora di Dio.   È l’ora.

Lascia  la tua rete.   Non stare lì impigliato, legato, bloccato.  Non stare li  a riparare i tuoi buchi, i tuoi strappi, i tuoi vuoti.   Lascia.

Subito,  ti chiama.

Non c’è  tempo, non c’è spazio.

Tu,  subito, vai.   Lui è  il Tutto   e tu gli dai tutto.

Subito.

 

 

 

 

 

Seguirono Gesù

 

Annibale_Carracci_-_San_Giovanni_Battista_testimone_orsi-Copia - Copia

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

 

Non è  un incontro qualsiasi,  non è  un incontro normale.   È un incontro speciale.            È  l’appuntamento della tua vita.  Quello con Dio.  Quello con il Signore. Quello con il tuo Creatore.

Come  i due discepoli,   non sei lì per caso.  Ti ha chiamato Dio.  Nella notte,  nella profondità del tuo cuore.  Nella tua parte più intima e più vera. Ti ha chiamato da sempre. Ti aspetta li, da sempre.

Ecco  l’agnello di Dio!  Eccolo, è lui,  il Figlio di Dio!   È Giovanni mandato da Dio,  che te lo annuncia.  Quel dito puntato,  quel braccio teso,  è come una freccia,  come un segnale che indica la strada.

Ora che fai?

Non stai  a guardare, fermo, immobile, passivo, indifferente. Non stai a giudicare, distaccato, amorfo, noncurante.

Come i due discepoli,   ti alzi e lo segui.  Tutto di te si muove,  tutto di te,  va verso di lui.     Il tuo si,   il tuo  ‘eccomi’, è  intero,  è totale.  È concreto, e vero.  È il tuo primo “eccomi”.

Che cosa cercate?

La verità del cuore,  prima di tutto.  Il discernimento.  Che cosa e non, chi.  Cosa ti muove. Cosa cerchi in lui.  Cosa speri in lui.  Cosa vuoi, attraverso di lui.  Stai cercando te,  o Dio. Stai cercando una tua idea,  o Dio.  Stai seguendo una tua emozione,  o Dio.

Maestro, dove dimori?

Come i due discepoli,  gli chiedi:  dove dimori.  Dove è la tua casa.  Il posto dove stai. Perché  ci voglio stare anche io.   Quella è già la mia casa.  Quello è già il mio posto.  Ecco il tuo secondo  “eccomi”.

Venite  e vedrete.

Ti ha invitato. Te, proprio te.  A stare con lui.  Da subito,  senza riserve.  A vivere con lui. A  sperimentare lui.  Perché è lui  la tua casa,  è lui il tuo posto.  E tu lì rimani.  Lì stai.  Ecco  il tuo terzo  “eccomi”.

Poi diventi voce,  per tuo fratello.  Lo porti a tuo fratello.

Come Pietro,  vai da lui.   E Gesù ti guarda.  Mette il suo sguardo  dentro di te.   Ti ha guardato  Dio !   Hai in te,  lo sguardo di Dio.  Il volto di Dio.  Si è impresso in te.  Nei tuoi occhi,  nel tuo cuore.

Gesù  ti chiama per nome.  Ti chiama con il tuo nome.  Ora sei nato  alla tua vita vera,   alla tua vita intera.  E ti da un nome nuovo.  Il nome della volontà di Dio, per te.  Scritto da sempre, per te.

Il  nome  scritto nei cieli.

 

 

 

 

 

 

Seguimi

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».  Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

 

Gesù ti chiama. Seguilo,  senza se, senza ma, e senza però.

Lo segui, ma se va a Gerusalemme, non ci stai.  Se c’entra la croce, la sofferenza, non ci stai.  Non lo vuoi, non gli apri la porta del tuo cuore, della tua casa.  Non vuoi avere a che fare con il dolore, e così lo allontani, lo eviti, lo metti fuori.  Ma con il dolore hai messo fuori il tuo cuore, e  hai allontanato il Salvatore.

Lo segui, dovunque vada, nella sua dimora. Ma Gesù non ha dimora.  Se lo vuoi seguire, non mettere radici, non fare il nido, non cercare un rifugio, un nascondiglio, una tana.  Non stare seduto, bello, tranquillo, beato, protetto, comodo.  Non adagiare il capo sui cuscini, non dormire tra due cuscini.

Perché se lo vuoi seguire, devi posare il capo solo su di lui, devi basarti su di lui.  Devi andare dove ti porta, dove ti chiama, dove ti aspetta e dove tu non sai. E dove tu non vuoi.

Lo segui, ma prima devi andare a seppellire tuo padre.  Gesù deve aspettare, non è ora. Non è il momento. Te lo ha chiesto nel momento sbagliato.  Prima devi fare altre cose. Altre cose più importanti. Più importanti di lui.

Non  vi è nulla più importante di lui. Tutto quello che non segue lui, diventa inutile, insignificante, senza senso, senza scopo, senza meta, senza vita, morto. Lascia che i morti seppelliscano i morti.  Tu lascia quello che è morto, e rivolgiti al Signore della vita. Vai ad annunciare la vita. Vai ad annunciare a tutti che è venuto il Regno di Dio in terra. Così segui Gesù.

Lo segui, ma prima devi andare a dirlo ai tuoi, devi andare da loro, a riferirlo a loro, a farti dare il consenso, l’approvazione, la benedizione da loro.  Non decidi da solo, sei ancora dipendente, succube, vincolato alla tua famiglia. La tua famiglia è ancora quella della terra. Dio non lo senti come Padre e la tua famiglia non è la famiglia di Dio, non è la famiglia del cielo. Appartieni ancora alla terra.

Gesù ti ha chiamato ad arare il suo campo e tu hai messo mano all’aratro.  Non puoi voltarti indietro, girare l’aratro e rovinare la zolla. Quello è il terreno di Dio, quella è la zolla di Dio, quello è il seme di Dio.

Non appartieni più a te stesso.  Ora appartieni a Dio.

In modo totale, completo, assoluto, eterno.

 

 

 

 

Re della gloria

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.  Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.

 

Quando  viene il tuo momento di  gloria?  Quando trabocchi di felicità? Quando il tuo cuore sussulta  pieno, ripieno di  infinita gioia? Quando è riempito  al massimo grado? Quando è travolto, coinvolto  e preso in modo totale?   Cosa  ti fa esultare, lodare, inneggiare?  Cosa  prende tutto quello che sei? Quando raggiungi il massimo grado di quello che sei?

Davanti al tuo cibo preferito, sulla tavola della domenica.  Quando la tua squadra del cuore, vince una partita.  Quando hai superato il tuo rivale.   Quando hai qualcosa in più dell’altro.   Quando ti sembra di aver vinto, stravinto, sottomesso l’altro, umiliato, dominato,  asservito.

Prendi il tuo sguardo, alzalo dalle cose che sono a terra, per terra, vicine ai tuoi piedi,  basse, infime, piccole, fragili. Prendi il tuo sguardo  e alzalo in alto. Guarda lontano, guarda al futuro, al tuo vero futuro. Guarda  la tua meta,  la tua vera meta. Guarda il tuo senso. Guarda  Colui per il quale sei stato fatto. Volgi lo sguardo  a Colui dal quale vieni e al quale ritorni. Volgi lo sguardo a Colui che ti aspetta e ti viene incontro: il Re della gloria!

Verrà il Signore Gesù, con grande potenza e gloria!  Verrà a liberarti dalla morte, dalla caducità, dalla precarietà. Verrà a liberarti da ciò che ti chiude, ti blocca e ti  impedisce di arrivare a Lui. Verrà per farti raggiungere Lui. Verrà per completarti. Lui il Santo, verrà a prendere quello che sei e che hai, per santificarti.  Lui il Re della gloria, verrà per glorificarti. Lui il Re dei re, verrà per farti partecipare al suo Regno.  Per l’eternità.

Se  lo hai scelto.  Se  lo hai amato.  Se  lo hai  voluto.  Se  lo hai aspettato. Se  lo hai invocato.

Se  lo hai  proclamato

Re della gloria della tua vita.

 

 

 

Da chi andrai?

 

 

 

Tu, da che parte stai? Dio vuole che ti pronunci, che ti schieri, che esci allo scoperto. Devi prendere posizione. Devi scegliere. Scegliere Dio o ciò che non è Dio.

Non puoi stare nelle mezze misure, nel forse, nel poi, nel domani, nel vedremo. Non puoi stare nell’apatia, nell’indifferenza. Devi prendere posizione in modo chiaro, preciso, deciso, stabile.  Gesù vuole che tu  manifesti  la tua scelta, che non rimanga nascosta, mascherata,  ripudiata. Deve essere proclamata davanti a tutti. Così si capisce chi sei, così anche tu scopri chi sei, così entri in Dio.

Si, perché per avere fede, prima bisogna scegliere Dio, dire di sì al suo richiamo. È lui che chiama e tu rispondi. Senza la tua risposta, il tuo si, non c’è relazione e la fede è una relazione. È il tuo sì che ti fa entrare in Dio. È il tuo sì al Padre che ti fa entrare nel mistero del Figlio. È la tua fede che ti fa capire il mistero.

Pietro risponde: “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio.”

Anche tu, da chi andrai?

Da chi vuole i soldi, tanti soldi, tutti i soldi, per essere il primo, il migliore, superiore a te, anche a costo di truffarti, di calpestarti, di rubarti il diritto, la salute, la dignità.

Andrai da chi vuol essere il padrone della tua vita, decidere al tuo posto, importi la sua volontà, imprigionarti. Da chi ti leva la libertà,  la volontà e la vita.

Andrai da chi ti convince che devi pensare come tutti, che sei bravo e normale se sei come tutti, se sei uguale a tutti e non crei problemi. Da chi ti impedisce di pensare con la tua testa e ti annulla e cancella la tua originalità e la tua unicità.

Andrai da chi ti dice che siamo nati per caso, che tutto è materia e caos, per giustificare così ogni abominio, ogni violenza, ogni prevaricazione e anche la nullità della tua vita.

Andrai da chi ti fa credere che la ragione e la scienza è l’unico riferimento, da chi fa morire Dio e lo spirito per poter essere il tuo Dio, il tuo re, per farti diventare il suo suddito, a suo uso e consumo.

Chi di loro ha parole di vita eterna? Chi di loro ti dà la vita eterna? Chi di loro incarna l’amore di Dio? Chi di loro ti dà lo Spirito Santo? Chi di loro ti salva e ti libera dall’angoscia, dal dolore, dalla morte? Chi di loro ti resuscita? Chi di loro ti  dona il paradiso e il Regno di Dio?

Solo Gesù ha parole di vita eterna.
Lui è la Parola di Dio. Lui è la Vita eterna.
Lui è l’inviato di Dio.
Lui è il Figlio di Dio.
Lui è il Santo di Dio.