Il fariseo e il pubblicano

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:  «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.  Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.  Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

 

 

“Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “o Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano”.                                             E tu,    come ci stai,  nel tempio ?

 

Non ci sei.

Manco ci vai   al tempio.    Manco ci stai nel tempio.   Per te non ci sta il tempio.  Hai fatto fuori il tempio.  Non ci deve stare il tempio.     E stai fuori.

E non ci devono andare, manco gli altri.  Non ci devono stare, manco gli altri.  Non ci fai entrare, manco gli altri.     E li fai fuori. E li tieni fuori.  E li butti fuori.    Come te.

Pure a Dio,  lo hai deposto.  Lo hai nascosto. Lo hai riposto  da una parte. Nel suo tempio. E ti sei messo tu,  al centro.   E ti sei messo tu,  davanti.   E ti sei messo tu,  a capo.  Del tempio. E pure di Dio.   Ma non sei Dio.   Dio  non si può levare.    Sei tu, che ti sei buttato fuori. Che ti sei fatto fuori.   E sei fuori.   Dal tempio e da Dio.      Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Ci stai.

Davanti a Dio,  ci stai.   Davanti a Dio, ci vai.     Dove ti metti, davanti a Dio?   Come ti metti, davanti a Dio?    Come ci stai,  davanti a Dio?

 

Il fariseo stando in piedi    . Come il fariseo.    Stai in piedi.  Davanti a Dio.   Non ti pieghi. Davanti a Dio.    Stai allo stesso livello di Dio.   Stai pari a Dio.  Ti fai pari a Dio.  Sei pari a Dio.  Sei Dio.

O Dio ti ringrazio.     Non chiedi niente a Dio.   Non ti serve niente. Non vuoi niente.  Hai già tutto.   Che lo preghi a fare?

Non sono come gli altri uomini.     Ti sei giudicato da solo.   Ti sei fatto giusto  da solo.  Lo hai deciso tu,   che sei giusto.   Al posto di Dio.   Ti sei fatto Dio.

Ladri.       Il ladro sei tu.    Hai rubato il posto a Dio.   Hai rubato il giudizio di Dio. Hai rubato la gloria di Dio.   E l’hai fatta tua. L’hai fatta per te. E la tieni per te.    E ti glorifichi da solo. Tu solo.  Non Dio.

Ingiusti.     L’ingiusto sei tu.   Ti sei preso la giustizia di Dio.  Hai strappato la giustizia a Dio. E l’hai fatta tua. E l’hai fatta per te. E la tieni per te.   E ti fai giusto tu.   Non Dio.

Adulteri.     L’adultero sei tu.    Hai tradito il tuo Dio.   Lo hai lasciato.  Lo hai abbandonato.. E ti sei dato un altro Dio.  E stai con un altro Dio.   Ti sei prostituito a  un altro Dio.  Hai ripudiato il tuo Dio.

E neppure come questo pubblicano.     Non sei come lui.   Non sei peccatore.  Non hai peccato.   Non lo riconosci il tuo peccato.  Non ci sta il tuo peccato.  Non ci sta il peccato.  Di che,  chiedi perdono?       E non ci sta il perdono.

 

Il pubblicano fermatosi a distanza.      Come il pubblicano.    Prendi la distanza.   Ci metti la distanza, tra te e Dio.    Perché ci sta la distanza, tra te e Dio.  Non sei uguale a Dio.  Non sei Dio.

Non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo.    Gli occhi bassi. Gli occhi in basso.  Piegati davanti a Dio.   Prostrati davanti a Dio.    Inchinati  davanti a Dio.

Si batteva il petto.       La mano sul cuore.   Ci mette il cuore. Batte sul cuore.  Fa battere il cuore.    Ci sta il cuore.

O Dio abbi pietà.      Lo riconosci che lui è Dio.   Solo lui è Dio.   E tu sei misero. Piccolo. Povero. Semplice. Umile.   Davanti a lui.

O Dio abbi pietà.     Lo riconosci che è lui, il centro.  Non sei tu.   Che è lui il primo. Non sei tu.   Che è lui il tutto.  Non sei tu.

Di me peccatore.     Lo riconosci il tuo peccato.    Che hai negato Dio.  Che hai rinnegato Dio.    Che lo hai rifiutato.  Che lo hai tradito.    Che lo hai umiliato.

 

A differenza dell’altro.      L’altro  non lo ha chiesto il perdono.    Non gli serve. Non lo vuole. Non ci vuole.   Non gli importa. Non c’entra.  Non ci sta.     E non ci sta il perdono.

Tornò a casa giustificato.    Questo lo ha chiesto,  il perdono.  Gli serve. Lo vuole. Ci vuole. Gli importa.  C’entra. Ci sta.      E ci sta il perdono.

 

Ecco come preghi.

 

 

 

 

 

Il fariseo e il pubblicano

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:  «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.  Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.  Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.  Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

 

 

E tu,   quale dei due,  sei ?

 

Il fariseo.

Per te,    contano le regole.       Hai messo  le  regole,  dentro a Dio.    Hai fatto diventare  le regole,  Dio.     Ami le regole,   più di Dio.

E te le sei fatte,  da solo.       Te le sei  rifatte,   da solo.     Te le sei aggiustate,  da solo.       Le hai fatte diventare,  tue.    E hai fatto diventare tuo,  anche Dio.      E stai difronte a Dio.   Difronte a lui,  come a uno specchio.  Che riflette solo te.

E ti fai, giusto.   Ti fai giusto,  da solo.      E lo decidi tu,  chi è giusto.   Lo fai tu,  giusto.     E’ giusto,  se fa come te.    Non è giusto,  se non è  come te.     E gli punti  il dito contro.

 

Il pubblicano.

Per te,   Dio  è Dio.      E tu sei  un povero uomo,  che sbaglia.  Che sbaglia sempre.        Che non ce la fa,   a non sbagliare.

E stai    a distanza.     Perché c’è una distanza,   tra te  e Dio.    Non sei uguale  a Dio.      Non sei  Dio.

E stai     con gli occhi bassi.      La guardi,  la vedi,   la tua piccolezza.   La tua precarietà,  la tua fragilità.     È l’unica cosa veramente tua.  Che puoi offrire a Dio.

E stai     con il dito puntato  sul tuo cuore.    Lo metti  sul tuo cuore.    Ci metti il cuore.   Per te,    quello che conta,  è il cuore.

 

Abbi pietà di me.    E chiami il cuore di Dio.  Invochi il cuore di Dio.    Il cuore di Dio conta, di più del tuo peccato. Conta di più del tuo errore.  Conta di più del tuo cuore.

È lui la tua giustizia.  È lui la tua salvezza.      È lui la tua ricchezza.

 

E non sei più  povero.