Il cieco nato

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In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

 

 

Gesù,  sono io  il cieco,  dalla nascita.  Cieco, vuoto della tua luce.  Assetato, bisognoso, mendicante,  della tua luce.  In modo totale, primordiale, antico.

Cieco nell’anima.  Perché il peccato mi ha portato nel buio, nella notte, nelle tenebre. Cieco del cuore. Perché non voglio vedere, non voglio capire, non voglio sentire. Non voglio amare. Cieco nel cuore. Perché chiuso, rinchiuso, rintanato, nascosto, nelle pieghe, nelle piaghe del cuore.

Gesù, tu sei la Luce. La luce di Dio, la Luce del mondo e hai pietà di me.  Fai del fango con la tua saliva.  Con la polvere del suolo, come quando hai fatto l’uomo.  Mi crei un’altra volta, mi ricrei.  Mi fai, mi rifai.  Mi dai la vita.

Mi  spalmi il tuo fango, sugli occhi, sui miei occhi.  Mi cospargi, mi ungi, mi santifichi, mi consacri.  Mi mandi a lavarmi nella piscina di Siloe.  Lavo gli occhi con la tua acqua, dell’inviato di Dio. Per diventarlo anch’io.  Per fare la volontà del Padre.  Per dirti di si.

Ora vedo!  Ora ti vedo!  Vedo la tua Luce!  Vedo, con la tua Luce!

Tu, sei stato mandato da Dio a salvarmi.  Solo tu lo potevi fare!   Tu, sei il Figlio di Dio!  Sei  il mio Signore!   Mi getto  ai tuoi piedi.  Ti adoro, ti onoro, mio Dio!   Ti lodo, ti danzo, ti canto,  Figlio di Dio!

Ero cieco. Ora vedo.

La Luce della tua Resurrezione!

 

 

 

 

Sale e luce

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:   «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.  Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

 

 

Insulsa, insipida, vuota. A volte ti sembra la vita. Quello che vedi, quello che senti, quello che fai.  Spenta, inutile, finta.  Cerchi il sale. Cerchi la luce.

Tu sei il sale.  Se in te, c’è la Sapienza di Dio. Il Figlio di Dio. Quello che dà sapore, gusto, a tutte le cose. Perché tutte le cose sono state fatte in lui e in vista di lui.  Anche tu.

Sei sale.  Se metti lui, in quello che sei,  in quello che fai.  Allora diventi sapore, gusto, valore.  Diventi sostanza, senso, significato. Diventi prezioso, indispensabile, insostituibile. Per te e per il mondo.

Tu sei la luce.  Se in te c’è la luce vera. Il Figlio di Dio.  Gesù è la luce vera del mondo. Tu sei il candelabro che la tiene, che la sostiene.

Sei luce.  Se, come una candela,  ti lasci accendere, ti lasci prendere, ardere, dalla luce vera, da Gesù,  dall’Amore di Dio.

Sei luce.  Se la luce vera,  la porti agli altri.  Se la passi agli altri.  Se la fai vedere, la lasci brillare,  la lasci uscire. Se la lasci risplendere fuori, come vuole, dove vuole, perché vuole.

Sei luce.  Se la metti in alto, più in alto di te. Al di sopra di te, al di sopra di tutto.  Se è la prima cosa che si vede. La prima cosa che si incontra.

Sei luce.  Se si incarna. Se diventa sostanza,  fatto, opera. Se diventa verità, giustizia, onestà, davanti al mondo. Se diventa  pane, casa, vestito, cura, consolazione,  per gli altri e per il mondo.  Allora risplenderà veramente, concretamente, sicuramente, e sarà vista. E sarà segno. E sarà  lode.

E sarà gloria al Padre che è nei cieli.