Le nozze di Cana

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.   Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».  Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.   Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

 

“Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”, e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”.   Ed essi gliene portarono.   Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino.”                                                 E a te,     chi ti trasforma l’acqua,  in vino ?

 

Loro.

Si prendono la tua acqua,  loro.    E la fanno diventare sporca.   La fanno malata. Torbida. Nera.    La fanno fango. La fanno colla.     E non si può più bere.   Non gliela dare.

E non le riempiono,  le anfore.      Ma te le hanno asciugate.    Le hanno prosciugate.  Le hanno seccate.     E non hai più acqua.    E non ci sta più acqua.   E non si può più bere. Non ci cascare.

E ti  hanno levato,   pure le nozze.      Ti hanno separato.  Ti hanno allontanato. Ti hanno abbandonato. Pure da Dio.    Così hai solo loro.     Ma Dio è Dio.   E non si può separare.   Sono solo loro,   che si sono separati  dentro.    Che si sono divisi dentro.    Che si sono spaccati dentro.    Che si sono spezzati dentro.     E hanno perso  i pezzi.   Senza Dio.  Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Gesù.

Solo Dio, può trasformare l’acqua in vino.    E Gesù la trasforma.  Perché è Dio.    E te lo fa vedere.  E te lo fa sentire.  E te lo fa provare.    E te lo fa gustare.

 

Una festa di nozze a Cana.           È una festa di nozze.  Si celebrano le nozze.  Si fanno le nozze.  Tra te e Dio.     È una unione di nozze.  Tra te  e Dio.

Non hanno più vino.       L’acqua è la tua umanità.    Che è rimasta da sola.  Abbandonata. Ferita. Dilaniata. Devastata.    Senza più vino. Senza più spirito.  Non hai più spirito divino.  Ti manca lo spirito divino.

Qualsiasi cosa vi dica, fatela.      Ecco da dove,  comincia il miracolo.  Ecco da dove parte la trasformazione.    Da Gesù.      Fai quello  che ti dice  Gesù.    Qualunque cosa ti dice. Qualsiasi cosa ti dice.      Anche se non sai.  Anche se non vuoi.  Anche se non puoi.

Sei anfore di pietra.         L’anfora sei tu.    Sei tu il contenitore.  Quello che tiene dentro. Che contiene.  Che conserva.     La tua acqua.

Per la purificazione rituale dei giudei.      Ecco cosa sta per succedere. Una purificazione. Della tua acqua.     Una purificazione,  con l’acqua.   Come nel battesimo.

 

Riempite d’acqua le anfore       . Ecco di che ti devi riempire.   Ecco con che devi riempire la tua anfora.     Con l’acqua  che ti da Gesù.    Con l’acqua,  che viene da Gesù.    Con l’acqua,  che esce dal costato di Gesù.     È l’acqua di Dio.      È lo Spirito Santo,   l’acqua di Dio.

E le riempirono fino all’orlo.       E non un poco.  E non a metà.   Ma tutta.   La riempi tutta, la tua anfora.  Fino all’orlo.      Ti lasci ricoprire tutto,  fino all’orlo.   Dall’acqua di Dio.  Dallo Spirito Santo di Dio.

Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto.        Ora prendi la tua anfora, e portala  al banchetto di nozze.     Ora è pronta,   per il banchetto di nozze con Dio.    Ora può stare,  al banchetto di Dio.      Ora si può gustare,  al banchetto di Dio.

L’acqua diventata vino.            È lo Spirito Santo,   che ha trasformato  la tua acqua.   Ha trasformato la tua umanità.      E l’ha fatta  divina.

L’acqua diventata vino.       Ora la tua umanità non è più devastata.  Ma è stata ricomposta in Dio.  È stata risanata da Dio.     È diventata di Dio. La gioia di Dio.     Ora la tua umanità non è più abbandonata.      Ma è sposata.  Sposata in Dio.    Sposata a Dio.

 

Così ti sposa,  Dio.    Così ti sposa il tuo Creatore.   Così ti sposa il tuo Signore.  Nel Figlio Gesù.    E nello Spirito Santo.      E sei,  sposa di Dio.

E sei,  anfora di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Il battesimo del Signore

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».  Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

 

E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”               E tu,  in che acqua,  ti battezzi ?

 

Nella tua.

Ti lasci andare.      Ti lasci coprire.   Ti lasci ricoprire,  dalla tua acqua. Nella tua acqua. Ti lasci sparire.       E quando esci,  sei come prima.    E non si aprono i cieli.

Ti lasci andare nell’acqua  degli altri.      Ti immergi in loro.  Ti copri,  ti ricopri di loro.    Ti nascondi in loro.  E sparisci in loro.  E diventi loro.     E non si aprono i cieli.

E anche a Dio,  gli levi  la sua acqua.    Ti prendi la sua acqua.  Ti prendi il suo Spirito. Lo fai tu lo Spirito.     Scendi tu, sugli altri.  Li copri tu, gli altri.       Ma  tu non sei Dio.    E non si aprono i cieli.     Ma si chiudono  i cieli.   A te.

 

In Gesù.

Guarda quel battesimo.  Quello è anche il tuo.  È quello che succede anche nel tuo.     E non è solo acqua.   Ci sta lo Spirito Santo, dentro.    È lui che ci porta dentro quel battesimo.

 

E subito, uscendo dall’acqua.      E ci porta dentro Gesù.   In quell’acqua ci è entrato lui. Il Figlio di Dio.   E quell’acqua è diventata sacra. Di Dio.     E ti fa sacro,  di Dio.

Vide squarciarsi cieli.         Ecco. Davanti al Figlio di Dio, si aprono i cieli.    Ecco il battesimo in lui,  apre i cieli.   Si squarciano i cieli.  E appaiono i cieli.   E scendono i cieli, su di lui.   E si inchinano i cieli,  davanti a lui.

E lo Spirito discendere su di lui.        Ecco il segno di Dio.   Ecco il segno che è Dio.    Scende lo Spirito Santo.   Viene lo Spirito Santo.  Si posa su di lui.    Te lo dice lui.       Te lo indica lui.   Che è Dio.

Come colomba.    È lo Spirito di Dio. Non è una colomba.  Come una colomba scende, viene dal cielo. Appartiene al cielo. Si muove nel cielo e tocca la terra. E ritorna al cielo.

E venne una voce dal cielo.    Dove ci sta Gesù,  ci sta la Trinità.  Ci sta tutto Dio. Ci sta anche il Padre.    È la voce del Padre.   Che te lo dice. Che te lo indica. Che te lo garantisce.   Chi è.

 

Tu sei  il Figlio mio.    Ecco chi è Gesù.   Ecco in chi entri,  nel battesimo.  Ecco in chi ti immergi, nel battesimo.   Ecco in chi stai, nel battesimo.    Nel Figlio di Dio. In Dio.   E in lui,    diventi  anche tu,  figlio di Dio.

L’amato.    Ecco in chi entri, nel Figlio di Dio.  Nell’amore del Padre. Nell’amore di Dio. Vivo e vero.   E diventi anche tu,  amato da Dio.

In te ho posto il mio compiacimento.    Ecco in chi stai.  Nel Figlio di Dio. Che ha fatto quello che gli ha chiesto il Padre. Che ha compiuto la missione che gli ha dato il Padre. Che ha compiaciuto il Padre.    Che è la soddisfazione del Padre.   Che è la gioia del Padre.

 

E diventi  anche tu.                                                                                                              Gioia  di Dio.

 

 

 

 

Il grano e la zizzania

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:  «Aprirò la mia bocca con parabole,  proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

 

 

Il grano  e  la zizzania.        E tu,  che sei ?

 

Sei  zizzania.

Il nemico di Dio,   ti ha seminato.     Ti ha spezzato, ti ha spaccato.  Ti ha separato  da Dio. E sei diventato  divisione.   Anche in te.

Ti ha messo apposta   in mezzo al grano        Ti fa sembrare grano.   Ma non sei grano.  L’inganno  ti riveste.     E sei diventato  inganno.   Anche per te.

Dormivi.   Hai chiuso gli occhi. Non l’hai visto.   Non ti sei accorto.     E lo hai lasciato fare.  E lo hai lasciato andare.     E non lo puoi  fermare.     Ma Dio, si.

 

Sei  grano.

Eri zizzania.       Hai messo Gesù,  nelle tue parti spezzate.    E sono tornate intere.            Eri zizzania.       Hai messo Gesù,  nelle tue radici.     E sono tornate vere.                       Eri zizzania.       Hai messo Gesù,  nel tuo cuore.   Sono nate le spighe.  E sei diventato grano.

 

Sei grano.           Sei  il seme buono,    che viene da Gesù.                                                    Sei grano.           Hai  Gesù  nelle radici.    Che ti sostiene.                                                  Sei il grano.        Hai  Gesù  nelle foglie.    Che ti riveste.                                                         Sei grano.           Hai  Gesù  nelle spighe.    Che ti riempie.

Sei grano.           E ti riconoscono gli angeli.    Perché Gesù  è in te.                                       Sei grano.           E ti riconoscono gli altri.      Perché Gesù  è in te.                                      Sei pane.            E nutri gli altri.     Con Gesù,  che è in te.

 

Sei pane,    per gli altri.                                                                                                             E  per te.