Il seminatore

20110710 (2)

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.  Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!  Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

 

 

 

E tu,    che terreno sei?

 

Come la strada.

Sei duro.   Di pietra.  Chiuso.        Rigido. Piatto.    Asfaltato.

La parola non ti entra proprio.   Scivola via.  Vola via.      Te la portano via.

 

Come i sassi.

I sassi del tuo cuore.        Solo quelli contano.  Solo quelli pesano.   Solo quelli, per te, valgono.

E la parola la lasci passare,  tra i sassi.     Ma non più in là.  Non oltre.   Non entra più di tanto.    Non ti tocca,  più di tanto.

 

Come i rovi.

Aggrovigliato,   contorto, distorto,    come un rovo.      Pieno di spine.  Impigliato nelle spine.    Accecato dalle spine del mondo.

La parola la fai entrare.      Ma  la lasci soffocare.  La lasci  finire.   La lasci ferire.

 

Come il terreno buono.

Sei una zolla.      Come una zolla,  apri gli occhi.      Apri gli orecchi.   Apri il cuore.        E vedi e ascolti,  e comprendi,      Gesù  e la sua parola.

Diventa una zolla.        Scava la strada.    Sposta i sassi.   Stacca le spine.

 

E   la  Parola,   passa.        E arriva,  fino in fondo.    La rispetti.   La lasci fare.               E germoglia.

 

E fa.

I frutti di Dio.