Corpus Domini

Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

 

 

 

 

Ti hanno abituato a guardare solo l’apparenza, l’esterno delle cose.  Ti hanno fatto credere che solo quello è importante, solo quello è vero.

Ti hanno abituato a guardare la superficie. Il luccichìo.  A farti accecare dal luccichìo, a farti invadere, dominare dal luccichìo.  Ti hanno accecato per non farti vedere la sostanza, per non farti arrivare alla sostanza.  Perché la sostanza è quella che conta, è quella che vale, è quella che è vera.

Nell’eucarestia, l’apparenza è restata, ma la sostanza si è trasformata.  Nel pane ora c’è il corpo di Gesù, nel vino ora c’è il sangue di Gesù, vivo, vero, reale.  Il corpo e sangue del Figlio di Dio, di Dio in persona.

Quel corpo e quel sangue del Figlio di Dio, ti fa entrare, ti fa partecipare alla sua Pasqua, alla Pentecoste e alla Trinità.  Ti fa  partecipare all’essenza, alla sostanza,  di Dio.

Allora non sarai più schiavo dell’apparenza,  non sarai più preso,  avvinto, vinto dall’inconsistenza,  non sarai più riempito dall’indifferenza.

Sarai pieno di Dio, sarai riempito da Dio.  Sarai in Dio, liberato, nutrito, consolato, protetto da Dio.

In Dio sarai un cuore solo e un’anima sola con i suoi figli, con i tuoi fratelli, che hanno condiviso con te quel pane, che si sono nutriti di quel pane. Sono parte di te, sono con te, sono in te.

Non è un paradiso finto, irreale, sintetico, virtuale. Non è un paradiso che ti uccide.

È un paradiso vero, è l’unico paradiso vero, concreto, reale. Che  ti fa risorgere.  Pieno di sostanza, di essenza di Dio, pieno dell’amore, della gioia, della vita  stessa  di Dio.  È il paradiso che comincia già qui sulla terra.

È il paradiso dove potrai vivere  per l’eternità   “quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo,  e che Dio  ha preparato  per coloro che lo amano.”

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La vita eterna

 

” In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».

 

Sei concentrato su questa vita. Su una vita precaria, difficile, fragile, dolorosa, faticosa. Sei concentrato ad evitare tutto ciò che la  può rendere ancora più difficile, ancora più fragile, ancora più dolorosa. Non pensi mai a quello che verrà dopo. E ti perdi la parte più bella. L’origine, il senso e lo scopo della tua vita. Ti perdi la meta della tua vita. Ti perdi la resurrezione della tua vita. Ti perdi l’eternità.

Guarda al di là. Guarda al dopo. Guarda l’eternità, perché tu ce l’hai dentro, la desideri da sempre, la sogni, la cerchi e non la trovi mai. In questa vita. Perché è nell’altra, in quella che viene dopo. Sei fatto per l’eternità. E ti aspetta.

È un tornare a casa. È tornare da dove si è venuti, è tornare da dove si è partiti. È tornare dal Padre che ti ha voluto e ti ha inviato nel mondo. È tornare alla tua famiglia, ai tuoi cari, alle tue radici più profonde.

Con lo sguardo al di là, all’eternità e a Dio Padre, capirai questa vita. Capirai quello che conta e quello che non conta. Capirai quello che vale e quello che non vale.

Saprai quello che devi fare.