Una carne sola

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».  Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».  A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

 

 

“Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre  e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola.  Così non sono più due, ma una sola carne”.        E tu,    come sei ?

 

Solo.

Ti spaccano.     Ti spezzano. Ti separano.      Ti vogliono così.   Devi essere così.  Devi stare così.   Devi farti così.   Per loro.    Solo.

Ti spezzano  pure i figli.       Un po’ di qua,  e un po’ di là.    Né di qua,  né di là.   Un pezzo qua, un pezzo la.   E non si sa più dove sta.   Per farli così.   Soli.

Ti separano pure,   da Dio.     Ti dividono pure da Dio.    Ti portano via pure  Dio.   E non si sa più dove sta.   E non si sa più dove stai.   E rimani così. Solo.  Più solo.   Ma Dio è Dio. E nessuno te lo può levare.  Ci sta sempre.   E non sei solo,  mai.    Sono loro, che sono soli.   Sono loro, i veri soli.   Sono loro, gli spezzati.  Sono loro i divisi.  Sono loro i separati. Sono loro,  che si sono separati da Dio.   Sono loro che se ne sono andati  da Dio.   E si sono fatti,  soli.    E sono rimasti soli.   Senza Dio.    Ora. Ancora. Per sempre.

 

 

Due.

Non sei solo. Ci sta Dio.    Ed è Dio che ti unisce.   È Dio che ti fa,  due.  È Dio che ti da, l’altra parte di te.    E non sei più  solo.

Dio li fece maschio e femmina.          Dio ti ha fatto diverso.   Dio ti ha voluto diverso. Per poterti mettere insieme.    Come un puzzle. Il prezzo non può essere uguale. Per potersi attaccare.    Ti ha fatto diverso.   Così ti puoi attaccare.   Così ti puoi ritrovare, con quello preparato per te.   Con quello fatto per te.  Con quello che aspetta solo te.    E alla fine fai, il disegno di Dio.

Dio li fece maschio e femmina.      E chi non ti vuole diverso.   E chi ti fa uguale.  È perché non vuole farti trovare,   l’altra parte di te.      Non vuole farti fare,  il disegno di Dio.

 

L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie.       Devi lasciarli in testa. Nella testa.  Il padre e la madre.    Non devono essere più loro,  la tua metà.   Il tuo perno.  Il tuo centro.    Ora devi cambiare il centro.    Al centro ci metti  la tua donna.    Al centro,  ci deve stare la tua donna.     E tu,  con lei.

E i due diverranno una carne sola.         Perché tu, ora non sei più tu.    Non sei più quello di prima.    Sei una cosa nuova. Un’altra cosa.   Una cosa sola, con lei.  E non ci puoi più, stare senza.    E non puoi più,  fare senza.

Così non sono più due, ma una sola carne.          Non sei più la carne di prima.   Sei una carne nuova.  Una carne sola.   Non sei più, due.      Il figlio, tuo figlio,    è la carne nuova.  La carne che non è né tua, né sua.   Una carne sola.  Una carne unica.    Dentro  ci stai tu, e lei.   Dentro ci sta Dio.  L’ha fatta Dio. L’ha voluta Dio. L’ha pensata Dio. Te l’ha data,  Dio.

 

L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.        Chi ti ha messo insieme,  è Dio.  Chi ti ha voluto insieme, è Dio.   Chi ti ha unito,  è Dio.   È una cosa, tra voi e Dio.   Se ci sta Dio. Se Dio ci sta davvero. Se Dio lo hai messo davvero.   Se tu ci stai davvero. Se ci stai vero. Se sei vero.

L’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto.        Chi entra nella vostra intimità ,  ti divide. Chi comanda sulla tua intimità,   ti divide.    Chi viola la tua intimità,   ti divide.    Chi è geloso della tua unità.   Chi ci entra a forza nella tua unità.  Chi la rompe la tua unità.    Ti divide. Chi è invidioso della tua unità.    Chi ci si insinua,  chi si infiltra dentro.  Chi non la accetta. Chi non la rispetta.   Ti divide.         Non glielo permettere.   Non glielo far fare.

 

Stai in Dio.   Rimani in Dio.                                                                                                       E siete  una carne sola.                                                                                                      Ora. Ancora.    E per sempre.

 

 

 

 

 

 

Le nozze di Cana

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.  Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.  Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

 

 

Qualsiasi cosa   vi dica,    fatela.                                                                                              E tu,  la fai?

 

 Non  la fai.

Non ci stai,  proprio.  Sei altrove.     Non ci vai.  Vai da altri.    Ascolti altri.   Fai quello         che ti dicono gli altri.

E la tua anfora,   non gliela dai.    Te la tieni per te.  Stretta a te.     Riempita solo di te.        Della tua acqua.     Incolore,  inodore,  insapore.     Sa,  solo di te.    Ci sei solo tu.              Non c’è  Gesù.

 

 La fai.

Gli porti  la tua anfora.   Quello che sei, tu.      Gli porti la tua acqua.   Come sei ridotto, tu.  La metti nelle sue mani.   Ti metti  nelle sue mani.

Diventi un calice,  che si riempie di lui.    Dello Spirito Santo,  che esce dal suo costato.

E la tua acqua,  non è più  acqua.     Diventa vino.      Ci sta dentro,   lo Spirito di Dio.        Ci sta dentro,   Dio.

 

E quando   lo porti agli altri.                                                                                                       Gli altri,   lo riconoscono.

Quanto  è buono.

 

 

 

 

 

 

Dio li fece maschio e femmina

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

 

 

 

L’uomo non divida,   quello che Dio,    ha congiunto.                                                             E tu,   che fai?

 

Lo dividi.

Lo rompi,  lo spacchi,     quello  che Dio ha unito.    Lo spezzi,  da subito.                           Da prima.

Hai ricreato   l’uomo e la donna.     Li hai fatti uguali.  dentici.  Così non si sa più, chi è. Così non c’è più  unione.     Così non c’è più  Dio.

Hai cambiato  la relazione.    Non sono più  due,  diversi.  Non sono più due,  opposti,     in relazione.    Come nella pila,  dove scorre l’energia  tra due poli:  un più e un  meno.    Li hai fatti diventare,  due più.   O due  meno.        E non scorre più,  energia.

Non gli dai,  più gli spazi.    Non gli dai  più il tempo.   Non gli dai  più  il posto.                 Per ritrovarsi.   Per incontrarsi.   Per riunirsi,   tra di loro.     E con Dio.

Li hai separati,  da se stessi.   Li hai divisi  da se stessi,   dai loro figli,    e dagli altri.        E  dal loro Dio.

 

Li unisci.

In Dio,   li fai ritrovare.  In Dio, si possono riparare.      In Dio,   si possono ricreare.

Metti  Gesù,   tra di loro.  È lui, che li unisce.       È lui, che li fa diventare una  cosa sola.

Una  carne sola.    Una cosa  nuova.                                                                                Una cosa intera.    Che prima non c’era.

È Gesù,   che gli tiene le mani.

 

E  fa  diventare    il loro amore,                                                                                            un amore al cubo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Le nozze di Cana

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In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.  Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.  Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

 

 

 

Il tuo rapporto con Dio,   il tuo matrimonio con Dio,    è rimasto senza vino.    Ha perso il sapore, l’odore, il calore.   La gioia.

Le tue anfore,  sono vuote.   Sono le anfore della purificazione.   Le regole da seguire,        i riti da osservare.   Sono di pietra.  Dure, senza cuore.   Sono vuote. Senza sostanza.   Come te.  Come sei diventato tu, dentro.

 

Qualunque cosa vi dica, fatela.    Ecco cosa devi fare.  Te lo dice Maria.  Vai da Gesù.   Fai quello che ti dice lui.  Qualsiasi cosa.

Le riempi di acqua.  Acqua  povera, umile, semplice.   Come un’anfora,  ti riempi della tua povertà,  della tua fragilità,  della tua precarietà.     E la metti davanti a Gesù,  e la offri  a lui.

E Gesù  la cambia in vino.     È lui,  il vino nuovo.    È Gesù che ti dà il sapore,  il gusto,      il calore.  La gioia.   È lui,  la gioia della festa.

Ora prendetela  e portatela al banchetto.     Ora la puoi bere tu,  e anche gli altri.    Ora la puoi gustare.    Ora puoi gioire, insieme agli altri.   Al banchetto di Dio.

 

È il segno,   di quello che sarà   il banchetto di Dio,    l’eucaristia.     Al posto dell’anfora,    c’è il calice.    Nel calice c’è l’acqua della tua umanità,   e il vino,  che è diventato il sangue del Figlio di Dio.

Nel calice si uniscono.

Nel calice si sposano.

 

Ecco il miracolo delle nozze.

Tra te,   e il tuo Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Una sola carne

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 In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».  Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».   A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».  Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

 

 

 

Come vuoi tu.   Come dici tu, deve essere l’altro.    Non deve cambiare,  ostacolare, rovinare il tuo sogno,  la tua idea, il tuo pensiero.

A tuo uso e consumo.   E se non è così,  va ripudiato.   Buttato, gettato via, scartato.   Usato e scartato.  Consumato.

 

Non ti sposi solo tu.   Si sposa la tua carne e forma una sola carne.   Si sposa il tuo cuore, e forma un solo cuore.   Si sposa la tua anima.

La tua metà,  sposa l’altra metà.       Altra, da te.    Opposta,  a te.    Pensata,  per te.           E forma  una cosa intera.    Che prima non c’era.

 

Se ci metti in mezzo  Gesù.     Se lasci che il tuo cuore vada a lui,  come un bambino.       Se ti lasci abbracciare, consolare,  amare  da lui,   come un bambino.

Allora riesci a consolare l’altro.   Allora riesci ad amare l’altro.   Allora riesci ad abbracciare l’altro.

E ce la fai.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Matrimonio

Il Matrimonio.

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Il Matrimonio    è il sacramento dell’unione.    È l’unione  tra un uomo e una donna.   E la loro unione con Dio.

 

 

L’uomo e la donna. 

Nozze_di_Maria_e_Giuseppe (4)Due cose diverse, distinte, opposte.   Due metà che,  insieme,   fanno una cosa intera,  che prima non c’era.    Che non è,   l’uno o l’altra,   ma è nuova.   Che non è dell’uno  o dell’altra,  ma è divina.    È di Dio.    È  in Dio.

Come due pezzi diversi  di un puzzle,   che combaciano,   e insieme,   formano  un disegno  che prima non c’era.     Come  il polo positivo  e il polo negativo,   fanno la pila.      Se i poli  sono opposti,   scorre l’energia.   Se  sono uguali,   non scorre .    E non fanno la pila.

 

 

Il celebrante.

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Sono gli sposi,   i ministri del sacramento.     Quelli che lo celebrano.    Quelli che lo fanno.   Che lo rendono  vero,  valido, sicuro.

 

 

Accoglienza.

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Sono loro che portano  il  Noi,  a Dio.   Che lo offrono a Dio.  Che lo riconoscono come suo.  Che lo vogliono vivere con Dio.   E non vogliono stare, senza di lui.

 

 

 

Le mani unite.

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È il segno della loro unione.  Prendersi per mano.  Non essere più soli.  Ma stare nelle mani nell’altro.  Con l’altro,   e per l’altro.    L’amore,   è per.     Non  è   1 + 1   = 2,   ma  è    1 x 1   =  1.

Ma non ci sono solo le loro mani.    Sulle loro,  ci sono le mani anche di Gesù.   Gesù le unisce,  le consacra, le rende sacre,  dedicate a Dio,  riservate a Dio,  di Dio.    È Gesù che gliele tiene, quando non ce la fanno a tenerle unite.  E gliele fa ritrovare.

 

 

Il   Si.

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Non bastano le mani.   Il   Sì,  è la tua scelta, la tua decisione, la tua volontà. Chiara.  Davanti a tutti.   È  il Si, all’altro.    È il Si, a Dio.

 

Si,   a prendere lei , come tua sposa.   A farla entrare, in te.    A farla diventare, una parte di te.  Un pezzo del tuo cuore.    Senza, non ci puoi stare.

Si,    al tuo amore per lei.   Te lo ha dato Dio.  Non è il tuo, è il suo.  Lo ha preparato per te, da sempre.   Lo ha fatto nascere in te, per sempre.

Si,   ad amarla,   come la ama Dio.   Con l’amore di Dio.  Insieme a Dio.

Si,   ad onorarla.   È una creatura di Dio.  L’ha fatta Dio, per te.  È di Dio.

Si,   a rispettarla.   A prenderti cura di lei, come farebbe Dio.   A fargli sentire l’abbraccio di Dio, in te.

Si,   ad essergli  fedele  sempre.   Lei è la tua metà.  Non ci può stare un’altra.   Se non c’è lei,   non c’è il noi.    E non ci sei tu.    E non c’è Dio.

Si,   a Dio,   nel vostro amore.    Solo lui lo fa diventare,   più forte  di ogni cosa.    Solo con lui,    diventa  un amore al cubo.

iconasposi - Copia

 

 

Si,   all’amore di Dio,   nel vostro amore.     È l’amore di Dio sposo,  per la Chiesa,  sua sposa.     Partecipa con il tuo.   Diventa tuo.   Diventa parte di te.   E tu diventi parte di lui.    Non è solo il tuo matrimonio.   È un matrimonio doppio.    Che si riflette in Dio.   E Dio si riflette,  nel tuo.

 

 

 

 

Benedizione degli anelli.

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Al tuo Si,  risponde Dio.    E viene lo Spirito Santo.   Scende su di voi,  e porta la Trinità.       E santifica gli anelli,  e li fa diventare un segno di Dio.

 

Scambio degli anelli.

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Ricevi  questo anello.   

 

 

Questo anello  è il segno del mio cuore,  che sta con te.    Sull’anulare, perché da quel dito parte una vena, che arriva diritta, al suo cuore.

È il segno della mia fedeltà.   È il segno che appartengo a te e a nessun altro.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.     Nella Trinità.   Con la Trinità.    Come,  la Trinità.

 

 

Nozze_di_Maria_e_Giuseppe (2)

 

 

 

Ora  non siete  più due.     Ora  siete  un cuore solo.  Un’anima sola.    Una carne sola.                               Come il bambino,  che nasce.

 

 

 

 

 

 

Lettera di Dio agli sposi. Pdf.    (Clicca sulla riga) 

Il Matrimonio. Pdf.    (Clicca sulla riga)

 

 

 

 

 

Giuseppe e l’angelo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.  Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

 

 

Dio viene nella notte. Come Giuseppe, ti ritrovi nella notte. Non riesci a capire, non riesci a gestire, non sai che fare. Sei stato spiazzato. Il tuo progetto  preciso, sicuro, ordinato, è saltato, è sconvolto, è cambiato.  Era un progetto umano. Non contemplava Dio. Un Dio vivo, vero, il Figlio di Dio.

Come Giuseppe, non vivi la profezia. La venuta di Dio è qualcosa che riguarda gli altri, qualcosa che capita agli altri. Come lui, non pensi che può capitare a te. Che il Signore Dio, il Figlio di Dio, ha scelto proprio te, per entrare nel mondo, per salvare il mondo. Che è venuto proprio nella tua piccola storia, nella tua povera vita.

Come Giuseppe, alla luce della ragione, puoi essere tentato di rifiutarlo. Di ripudiarlo. Di allontanare Maria, che te lo porta. Di separartene, di andartene, di lasciarlo solo.

Ma Dio interviene. Manda il suo angelo. Sei stato scelto proprio tu. Non temere, sei entrato nel progetto di Dio. Ci sei dentro.  Ne fai parte. Non puoi andare via. Non puoi tirarti indietro.

Ti rivela che  il Figlio,  è generato dallo Spirito Santo. È il tuo Creatore. È il tuo Signore. Ti riguarda. È più intimo di un figlio. È più di un figlio. E ha bisogno di te.

Ti chiede il tuo si. Ti chiede di essere lo sposo di Maria che lo porta. Di unirti  al suo si. Di essere un unico si.  Un sì completo, integro, totale, universale, a Dio.

Ti chiede di fare il padre. Di prenderlo con te. Di farlo tuo, di farlo diventare parte di te. Di unirti a lui in modo definitivo. Di essere il  custode, il  tutore. Di presentarlo al mondo con il nome di Gesù, per annunciare chi è:  ‘Dio che salva’.

Come Giuseppe, destati dal sonno!  Svegliati!  Alzati  e parti.  Fai quello che ti chiede Dio. Sposa il mistero di Dio. Diventa il custode di quel mistero.

Ora la famiglia è completa.  Ora Gesù, può nascere.

 

 

 

Libretto per i bambini

Catechesi per i bambini.

 

Un libretto,   per aiutare i bambini,   a capire      i contenuti base della fede.                                In modo  chiaro, semplice e pratico.

Per poter capire bene, chi è Dio.   E poter conoscere  bene tutti   i  sette sacramenti.      In tutti i passaggi liturgici,   e  in tutta la  profondità,   e in tutta la loro  pienezza  spirituale.     E i comandamenti.

Tutte le spiegazioni sono  state studiate  secondo il modo di pensare dei bambini.           Sono adatte,  alla loro psicologia .   E per questo,  sono  facili da recepire,   e da assimilare.

Libretto:

Contenuti di base della fede. Per bambini e ragazzi.

(  Cliccare sulla riga  in blu, e si apre il file in pdf. )

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Questo libretto è consigliato anche  ai loro genitori,   per aiutarli ad educare i  propri figli      alla fede.                                                                                                                                    E anche per i catechisti  della comunione e della cresima,    per aiutarli a trasmettere la fede.     E dargli la sicurezza di poterlo fare in modo    sicuro, chiaro ed efficace.

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© 2015.  Autore :    Maria Grazia Vallorani.

Tutti i diritti riservati.   Il presente testo è riproducibile solo per uso personale, con l’obbligo di citarne la fonte e il divieto di modificarlo, anche parzialmente,  per qualsiasi motivo.  E’ assolutamente vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato il 21 Aprile 2018 in forma cartacea,  e a Gennaio 2015  online, nel blog.   Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.

 

 

 

Le nozze

 In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

 

Maria, la madre di Gesù, indica la strada,  dice come fare.  “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!”

Quello che il Signore ti dice,  quello che il Signore ti chiede,  quello che il Signore vuole da te,  realizzalo, fa che diventi concreto,  fa che diventi un’opera.  Fa che diventi un’opera d’arte  di  Dio.

Allora  avverrà il miracolo.  Dentro di te, come dentro un’anfora,  la tua acqua, umile, semplice, inodore,  anonima, terrena, umana, diventerà vino.  Diventerà spirito.  Diventerà gioia.  Diventerà sapore, gusto, cielo.  Diventerà divina.  Annuncio della salvezza.  Segno di salvezza. Simbolo del  sangue che ti salva.

Allora  diventi  parte delle nozze divine.  Delle nozze mistiche.  Tra il popolo e il suo Dio. Non sarai più abbandonata,  né la tua vita sarà più devastata.  Ma  sarai chiamata “Mio compiacimento”.   E la tua terra sposata.

Ti sposerà il tuo Creatore.

E  gioirà per te il tuo Dio.

 

 

Maria Grazia Vallorani

Il granello di senape

 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

 

 

Quanto. Tanto, poco. Di più, di meno. Sei abituato a misurare, a calcolare, a confrontare. Sei abituato  ad aumentare, allargare,  debordare.   Così,  pesi  anche la fede.   La valuti secondo il peso, la quantità.  La  vuoi enorme, totale, smisurata. La pensi piena, ripiena, colmata.  La senti poca, minima, assente.  Quello che conta non è la quantità.  È la qualità, l’essenza, la sostanza, la presenza di Dio vivo e vero.

La fede è un seme. Non dipende da te. È un dono di Dio. Come un seme, ha in sé, in potenza, già tutto il futuro albero. Ma ha bisogno di essere coltivato, alimentato, custodito.

Un seme di senape. Un seme piccolo. Il più piccolo. Perché la qualità della fede è nella piccolezza. Perché nella piccolezza, c’è Gesù. Gesù che si è fatto piccolo, povero, umile.  Più c’è piccolezza e povertà, più c’è fede.  Più c’è piccolezza  e umiltà e più diventa grande l’albero della fede.

Se la fede è vera, anche piccolissima, può cambiare le cose. Non perché lo fai tu. Non per merito tuo. È Dio presente in te e con te, che cambia le cose.  È lui che opera prodigi.  È lui che può sradicare un gelso e piantarlo nel mare.  Lui lo ha creato e lui lo può fare. Solo lui.  A  lui, con lui e per lui, tutto è possibile.

È possibile se ti riconosci per quello che sei.  Piccolo.  Servo inutile.  Non sei tu a fare tutto. Tutto ti è stato dato. Tutto è di Dio. Tutto fa parte del progetto misterioso di Dio. Puoi prendere parte a quel progetto di salvezza. Puoi fare la sua volontà. Servire a realizzarla. Ma non  è tua, non ti appartiene, non la possiedi.  Non dipende da te.

Riesci a fare la volontà di Dio, se stai al tuo posto. Se lo riconosci, come il Signore. Se lo vivi, come il Signore. Se lo servi, come il Signore.  Allora ti senti servo inutile. Perché  in Dio tutto è avvenuto. Tutto è compiuto. Tutto è compreso.

Anche tu.