Corpus Domini

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.”                              E per te,   ci sta Gesù,  in quel pane ?

 

Ci sta.

Lo ha detto Gesù,  che ci sta.    Lo ha detto Gesù, cosa ci sta.   Lo ha detto Gesù, chi ci sta.  In quel pane.     Ci sta lui.  Vivo e vero.

 

Non è vero che ci sta,  a metà.    Non è vero che ci sta,  un poco.   Non è vero che ci sta,  per poco.     Non lo fanno loro. Gesù.

Non è vero che ci sta,  se lo pensi tu.   Se lo vuoi tu. Se lo sai tu.   Non lo fai tu. Gesù.

Ci sta tutto,  Gesù.   Ci sta intero. In tutto.   In ogni pezzetto.  In ogni parte.  In ogni briciola.    Ci sta tutto Dio.

Ci sta sempre,  Gesù.    Anche se non lo pensi.  Anche se non lo vuoi.  Anche se non lo sai.       Anche se non ci stai.   Gesù ci sta.

 

Io sono il pane vivo.     Io sono.    Quel pane è: “io sono”.  Quel pane non è pane.   È una persona.    È Gesù in persona.    È Dio  in persona.  

Io sono il pane vivo.       È una persona viva.   È una persona vera.   È Dio vero.   È Dio vivo.     È  il Figlio del Dio Vivente.  In persona.

il pane è la mia carne.      Il pane non è più pane.    Gesù,  cambia  la sostanza  del pane.  L’essenza.     Quella che conta.  Quella che sta dentro.  Quella che  non si vede.    È diventata la sua carne.  

Il pane è la mia carne.     È rimasta l’apparenza.   Quella che si vede.  Quella che sta fuori.   Appare il pane.  Sembra pane.  Ma non è più pane.     E’ la sua carne. 

 

La mia carne è vero cibo.       Si è fatto carne,  per te.    Per diventare il tuo cibo.  Per darti lui,  come cibo.     Per darti Dio, come cibo.    Dio è il tuo cibo.  L’unico che conta.

La mia carne è vero cibo.       Si è fatto carne,  per te.    Per darti la sua carne,  sulla croce.    Per incarnarti,  nella sua croce.     Per salvarti nella sua carne,   sulla croce.

La mia carne è vero cibo.      Si è fatto carne,  per te.    Per darti la sua carne, risorta.    Il suo corpo risorto.     Per incarnarti nel suo corpo risorto.   Per farti risorgere.  Nel suo corpo risorto.

Il mio sangue vera bevanda.       Si è fatto bevanda,  per te.  Per bagnarti del suo sangue,  sulla croce.     Per far scendere su di te,  il suo sangue sulla croce.  Per far scendere su di te,   la grazia di Dio.    Da quella croce.

 

Nell’eucaristia,   Gesù vive in te.   E tu in lui.     E con Gesù,  vivi nel Padre.   E il Padre in te.

Nell’eucaristia.   Vivi nella Trinità.

 

 

 

 

 

 

Corpus Domini

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».  Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».  I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

 

 

 

Qual è,  il tuo pane?            Di che,  ti nutri?

 

Il pane finto.

Il tuo pane,   è quello che pensano gli altri.   Quello che vogliono gli altri.  Quello che dicono gli altri,   di te.    Non ti basta,  mai.     Ti fa male,  sempre.                                                      Il tuo pane,  sono le cose.    Sono di plastica.   E ti fanno diventare di plastica.  Finto, falso,  vuoto.    Senza vita.

 

Il pane vero.

È Gesù,  il pane vero.   Il pane del cielo.  Il pane vivo.

Nell’ Eucarestia.   Gesù  ha preso  il pane.   E lo ha detto lui, proprio lui.  In modo chiaro, sicuro,  preciso.

Questo è, il mio corpo.    Non è facciamo finta che..,  non è assomiglia a.., non è come se.   È,   il mio corpo.    È vero,  è davvero.  È sicuro.   È, ora.

Ha preso il vino  e ha detto:   Questo è,  il mio sangue.   Questo è, ora.   Questo è ancora.  E lo fate ancora.  E si rinnova ancora.   E diventa  vero ancora.   Diventa  vero ogni volta. Sempre.

 

Lo ha fatto,  per restare con te.   Per vivere in te. E tu in lui.    Con il suo cuore, vivo e vero.   Che batte con il tuo cuore.

 

Quel pane  fa diventare anche te,   pane.

Pane del cielo.  Pane vivo.  Pane vero.

Per te.

E per gli altri.