Seguimi

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.  Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».  A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».  Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

 

 

“Ti seguirò, Signore; prima però…”         E tu,    chi segui ?

 

Loro.

Vai dietro a loro.        Ma sono loro, che ti prendono.     Che ti tirano.  Che ti trascinano, dietro a loro.   Sulla loro strada.    La loro. Non di Gesù.    Via da Gesù.  Contro Gesù.

E ti portano come un oggetto.   E ti hanno fatto un oggetto.  Che non vede. Che non sente. Che non pensa.   Che non sa.  Che non ha.    Che non può.  Dire di no.     Senza Gesù.

E si mettono davanti a Gesù.     È Gesù che gli deve andare dietro.  A loro.   È Gesù che deve seguire loro.    Non loro Gesù.    Ma Gesù è Dio.   E Dio sta prima.    Sono loro,  che hanno deviato.   Che si sono deviati.  Che si sono perduti.     Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Gesù.

Seguimi.   Segui -mi.   Segui me.     È Gesù che deve seguire.  Non altri.    È dietro a Gesù che devi andare.  Non ad altri.       È Gesù che ti dice che fare.  Non altri.

 

Seguimi.    Ti mette davanti a una scelta.  È una scelta.  O Dio o gli altri.    Chi metti prima. Cosa ci sta prima.   Cosa conta di più.  Cosa vale di più.  Cosa è di più. Cosa hai al centro del cuore.    Di cosa è pieno il tuo cuore.

Seguimi.    Se scegli gli altri.    Contano  più gli altri, di Dio.   Metti gli altri,  prima di Dio. Hai al centro del cuore gli altri.  Non Dio.    E ti giri. E gli giri le spalle.  E ti volti.  E torni indietro. E ti tiri indietro.  E non ci stai.  E te ne vai.

Seguimi.     Se scegli Gesù.   Conta Gesù,  più di tutti.    Metti Gesù,  prima di tutto.   Ci sta Gesù al centro del tuo cuore.  E il tuo cuore è suo.     Allora gli dici di si.   Così, gli dici di si. E ci stai.   E non te ne vai.  E non ti volti.    Hai il volto nel volto di Gesù.

Seguimi.      In Gesù,   li trovi anche gli altri.    Ci stanno anche gli altri.   Li ritrovi gli altri.  Ma come dice lui.  Come vuole lui.    Come vuole il Padre.

 

Ti seguirò ovunque tu vada.      Ti seguirò ovunque.  Ovunque significa dove non vuoi tu. Dove non sai tu.   Dove non pensi tu.

Non ha da posare il capo.    Ovunque.   Anche se non hai da posare il capo.  Anche se non sai dove posare il capo.    Anche se non  hai dove andare.  Anche se non sai dove andare. Anche se non sai cosa fare.

Signore, permettimi di andare prima…      Cosa ci sta prima.    Cosa ci metti prima.  Cosa devi fare prima.   Anche se è la morte. Non sta prima.    Non la metti prima di Dio.  La metti dopo.  Deve stare dopo.      Prima Dio.   E non ci sta più la morte.

Ti seguirò, Signore; prima però…  Cosa ci sta prima.  Cosa ci metti prima.  Manco il padre e la madre, stanno prima.   Te li ha dati lui.  Li ha fatti lui.  Lui viene prima di loro. È sempre stato prima di loro.      In lui stanno.  In lui li metti.   In lui li ritrovi.

 

Nessuno che mette mano all’aratro.        Seguimi.     Il Signore ti chiama,  nel suo campo. Ti chiama a coltivare il suo campo.   Ad arare il suo campo.    A mettere il seme di Dio, nelle zolle che ti ha dato Dio.       Niente conta di più.  Niente vale di più.  Niente è di più.

E poi si volge indietro.     A chi ti volgi,  a chi ti rivolgi.     Dove hai il tuo volto.  A chi guardi. Mentre ari il campo di Dio?

Non è adatto.      Se ti volgi indietro. Se ti rivolgi indietro.    Se metti il tuo volto in un altro, che non è Dio.    Se metti il tuo volto in altro,  che non è Dio.  Se metti il tuo volto in quello di prima,  che non è Dio    . Non ce la fai ad andare avanti.  Non ce la fai a portare avanti l’aratro di Dio.     E si ferma.  E non ara più.

 

Dio è avanti.    E più avanti di te. Ti aspetta avanti.  Più avanti di te.  Oltre quello che tu sei. Oltre quello che tu fai.   Oltre quello che tu sai.   Perché è Dio.

Eccomi Signore.  Io vengo.                                                                                                  Ovunque tu vada.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ Annunciazione

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

 

Anche a te,   Dio manda  il suo angelo.    E ti annuncia  che viene da te.                                 E tu,  che gli rispondi ?

 

No.

Non lo vuoi,  l’angelo.      Lo mandi via. Lo cacci via.  Lo butti via.    Non ci deve stare.     Non ti deve disturbare.   Se ne deve andare.

Per te,   non è vero  quello che dice.      Il vero lo sai tu  Lo dici tu.      Non lo dice lui.        Deve tacere.  E lo fai tacere.    Deve sparire.  E lo fai sparire.

E fai sparire   anche Maria.     Colpisci  Maria.      Colpisci la Donna.   Colpisci  la Madre. Cancelli  la Madre. Elimini la Madre.  Fai fuori  la Madre.    Così  non ci sta neppure il Figlio. Ma non ce la fai.      Perchè  sono di Dio.     E lui  è più forte di te.

 

Sì.

Come  Maria.    Gli dici di  sì.    Sì,  ci sto.

Ci sto Signore,       a non temere più.   Perché  ci sei  tu.                                                        Ci sto Signore,       ad ascoltare l’annuncio   del  Fglio di Dio.                                                  Ci sto Signore,       a vedere lo Spirito Santo,    che scende  su Maria.                                   Ci sto Signore.       A sentire la grazia.   A sentire la gloria,  che la riempie e la circonda.      Ci sto Signore.       Perché lo fai davvero.    Perché a te,  nulla è impossibile.

Ci sto Signore.       A lasciare che venga,   che avvenga in me,   la tua parola.                     Ci sto Signore.       A lasciare che si compia in me,   la tua parola.   La tua volontà.               Ci sto Signore.       A lasciarmi fare.     A diventare  un’opera d’arte,  nelle tue mani.

 

E ti aspetto.                                                                                                                   Insieme a Maria.

 

 

 

 

 

 

L’ annunciazione

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

 

 

E tu,  che rispondi ?

 

Rallegrati.

Quando c’è Dio.  Perché c’è Dio.    C’è la gioia.  Sei felice.     C’è  la sua grazia.             Sei pieno  della sua grazia.

Non temere.

Quando c’è Dio.   Perché c’è Dio.      Non c’è più la paura.    È finita la paura.                    Non esiste più la paura.

 

Come è possibile ?

Non a te.     Allo Spirito Santo,   si.       È lui che scende dal Padre.    Ti copre,  ti  ricopre,    ti riempie,    è  lui  che ti porta  Gesù,  il Figlio di Dio.     Solo lui lo può fare.

A Dio,  nulla è impossibile.

Quando c’è Dio.  Perché c’è Dio.      Tutto può succedere.   Perché  è Dio.

 

Si.

Si, ci sto.   Sono d’accordo.      Avvenga.    Venga,  sia fatta la volontà del Padre.                  Si realizzi in me.   Si faccia carne in me.     Si faccia concreta,  attraverso di me.

 

E  il tuo cuore

diventa  una culla,

per  il Figlio di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Seguirono Gesù

 

Annibale_Carracci_-_San_Giovanni_Battista_testimone_orsi-Copia - Copia

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

 

Non è  un incontro qualsiasi,  non è  un incontro normale.   È un incontro speciale.            È  l’appuntamento della tua vita.  Quello con Dio.  Quello con il Signore. Quello con il tuo Creatore.

Come  i due discepoli,   non sei lì per caso.  Ti ha chiamato Dio.  Nella notte,  nella profondità del tuo cuore.  Nella tua parte più intima e più vera. Ti ha chiamato da sempre. Ti aspetta li, da sempre.

Ecco  l’agnello di Dio!  Eccolo, è lui,  il Figlio di Dio!   È Giovanni mandato da Dio,  che te lo annuncia.  Quel dito puntato,  quel braccio teso,  è come una freccia,  come un segnale che indica la strada.

Ora che fai?

Non stai  a guardare, fermo, immobile, passivo, indifferente. Non stai a giudicare, distaccato, amorfo, noncurante.

Come i due discepoli,   ti alzi e lo segui.  Tutto di te si muove,  tutto di te,  va verso di lui.     Il tuo si,   il tuo  ‘eccomi’, è  intero,  è totale.  È concreto, e vero.  È il tuo primo “eccomi”.

Che cosa cercate?

La verità del cuore,  prima di tutto.  Il discernimento.  Che cosa e non, chi.  Cosa ti muove. Cosa cerchi in lui.  Cosa speri in lui.  Cosa vuoi, attraverso di lui.  Stai cercando te,  o Dio. Stai cercando una tua idea,  o Dio.  Stai seguendo una tua emozione,  o Dio.

Maestro, dove dimori?

Come i due discepoli,  gli chiedi:  dove dimori.  Dove è la tua casa.  Il posto dove stai. Perché  ci voglio stare anche io.   Quella è già la mia casa.  Quello è già il mio posto.  Ecco il tuo secondo  “eccomi”.

Venite  e vedrete.

Ti ha invitato. Te, proprio te.  A stare con lui.  Da subito,  senza riserve.  A vivere con lui. A  sperimentare lui.  Perché è lui  la tua casa,  è lui il tuo posto.  E tu lì rimani.  Lì stai.  Ecco  il tuo terzo  “eccomi”.

Poi diventi voce,  per tuo fratello.  Lo porti a tuo fratello.

Come Pietro,  vai da lui.   E Gesù ti guarda.  Mette il suo sguardo  dentro di te.   Ti ha guardato  Dio !   Hai in te,  lo sguardo di Dio.  Il volto di Dio.  Si è impresso in te.  Nei tuoi occhi,  nel tuo cuore.

Gesù  ti chiama per nome.  Ti chiama con il tuo nome.  Ora sei nato  alla tua vita vera,   alla tua vita intera.  E ti da un nome nuovo.  Il nome della volontà di Dio, per te.  Scritto da sempre, per te.

Il  nome  scritto nei cieli.