Il pane del cielo.

 

 

 

 

Dalle «Catechesi» di Gerusalemme
(Catech. 22, Mistagogica 4, 1.1098-1106)   

Poiché egli ha proclamato e detto del pane: «Questo è il mio corpo», chi oserà ancora dubitare? E poiché egli ha affermato e detto: «Questo è il mio sangue» chi mai dubiterà, affermando che non è il suo sangue?

Perciò riceviamoli con tutta certezza come corpo e sangue di Cristo. Nel segno del pane ti vien dato il corpo e nel segno del vino ti vien dato il sangue, perché, ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, tu diventi concorporeo e consanguineo di Cristo. Avendo ricevuto in noi il suo corpo e il suo sangue, ci trasformiamo in portatori di Cristo, anzi, secondo san Pietro, diventiamo consorti della natura divina. 

Perciò non guardare al pane e al vino eucaristici come se fossero semplici e comuni elementi. Sono il corpo e il sangue di Cristo, secondo l’affermazione del Signore. Anche se i sensi ti fanno dubitare, la fede deve renderti certo e sicuro.

Credi che quanto sembra pane, pane non è, anche se al gusto è tale, ma corpo di Cristo. Credi che quanto sembra vino, vino non è, anche se così si presenta al palato, ma sangue di Cristo. Di queste divine realtà già in antico David diceva nei Salmi: «Il pane che sostiene il suo vigore e l’olio che fa brillare il suo volto» (Sal 103, 15).Ebbene sostieni la tua anima, prendendo quel pane come pane spirituale, e fa’ brillare il volto della tua anima.

Voglia il cielo che con la faccia illuminata da una coscienza pura, contempli la gloria del Signore, come in uno specchio, e proceda di gloria in gloria, in Cristo Gesù, Signore nostro. A lui onore, potestà e gloria nei secoli dei secoli. Amen.