Voce di uno che grida

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

 

 

“Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”  Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: “Voce di uno che grida nel deserto. Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”.                                                                                                E tu,     di chi  sei voce ?

 

Di loro.

Sei   la loro voce.      Al posto della loro voce.  Come la loro voce.   Più della loro voce.         Altro che di Dio.

E hai perso,  la tua voce.     Non hai più,  la tua voce.    Non ci sta più,  la tua voce.   E non ci stai più.  Manco tu.      Altro che Dio.

Ti hanno preso,  la voce di Dio.     Non la senti più la voce di Dio.   Non la cerchi più la voce di Dio.    Non la vuoi più,  la voce di Dio.    E sei senza Dio.

 

 

Del Signore.

Come Giovanni.      Non gli dai solo la voce, a Dio.    Non sei solo voce.   La incarni  quella voce.     È tutto il tuo corpo che grida,  quella voce.      È tutta la tua vita.  Quella voce.

 

Vedendo molti farisei e sadducei venire.       Non ce la fai a stare zitto.   Non ce la fai a stare muto.  Davanti a loro.       E sei voce.  Anche per loro.

Razza di vipere.        Il veleno ce lo hai dentro di te.     Il veleno che ti uccide, sta in te.  È il tuo peccato.     Di cui ti pari.  Di cui ti ripari.    Di cui ti vanti.

Chi vi ha fatto credere di sfuggire.       Un altro ti ha ingannato. Un altro ti ha tradito. Un altro ti ha mentito.    Ti fatto credere che lo potevi fare.  Che si poteva fare.  Che era meglio fare.    E ci sei cascato.

All’ira imminente.       Un altro ti ha fatto credere che manco l’ira di Dio, ci sta.   Che manco Dio ci sta.    Che se ci sta.    Che gli fa.   Non fa.    Non ti fa niente.  Non fa niente.  Non è niente.      E ci sei cascato.

 

Convertitevi.     Esci dal tranello.  Esci dall’inganno.      Non stare più nell’inganno.  Volta. Svolta. Rivolta.      Gira. Verti. Converti.     I tuoi occhi.   E mettili in Dio.

Perché il regno dei cieli è vicino.      Quello che viene,  è il regno dei cieli.    È il Re dei cieli. È Gesù. Il Signore.     Il Signore del cielo della terra.    E anche il tuo.

Il regno dei cieli è vicino.     Viene.     Non viene forse.  Non viene sembra.  Non viene vediamo. Non viene speriamo.     Viene davvero. Viene vero. Viene sicuro.   Viene ora.

 

Vi battezzerà in Spirito Santo.        Viene per darti,  lo Spirito Santo.   Lo Spirito di Dio. Viene per immergerti nello Spirito di Dio.      E ti fa divino   E ti fa sacro.   E ti fa santo.      Di Dio.

Vi battezzerà in Spirito Santo.       E quando stai nello Spirito Santo.    È lo Spirito Santo che ti parla di Dio.    Che ti dice quello che sta in Dio.      È lo Spirito Santo,   la voce di Dio.

In lui.   Sei voce.  E sei grido.

 

 

 

 

 

 

 

L’adultera

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.   Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

 

 

“Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.   Ora Mosè nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”    Dicevano questo per metterlo alla prova  e per avere motivo di accusarlo.                                                   E tu,    davanti a chi,   stai in ginocchio ?

 

A loro.

Ti prendono,  loro.      Ti gettano loro,  per terra.    Ti trattano  come uno straccio.  Ti usano come uno straccio.      E ti pestano. E ti calpestano.    Per calpestare Gesù.   Altro che perdono.

E ti tirano,  la  pietra.    E ti scagliano la loro pietra.   Il loro cuore di pietra.    Sono loro,  la pietra.    Che ti viene addosso.    A te.  E a Gesù.

È Gesù,   che vogliono colpire.   È Gesù,  che vogliono levare.   Come hanno levato Dio. Hanno lasciato Dio.   Hanno abbandonato Dio.      E si sono dati  a un altro dio.   Sono andati da un altro dio.     Stanno con un altro.  Che non è Dio.    Sono loro,  gli adulteri.   Quelli veri.

 

 

A Gesù.

Stai davanti a Gesù.    Gesù è Dio.    Dio è quello che conta.    Il cuore di Gesù, conta.  Il cuore di Dio,  conta.    Non loro.

 

Gli condussero una donna sorpresa in adulterio.         Sei andato a prendere una adultera.  Per mettere in crisi Gesù.    Perché?    Perché l’adultera,  sei tu.      Sei tu,  che ti sei prostituito,  a un altro dio.   Sei tu,  che hai tradito il tuo Dio.   Sei tu,  che ti sei dato a un altro.   Che non è dio.

La posero in mezzo.       Lo porti al tempio.    Lo metti in mezzo al tempio,   il tuo tradimento.    Perché di quello si tratta.     È quello il centro.  È quello il punto.   Di cui    si deve parlare.

Mosé ci ha comandato di lapidare donne come questa.       Se segui la legge.  Ti devi lapidare da solo.    Ti devi fare fuori da solo.       Perché tradire Dio,   è molto peggio.     È molto più grave.  Di tradire un uomo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere per terra.      Gesù scrive.   Scrive sul tuo cuore.  Mette il suo dito,  sul tuo cuore.     E ci scrive.  E ci stampa.  E ci imprime,  il suo volto.  È lui, la nuova legge.    È il suo cuore,  la nuova legge.    E non è più legge.    È cuore.   Il cuore di Dio.

 

Chi di voi è senza peccato.     Guarda dentro di te.   Guarda il tuo peccato.    Assomigli  a lei.   Sei come lei.   Sei lei.

Chi di voi è senza peccato.      Sei pieno di gemme,  del tuo amante.   Sei adornato di gemme,  del tuo amante.   Sei ricoperto di gemme,  del tuo amante.   Che ti ha portato via  da Dio.

Getti per primo la pietra contro di lei.    Quelle gemme,  devi gettare.   Quelle gemme, devi strappare.    Quelle gemme,  devono cadere,  per terra.    Insieme al tuo peccato.

Getti per primo la pietra contro di lei.      E anche la pietra,  che avevi in mano,   ti cade. Cade per terra.  Cade da sola.   Insieme al tuo peccato.   E cade anche la pietra dal tuo cuore.    E non è più di pietra.

 

Donna dove sono? Nessuno ti ha condannato?        Se ne sono andati.    Davanti al loro peccato.  Davanti al tuo peccato.     Non lo sanno affrontare. Il loro peccato e il tuo.  Non lo possono affrontare,  il loro peccato e il tuo.     Solo Dio,  lo può fare.

Neanche io ti condanno.    Io che sono Dio,  io che posso farlo.    Non ti condanno. Capisco il tuo cuore.   Mi prendo cura del tuo cuore.    Conta il tuo cuore.    Più del tuo peccato.

Va e d’ora in poi non peccare più.        Ma d’ora in poi,  non ci cascare più .  Non ti far prendere più.  Non ti fare incastrare più.     Dal male.

Va e d’ora in poi non peccare più.        Non lasciare più, il tuo Dio.  Non lo abbandonare. Non lo tradire.   Non lo sostituire, con il male.     Non fare prendere il suo posto, al male.  Non ci mettere al suo posto,  il male.       Non ti fare  più male.

 

Ecco   il perdono di Dio.

 

 

 

 

 

 

Le tentazioni nel deserto

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.   Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

 

 

Anche a te,  il demonio ti tenta.   Nel deserto.    Quando sei senza.  Quando ti manca. Quando non ce la fai.     E tu,  che fai ?     Ci caschi ?

 

Ci caschi.

Il demonio   ti dà le sue pietre.    Ti da come pane,  le sue pietre. Nere.   E ti diventa il cuore di pietra. Nero.   Come il suo.    E tu,  ci caschi?

Ti fa buttare dall’alto.  Ti fa precipitare dall’alto.  Ti fa sfracellare dall’alto.   Ti fa sfidare Dio. Come fa lui.    E tu,  ci caschi?

Ti fa credere che lui ha tutto.  Che ti dà tutto.   Se cadi ai suoi piedi.  Se ti getti ai suoi piedi. Se lo adori come Dio.  Al posto di Dio.    Ma non ha niente.  Ma non ti dà niente.   E ti leva pure quello che hai.  Pure l’anima.     E ti sei dannato. Come lui.      E tu,  ci caschi?

 

Non ci caschi.

Non ci caschi più. Non glielo fai fare più.    Vai da Gesù. Stai con Gesù. Lui lo sa affrontare. Perché è Dio.    E il male non ce la fa.   E se ne va.

Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto.         Lo Spirito Santo porta Gesù nel deserto   Nel tuo deserto.   Per fargli sentire quello che senti tu.   Per fargli provare quello che provi tu. Quando sei solo. Quando non ce la fai. Quando non puoi.     Lui lo sa.  Lui ci sta.

Nel deserto rimase quaranta giorni.              È da tanto che stai nel deserto.   Ci stai da tanto.   È da tanto che ti hanno chiuso. Che ti hanno rinchiuso. Che ti hanno imprigionato. Che ti hanno bloccato. Che ti hanno isolato.  Il corpo. Il cuore e l’anima.   Non ce la fai più. Non ne puoi più. Non lo vuoi più.    E te la prendi con Dio.

Tentato da satana.          Ecco che arriva satana.  È allora che arriva satana.   È quello  che aspetta satana.     Conta più il pane,  di Dio.  Ti dice.    Conti più tu,  di Dio.  Ti dice. Conto più io,  di Dio.  Ti dice.      Devi scegliere fra lui e Dio.  Ecco la prova. Ecco la prova del nove.   Di quello che sei.

Stava con le bestie selvatiche.   Ti senti perduto. E cerchi chi ti ha voluto. Ti senti smarrito. E cerchi chi ti ha pensato.    Ti senti isolato. E cerchi chi ti ha amato.    E scopri che è Dio. Che lo ha fatto sempre.   E lo fa anche ora.     Che non hai niente.

E gli angeli lo servivano.       E scegli Dio.  E scegli Gesù. E stai con Gesù. Stretto a Gesù. E vengono gli angeli in quel deserto.  Anche per te.    E anche a te,  portano un banchetto. Il banchetto di Dio.   Il pane di Dio.  Il sollievo di Dio.  La consolazione di Dio.

 

Convertitevi e credete nel Vangelo.     Ecco la con-versione.   È una strada che cambia. Che gira.  Che volta.  Che svolta.     Che cambia verso.  Che prende un’altra direzione. Che va verso Dio.  Che porta a Dio.

Ecco la conversione.         E tutto cambia.      È proprio quel niente,  che diventa  il tutto.   L’assenza  diventa  presenza.      La mancanza diventa  abbondanza.      La debolezza diventa  forza.      E la tristezza,  diventa gioia.

 

Stai  con Gesù.                                                                                                                          E non è più  deserto.

 

 

 

 

 

Il figliol prodigo

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».  Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

 

 

E tu,   quale dei due figli,   sei ?

 

Il maggiore.

Per te,  Dio  non è un padre.   È un padrone.     E sei sempre rimasto con lui,   per dovere. E hai fatto tutto quello che voleva lui,   per dovere.      E ti aspetti  il premio.   E ti aspetti     la ricompensa.    E la pretendi,  la ricompensa.  Per quello che gli hai dato.    Non è amore. È ricatto.

E se il premio va a un altro,  esci dalla sua casa.   Per protesta.   Ti metti fuori. Ti fai fuori. Stai fuori. Dalla sua casa.    E dal suo amore,   per lui  e per te.

 

Il minore.

Per te,   Dio è  Padre.     Ma  lo lasci,  lo neghi,  lo rinneghi.    Non lo vuoi.   E te ne vai.        Via  da lui.

E ti porti via tutto,  di te.     E lo sprechi.  E lo spendi.     E adori  un altro,   che non è lui.      E perdi tutto.   E ti perdi.       E ti ritrovi   in una carestia,  dove muore  tutto.   Anche te.      E  ti ritrovi  in mezzo ai porci.    A mendicare  il loro cibo.

E allora,   ti si rivolta il cuore.    Ti si svolta il cuore.  Ti si volta il cuore.   Ti si rigira, il cuore.  Ritorna indietro  il cuore,   alla casa del Padre.       Ti   con – verti.

E ti lanci,  verso il Padre.     E ti butti,  e  ti getti,   tra le braccia del Padre.                             Sono lì,    che ti aspettano.   Da sempre.                                                                                 Sono lì,    che ti accolgono.  Da sempre.                                                                              Sono lì,    che ti stringono.    Per sempre.

 

Eri   perduto.                                                                                                                           Ti  ha  ritrovato.                                                                                                                          Ti sei  ritrovato.

 

 

 

 

 

 

 

L’adultera

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.  Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.  Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.  Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

 

 

Chi di voi  è senza peccato,    getti per primo  la pietra,  contro di lei.                                    E tu,   chi sei ?

 

Il   fariseo.

Ti senti  senza peccato.    Il peccato non ti riguarda.  Non ti tocca.   Non ti appartiene.    Non c’entra  con te.

Il peccato,  lo vedi negli altri.    Lo metti negli altri.   Lo lanci agli altri.   Lo tiri agli altri.    Come una pietra.        È il tuo cuore di pietra  che scagli.  Via da te.    Sugli altri.

 

L’  adultera.

Sei nel peccato.    Hai tradito  il tuo Dio.    Ti sei prostituito.  Ti sei venduto,  ad altri dei.     La pietra,  ce l’hai già nel cuore.   Lastricato di pietra.

Gesù è davanti a te.     E scrive sulla pietra del tuo cuore.    Ci scrive le parole del Padre.    Le imprime, le incide, in te.    Ci mette il suo sigillo,  nel tuo cuore.     E non è più pietra.

Non ti ha condannato.     Ti ha guardato.  Ti ha cambiato. Ti ha riparato.   Ti ha salvato.        E tu,  non lo tradisci più.     Non ci caschi più.  Non pecchi più.                                                                                                                                                                                                Perché ora  c’è Dio,   nel tuo cuore.

 

Ecco    la conversione.                                                                                                              Ecco   la confessione.

 

 

 

 

 

 

I mercanti del tempio

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».  Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.  Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

 

 

 

E tu,   sei un mercante del tempio ?

 

Sei lì,  con la tua bancarella.     Hai piazzato la tua bancarella,  nella casa di Dio.            Per mettere in mostra  le tue cose.   Per vendere le tue cose.     Ti  interessano                  le tue cose.    Non ti interessa Dio.

Sei lì,   con il tuo tavolino.     A mostrare i soldi.   A contare i soldi.     A fare i soldi.               Ti interessano i soldi.   Non ti interessa Dio.

Ci hai messo anche te, sopra a quel banchetto.   Ti sei messo in vendita.   E stai lì,    stretto al tuo banchetto.  Abbracciato, incollato, identificato.     E non te lo fai toccare.          E non te lo fai portare via.    Neppure da Dio.

 

Lascia entrare Gesù nel tuo cuore.

Lascia che rovesci  il tuo tavolo.    Lascia che ribalti  la tua bancarella.    Lascia che        getti a terra  le tue monete.   Lascia che spazzi via, il tuo mercato.    Nella sua casa.

 

La casa di Dio,  non è la tua.    È la sua.

La casa di Dio,  è lui.

Il tempio di Dio,   è lui.

È   il suo corpo mistico.

 

Se  lo distruggono.

Risorge,  glorioso.

Ecco   la Pasqua.

 

 

 

 

 

 

Chi sei, tu?

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».  Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

 

 

Chi sei,   tu?

 

Non sei tu,   quello che viene.       Non ti metti tu,  al posto di quello che viene.                 Non prendi tu il posto,  del Signore che viene.

 

Non sei tu,  la Parola.     Sei la voce,  che la annuncia.    Il grido che la fa vibrare.             Che la lancia.

Non sei tu,   la luce.       Sei   il candelabro che la porta.     Gesù è la luce vera.                     È lui,   che ti illumina.

Non sei tu,  la strada.         Sei il dito  che la indica.      È lì  che devi  andare.                        È lui   che devi cercare.     A lui  devi guardare.

Non sei tu,    il degno.       Solo lui,  è il Santo.     Solo lui,  ti fa degno.

 

Ecco chi è   Gesù.

Ecco chi sei,  tu.

 

 

 

 

 

 

La misericordia di Dio

02-1

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».  Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

 

 

 

 

E tu,     ti sei perduto?

 

Quando te ne sei andato   per conto tuo,   a modo tuo.     Senza Dio,  lontano da Dio.  Quando ti sei smarrito.       E sei rimasto impigliato,  imprigionato.     E ti sei ferito.

Solo Gesù ha lasciato tutto,   ed è venuto.       Ti tende la mano.     Prendi  la sua mano,  così non caschi.

Solo lui  entra   nel tuo rovo.     Tocca le tue spine.    Leva  le tue  spine,   una ad una.     Solo lui  può guarire tutto il male,    che ti hanno fatto.      Che hanno fatto.      Solo lui            ti prende sulle spalle.     E ti porta a casa.     Alla casa del Padre.

 

 

Quando hai cancellato   Dio.    Lo hai nascosto.      Sei scivolato,   e sei caduto.    E sei scomparso.    Sei sparito tra le cose.     Sei diventato come le cose.    Uguale alle cose. Una cosa.

Ma per Gesù,    non sei una cosa.      Ti cerca dappertutto,    perché tu,   vali di più.   Sei prezioso.    Sei un pezzo  del suo cuore.   Un pezzo del cuore di Dio.    Lì solo,  puoi stare.

 

 

Quando hai lasciato   la casa  di Dio Padre.     Lo hai rinnegato.   Lo hai tradito.     Gli hai preferito,   il tuo volere,   il tuo piacere.

Quando hai perso tutto.     Anche te stesso.    E sei rimasto solo,  umiliato, crollato, sfinito.  Finito.

Solo Gesù,   è lì  vicino a te,  nel tuo dolore.     Sente la tua disperazione.  Soffre con te. Piange con te,   le tue lacrime.      È lui,   che ti fa sentire  la nostalgia del Padre.     È lui,  che ti fa gustare il cibo del Padre.

Appoggiati a lui,  spalla a spalla.     Lui ti sostiene,  lui ti porta.    Lui conosce la strada  per tornare al Padre.

 

Eccolo lì,   il Padre,  che ti ha sempre aspettato,   sempre amato.    Con le braccia aperte.   Tra quelle braccia,  ti puoi ritrovare.     Tra quelle braccia,   puoi riposare.

Tra quelle braccia puoi sentire,  il suo cuore.   Il suo amore.    La sua gioia.

 

E puoi diventare braccia,    per gli altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

La peccatrice

1In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.   Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».  Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».   E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».  Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».  In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

 

 

 

Gesù,  lo dice anche a te.     Vedi quella donna?

Lei.      È portata, trasportata, travolta  dall’amore.   Lanciata,  dall’amore.   Non la ferma niente.   Non la ferma nessuno.                                                                                             Come il fariseo.     Tu sei lì,    fermo, chiuso, inchiodato. Imprigionato,  dall’apparenza, dalla convenienza.

 

Lei.    Si è gettata ai piedi di Gesù.    Si è inginocchiata, inchinata, con la faccia a terra. Non si sente degna.     Tu invece,  sei lì,   in piedi.     In alto, distante, staccato.   A giudicare il tuo Signore.

Lei.     Lava i piedi, con le lacrime.    Lui le sa capire.  Lui le sa sentire. Lui le sa guarire. Ora possono uscire.  Ora sono accolte.   E loro, accolgono Dio.      Tu.  Non ti curi di Dio. Non ti prendi cura di lui.     Ma solo di te.  Lo consideri come te.  Al pari tuo.

Lei.      Asciuga i piedi,  con i suoi capelli.     Con parti di sé.   Perché servono a Dio. Perché appartengono a Dio.  Perché sono di Dio.     Tu invece,  appartieni a te.  Servi a te.  Sei tuo.

Lei.     Bacia i piedi di Gesù.    Li riempie di baci.   Li riscalda con il suo cuore,   che  palpita di baci.       Tu,   non ti accosti,   non ti avvicini,  non lo tocchi il Signore.   Non lo baci.   Non lo degni di un tuo bacio.      Baci solo te stesso.  E chi ti serve.

Lei.      Cosparge i piedi di Gesù,  con il profumo.    Perché è Dio,   e profuma di santità.  Tu invece, il profumo te lo metti tu.    Non lo metti sul capo di Gesù,   te lo metti sul tuo.     Tu,   ti senti giusto,  sei il solo giusto, più giusto di Gesù.     Ti sei giustificato,  da solo.

 

Lei.       Lo sa  che è peccatrice.    Tu,   sei peccatore come lei,   ma non lo sai.   Anche tu, ti sei prostituito.     Anche tu,  ti sei venduto.     Anche tu, hai tradito.      Anche tu,   ti sei perduto.

Lei.      Ha amato.   Ha molto amato, il Figlio di Dio.      E Lui,  ha perdonato tutti  i suoi peccati.

 

Solo  Dio,    lo può fare.

Ecco  chi è,  Gesù.

Ecco chi è,  costui.

 

 

 

 

 

 

 

Voce che grida nel deserto

ok

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.  Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

 

 

 

 

Quella voce grida,  anche per te.   Quella voce grida,  anche a te.     Grida nel deserto.  Nel tuo deserto.

Prepara la via del Signore.   La sua, non la tua.   Puliscila dai tuoi ostacoli.  Dai tuoi sassi. Dai tuoi pesi.   Dai tuoi rifiuti.

Raddrizza i suoi sentieri.   I suoi, non i tuoi.     Non li fare contorti,  distorti.  Non li impedire. Non li bloccare.  Non li chiudere.     Non li fare  tuoi.

 

Allora il Signore viene.

Viene  ad abbassare le tue montagne.   Quando ti sei innalzato.  Quando ti sei esaltato.    Al di sopra di Dio,  nonostante Dio.      Solo lui ci riesce.   Solo con lui ci riesci.

Viene  a colmare i tuoi vuoti.     I tuoi buchi,  che ti sei scavato.    Le tue fosse,  dove ti sei rifugiato.    I burroni,  dove sei caduto.    Solo lui ci riesce.  Solo con lui ci riesci.

Viene  a spianare le tue vie.   Impervie, complicate, tormentate.   A sciogliere le tue vie, annodate.    E diventano  piane, facili, semplici.     Solo lui ci riesce. Solo con lui ci riesci.

Allora la vedi, la salvezza di Dio.    Allora la senti.  Allora la tocchi.

 

E anche tu,   diventi voce.

Voce che grida,   di gioia.