Il pane è la mia carne

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».  Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.   Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.   Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

 

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.    Se uno mangia di questo pane  vivrà in eterno   e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.      E per te,   cosa è quel pane ?

 

È solo pane.

Ti levano il pane.         Ti levano l’eucarestia.     Ti fanno credere  che è solo pane.   Che non è eucarestia.    Ti manipolano il pane. Ti manipolano l’eucarestia.    E non è più pane. E non è più eucarestia.

Te la prendono.    Te la rubano. Te la strappano via.  L’eucarestia.     Te la fanno cambiare.  Te la fanno profanare.   Te la fanno gettare via.  L’eucarestia.      Ma ti sei gettato via, tu.    Solo tu.

Ti chiudono le chiese.        Per non fartici arrivare.  All’eucarestia.      Ti chiudono le porte. Ti sprangano le porte.    Ti lasciano fuori. Ti mettono fuori.  Ti fanno fuori.     Per non fartici arrivare.     Ma sono loro, che hanno chiuso le porte,  a Dio.    Ma sono loro,  che si trovano le porte sbarrate,  di Dio.     Sono loro,   che rimangono fuori.     Sono loro,  che sono fuori.  Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

È l’eucarestia.

Quel pane,  non è solo pane.    È il corpo di Gesù.    È la sua carne.   È la carne del Figlio di Dio.  Di Dio.     Non è un simbolo.  Non è un pensiero.  Non è un ricordo.     È Dio. Vivo. Vero.  Reale.    Che viene in te.  Ora.

 

Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato.    Vai alla ricerca di chi ti porta da Gesù.    Ecco chi è.  Ecco chi lo fa.  Il Padre.    È il Padre che ti sceglie,  per andare da Gesù.   È il Padre che vuole, che vai da Gesù.   È il Padre che ti porta, da Gesù. È il Padre che ti attira a lui,  e ti attira al Figlio.     Ecco come ci vai,  da Gesù.

Io sono il pane della vita.    La cerchi la vita.  Ma nessuno te la da. Ci sta solo chi la prende, chi te la prende.   Ecco Gesù  è il pane, che ti da la vita.   Il pane  che ti rida la vita.  Il pane, che ti riporta in vita.     L’unico pane, che ti riempie di vita.   L’eucarestia.

Perché chi ne mangia non muoia.     Quel pane,  è il corpo risorto di Gesù.   Ha passato la morte. Ha sorpassato la morte.  Ha trapassato la morte.   Ha vinto la morte.   In quel pane, non ci sta più la morte.     E se lo mangi, anche tu,   non muori più.

 

Io sono il pane vivo.         Non è un simbolo.  Non è un segno.  Non è un significato.  L’eucarestia.     È un pane vivo.   È Gesù vivo. È Gesù vero. È Gesù intero.

Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.   E la vita che ti dà, non è una vita semplice. Non è una vita normale. Non è una vita banale.    È la vita di Dio,  che ti da.   E ti fa entrare nella vita di Dio.   E Dio è eterno. E la sua vita è eterna.    E diventa eterna,  pure la tua.

 

Il pane che io darò, è la mia carne.          Ecco cosa è quel pane.    È la carne di Gesù.  Dentro ci sta Gesù,  che vive.    Dentro ci sta il cuore di Gesù,  che palpita.   Dentro ci sta il cuore di Gesù,  che batte.    Dentro ci sta il cuore di Gesù,  che ti ama.    Dentro ci sta il cuore di Gesù,   che viene nel tuo.

Per la vita del mondo.        L’eucarestia  non è solo per te.    È per il mondo.   Non da la vita solo a te.  Ma a tutto il mondo.     Non ridà la vita solo a te.  Ma a tutto il mondo.   Non fa tornare in vita solo te.    Ma tutto il mondo.

 

Ecco,   l’eucarestia.                                                                                                                  Salva il mondo.

 

 

 

 

 

 

La moltiplicazione dei pani

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.   Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.   E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.  Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

 

“Allora Gesù prese i pani e,  dopo aver reso grazie,  li diede a quelli che erano seduti,  e lo stesso fece dei pesci,  quanto ne volevano.”           E tu,   quale pane,  mangi ?

 

Il loro pane.

Lo vogliono fare loro,    il pane.       Vogliono essere loro,  il tuo pane .    Vogliono diventare loro, il tuo pane.    Ma il loro, è un pane malefico.  Deteriorato. Avvelenato.    Che ti fa male. E stai male.

Ti levano  il tuo pane.   Ti levano tutto il pane.   Così sei costretto a mangiare,  il loro.  Così se costretto a mangiare loro.     E diventi come loro.  Cattivo come loro.

Ti levano il pane di Gesù.    E ti portano via il pane di Gesù.    Perché lo sanno che è di più. Perché lo sanno che è Dio.     E se ci sta Dio,  loro non ci stanno.    Non ci possono stare. Non ti possono toccare.     E se ne vanno. E se ne vanno via.   E scappano via.     Ancora.  Ora.   Per sempre.

 

 

Il pane di Gesù.

Il pane di Gesù,   è l’eucarestia.      È il suo corpo e il suo sangue.    Il corpo e  il sangue del Figlio di Dio.    Il tuo pane  è il pane di Gesù.   È Gesù.

 

Dove potremo comprare il pane.   Te lo chiede Gesù.  Dove lo vai a prendere, tanto pane? Da chi lo vai a comprare,  tanto pane?    Chi te lo da,  tanto pane?

Perché costoro abbiano da mangiare?    Chi te lo da tanto pane,  per sfamare tanta gente? Chi te lo da tanto pane,  per riempire il cuore di tanta gente?  Chi te lo da il pane, che sazia il cuore di tanta gente?

Duecento denari di pane non sono sufficienti.     Ecco, te ne accorgi.  Che non hai niente. Che tu non ce la fai.  Che tu non puoi.  Che tu non sei.    Che non sei tu,  che li sazi.

C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci.     Ecco c’è un poco.   Una povera cosa.   Una piccola cosa.   Una unica cosa.

 

Allora Gesù prese i pani.       Ecco Gesù la prende nelle sue mani,   quella piccola cosa. Quel piccolo pane.  Quel povero pane.  Quel solo pane.     Ora sta,  nelle mani di Dio.

E dopo aver reso grazie.      A chi rende grazie,  Gesù?   Al Padre.   Al Padre lo chiede. Con il Padre lo fa.   Con il Padre te lo da.   E gli rende grazie.  E gli rende gloria.  Perché anche il Padre lo vuole.

Li diede a quelli che erano seduti.        Quel pane, te lo da lui.   È il pane che viene dalle sue mani.   È il pane che è stato nelle sue mani.    È il pane che ha toccato le sue mani.   Le mani di Dio.     E non è più  lo stesso pane.   E non è più  pane.

Lo stesso fece dei pesci.      Pesce  in greco  è   ΙΧΘΥΣ.     Se le metti in verticale,  le lettere  formano:    “Iēsous Christos Theou Yios Sōtēr“   =    Gesù Cristo,   Figlio di Dio, Salvatore.     Era il simbolo di Gesù.     È Gesù che ci sta.    È lui  che passa.    È lui,  che ti passa.    È lui,  che ti da.

Quanto ne volevano.     Il pane che viene dalle mani di Dio,  è di Dio.   E non finisce mai. Perché Dio non finisce mai.    Non ha limiti,  non ha confini.    Ci sta sempre.   Ci sta per sempre.

 

Raccogliete i pezzi avanzati.     È un pane divino.  Non lo devi buttare. Non lo devi lasciare. Non lo devi lasciare andare.    Lo devi raccogliere. Lo devi accogliere.  Lo devi riparare.  Lo devi rispettare.    Perché è  di Dio.

Perché nulla vada perduto.           Non lo perdere.  Il resto del pane.    Perché ti perdi tu.   Non lo gettare il resto del pane.   Perché ti getti tu.    Non lo calpestare il resto del pane. Perché ti calpesti tu.      Non lo cancellare il resto del pane.    Perché ti cancelli tu.

 

Allora la gente visto il segno che aveva compiuto.       Ecco il segno di quello che è Gesù. Questo è il segnale  di quello che è Gesù.      Questa è la prova  di quello che è Gesù.   Non lo può fare un uomo.   Solo Dio.   E Gesù  è Dio.

Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo.          È il corpo che lo riconosce.   È il corpo che lo sa.    È il cuore che lo grida.     È l’anima che lo canta.  Che lo danza. Ecco,  è venuto.    Colui che ha mandato Dio.   È venuto Dio.

 

Ecco   cosa è  Gesù.                                                                                                               È   il pane di Dio.

 

 

 

 

 

 

Corpus Domini

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».  Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».  I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».  Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

 

 

Prese il pane e recitò la benedizione,  lo spezzò e lo diede loro, dicendo:   “Prendete, questo è il mio corpo”.   Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:   “Questo è il mio sangue dell’alleanza,  che è versato per molti.”                   E per te,   quel pane,   è il corpo di Gesù ?

 

Non è il suo corpo.

Ti dicono    che non può essere.     Che non ci può stare.  Che non si può fare.    Perché  non lo possono fare loro.    Perché non ci stanno loro.    Perchè  non è,  loro.      Ma loro,   non sono Dio.

Ti dicono    che è a metà.     Se tu lo vuoi.   Se tu lo pensi.  Se tu lo senti.    Dipende da te.   E tu dipendi da loro.   E ti nutri di loro.      Non di Gesù.

Te lo levano,   il corpo di Gesù.      Se lo prendono loro.  Se lo tengono loro.   E non te lo danno.     Come se fosse loro.   Ma non è loro.      E se  te lo devono dare.  Lo sfregiano.    Te lo fanno cadere.   Te lo fanno buttare.   Te lo fanno profanare.     Ma si sono profanati loro.  Da soli.    Per sempre.

 

È il suo corpo.

Dio  ha fatto tutto.  E può fare tutto.   Perché è Dio.      E Gesù  è Dio.    E lo può fare.   Può far diventare quel pane,  il suo corpo.     E quel vino,  il suo sangue.   Vero.

 

Prese il pane e recitò la benedizione.       Non è solo  un pane benedetto.    Non è solo  un segno di croce.   È lo Spirito Santo,  invocato, chiamato,  mandato dal Padre,  che scende e  porta Gesù.     È Gesù   che benedice quel pane.   Ancora. Ora.     È Gesù   che entra in quel pane. Ancora. Ora.     È Gesù che fa diventare quel pane,  il suo corpo.   Ancora. Ora.

Prendete questo è il mio corpo.     Non ha detto.  Facciamo finta che questo è il mio corpo. Non ha detto,   facciamo come se questo è il mio corpo.   Non ha detto. Questo è il simbolo del mio corpo.   Ha detto:  Questo è  il mio corpo.   Questo è.   È  vero. È vivo. È presente. Ora.

 

Poi prese il calice e rese grazie.    A chi rende grazie Gesù?  Al Padre.  Si rivolge al Padre. Ha gli occhi,  negli occhi del Padre.  Ci mette il Padre.  Ci fa entrare il Padre. In quel calice. Ci sta anche il Padre,   in quel calice.

Questo è il mio sangue.    Non è per finta. Non gli assomiglia. Non è simile al suo sangue. Questo è.   È proprio. È vero. È vivo.  È presente. Ora.    Il mio sangue.     È il sangue di Gesù.   Lo stesso sangue di Gesù, che scende dalla croce.  Dalle sue mani, dai suoi piedi trafitti.  Dal suo costato squarciato.    È lo stesso sangue di Gesù.   Di allora.  Ancora. Ora.

Il sangue dell’alleanza.      È il sangue che ti unisce al Padre.   Solo quel sangue ti unisce al Padre.   Ti riporta al Padre.   Solo in quel sangue,  trovi il Padre.   Lo senti il Padre. Solo in quel sangue,  ci sta il Padre.    In quel sangue,   il Padre ti ama,  ti consola, ti abbraccia.  Perché abbraccia il Figlio.   Ti abbraccia  nel Figlio.   Per il Figlio.

Che  è versato.       È quel sangue,  che ti salva.   Solo quel sangue  ti salva.   Solo quel sangue ti asperge.  Ti purifica e ti consacra.   Ti fa sacro.  Ti fa di Dio.   E nessuno te lo può più levare.

Per molti.       Se ci stai dentro.   Se ci entri dentro.   Se lo fai entrare.    Se lo lasci  fare. Se ti fai  fare.

 

È quello il sangue  che sta nel calice.   Che scende nel calice.   Che trovi nel calice della Messa.

E puoi diventare anche tu,   un calice.   Che raccoglie il suo Dio.  Che contiene il suo Dio. Che si riempie del suo Dio.     Un calice,   pieno del suo Dio.

 

Un calice,    colmo  del suo Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Corpus Domini

In quel tempo, Gesù disse alla folla:  «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».  Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 

 

Io sono il pane vivo disceso dal cielo.   Se uno mangia di questo pane,   vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Allora i  Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”                                             E per te,   lo può fare ?

 

Non può.

Ti dicono  che non può.      Che non ci sta.   Che non può essere. Che non può esistere. Solo tu puoi.    Ma non sei Dio.

Ti dicono che non è.     Che è per finta. E che ci sta, se tu lo vuoi. Se tu lo sai. Se tu ci sei.  Ma non lo fai tu Dio.

Hanno colpito la parte viva e vera di Gesù. Ancora.   Hanno colpito al cuore Gesù. Ancora.  Hanno trafitto il cuore di Gesù. Ancora.      Non lo fare anche tu.

 

Può.

Certo che lo può fare.   È il Figlio di Dio.  È Dio.      Dio lo può fare.

E cambia   la sostanza.    E lascia l’apparenza.                                                                     E il pane   non è più pane.    È la sua carne.     E sembra pane.                                             E il vino    non è più vino.      È il suo sangue.   E sembra vino.

Ma come fa?      Con la Messa.  Nella Messa.

Nella consacrazione.   C’è Gesù sulla croce.  Ancora.                                                           E su quella croce,     c’è il suo corpo.    Offerto per noi.   Ancora.                                           E su quella croce,     c’è il suo sangue.    Versato per noi.   Ancora.                                 Ecco che cosa scende,   in quell’ostia.   Ora.                                                                       Ecco cosa scende,   in quel calice.   Ora.

È la carne e il sangue,   che sgorga dal suo cuore.    Ora.                                                      È il suo cuore,   che sgorga dal suo cuore.   Ora.                                                                 È il suo cuore.     Che scende dal cielo.   Ora.                                                                       E nel suo cuore,   tutta  la Trinità.    Che scende dal cielo.  Ora.

 

Se mangi  questo pane.                                                                                                        Ecco  cosa viene in te.   Ora.

Se mangi  questo pane.                                                                                                            Il suo corpo e il suo sangue.    Ti fa sacro.    Il suo sacri-ficio,  ti fa sacro.

Se mangi questo pane.                                                                                                           La sua Anima  e la sua Divinità.     Ti fa divino.

Se mangi questo  pane.                                                                                                            Ti da la vita eterna.    E fa risorgere  anche il tuo corpo.   Alla fine dei tempi.

 

Ecco   l’ Eucaristia.

 

 

 

 

 

 

Preghiera eucaristica

Prima delle apparizioni della Madonna a Fatima ai 3 pastorelli,   un angelo è apparso loro per 3 volte. Ecco la preghiera che l’angelo  ha insegnato ai tre pastorelli,  davanti al calice e all’ostia consacrata.

 

“Dio mio, io credo, adoro, spero e vi amo.  Io vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano, e non vi amano.”

“Trinità Santissima  Padre Figlio e Spirito Santo,  vi adoro profondamente.  Vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo  presente in tutti tabernacoli della terra,  in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze con cui è offeso.  E per i meriti infiniti del suo Santissimo cuore e del cuore immacolato di Maria,  vi chiedo la conversione dei poveri peccatori.”

E mentre dà l’ostia consacrata ai tre pastorelli, dice:

“Prendete e bevete il corpo e il sangue di Gesù Cristo  orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati.  Riparate i loro delitti  e consolate il vostro Dio.”

 

 

 

 

 

Corpus Domini

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In quel tempo, Gesù disse alla folla:  «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».  Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 

 

 

 

Chi  ti da la sua carne,   da mangiare?      Solo Gesù.

 

È  la relazione più forte.    La relazione più profonda.   La relazione più intensa,  che puoi avere.

La relazione,  con  un Dio.     Concreta, con un Dio.   Completa, con un Dio.

Con il suo corpo  e il suo sangue.  Con il tuo corpo e il tuo sangue.   Uniti, nel profondo.

 

È il corpo  di Gesù risorto.       Così,  ti fa entrare nella sua vita.  Nella  vita vera.     Cosi,     ti fa entrare nella sua risurrezione.

Ecco,   cosa è la comunione.

 

È vivere,  con lui.

È vivere,  per lui.

È vivere,   con chi sta in lui.

 

 

 

 

 

 

 

Emmaus

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 Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.  Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».  Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.  Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».  Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

 

 

Emmaus,   sei anche tu.

 

Sei triste.

Disorientato,  confuso,  deluso.   Disperato.    Non è andata come pensavi.  Non è andata come volevi,  tu.       E non ci stai.    E te ne vai. Per la tua strada.

Gesù risorto   è lì,   vicino a te.      È a lui,  che devi guardare.    È lui,  che devi ascoltare. Solo lui,  ti può spiegare,   perché.

 

Resta con noi.

Non te ne andare.   Non mi lasciare.  Non mi abbandonare.    Si fa sera. Viene il buio, viene la notte.  E ho paura.       Con te voglio stare.  Ecco il tuo si.

 

Prese il pane.

L’ Eucaristia.       Ecco  dove lo trovi.      Ecco  cosa te lo dà.      Ecco  cosa te lo rende.   Ecco,  cosa te lo  fa vedere.       Ecco,  cosa  ti fa capire.    Ti fa sentire.   Ti fa amare.

 

E torni,  dai tuoi fratelli.

Con lui.

 

 

 

 

 

 

Il vero cibo

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In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».  Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.  Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 

 

 

 

Lo hai pensato,  anche tu.     Come può costui,   darci la sua carne da mangiare?               E la butti  sull’ipotesi.     La fai diventare  un’ipotesi,  un simbolo, una metafora.   Te la aggiusti,  te la sistemi,   te la metti, come vuoi.    A modo tuo.  A tua misura.   A tuo uso,     e consumo.

No, non è così.    Te lo dice Gesù,   il Figlio di Dio.   In  verità.   Veramente, chiaramente.   Nell’eucaristia,   quel pane  è veramente  la sua carne,    e quel vino  è veramente  il suo sangue.

Ti da la sua carne,  ti da il suo sangue.    È il massimo dell’amore.   Per stare con te,  vivo e vero.   Ancora.  Anche ora.

È il vero cibo,   e  la vera bevanda.    Se  lo prendi,  se lo mangi e lo bevi,   se ti nutri di lui, e con lui,   allora  tocchi  Dio.

Lo senti Dio.   Lo sperimenti.   Lo sai.  Lo vuoi.  Lo cerchi.  Lo ami.   E vivi con lui, e per lui. E non puoi più stare  senza di lui.

La sua carne,  con la tua.    Il suo sangue,  con il tuo.    Da,  la sua vita,  la vita eterna.        Al tuo cuore,  alla tua anima.

E anche  al tuo corpo,   nell’ultimo giorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pane del cielo

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In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».  Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».  Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

 

 

 

Cosa cerchi in Gesù?  Cosa vuoi, veramente.  Quale pane.  Cosa ti sazia, cosa ti prende, cosa ti riempie.   E cosa dai, cosa offri, cosa porti,  ai fratelli.

Il tuo pane.  Non riempie, non sazia, non dura. L’altro lo sente, che è il tuo. E non gli basta. E non lo vuole.

Il pane di Dio.  Viene da Dio. Viene dal Padre.   È il pane che ha il sigillo del Padre,  il volto del Padre.   È il Figlio suo.    È il suo corpo e il suo sangue.   È l’eucaristia.

Gesù è il pane vero,   il pane vivo.   Che riempie,  che dura,  che sazia.   Se vai a lui,        e ti nutri di lui,  il tuo cuore si colma, e non ha più fame.   Se credi in lui,  e ti riempi di lui,  la tua anima   non ha più sete.

Questo è il pane vero,  che  l’altro aspetta.    Questo è il pane vivo,  che gli devi portare.

È condivisione  di  Dio.

È com-unione  con Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La moltiplicazione dei pani

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In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.  Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».  Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.  Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.  E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

 

La compassione e la condivisione.   Non c’è condivisione, senza la compassione.

Come Filippo.   Anche tu ti chiedi.  Ma come faccio?  Non ce la faccio.   Non ci arrivo.  Non posso.  Non sono.

Metti quello che hai.    Quel poco, quel piccolo, quel solo, che hai.    Mettilo nelle mani       di Gesù.   Ecco come fare.

Lascia che lo prenda lui.   Lui lo presenta al Padre.  Lo benedice nel Padre e con il Padre.  E te lo ridà.

Quello che ritorna, non è più quello di prima. È stato consacrato. È diventato parte di Dio.

E quello che dai agli altri, non è più tuo,  è di Dio.   È il suo cuore.  È il tuo cuore, con il suo, nel suo.

L’altro lo sente.   Lo sente che quello,  è il pane vero.  È il pane,  che nutre veramente.       È il cuore che consola,  veramente.   È il pane di Dio,  che sazia fino in fondo.   E riempie, e trabocca,  e traborda.   E avanza,  per gli altri.

Per essere donato ancora.