Il Battesimo del Signore

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.  Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

 

 

Perché Gesù si è fatto battezzare?  Per dirti chi è lui, chi sei tu e come ti salva.

Lui è colui che si affida al Padre.  Lascia fare al Padre.  Si affida alla giustizia del Padre.  Si immerge nella sua volontà. Si lascia coprire, ricoprire dalla sua volontà. E’ allora che si aprono i cieli.  È allora che il Padre si manifesta e rivela chi è il Figlio.  È il Padre che parla del Figlio. È lui che lo testimonia, lo riconosce, lo afferma, lo proclama, lo glorifica.

Prima con i fatti. Lo indica. Fa discendere su di lui lo Spirito Santo.  Fa posare su di lui il suo Spirito.  Posa su di lui il suo cuore.  Poi con la voce.  È la voce di Dio  che risuona, esalta, celebra. Canta  il mistero, la santità, l’eternità di quel fatto.

Questi è il Figlio mio, diletto, prediletto. L’amato.  In lui ho posto, riposto, basato il mio compiacimento. In  lui,  ho messo la mia gioia.  Lui,  è la mia gioia.

Quel battesimo rappresenta anche il tuo.  Gesù rappresenta quello che è stato il tuo battesimo in lui.  Quello che è stato, ma anche quello che vivi, rivivi, nei sacramenti. Il battesimo che  rinnovi, in tutti giorni, in tutti i momenti.

Come Gesù, lasci  fare a Dio, alla giustizia di Dio. Ti lasci fare. Ti abbandoni alla sua volontà. Dici di sì alla sua volontà. Ti affidi, qualunque essa sia, dovunque sia, comunque sia.  Lo lasci fare.

Come Gesù, ti immergi  nell’acqua della sua volontà. Ti lasci avvolgere dalla sua volontà. Ti lasci portare dalla sua volontà.

È allora che si aprono i cieli,  si apre il paradiso  e il Padre si manifesta,  si rivela. Manda il suo Spirito su di te, fa discendere  il suo Spirito su di te. Ti copre, ti ricopre, ti avvolge, ti riempie con lo Spirito Santo. Ti lava con lo Spirito Santo.

E poi ti fa sentire la sua voce che proclama, che tu sei suo figlio.  Suo figlio amato, eletto, prediletto.  In te ha riposto il suo compiacimento.  La sua gioia.  In te è la sua gioia.

Sei  ripieno dell’amore e della gioia di Dio.

Portala ai tuoi fratelli. Vivila, condividila, con i tuoi fratelli.

 

 

 

 

 

Chi sono io per te?

«La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 

 

Gesù chiede prima cosa pensa la gente, perché? Perché vuole che tu non pensi con la testa degli altri, della gente, della massa, della moda. Vuole che tu pensi con la tua testa, che tu cerchi di capire chi è Lui. Che tu scopri chi è Lui. Che tu proclami chi è Lui.

L’identità dell’altro serve per stabilire una relazione vera e positiva. Se non so chi è l’altro, come faccio ad amarlo? Come faccio a seguirlo? Come faccio a testimoniarlo?  Poiché Gesù vuole un rapporto vero, personale, profondo, chiede anche te: “Tu chi dici che io sia?” Chi sono io per te? Chi sono io per il tuo cuore, per la tua anima,  nella tua storia?

“Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente!”. È la risposta di Pietro. Sei il Messia, l’inviato da Dio per salvare il mondo. Sei il Figlio di Dio, Dio stesso incarnato, la parte visibile del Dio invisibile.

Se per te Gesù è il Figlio di Dio venuto a salvarti, allora ha senso dare nelle sue mani la tua vita per salvarla.

Questo significa perderla. Perderla  dal tuo dominio, dalla tua assolutezza, dalla tua proprietà. Perdere una vita fatta solo di te, da te e per te. Perderla significa donarla, affidarla nelle mani del tuo Dio, di chi ti ha creato ed è venuto a salvarti.

Perderla significa percorrere le vie che non sono le tue vie, i sentieri che non sono i tuoi sentieri, accettare quello che non avevi programmato, quello che non avevi pensato, quello che non avevi voluto. Significa accettare il progetto misterioso che non hai fatto tu, ma che ha preparato Dio per te. Significa lasciarsi portare da Dio, sulla strada di Dio.

Allora la vita che hai perso, la ritroverai. E sarà salvata, santificata, glorificata, in Dio. Per sempre, per l’eternità.