I due figli

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».   E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

 

Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va a lavorare nella vigna.” Ed egli rispose:   “Non ne ho voglia”.  Ma poi si pentì e vi andò.   Si rivolse al secondo e disse lo stesso.  Ed egli rispose: “Sì, signore”.  Ma non vi andò.                                             E tu,   a quale dei due figli,  assomigli ?

 

Al secondo.

Dici di  sì.     Per finta, per forma, per forza.    Ma non ci metti il cuore. Non parte dal cuore. E non lo fai.

Dici di  sì.    E hai finito. E hai fatto.  Non ti serve farlo. Non ti sprechi a farlo. Non vuoi farlo. E non lo fai.

Dici di si, a Dio.  E poi lo ritiri. Te lo riprendi. Te lo rimangi.   Lo getti via. E getti via pure Dio. Così non ti dice niente.    E continui  a non fare niente.    E diventi  niente.

 

Al primo.

Dici di no.      Ma ci metti il cuore.     E il cuore dice di sì.  Grida di sì.     E lo fai.

 

Figlio.           Ecco chi  te lo chiede.   È tuo Padre. Dio Padre.   Quello che ti ama.  Te lo chiede con il cuore.

Oggi  va a lavorare nella vigna.       Ti chiede di fare.  Ti chiede di darti da fare.  Ti chiede di realizzare.   Di fare diventare concreto. Il suo progetto.   Di farlo tuo.

Non ne ho voglia.       La voglia sta  da un’altra parte.     La voglia ti porta  da un’altra parte. Il cuore,  lo avevi messo da un’altra parte.    Non in Dio.

Ma poi si pentì.          Ma poi si è svegliato,  si è risvegliato.    E ha capito.  E ha gridato.   E ha reclamato  il suo Dio.

E vi andò.                 E si è lanciato.    Ti è partito il cuore.  È andato il cuore, nella vigna. Prima di te  . E ha portato te.

E vi andò.                E ha fatto. E hai fatto.   E ha compiuto. E hai compiuto.   Quello che ti ha chiesto di il Padre.   La volontà del Padre.

 

Il  Sì vero.                                                                                                                                   È   il Sì  del cuore.

 

 

 

 

 

 

Lavoratori per la sua vigna

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:  «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.  Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.  Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

 

Quando arrivarono i primi,  pensarono che avrebbero ricevuto di più.    Ma anche essi ricevettero ciascuno  un denaro.    Nel ritirarlo, però,  mormoravano contro il padrone.       E tu,   a che guardi ?

 

Alla paga.

Guardi  alla paga.        Pensi alla paga.  Ti interessa la paga.    Il tuo cuore è  nella paga.  Non in Dio.

Alla paga  degli altri.       La tua deve essere di più.  Di più degli altri.    Ti spetta  di più.     Ne vuoi di più.    Non vuoi Dio.

E anche Dio,   è uno che ti deve pagare.  Ti deve dare.    E se non lo fa. Te lo levi di torno. E ti prendi da solo. Tutto quello che vuoi.       Ma non hai più Dio.  Il suo cuore.   E il tuo.

 

A Dio.

Hai bisogno del cuore di Dio.    Non della paga.    E vai da lui.

Uscì all’alba a cercare lavoratori per la sua vigna.     Ti cerca lui. Viene lui.  Ti chiama lui.  Ti sceglie lui.   Ha bisogno di te. Per lavorare. Per agire. Per fare. Per coltivare. La sua vigna. La vigna di Dio.    Il Regno di Dio.

Uscì alle nove, a mezzogiorno,  alle cinque.          Non si rassegna Dio.  Non ti lascia Dio.  Non ti dimentica Dio.  Ti viene a trovare dove stai. Dove ti sei fermato. Dove ti sei bloccato. Dove ti sei incastrato.    E ti chiama con sé.  A sé.

 

La paga. Quelli delle cinque.      Hanno detto di si a Dio.  Hanno accolto la chiamata di Dio. Si sono fidati di Dio. Hanno fatto quello che gli ha chiesto Dio. Questo serve alla sua vigna.

Quando arrivarono i primi.       Ti sembra che ti spetta di più.  Ti sembra che hai fatto di più. Ma hai risposto alla chiamata di Dio. Come gli altri.    Hai fatto quello che ti ha chiesto Dio. Come gli altri.

Mormoravano contro il padrone.     Te la prendi con Dio. Lo rimproveri Dio. Lo contesti Dio. Perché stai fisso sulla paga.    E Dio per te,  è solo un contratto.

Sei invidioso perché io sono buono.       Non lo vedi il cuore di Dio.   Non lo vuoi vedere. Perché non è come il tuo.   Perché non è il tuo.    Perché è più del tuo. E lui è più di te.

 

I primi saranno gli ultimi.       Ti sei fatto primo.   Hai messo te,  al primo posto.  Non Dio.   E sei ultimo.

Gli ultimi saranno i primi.         Eri ultimo.  Piccolo, povero, inutile, indifeso, fragile, debole. Mai fatto Dio,  il primo.     Hai messo Dio  al primo posto.     E sei diventato primo.  In lui.

 

Ecco,   la vera ricompensa.                                                                                                      È  Dio.

 

 

 

 

 

 

Il perdono

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.  Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.  Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello»

 

 

Allora il servo  prostrato a terra  , lo supplicava dicendo:   “ Abbi pazienza con me,   e ti restituirò ogni cosa”.      Il padrone ebbe compassione di quel servo,  lo lasciò andare e   gli condono il debito.            E tu,    lo chiedi  il perdono ?

 

Non ci pensi proprio.

Non lo chiedi proprio.  Il perdono.     Non ci sta proprio. Non esiste proprio.    Non ti serve. Non lo vuoi.   Non ce l’hai.       Figurati  se lo dai.

Lo chiedi per finta.    Lo fai per finta.   Per farlo vedere. Per farti vedere.   E lo dai per finta.

E non lo chiedi a Dio.     Te lo sei aggiustato tu,  il debito con lui.    Te lo sei condonato tu.    Te lo sei levato tu. Te lo sei cancellato tu.     E hai cancellato pure Dio.   Così non te lo richiede più.   E non ti condanna più.      Ma ti sei condannato  tu.   Da solo.

 

Lo chiedi a Dio.

Ce lo sai  che hai un debito,  con Dio.   Lo riconosci  il tuo debito,  a Dio.     E vai da lui.

Non era in grado di restituirlo.         Non ce la fai a colmarlo.    Non ce la fai  a ripararlo.  Non ce la fai a ripagarlo.     Lo hai fatto  a Dio.

Prostrato a terra.       E ti inginocchi davanti a Dio.    E ti abbassi davanti a Dio.    E ti getti ai piedi di Dio.       Lo riconosci  che è Dio.

lo supplicava.    E lo invochi. Lo supplichi.  Con il cuore. Con tutto il cuore. Ci metti il cuore.

il padrone ebbe compassione.      Il tuo cuore ha toccato il cuore di Dio.    E ha pietà  di te.

e gli condonò il debito.       E ti dona.  E ti condona.   E ti perdona.  Il tuo debito.      E  non  ci sta più.  E non ti pesa più.     E non te lo chiede più.

 

Appena uscito trovò uno che  gli doveva 100 denari.      Sei tanto felice.  Sei troppo felice. Hai incontrato Dio.    Il tuo debito te lo ha levato Dio.      E non lo vedi più,  il debito del tuo fratello.  E non ci sta più.  E non conta più.    Neppure il suo.

Prostrato a terra, lo pregava.      Ti supplica  come hai fatto tu,  con Dio.     Ti prega  come hai fatto tu,   con Dio.    E lo perdoni come ha fatto Dio,  con te.     E gli condoni  quello che ti ha condonato Dio,   a te.

Abbi pietà di me e ti restituirò.          Non serve più.  Che te lo ridà.     Te lo ha dato Dio.      Ti ha colmato Dio.     Sei pieno di Dio. Sei colmo di Dio.   Ti basta Dio.

 

E ti stacchi  da quel debito.  Lo lasci andare.     Lo passi a Dio.  Lo metti nelle mani di Dio.  Lui,  lo conosce il suo cuore.      Lui sa che fare.  Lascia fare a Dio.  Ci pensa Dio.

E ce la fai a perdonare.                                                                                                       Con il cuore di Dio.

 

 

 

 

 

 

Se commette una colpa

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.  In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

 

 

 

Gesù disse ai suoi discepoli:     “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te,  va e ammoniscilo”.        E tu,  cosa fai ?

 

Non dici niente.

Non ti esponi  proprio.        Non ti scopri proprio.      Non esce fuori.  Non la metti fuori.  Non la fai fuori.   La sua colpa.      Te la tieni dentro. Chiusa, nascosta.    E diventa anche la tua.

Se parli.      La colpa la da lui,  a te.     La passa lui  a te.  La fa scontare lui  a te.     È  lui,  che riprende te.

Ha levato,  Dio.       Così non la vede neppure Dio.    Non lo riprende neppure Dio.   Non lo punisce neppure Dio.    E può fare quello che gli pare.        Ma Dio,  non glielo fa fare.

 

Vai,  e lo ammonisci.

Stavi fermo.  Ma non se ne può più.       Stavi zitto.   Ma se non parli,  ci rimetti tu.    E vai.

 

Se il tuo fratello commetterà una colpa.    Non lo lasciare nella colpa. Non lo abbandonare.

Contro di te.                 Non ha fatto del male a te.     Ma a lui   Più a lui.  Soltanto a lui.

Tra te e lui solo.           La verità del cuore.    Fa bene, a lui  e a te.

Se non  ascolterà.       Prendi con te due testimoni,   che propongono  un accordo.

Se non  ascolterà costoro, dillo alla comunità.      Chiama i rinforzi.    Mettici tutti i rinforzi. Tutti i rinforzi che puoi.    Per salvarlo in tutti i modi.

Se non ascolta neanche la comunità.      Allora si vede che la colpa la vuole.  Che la colpa, se la vuole tenere.  Se la vuole mantenere.        Gli piace.  Se ne compiace.    Più di Dio. Nonostante Dio.

 

E allora che fai?      Metti in campo Dio.   Solo lui sa tutto. Solo lui vede.  Solo lui può tutto.

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome.       State, in due.  Uniti, riuniti .   Nel suo nome.

Li io sono in mezzo a loro.         Viene Gesù.   Ci sta Gesù. È presente Gesù.    Tra di voi.

Se due di voi si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa.      Insieme  a Gesù.   Nel nome di Gesù,  lo chiedi al Padre.     Di intervenire. Di  cambiare. Di riparare. La colpa.

Il Padre mio che è nei cieli,  gliela concederà.     Se glielo chiede il Figlio. Lo fa.  Se lo vuole il Figlio, glielo dà.

 

Ed ecco si aprono i cieli.      E scende in campo Dio. Con tutte le sue schiere.   E ce la fa.  A farlo cambiare.   E ce la fa a riparare,  ce la fa a rimediare.    E ce la fa a risanare,  tutto.

Dio può  tutto.